Combattere l'immigrazione irregolare: migliorare la gestione delle frontiere dell'UE

Il flusso dei migranti e la sicurezza delle frontiere esterne rappresentano una sfida per l’UE. Ecco come il Parlamento europeo sta affrontando la situazione.

L'Unione europea sta rafforzando i controlli alle frontiere per contrastare l'immigrazione irregolare, migliorando la gestione dei nuovi arrivi e rendendo più efficienti i rimpatri dei migranti illegali. Inoltre è al lavoro per sostenere la migrazione di manodopera legale e gestire in modo più efficiente le domande di asilo.

Scoprite di più sulla risposta dell'UE all'immigrazione

Cos'è la migrazione irregolare?


Per migrazione irregolare si intende quella costituita dallo spostamento di persone provenienti da paesi terzi attraverso i confini dell'UE, senza rispetto dei requisiti legali per l'ingresso, il soggiorno o la residenza in uno o più paesi dell'UE.

Numero di attraversamenti illegali delle frontiere in Europa


Nel 2015 si è registrato un aumento significativo del numero di attraversamenti illegali delle frontiere verso l'UE. Secondo i dati di Frontex, l'agenzia per le frontiere dell'UE, ci sono stati oltre 1,8 milioni di attraversamenti illegali delle frontiere, il numero più alto mai registrato. Da allora, il numero di attraversamenti illegali delle frontiere è diminuito.

Nel 2023, circa 353.300 persone sono entrate illegalmente nell'UE la cifra più alta dal 2016.

Altre statistiche sulla migrazione nell'UE

Rafforzare la gestione e la sicurezza delle frontiere esterne dell'UE

 

L’assenza di controlli interni nell’area Schengen deve essere accompagnata da misure come il rafforzamento dei confini esterni. Il Parlamento europeo ha evidenziato la gravità della situazione in una risoluzione dell’aprile 2016.

Controlli alle frontiere esterne dell'UE

Nell'aprile 2017, sono stati introdotti controlli sistematici alle frontiere esterne dell'UE per tutti coloro che entrano nell'Unione, compresi i cittadini dell'UE.

iIl Parlamento, nell'ottobre 2017, ha inoltre insistito sull'introduzione di un sistema elettronico comune per accelerare i controlli alle frontiere esterne della zona Schengen e per registrare tutti i viaggiatori non comunitari.

Autorizzazioni per viaggiatori extraeuropei esentati dal visto - ETIAS

Il sistema europeo di informazione e autorizzazione di viaggio (Etias) è un programma di esenzione dal visto elettronico che richiederà ai viaggiatori provenienti da paesi esenti dal visto di ottenere un'autorizzazione di viaggio elettronica prima di recarsi nell'UE. L'autorizzazione avrà validità tre anni o fino alla scadenza del passaporto e consentirà ingressi multipli nell'area Schengen per soggiorni fino a 90 giorni nell'arco di sei mesi. Il suo lancio è previsto nel 2024.

Screening dei migranti alle e all’interno delle frontiere esterne dell’UE

Sempre nel febbraio del 2024, il Parlamento e il Consiglio hanno approvato un accordo sulla revisione delle procedure per la gestione dei migranti irregolari ai confini esterni.

Tali controlli devono essere effettuati subito dopo lo screening di coloro che richiedono asilo alle frontiere esterne, vengono fermati in relazione ad un attraversamento irregolare della frontiera o dopo essere stati soccorsi in mare. L’obiettivo è valutare rapidamente alle frontiere esterne dell’UE se le domande di asilo sono infondate o irricevibili.

La procedura è obbligatoria se il richiedente rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale o l’ordine pubblico, se ha ingannato le autorità o se proviene da un paese in cui solitamente viene approvato meno del 20% delle richieste di asilo.

Le procedure dovrebbero essere completate in 12 settimane, compresi i ricorsi. Nel caso di rifiuto o archiviazione di una richiesta, il richiedente respinto dovrebbe essere rimpatriato entro 12 settimane. Le nuove regole limiterebbero anche l'uso della detenzione. I richiedenti asilo sono sottoposti alla procedura di frontiera non potranno entrare nel Paese dell'UE.

Durante i negoziati, gli eurodeputati hanno insistito per:

  • garantire l'assistenza legale gratuita ai richiedenti in tutte le procedure amministrative;
  • garantire che i minori non accompagnati non siano sottoposti a procedure di frontiera, a meno che non rappresentino un rischio per la sicurezza;
  • garantire che alle famiglie con bambini siano offerte condizioni di accoglienza adeguate.

La Commissione europea stabilirà il numero massimo di domande di asilo che ciascun paese dell’UE dovrà trattare alle proprie frontiere.

Rinvio dei richiedenti asilo verso Paesi terzi sicuri


Ai sensi del regolamento sulla procedura d'asilo, le autorità nazionali possono decidere se una domanda d'asilo sia dichiarabile inammissibile se il richiedente proviene da un Paese terzo sicuro, dove per sicuro si intende in conformità con gli standard internazionali riconosciuti.
I richiedenti asilo devono avere un legame effettivo con quel Paese che consenta loro di recarvisi.
Anche se i Paesi dell'UE continueranno a fare affidamento sulle proprie liste di Paesi sicuri, alla fine le norme prevedono una convergenza verso una lista UE di Paesi terzi sicuri e di Paesi di origine sicuri.

Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera

A dicembre 2015 la Commissione europea ha presentato una proposta per l’istituzione di una Guardia costiera e di frontiera europea con l’obiettivo di rinforzare la gestione e la sicurezza delle frontiere esterne dell’UE e venire in aiuto alle forze di polizia di frontiera nazionali. La nuova agenzia, formata dall’unione di Frontex e delle autorità nazionali responsabili per i controllo delle frontiere, è stata inaugurata a ottobre 2016. È in programma di fornire all'Agenzia un corpo permanente da 10mila guardie di frontiera entro il 2027. L’agenzia ha anche un mandato più forte sui rimpatri e collabora più strettamente con i paesi extra-UE.


Fondo per la gestione integrata delle frontiere

In una risoluzione approvata a luglio 2021, gli eurodeputati hanno sostenuto inoltre la creazione del nuovo Fondo per la gestione integrata delle frontiere (IBMF) assegnandogli 6,24 miliardi di euro. L'IBMF dovrebbe contribuire a migliorare le capacità degli Stati membri nella gestione delle frontiere esterne, garantendo al tempo stesso il rispetto dei diritti fondamentali. Il nuovo fondo contribuirà anche all’armonizzazione della politica comune in materia di visti, introducendo misure di protezione per le persone vulnerabili che arrivano in Europa, con particolare riguardo per minori non accompagnati.

Il programma sopracitato, opererà in stretto contatto con il nuovo Fondo sicurezza interna (ISF) concentrandosi sulla lotta alle minacce transfrontaliere, come il terrorismo, la criminalità organizzata e la criminalità informatica. Anche l'ISF è stato approvato dal Parlamento nel luglio 2021 con un budget di 1,9 miliardi di euro.


 

Controlli alle frontiere interne


Negli ultimi anni, i paesi dell'UE hanno ripristinato i controlli alle frontiere all'interno dell'area Schengen e questi controlli spesso durano per lunghi periodi. Al fine di preservare la libera circolazione pur affrontando reali minacce alla sicurezza, la Commissione ha presentato una proposta nel 2021.

Nell'ottobre 2023, il Parlamento ha fissato la propria posizione e ha votato per avviare le negoziazioni con il Consiglio.

In alternativa ai controlli alle frontiere interne, le nuove regole promuovono la cooperazione di polizia nelle regioni di confine per affrontare movimenti non autorizzati all'interno dell'area Schengen. I cittadini non UE fermati con uno status irregolare arrivano spesso da un altro paese dell'UE, quindi se i due paesi effettuano pattugliamenti congiunti, gli immigrati irregolari potrebbero essere rimandati al primo paese dell'UE. Gli eurodeputati desiderano escludere diverse categorie, tra cui i minori non accompagnati, da tali rimpatri.

Gli eurodeputati propongono anche criteri chiari per l'imposizione di controlli alle frontiere interne in risposta a gravi minacce. È necessaria una ragione giustificata, come una minaccia identificata e immediata di terrorismo, prima di poter introdurre controlli alle frontiere interne, e tali controlli avrebbero un limite di tempo fino a diciotto mesi. Se la minaccia persiste, ulteriori controlli alle frontiere potrebbero essere autorizzati da una decisione del Consiglio.

La proposta consente anche la reintroduzione dei controlli alle frontiere in diversi paesi per un periodo fino a due anni quando la Commissione riceve notifiche riguardo una minaccia particolarmente grave che colpisce molti paesi contemporaneamente.




Rimpatriare i migranti irregolari in modo più efficiente

 

Documenti di viaggio europeo per il rimpatrio dei migranti che soggiornano illegalmente

L’Unione europea sta anche cercando di attuare una politica di rimpatrio più efficiente per quei migranti che non ottengono lo status di rifugiato o altre forme di protezione internazionale. Uno degli ostacoli più grandi per il rimpatrio è l’assenza di documenti di viaggio validi. Per questo, nel settembre 2016, il Parlamento ha approvato la proposta della Commissione sul nuovo documento di viaggio europeo standard per il rimpatrio degli immigrati illegali.

Il sistema d'informazione Schengen

Il Sistema di informazione Schengen (SIS)è stato rafforzato nel novembre 2018 per aiutare i paesi UE a rimpatriare chi si trova nel paese illegalmente.Il regolamento è in vigore dall'aprile 2017.

Il SIS adesso comprende:

• segnalazioni sulle decisioni di rimpatrio da parte dei paesi dell'UE
• accesso ai dati del SIS per le autorità nazionali responsabili della emissione delle decisioni di rimpatrio
• salvaguardie per proteggere i diritti fondamentali dei migranti

Direttiva rimpatri dell'UE

La Direttiva rimpatri dell'UE è il principale strumento legislativo che fissa le procedure e i criteri che i Paesi dell'UE devono implementare quando rimpatriano cittadini di Paesi terzi presenti in modo irregolare sul suolo europeo.
Dal settembre 2018, l'UE ha lavorato alla riforma della Direttiva rimpatri dell'UE, con l'obiettivo di ridurre la durata delle procedure di rimpatrio, stabilire un collegamento più efficace tra le procedure di asilo e rimpatrio, e prevenire la fuga.
Le nuove disposizioni mirano a determinare il rischio di fuga, cioè il rischio che un migrante cerchi di sottrarsi alle autorità mentre si sta decidendo sul suo status. Le norme modificate impongono ai migranti l'obbligo di cooperare con le autorità. Esse richiedono inoltre ai paesi dell'UE di creare un sistema di gestione dei rimpatri.

Nella relazione approvata a dicembre 2020, i deputati hanno chiesto una migliore attuazione della direttiva rimpatri dell'UE, invitando gli Stati membri al rispetto dei diritti fondamentali e delle garanzie procedurali nell'applicazione della legislazione dell'UE sui rimpatri, dando la priorità ai rimpatri volontari.

Maggiori informazioni sul rimpatrio dei migranti illegali nei loro paesi.

Prevenire l'immigrazione illegale affrontando le cause alla radice.

Conflitti, persecuzioni, pulizia etnica, povertà estrema e disastri naturali sono solo alcune delle cause dei flussi migratori. Nel luglio 2015, il Parlamento ha insistito sull'adozione di una strategia di lungo termine a livello europeo, per contrastare questi fattori con 44 miliardi di euro in investimenti privati.

Il 6 luglio 2017 i parlamentari europei hanno votato un piano UE per sbloccare 44 miliardi di euro di investimenti privati, in modo da affrontare alcune delle cause dell’immigrazione alla radice. Tale sistema è in vigore da settembre 2017.

La nuova Agenzia UE per l’asilo e il Fondo Asilo, migrazione e integrazione

 

L'Agenzia dell'Unione Europea per l'Asilo, precedentemente nota come EASO (acronimo inglese per European Asylum Support Office), è responsabile per sostenere i Paesi dell'UE nell'attuazione delle norme sull’asilo, con l’obiettivo di rendere il sistema complessivo di gestione della migrazione dell’UE più efficiente e sostenibile. Mentre il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) è uno strumento finanziario che sostiene gli sforzi dell'UE nel gestire la migrazione.

L’accordo UE-Turchia

L'accordo UE-Turchia è stato firmato nel marzo 2016 in risposta all'aumento del numero di migranti e rifugiati irregolari che entrano nell'UE attraverso la Turchia a seguito della guerra civile in Siria.

Ambo le parti hanno concordato di garantire migliori condizioni di accoglienza per i rifugiati in Turchia e di aprire canali sicuri e legali all'Europa per i rifugiati siriani.

In base all'accordo, la Turchia ha accettato di riprendere tutti i migranti e i rifugiati irregolari arrivati in Grecia dalla Turchia dopo il 20 marzo 2016. In cambio, l'UE ha accettato di fornire assistenza finanziaria alla Turchia per sostenere l'accoglienza dei rifugiati in Turchia, nonché per accelerare il processo di adesione della Turchia all'UE e fornire la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi che si recano nell'UE.

In una risoluzione approvata il 19 maggio 2021, i deputati hanno sottolineato l'importante ruolo della Turchia nell'accoglienza di quasi quattro milioni di rifugiati, sottolineando l'aumento delle difficoltà nella gestione della crisi, determinato dalla pandemia di Covid-19.

Al tempo stesso, il Parlamento ha condannato l'uso di migranti e rifugiati come strumento di ricatto politico. Questo è avvenuto a seguito di segnalazioni secondo cui le autorità turche avrebbero incoraggiato migranti e richiedenti asilo con informazioni fuorvianti a raggiungere l'Europa via terra attraverso la Grecia.

Maggiori informazioni sulla migrazione e l'UE:


Migrazione di manodopera: miglioramento delle vie legali per lavorare nell'UE

Riformare il sistema europeo comune di asilo
Integrazione dei rifugiati in Europa