I rapporti tra UE e Turchia: tra cooperazione e tensioni

Turchia: le tensioni su democrazia, diritti umani e migrazione hanno portato a un ripensamento delle relazioni fra UE-Turchia. A che punto è la cooperazione?

Il 7 giugno 2022 il l'assemblea ha affermato che in assenza di progressi significativi sulle riforme relative all'UE. In una risoluzione approvata in plenaria, il Parlamento ha dichiarato la volontà di non riprendere i negoziati di adesione con la Turchia.

Gli europarlamentari hanno affermato che, malgrado le ripetute dichiarazioni della Turchia sulla volontà di diventare un membro dell'UE, gli ultimi due anni hanno fatto riscontrare una marcia indietro costante sugli impegni legati al processo di adesione. I deputati hanno tuttavia accolto con favore la volontà del paese di agire come mediatore nella guerra russa contro l'Ucraina.

Le relazioni tra UE e Turchia, si sono deteriorate al tal punto da imporne un profondo riesame da parte dell'UE, come indicato nella relazione adottata dal Parlamento il 19 maggio 2021. I membri del Parlamento europeo, hanno espresso la loro preoccupazione sul rispetto dei diritti umani e sullo Stato di diritto nel paese, avvertendo che le relazioni con la Turchia sono arrivate al minimo storico.

Sebbene questa non sia la prima volta in cui il Parlamento esprime preoccupazioni, l'Unione europea e la Turchia godono di stretti legami in molti settori.

Per decenni il rapporto tra l'UE e la Turchia è stato molto fruttuoso in molti campi, come il commercio e la cooperazione all’interno della NATO. Negli ultimi anni le relazioni si sono raffreddate per via delle preoccupazioni europee sull’intervento militare turco in Siria, sulla condotta adottata verso i migranti, sullo stato di diritto e sul funzionamento della democrazia nel paese, a seguito di diversi episodi antidemocratici, come la chiusura dei media e la carcerazione di alcuni giornalisti. A destare preoccupazione sono anche le attività illegali della Turchia nell'isola di Cipro, così come le incursioni nel territorio greco.

La Turchia ha inoltre minacciato di porre il proprio veto alla richiesta di adesione alla Nato di Svezia e Finlandia.

Questi sviluppi hanno portato gli eurodeputati a interrogarsi sui rapporti dell’UE con la Turchia. Ecco una panoramica dei diversi aspetti delle relazioni UE-Turchia.

Gli accordi UE-Turchia sui flussi migratori


Circa 3,6 milioni di rifugiati sono arrivati in Turchia dall’inizio della guerra civile in Siria nel 2011. Tutt’oggi il paese ospita la più grande comunità di rifugiati nel mondo.

In seguito all’accordo stretto fra UE e Turchia nel marzo del 2016, il numero di migranti che sono entrati in Europa illegalmente è diminuito in modo significativo.

Leggi il nostro articolo sulla risposta dell’UE alla questione dei migranti

Secondo l’accordo, tutti i migranti irregolari che arrivano sulle isole greche attraverso il confine turco vengono riportati in Turchia. In cambio, l’UE si è impegnata a versare circa 6 miliardi di euro come aiuto umanitario attraverso lo strumento per i rifugiati in Turchia.

Tuttavia, nel suo discorso del 28 febbraio 2020, il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan ha minacciato di riaprire il confine turco accusando l’UE di non avere mantenuto le promesse fatte. A seguito della dichiarazione del presidente turco, la Grecia ha dichiarato lo stato di emergenza e i leader europei hanno approvato un aiuto finanziario di 700 milioni di euro, impegnandosi inoltre a un incremento significativo dei fondi per la migrazione e la gestione dei confini nel bilancio europeo per il periodo 2021-2027.

Le tensioni tra UE-Turchia per le dispute con Grecia e Cipro


Anche le attività illegali di esplorazione energetica e di trivellazione nel bacino del Mediterraneo orientale destano preoccupazione, oltre alle varie violazioni dello spazio aereo greco e delle acque territoriali di competenza greca e cipriota.Il Parlamento europeo ha condannato le azioni della Turchia nella zona economica esclusiva della Grecia e di Cipro, esprimendo piena solidarietà con i due paesi UE nella risoluzione adottata il 17 settembre 2020.

La Turchia ha invaso Cipro nel 1974, un'operazione che ha comportato una divisione dell'isola. Il territorio settentrionale di Cipro, attualmente occupato dalla Turchia, viene riconosciuto solo dalla Turchia.

In seguito alla scoperta delle riserve di gas naturale nel Mediterraneo orientale, la Turchia ha utilizzato il proprio esercito per entrare illegalmente nelle acque territoriali e nello spazio aereo dei paesi vicini, portando avanti le operazioni di trivellazione.

Nella risoluzione adottata il 26 novembre 2020 gli europarlamentari hanno criticato l’attuale situazione nella parte settentrionale di Cipro, occupata dalla Turchia, chiedendo severe sanzioni in risposta alle attività illegali turche.


Ingresso della Turchia in UE: fine dei negoziati?


La Turchia è membro associato della Comunità economica europea dal 1963 e chiese di aderire all’Unione nel 1987. Il riconoscimento ufficiale come stato candidato all'adesione avvenne dopo più di dieci anni, nel 1999, mentre i negoziati iniziarono nel 2005. I progressi sono stati molti lenti. Ad oggi solo 16 dei 35 capitoli sui singoli temi riguardanti l’adesione sono stati aperti e solo uno è stato chiuso. In seguito al colpo di stato del 15 luglio 2016 i negoziati sono stati di fatto interrotti e nessun nuovo capitolo è stato aperto da allora.

Nel novembre 2016 gli eurodeputati hanno adottato una risoluzione per chiedere la sospensione dei negoziati fino a che non saranno cessate le repressioni politiche in Turchia. Nella risoluzione adottata nel luglio 2017, il Parlamento europeo ha reiterato la propria richiesta di sospensione dei negoziati

. Le violazioni dei diritti umani restano la preoccupazione principale. Anche se le risoluzioni non sono vincolanti, mandano un segnale chiaro e preciso.

Gli eurodeputati hanno regolarmente trattato la questione turca. Nel dibattito del 6 febbraio 2018 sono state discusse sia le violazioni dei diritti umani sia le operazioni militari turche a Afrin, in Siria. L'8 febbraio 2018 i deputati hanno adottato una  risoluzione per chiedere alla Turchia di revocare lo stato di emergenza.

https://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20170629IPR78637/la-turchia-rischia-la-sospensione-del-processo-di-adesione-all-ue

Condanna dell'intervento militare in Siria

Nell’ottobre 2019 la Turchia ha lanciato l’operazione militare nel nord della Siria per creare una zona cuscinetto tra i due paesi dove poter spostare i rifugiati siriani che vivono in Turchia. L’azione è stata condannata dagli eurodeputati durante un dibattito del 23 ottobre 2019. Il 24 ottobre 2019 hanno anche adottato una risoluzione in cui si chiedono sanzioni contro la Turchia per l'operazione militare condotta.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan si rivolge ai suoi sostenitori dopo l'annuncio dei risultati del referendum non ufficiale in Istanbul, il 16 aprile 2017. ©Yasin Bulbul/AP Photos/European Union-EP
Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ©Yasin Bulbul/AP Photos/European Union-EP

Verso una cooperazione economica più stretta

A dicembre 2016 la Commissione europea ha proposto di aggiornare l'Unione doganale esistente con la Turchia e di estendere le relazioni commerciali bilaterali, ma il Consiglio non ha ancora approvato il suo mandato. Una volta conclusi i negoziati l'accordo dovrà ricevere l’approvazione del Parlamento per poter entrare in vigore.

L’'UE è il mercato più grande per le esportazioni dalla Turchia (41,3% nel 2020), mentre la Turchia è il sesto partner commerciale dell'UE.

Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2017 e aggiornato regolarmente. L'ultimo aggiornamento risale al 9 giugno 2022