- Le nuove regole in Ungheria sono una "chiara violazione dei valori, dei principi e del diritto dell'UE"
- Censura politica e graduale smantellamento dei diritti fondamentali in Ungheria
- La Commissione e i Paesi UE devono intraprendere un'azione legale urgente
- Tagliare i finanziamenti quando il bilancio europeo è interessato da una legislazione nazionale che si scontra con i valori UE
Il Parlamento "condanna con la massima fermezza" la recente legislazione anti-LGBTIQ e denuncia lo smantellamento della democrazia e dello Stato di diritto in Ungheria.
In una risoluzione adottata giovedì con 459 voti favorevoli, 147 contrari e 58 astensioni, i deputati descrivono la legge adottata dal Parlamento ungherese come una chiara violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla Carta, dai Trattati e dalla legislazione dell'UE relativa al mercato interno.
Ulteriore attacco a democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali
Il Parlamento sottolinea che non si tratta di un caso isolato, ma "costituisce piuttosto un ulteriore esempio intenzionale e premeditato del graduale smantellamento dei diritti fondamentali in Ungheria", dove l'ostilità nei confronti delle persone LGBTIQ e le campagne di disinformazione sono diventate strumenti di censura politica. Tali violazioni dei diritti umani sono parte di una più ampia agenda politica che sta portando allo smantellamento della democrazia e dello Stato di diritto, compresa la libertà dei media, e dovrebbero essere considerate violazioni sistematiche dei valori UE, aggiungono.
Esempi recenti di questo problema includono l'emendamento alla Costituzione del paese per dichiarare che "la madre è donna e il padre è uomo", e il divieto di fatto del riconoscimento legale del genere per le persone transgender e intersessuali. In questo contesto, i deputati affermano che la promozione della tolleranza, dell'accettazione e della diversità dovrebbero fungere da principi guida per garantire il rispetto degli interessi dei bambini.
Necessaria un’azione urgente
I deputati chiedono alla Commissione di avviare una procedura d'infrazione accelerata e di utilizzare, se necessario, tutti gli strumenti procedurali della Corte di giustizia, come misure provvisorie e sanzioni per inadempienza. Inoltre, chiedono ai Paesi UE di portare la questione alla Corte di giustizia UE in caso di inerzia della Commissione e di presentare un ricorso interstatale alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
Inoltre, il Parlamento indica una serie di questioni in Ungheria per le quali dovrebbe essere attivato il Regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto per proteggere il bilancio UE, oltre ad esprimere una profonda preoccupazione circa la conformità del progetto di piano per la ripresa e la resilienza dell'Ungheria.
Infografica - Stato di diritto negli stati membri: come può agire l'UE
Il Consiglio e la Commissione sono invitati anche a sbloccare la direttiva antidiscriminazione e a dare seguito all'iniziativa del Parlamento sulla creazione di un meccanismo vincolante dell'UE sulla democrazia, lo Stato di diritto e i diritti fondamentali. Allarmati dal fatto che la legislazione ungherese assomigli alla "cosiddetta legge russa del 2013 sulla propaganda LGBT", i deputati chiedono alla Commissione di indagare ulteriormente sul finanziamento delle campagne anti LGBTIQ nell'UE.
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Contesto
Il 15 giugno 2021, il Parlamento ungherese ha votato quasi all'unanimità (157 voti a 1) a favore di alcune norme che, con il pretesto di combattere la pedofilia, limitano la libertà di parola e i diritti dei bambini, e vietano che i contenuti LGBTIQ siano presenti nel materiale didattico scolastico o nei programmi televisivi per i minori di 18 anni. La nuova legge è entrata in vigore l'8 luglio 2021.
Contatti:
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Federico DE GIROLAMO
Addetto stampa PE