RELAZIONE sul miglioramento dell'efficacia dello sviluppo e dell'efficienza degli aiuti

9.11.2020 - (2019/2184(INI))

Commissione per lo sviluppo
Relatore: Tomas Tobé


Procedura : 2019/2184(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
A9-0212/2020
Testi presentati :
A9-0212/2020
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul miglioramento dell'efficacia dello sviluppo e dell'efficienza degli aiuti

(2019/2184(INI))

Il Parlamento europeo,

 visti il vertice delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile tenutosi dal 25 al 27 settembre 2015 e il documento conclusivo adottato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 25 settembre 2015, dal titolo "Transforming our world: the 2030 Agenda for Sustainable Development" (Trasformare il nostro mondo: Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile), in particolare l'obiettivo n. 17 degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) ivi stabiliti che affida agli Stati membri delle Nazioni Unite il compito di rafforzare gli strumenti di attuazione dell'Agenda e rivitalizzare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile[1],

 visto il programma d'azione di Addis Abeba, documento conclusivo adottato in occasione della terza conferenza internazionale sul finanziamento dello sviluppo svoltasi ad Addis Abeba (Etiopia) dal 13 al 16 luglio 2015, e approvato dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella risoluzione 69/313 del 27 luglio 2015,

 vista la relazione 2019 sul finanziamento allo sviluppo sostenibile, elaborata dalla task force inter-agenzia delle Nazioni Unite sul finanziamento allo sviluppo[2],

 visti l'accordo di Parigi e la 21ª conferenza delle parti (COP 21) dell'UNFCCC, nonché l'11ª conferenza delle parti che funge da riunione delle parti del protocollo di Kyoto (CMP 11), tenutesi a Parigi (Francia) dal 30 novembre all'11 dicembre 2015,

 visti la dichiarazione di Parigi sull'efficacia degli aiuti, adottata nel 2005 in occasione del secondo forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti, il programma d'azione di Accra adottato al terzo forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti svoltosi nel 2008 ad Accra (Ghana) e l'esito del quarto forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti, tenutosi a Busan (Repubblica di Corea) nel dicembre 2011, che ha dato il via al partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo (GPEDC),

 visto il documento conclusivo di Nairobi, adottato dalla seconda riunione ad alto livello del GPEDC, svoltasi a Nairobi (Kenya) nel novembre e nel dicembre 2016[3],

 vista la riunione ad alto livello del GPEDC svoltasi il 13 e 14 luglio 2019 ai margini del forum politico ad alto livello delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile tenutosi a New York,

 vista la 17ª riunione del comitato direttivo per la riunione ad alto livello del partenariato globale 2019 tenutasi il 26 e 27 marzo 2019 a Kampala (Uganda),

 vista la relazione del GPEDC del 2019 intitolata "Making Development Cooperation More Effective" (Rendere più efficace la cooperazione allo sviluppo)[4],

 vista la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, del 20 novembre 1989,

 visto l'articolo 208 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE), che definisce la riduzione e l'eliminazione della povertà come obiettivo principale della politica di sviluppo dell'UE e chiede che l'Unione e i suoi Stati membri rispettino gli impegni cui hanno aderito nel quadro delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni competenti e tengano conto degli obiettivi di cooperazione allo sviluppo nelle politiche da essi attuate che potrebbero incidere sui paesi in via di sviluppo,

 visto il nuovo consenso europeo in materia di sviluppo del 30 giugno 2017[5],

 vista la strategia comune Africa-UE, adottata al secondo vertice Unione europea-Africa tenutosi a Lisbona nel dicembre 2007,

 visto il quinto vertice Unione africana-UE del 29 e 30 novembre 2017, nonché la dichiarazione del vertice "Investing in Youth for Accelerated Inclusive Growth and Sustainable Development" (Investire nei giovani per accelerare la crescita inclusiva e lo sviluppo sostenibile)[6],

 vista la strategia globale per la politica estera e di sicurezza dell'Unione europea presentata dal vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nel giugno 2016 e intitolata "Visione condivisa, azione comune: un'Europa più forte",

 viste le conclusioni del Consiglio del 12 maggio 2016 sul potenziamento della programmazione congiunta,

 viste le conclusioni del Consiglio del 16 maggio 2019 sulla relazione annuale 2019 al Consiglio europeo sugli obiettivi in materia di aiuti allo sviluppo dell'UE[7],

 vista la relazione elaborata nell'ottobre 2019 dal gruppo di saggi ad alto livello intitolata "Europe in the World – the future of European financial architecture for development" (L'Europa nel mondo – il futuro dell'architettura finanziaria europea per lo sviluppo)[8],

 visti il documento di lavoro dei servizi della Commissione del 26 marzo 2015 dal titolo "Launching the EU International Cooperation and Development Results Framework" (Avvio del quadro dei risultati dell'UE in materia di cooperazione internazionale e sviluppo) (SWD(2015)0080), e le conclusioni del Consiglio del 26 maggio 2015 sul quadro dei risultati,

 visto il piano strategico 2016-2020 della Commissione per la cooperazione internazionale e lo sviluppo,

 vista la comunicazione della Commissione del 12 settembre 2018 riguardante una nuova alleanza Africa - Europa per gli investimenti e l'occupazione sostenibili (COM(2018)0643),

 vista la relazione finale pubblicata dalla task force per l'Africa rurale della Commissione nel marzo 2019, intitolata "An Africa-Europe Agenda for Rural Transformation" (Un'agenda Africa-Europa per la trasformazione rurale)[9],

 visto lo studio del luglio 2019 sull'applicazione dei principi di efficacia, intitolato "Effectiveness to Impact" (Efficacia e impatto)[10],

 vista la sua risoluzione del 22 maggio 2008 sul seguito dato alla dichiarazione di Parigi del 2005 sull'efficacia degli aiuti[11],

 vista la sua risoluzione del 5 luglio 2011 sul futuro del sostegno finanziario dell'UE ai paesi in via di sviluppo[12],

 vista la sua risoluzione del 25 ottobre 2011 sul quarto forum ad alto livello sull'efficacia degli aiuti[13],

 vista la sua risoluzione del 6 ottobre 2015 sul ruolo delle autorità locali dei paesi in via di sviluppo nella cooperazione allo sviluppo[14],

 vista la sua risoluzione del 19 maggio 2015 sul finanziamento dello sviluppo[15],

 vista la sua risoluzione del 14 aprile 2016 sul settore privato e lo sviluppo[16],

 vista la sua risoluzione del 7 giugno 2016 sulla relazione 2015 dell'UE sulla coerenza delle politiche per lo sviluppo[17],

 vista la sua risoluzione del 13 settembre 2016 sul Fondo fiduciario dell'UE per l'Africa: le implicazioni per lo sviluppo e gli aiuti umanitari[18],

 vista la sua risoluzione del 22 novembre 2016 sul miglioramento dell'efficacia della cooperazione allo sviluppo[19],

 vista la sua risoluzione del 14 febbraio 2017 sulla revisione del consenso europeo in materia di sviluppo[20],

 vista la sua risoluzione del 16 novembre 2017 sulla strategia UE-Africa: un impulso per lo sviluppo[21],

 vista la sua risoluzione del 17 aprile 2018 sull'attuazione dello strumento per la cooperazione allo sviluppo, dello strumento per gli aiuti umanitari e del Fondo europeo di sviluppo[22],

 vista la sua risoluzione del 14 giugno 2018 sui prossimi negoziati per un nuovo accordo di partenariato tra l'Unione europea e gli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico[23],

 vista la sua risoluzione del 14 marzo 2019, sulla relazione strategica annuale sull'attuazione e la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile[24],

 vista la sua risoluzione legislativa del 27 marzo 2019 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce lo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale[25],

 vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sui negoziati in corso per un nuovo accordo di partenariato tra l'Unione europea e il gruppo degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico[26],

 vista la sua risoluzione del 28 novembre 2019 sulla conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2019 in programma a Madrid, Spagna (COP 25)[27],

 vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2020 sul Green Deal europeo[28],

 viste le conclusioni del Consiglio del 26 ottobre 2015 relative al piano d'azione dell'UE per la parità di genere 2016-2020[29],

 visto il documento di lavoro congiunto della Commissione sul tema "Parità di genere ed emancipazione femminile: Trasformare la vita delle donne e delle ragazze attraverso le relazioni esterne dell'UE 2016-2020" (SWD(2015)0182),

 vista la comunicazione della Commissione del 12 settembre 2012 dal titolo "Le radici della democrazia e dello sviluppo sostenibile: l'impegno dell'Europa verso la società civile nell'ambito delle relazioni esterne" (COM(2012)0492),

 visto lo studio dal titolo "Effective Development Cooperation - Does the EU deliver?: Detailed Analysis of EU Performance" (Cooperazione allo sviluppo efficace - L'UE consegue risultati? Analisi dettagliata delle prestazioni dell'UE), richiesto dalla Commissione europea e pubblicato nel maggio 2020[30];

 visto lo studio del maggio 2020 sull'efficacia dei finanziamenti misti dal titolo "The use of development funds for de-risking private investment: how effective is it in delivering development results?" (Uso dei fondi di sviluppo per l'eliminazione del rischio degli investimenti privati: quanto è efficace nel conseguire risultati di sviluppo?),

 vista la comunicazione della Commissione, del 15 maggio 2013, dal titolo "Capacitare le autorità locali dei paesi partner per una migliore governance e risultati più concreti in termini di sviluppo"(COM(2013)0280),

 vista la comunicazione congiunta della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, del 9 marzo 2020, dal titolo "Verso una strategia globale per l'Africa",

 vista la relazione OCSE di revisione paritetica sulla cooperazione allo sviluppo, del 10 dicembre 2018, relativa all'Unione europea,

 vista la raccomandazione del comitato di aiuto allo sviluppo (DAC) dell'OCSE, del 22 febbraio 2019, sul nesso tra azione umanitaria, sviluppo e pace,

 vista la relazione dell'OCSE del 24 giugno 2020 dal titolo "The impact of the coronavirus (COVID-19) crisis on development finance" (L'impatto della crisi di coronavirus (COVID-19) sul finanziamento dello sviluppo)[31],

 vista la relazione speciale del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), del 25 settembre 2019, dal titolo "L'oceano e la criosfera in un clima che cambia",

 visto l'articolo 54 del suo regolamento,

 vista la relazione della commissione per lo sviluppo (A9-0212/2020),

A. considerando che il contesto della cooperazione allo sviluppo è cambiato nel corso degli anni, con l'emergere di nuove sfide globali quali i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, le migrazioni, l'insicurezza alimentare, i conflitti interni, il terrorismo e l'estremismo violento, le epidemie di malattie infettive nonché le frequenti e gravi catastrofi naturali, in particolare nei paesi in via di sviluppo, che colpiscono i più vulnerabili; che l'ambiente globale diviene sempre più complesso e incerto, con l'aumento dei conflitti e delle rivalità geopolitiche; che ciò pone in rilievo l'esigenza di rafforzare il multilateralismo e di perseverare negli sforzi per accrescere l'efficacia e l'impatto degli aiuti europei;

B. considerando che il mondo è colpito dalla pandemia di COVID-19; che l'impatto di questa pandemia sui paesi in via di sviluppo e sui paesi beneficiari degli aiuti non è ancora chiaro e pone una notevole pressione sulle capacità di aiuto dei paesi donatori e degli investitori privati;

C. considerando che la pandemia di COVID-19, che ha colpito tutti i paesi, indipendentemente dal loro livello di sviluppo, determina ripercussioni non soltanto a livello sanitario, ma anche sul piano economico e sociale; che questa pandemia ha un impatto sulla cooperazione allo sviluppo e impone di rafforzare l'obbligo di efficacia;

D. considerando che l'attuale pandemia ha gravemente perturbato il turismo, il trasporto marittimo e altri settori marittimi, con potenziali effetti a lungo termine e un impatto negativo sulle economie di molti paesi in via di sviluppo, compresi i paesi più vulnerabili, i piccoli Stati insulari in via di sviluppo e i paesi meno sviluppati;

E.  considerando che l'efficacia degli aiuti dipende da come viene attuato il principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo (CPS); che sono tuttora necessari maggiori sforzi per rispettare i principi della CPS, soprattutto nel campo delle politiche dell'UE in materia di migrazione, commercio, clima e agricoltura;

F. considerando che le politiche interne ed esterne dell'UE e degli Stati membri non dovrebbero avere un impatto negativo sui paesi in via di sviluppo, conformemente alla CPS; che si pone sempre più l'accento sulla promozione degli interessi della politica esterna dell'UE; che l'efficacia e l'efficienza dello sviluppo, nonché le esigenze dei paesi partner, dovrebbero continuare a rappresentare gli elementi centrali dell'assistenza esterna dell'UE, in conformità dell'articolo 208 TFUE che stabilisce come obiettivo principale della politica di cooperazione allo sviluppo la riduzione e l'eliminazione della povertà;

G. considerando che i principi di efficacia dello sviluppo e tutte le fonti di finanziamento dello sviluppo dovrebbero essere articolati in modo tale da realizzare gli obiettivi fissati nell'accordo di Parigi sul clima;

H. considerando che la popolazione mondiale cresce a un ritmo più rapido del reddito nazionale lordo (RNL), in particolare nell'Africa subsahariana, ove si prevede che nel corso dei prossimi trent'anni la popolazione raddoppierà, arrivando a 2,1 miliardi di abitanti nel 2050 e a 3,8 miliardi alla fine del secolo; che, nonostante la robusta crescita economica, ciò provocherà un aumento del numero di persone che vivono in condizioni di povertà e disoccupazione, e che ciò evidenzia l'urgente necessità di sostenere in maniera efficace gli sforzi dei paesi in via di sviluppo per realizzare gli OSS;

I. considerando che una strategia UE-Africa basata su un partenariato tra pari implica che si tenga conto delle specifiche preoccupazioni dei paesi africani in termini di diversificazione economica, industrializzazione, perdita di entrate statali e integrazione regionale;

J. considerando che le disuguaglianze tra i paesi sono ancora molto marcate e hanno un impatto negativo sull'efficienza e sull'efficacia degli aiuti;

K. considerando che è importante attuare misure tese a consolidare e a incrementare la resilienza delle comunità, in particolare nei paesi partner fragili, nei paesi colpiti da conflitti o calamità naturali e nei paesi che ospitano i rifugiati;

L. considerando che la salute e il benessere dei minori costituiscono un obiettivo cruciale delle politiche di cooperazione allo sviluppo;

M. considerando che l'Unione europea, che insieme ai suoi Stati membri è il maggiore donatore mondiale di aiuto pubblico allo sviluppo (APS), per un importo di 74,4 miliardi di EUR nel 2018, ossia il 57 % di tutto l'APS nel mondo, è impegnata a promuovere un'efficace cooperazione allo sviluppo tesa a eradicare tutte le forme di povertà e disuguaglianza e a coadiuvare i propri partner per lo sviluppo nella realizzazione dell'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile; che nel 2019 i membri del DAC dell'OCSE hanno speso collettivamente solo lo 0,3 % del reddito nazionale lordo per l'APS, e solamente cinque membri hanno conseguito o superato l'obiettivo di spesa (Regno Unito, Svezia, Danimarca, Lussemburgo e Norvegia);

N. considerando che i principi di titolarità e adesione democratiche dei paesi, concentrati sui risultati, sui partenariati inclusivi, sulla trasparenza e sulla rendicontabilità, dovrebbero costituire la base di tutte le forme di cooperazione allo sviluppo allo scopo di garantire che i fondi per lo sviluppo siano utilizzati in modo efficiente ed efficace per realizzare opportunamente gli OSS;

O. considerando che il ruolo del partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo consiste nel promuovere i principi di efficacia degli aiuti allo sviluppo; che il partenariato ha tre priorità strategiche che guideranno il suo contributo al varo del "decennio d'azione", ossia: promuovere l'efficacia dello sviluppo per accelerare l'attuazione dell'Agenda 2030, costruire partenariati migliori, avvalersi del monitoraggio per agire;

P. considerando che lo studio dal titolo "Effective Development Cooperation - Does the EU deliver?: Detailed Analysis of EU Performance" indica un minore allineamento degli Stati membri e delle istituzioni dell'UE ai principi di efficacia e ai relativi indicatori, in particolare la prevedibilità, l'uso di indicatori tratti dai quadri dei risultati dei paesi partner, l'utilizzo di sistemi di gestione delle finanze pubbliche dei paesi partner e l'impegno a coinvolgere i governi partner nelle valutazioni dei progetti, nonché la trasparenza della rendicontazione;

Q. considerando che le politiche e i partenariati di sviluppo dell'UE devono essere costruiti sulla base di una cooperazione politica ed economica sostenibile in cui i partner si trovino in condizioni di parità, ponendo al centro il rispetto dei diritti umani; che le sue politiche di sviluppo devono tener conto della situazione delle vittime di sfollamenti forzati, delle popolazioni vulnerabili, dei migranti e dei richiedenti asilo;

R. considerando che, dato l'aumento delle crisi prolungate, l'UE dovrebbe continuare ad adoperarsi per rendere operativo il nesso tra azione umanitaria e sviluppo al fine di ottenere risultati duraturi;

S. considerando che la frammentarietà degli aiuti resta una sfida persistente che deriva dalla proliferazione di donatori e agenzie per gli aiuti e dalla carenza di coordinamento fra le loro attività e i loro progetti;

T. considerando che durante la fase di programmazione è essenziale garantire un'ampia consultazione nei paesi partner con tutti i soggetti interessati: autorità locali, parlamenti nazionali, società civile, ONG locali, associazioni femminili, gruppi emarginati, le Nazioni Unite e relative agenzie, piccole e medie imprese (PMI) e settore privato;

U. considerando che, in mancanza di un approccio allo sviluppo dal basso verso l'alto, non risulta possibile massimizzare i risultati dello sviluppo; che una migliore condivisione di esempi concreti e consigli legati a progetti sul campo nei paesi partner che abbiano avuto successo contribuirà all'attuazione efficace dei principi e alla buona realizzazione dei risultati previsti;

V. considerando che un efficace impegno del settore privato dovrebbe basarsi sui cinque principi di Kampala: titolarità nazionale inclusiva, risultati e impatto mirato, partenariati inclusivi, trasparenza e rendicontabilità nonché il principio del non lasciare indietro nessuno;

W. considerando che nei paesi partner sono presenti diversi altri attori e donatori che apportano aiuti umanitari e allo sviluppo;

X. considerando che, sebbene le istituzioni dell'UE e gli Stati membri, le autorità locali e regionali, le organizzazioni internazionali e le organizzazioni della società civile abbiano accumulato una vasta mole di dati ed esperienze, questi non sono ancora condivisi in misura sufficiente; che tali dati dovrebbero essere resi più accessibili e utilizzati nell'ambito dell'elaborazione delle politiche;

Y. considerando che la cooperazione triangolare è particolarmente efficace nel migliorare la cooperazione in risposta alle sfide comuni, come la prevenzione, la gestione e la ripresa dalle catastrofi naturali che rallentano e interrompono lo sviluppo, le problematiche legate alla sicurezza in una regione più vasta o l'adattamento dei modelli delle piccole imprese alle nuove sfide economiche emerse durante la crisi del coronavirus;

Z. considerando che la definizione e l'attuazione di un'efficace politica in materia di aiuti richiedono una comprensione più profonda dell'impatto degli aiuti e dell'ambiente generale in cui opera l'aiuto allo sviluppo;

AA. considerando che la disponibilità di dati accessibili e attendibili migliora la trasparenza dei flussi di aiuti ed è utile a tutti i partner per lo sviluppo nei loro processi di pianificazione e coordinamento; che gli standard internazionali promossi dall'iniziativa per la trasparenza degli aiuti internazionali (ITAI) rendono comparabili tali dati; che la realizzazione di risultati di sviluppo e gli sforzi tesi al conseguimento degli OSS implicano la necessità di dati dettagliati sul contesto locale, di una serie concordata di risultati da raggiungere, di un'azione congiunta in direzione di tali risultati e di una rapida risposta pubblica per facilitare la rendicontabilità;

AB. considerando che la parità di genere è un principio chiave degli aiuti allo sviluppo dell'UE; che l'impatto delle politiche di sviluppo è diverso per le donne e le ragazze; che mancano dati disaggregati per genere nel campo dello sviluppo;

AC. considerando che le politiche di aiuto che promuovono l'uguaglianza si sono dimostrate più efficaci nel conseguimento degli OSS, in particolare nella lotta alla povertà e nella promozione dell'istruzione;

AD. considerando che esiste il concreto rischio che le élite politiche ed economiche si approprino dei benefici dell'aiuto allo sviluppo, degli investimenti esteri diretti e degli aiuti umanitari; che ciò conferma l'esigenza di una cooperazione allo sviluppo che miri a produrre cambiamenti profondi nelle economie politiche, in particolare per quanto riguarda la governance, la distribuzione del potere, l'esclusione sociale, la protezione sociale e l'accesso alle risorse, nonché l'interazione con l'economia globale; che ciò conferma l'esigenza di sostenere e promuovere, attraverso la cooperazione allo sviluppo, i principi concernenti la buona governance, lo Stato di diritto, la separazione dei poteri e la promozione dei diritti umani;

AE. considerando che, secondo le stime della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) i paesi in via di sviluppo hanno bisogno di 1 000 miliardi di dollari in termini di alleviamento del debito a seguito della COVID-19; che la Banca mondiale, l'FMI, il G20 e il G7 hanno adottato misure di alleviamento del debito pubblico a favore dei paesi più poveri del mondo; che tali misure dovrebbero essere integrate per far sì che gli aiuti allo sviluppo contribuiscano efficacemente alla realizzazione degli OSS in ambiti quali l'accesso ai servizi di base, la buona governance e i diritti umani fondamentali nei paesi in via di sviluppo;

AF. considerando che l'UE è presente in tutti gli oceani grazie alla sua dimensione oltremare, che comprende sia le regioni ultraperiferiche che i paesi e i territori d'oltremare; che è pertanto fondamentale che l'UE elabori strategie regionali che rispondano il più possibile alle esigenze espresse a livello locale;

AG. considerando che le amministrazioni locali hanno una missione centrale da svolgere nel conseguimento degli OSS e che la cooperazione decentrata deve essere al centro della strategia dell'Unione in materia di sviluppo;

AH. considerando che le politiche di sviluppo devono tenere conto dell'adattamento all'impatto dei cambiamenti climatici in termini di spostamento delle popolazioni vulnerabili e inasprimento delle disuguaglianze sociali, nonché nell'intento di eliminare la povertà;

AI. considerando che il reddito che i paesi in via di sviluppo stanno perdendo a causa dei flussi finanziari illeciti, compresa l'evasione fiscale, corrisponde a oltre il doppio di quanto ottengono da fonti esterne ufficiali, compresa l'assistenza allo sviluppo;

AJ. considerando che l'utilizzo dei quadri dei risultati e degli strumenti di pianificazione dei paesi (gestione delle finanze pubbliche) da parte delle istituzioni dell'UE è in calo, sebbene essi svolgano un ruolo significativo ai fini di una cooperazione allo sviluppo efficace, del conseguimento degli OSS e della parità di genere, considerato il loro effetto positivo sull'integrazione della sensibilità al genere; che è necessario un maggiore impegno in tal senso;

1. sottolinea che efficacia significa ottenere un impatto più ampio e migliore, realizzando gli OSS senza lasciare indietro nessuno; è convinto che quando la cooperazione allo sviluppo europea si allinea con gli sforzi autonomi e le necessità locali dei paesi partner, è coordinata con gli sforzi di altri donatori ed è realizzata attraverso le istituzioni e i sistemi dei paesi partner, come anche gli attori locali e la società civile, e quando sostiene priorità concordate tramite processi politici inclusivi ed equi, che garantiscano la titolarità democratica dei paesi e il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, l'impatto risulta più cospicuo, più rapido e più sostenibile;

2. sottolinea che l'UE, in quanto maggiore donatore a livello mondiale e importante attore internazionale per il multilateralismo e la democrazia basati su regole, dovrebbe utilizzare la propria validissima gamma di strumenti e modalità di aiuto secondo criteri coordinati per consentire la condivisione dei compiti ed evitare la frammentazione degli aiuti, come pure individuare le priorità in merito alle quali può efficacemente generare il maggiore impatto in termini di valore aggiunto;

3. evidenzia che l'UE dovrebbe assumere un ruolo guida nel ricorso ai principi di efficacia ed efficienza degli aiuti, in modo da garantire un impatto reale e il conseguimento degli OSS, non lasciando indietro nessuno, nei paesi partner; sottolinea, a tale proposito, l'impatto che l'utilizzo degli aiuti allo sviluppo e degli investimenti diretti esteri da parte dell'UE può avere nell'affrontare le cause alla radice delle migrazioni e dello sfollamento forzato;

4. sottolinea l'esigenza di attuare gli obiettivi politici del nuovo consenso europeo in materia di sviluppo secondo criteri più strategici e mirati in ciascun paese partner, applicando così l'approccio basato sul nesso tra azione umanitaria e sviluppo, nonché in conformità del principio della coerenza delle politiche per lo sviluppo; sottolinea che i programmi di aiuti dovrebbero essere associati a un'analisi della sostenibilità del debito e tenere conto della necessità di rafforzare il controllo parlamentare nei paesi partner;

5. sottolinea che l'UE deve continuare a monitorare attentamente l'utilizzo dei fondi e adottare tutte le misure necessarie a evitare qualsiasi uso improprio dei fondi di aiuto, garantendo il rispetto dei suoi obiettivi politici e valori in materia di cooperazione allo sviluppo; chiede che siano posti in essere meccanismi efficaci per poter controllare scrupolosamente la destinazione finale di tali fondi e valutare i progetti che hanno ricevuto finanziamenti;

6. sottolinea che la buona governance è un fattore determinante ai fini di un'equa e adeguata distribuzione degli aiuti e fa presente che il conseguimento degli OSS, e quindi l'efficacia dei fondi, dipendono in larga misura dalla capacità dei paesi partner di utilizzare i fondi in modo equo e trasparente;

7. invita l'UE a impegnarsi direttamente con i paesi di origine e di transito delle migrazioni e a istituire con essi partenariati inclusivi e sostenibili, sulla base delle esigenze specifiche di ciascun paese e delle situazioni individuali dei migranti;

8. ribadisce che i principi del partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo (GPEDC) si fondano sugli importanti e durevoli insegnamenti tratti dalle pratiche e dalle strategie di sviluppo del passato, sia nei loro successi che negli insuccessi, e che tali principi rimangono importanti espressioni del coordinamento e della cooperazione multilaterali che l'UE si impegna a sostenere; invita la Commissione ad avvalersi della propria partecipazione al GPEDC e all'OCSE-DAC e della sua possibilità di esprimersi nel contesto delle sedi internazionali e delle strutture di governance delle istituzioni finanziarie internazionali al fine di rafforzare ulteriormente i principi di efficacia e incoraggiarne l'osservanza e l'attuazione in tutte le forme di cooperazione allo sviluppo, da parte di tutti gli attori coinvolti;

9. riconosce che una cooperazione allo sviluppo efficace non può essere realizzata unicamente attraverso la cooperazione dell'UE e può essere davvero efficace solo se tutti gli attori nel campo dello sviluppo collaborano; esprime preoccupazione per il fatto che, laddove altri attori non rispettino e non attuino i principi di efficacia nei loro programmi di cooperazione, la frammentazione e l'aggiramento dei sistemi dei paesi partner che ne risultano riducono l'efficacia e l'impatto dell'assistenza nel complesso come garanzia, compresa l'assistenza dell'UE;

10. invita la Commissione a pubblicare, con cadenza almeno semestrale, una relazione sui progressi compiuti nell'efficacia degli aiuti, che tratti la programmazione comune, l'attuazione comune e i quadri comuni dei risultati nonché le azioni delle istituzioni dell'UE, degli Stati membri e delle autorità locali e regionali; sottolinea che tale relazione dovrebbe basarsi su traguardi e obiettivi strategici concordati, in particolare gli OSS e il consenso in materia di sviluppo; invita la Commissione a consultare le parti interessate durante l'elaborazione di tale relazione e a presentarla al Parlamento;

11. invita la Commissione e il Consiglio a intensificare la programmazione comune tra l'UE e gli Stati membri; sottolinea che, a livello di paese, l'UE e gli Stati membri devono andare oltre il semplice consolidamento delle priorità e delle azioni di sviluppo bilaterali esistenti e formare una voce europea collettiva unificata sulle questioni strategiche nel dialogo politico con i paesi partner, che dovrebbe anche tenere conto, se del caso, degli organismi di integrazione regionale in qualità di controparti dell'UE, nonché di metodi di finanziamento innovativi quali il finanziamento combinato e le garanzie, ove efficaci; chiede impegni chiari e attuabili, tenendo conto delle strategie e delle pratiche precedenti;

12. invita la Commissione a garantire che le riunioni periodiche dell'UE con i rappresentanti degli Stati membri, le agenzie esecutive, le organizzazioni internazionali, gli enti locali e regionali e le organizzazioni della società civile si svolgano sul campo nei rispettivi paesi partner al fine di individuare sfide e opportunità e che la successiva risposta e attuazione congiunta soddisfi le esigenze individuate; sottolinea che la programmazione congiunta, sotto la direzione dei capimissione, si è dimostrata efficace in termini di coerenza nelle strategie politiche, commerciali, di sviluppo e di sicurezza; invita inoltre l'UE e i suoi Stati membri ad impegnarsi in un'attuazione e una valutazione congiunte, nonché a partecipare a meccanismi di responsabilità condivisa nei confronti dei cittadini; invita l'UE a collaborare con i donatori non tradizionali che possono dimostrare il rispetto dei principi di efficacia degli aiuti;

13. accoglie con favore le conclusioni del Consiglio dell'8 giugno 2020 che sottolineano l'importanza per tutti gli attori coinvolti nel Team Europa di coordinare le azioni e condividere gli sforzi di informazione e comunicazione a livello nazionale, all'interno dell'UE, nei paesi partner e nei consessi globali e multilaterali; chiede alla Commissione e agli Stati membri di seguire tale approccio in futuro nel contesto di tutte le misure, della programmazione e dell'attuazione relative allo sviluppo; ribadisce le sue richieste del 2013[32] e del 2017[33] e chiede alla Commissione di presentare, sulla base degli articoli 209 e 210 TFUE, una proposta di legge concernente gli aspetti normativi sul coordinamento dei donatori dell'UE in materia di aiuti allo sviluppo;

14. sottolinea che, nella prospettiva della futura attuazione dello strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale (NDICI), la programmazione e l'attuazione congiunte da parte dell'UE, degli Stati membri e dei partner dell'Unione per il finanziamento allo sviluppo dovrebbero fondarsi sui principi dell'efficacia degli aiuti; osserva l'importanza di fissare collettivamente priorità strategiche e individuare esigenze/carenze di investimento nella fase di pre-programmazione e di esaminare successivamente i metodi per ottimizzare la gamma di modalità a disposizione delle istituzioni dell'UE, tra cui sovvenzioni, sostegno finanziario e prestiti della BEI, nonché finanziamenti da parte degli Stati membri; esprime preoccupazione a tale riguardo per il fatto che nei paesi meno sviluppati si registra un aumento degli aiuti vincolati e ribadisce che lo svincolo degli aiuti può ridurre i costi del 15-30 %;

15. invita la Commissione a garantire che la programmazione e l'attuazione di tali modalità sia coordinata, strategicamente allineata alle priorità e ai processi dei paesi partner e incentrata sul conseguimento di risultati e impatti che siano trasformativi per la realizzazione degli OSS nel contesto specifico di ciascun paese partner; sottolinea l'esigenza di agevolare la creazione di mercati autosufficienti e di garantire che nella fase di pre-programmazione si tenga conto delle buone pratiche di uscita; invita la Commissione e gli Stati membri ad accelerare gli sforzi per svincolare completamente il loro APS in linea con gli impegni del consenso europeo in materia di sviluppo e a incoraggiare chiunque si dedichi alla cooperazione allo sviluppo, comprese le economie emergenti, a fare lo stesso; incoraggia gli appalti e la partecipazione locali;

16. sottolinea che il mandato del Parlamento sulla NDICI chiede disposizioni intese a migliorare il rispetto dei diritti umani, dell'ambiente e della società da parte degli operatori finanziari nell'uso dei meccanismi di garanzia misti attraverso l'EFSD+ - Garanzia per le azioni esterne (GAE); rammenta che, secondo la posizione del Parlamento, il 45 % dei finanziamenti a titolo dell'EFSD+ e del GAE è destinato a investimenti che contribuiscono agli obiettivi climatici, alla gestione e alla protezione dell'ambiente, alla biodiversità e alla lotta contro la desertificazione e che il 30 % della dotazione finanziaria complessiva è destinato alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all'adattamento agli stessi;

17. sottolinea che l'UE si è posta obiettivi ambiziosi in materia di protezione dell'ambiente e del clima e invita l'Unione a sostenere i paesi partner attraverso una stretta cooperazione, per assisterli nel conseguimento dei loro obiettivi, stabiliti dai trattati o fissati autonomamente, in materia di protezione del clima e dell'ambiente e delle rispettive strategie, poiché l'uso sostenibile delle risorse proprie è alla base dell'economia di molti paesi partner ed è essenziale per il conseguimento degli OSS;

18. invita le istituzioni dell'UE, gli Stati membri e altri attori pubblici e non governativi attivi nella cooperazione allo sviluppo a condividere dati ed esperienze sui tipi di interventi di sviluppo che tendono ad avere successo e su quelli che si sono rivelati inadeguati, di difficile attuazione o che non hanno prodotto l'impatto previsto;

19. accoglie con favore la relazione indipendente del gruppo di saggi ad alto livello sull'architettura finanziaria europea per lo sviluppo e chiede la creazione di una banca europea per gli investimenti e lo sviluppo sostenibile;

20. ribadisce che il principio di rendicontabilità per tutte le spese pubbliche, compreso l'APS, è essenziale sia in Europa che nei paesi partner; ritiene che la rendicontabilità esiga istituzioni forti e che per garantire un sostegno pubblico costante alle iniziative di cooperazione allo sviluppo dell'UE sia indispensabile fissare valori obiettivo chiari e concordati per l'APS europeo; ricorda che i partenariati e la cooperazione con la società civile e le ONG possono migliorare la rendicontabilità delle spese pubbliche relative all'APS; ricorda il ruolo delle organizzazioni della società civile nella mobilitazione dei fondi necessari al conseguimento degli OSS;

21. sottolinea che la rendicontabilità esige procedure solide e trasparenti, nonché attenzione per l'efficienza e il conseguimento di risultati dimostrabili, meticolose valutazioni ex ante ed ex post e un'analisi critica dei fallimenti, come pure la capacità di imparare a produrre risultati efficaci e sostenibili; invita pertanto la Commissione a coordinare un'armonizzazione a livello europeo degli indicatori d'impatto al fine di confrontare l'efficacia e l'efficienza dei progetti tra gli Stati membri;

22. incoraggia i parlamenti dei paesi beneficiari ad adottare politiche nazionali in materia di aiuti allo sviluppo per migliorare la responsabilità dei donatori e la titolarità dei governi beneficiari, anche delle autorità locali, allo scopo di eliminare la corruzione e tutte le forme di spreco di aiuti, e di migliorare le condizioni per l'ottenimento del sostegno finanziario, nonché, nel lungo periodo, ridurre la dipendenza dagli aiuti;

23. sottolinea che è importante che l'APS dell'UE si concentri ancora di più sulla riduzione delle disuguaglianze, sull'eliminazione della povertà e sulla garanzia che nessuno rimanga indietro;

24. sottolinea che un aiuto efficace ed efficiente alle strategie nazionali e allo sviluppo delle capacità porta a una riduzione della mortalità infantile e che investire nel benessere dei minori è fondamentale per spezzare il ciclo della povertà, compresa la lotta contro il lavoro forzato e minorile;

25. è convinto che il ricorso ad approcci basati sui risultati sia essenziale per i paesi partner dell'UE e costituisca un elemento fondamentale della loro capacità di realizzare gli OSS a vantaggio dei propri cittadini; ricorda tuttavia l'importanza di tenere conto della diversità delle situazioni e delle sfide specifiche dei paesi partner, in particolare dei paesi meno sviluppati e dei paesi fragili; invita l'UE e gli Stati membri a sostenere e utilizzare i quadri nazionali di misurazione dei risultati elaborati dai paesi partner e i loro sistemi statistici e di monitoraggio, nonché a coinvolgere, in tutte le fasi, tutti gli attori pertinenti: le autorità locali, i parlamenti nazionali, la società civile, comprese le associazioni femminili e i gruppi emarginati, e il settore privato, con particolare attenzione alle PMI; sottolinea che investire nel consolidamento delle capacità delle organizzazioni locali della società civile costituisce un presupposto essenziale affinché l'aiuto sia efficace;

26. fa presente che in taluni settori è difficile quantificare l'efficienza e l'efficacia degli aiuti allo sviluppo, ma invita la Commissione a studiare indicatori adeguati per la valutazione e ad avvalersi dei risultati per elaborare informazioni specifiche per paese sull'efficienza e l'efficacia degli aiuti allo sviluppo e per mettere a punto approcci basati sulle migliori pratiche;

27. invita l'UE e gli Stati membri a intensificare l'impegno a favore di flussi di dati trasparenti, tramite costanti investimenti nella visualizzazione dei dati, nella comunicazione statistica e nella pubblicazione di dati aperti, l'applicazione di standard internazionali come l'ITAI (lo standard dell'iniziativa per la trasparenza degli aiuti internazionali) e infine lo sviluppo e l'aggiornamento periodico di EU Aid Explorer; incoraggia a intensificare gli sforzi a livello dell'UE per garantire l'accesso pubblico e la diffusione dei dati e la rendicontazione sulla spesa dell'aiuto allo sviluppo dell'UE; ribadisce, a tale proposito, che la Commissione dovrebbe pubblicare la "Relazione annuale sull'attuazione degli strumenti dell'Unione europea per il finanziamento dell'azione esterna" prima dell'avvio della procedura di discarico per l'anno in questione;

28. sottolinea che la parità di genere è essenziale per lo sviluppo sostenibile e che i progressi compiuti nella lotta contro la discriminazione e la violenza contro le donne e le ragazze nei paesi partner dovrebbero essere considerati un aspetto essenziale dell'efficacia degli aiuti; ricorda che la cooperazione allo sviluppo potrebbe avere impatti diversi su ragazze e ragazzi e su donne e uomini;

29. esorta la Commissione e gli Stati membri, nonché tutti i partner per lo sviluppo, a dare priorità alla parità di genere, ricorrendo maggiormente all'integrazione della dimensione di genere, al bilancio di genere e agli obiettivi di genere; sottolinea, inoltre, la necessità di raccogliere dati comparabili e disaggregati per genere al fine di promuovere un approccio globale e armonizzato alle relazioni dell'UE sugli obiettivi di genere e di sostenere le donne affinché diventino attori responsabili dello sviluppo nelle loro comunità e oltre;

30. invita l'UE e i suoi Stati membri a migliorare l'allineamento della loro assistenza ai principi di efficacia e ai relativi indicatori, in particolare la prevedibilità, l'uso di indicatori tratti dai quadri dei risultati dei paesi partner, l'utilizzo di sistemi di gestione delle finanze pubbliche dei paesi partner e l'impegno a coinvolgere i governi partner nelle valutazioni dei progetti, nonché la rendicontazione trasparente;

31. invita gli Stati membri a ottimizzare maggiormente l'assistenza in linea con gli obiettivi comuni europei in materia di aiuti, al fine di migliorare l'efficacia della politica di sviluppo dell'UE nel suo complesso;

32. sostiene un approccio catalitico e trasversale, fondato su una programmazione e su valutazioni dei bisogni decentrate e dal basso verso l'alto, che promuova una proprietà locale e che sia sostenuto da un'esaustiva analisi della situazione e una consultazione con la società civile e altri parti interessate in ciascun paese partner, in stretta collaborazione con le comunità e le organizzazioni locali;

33. incoraggia un rafforzamento della cooperazione sud-sud e triangolare, anche per progetti incentrati su una cooperazione e un'integrazione regionali più efficaci, nonché un coinvolgimento più efficace delle regioni ultraperiferiche e dei paesi e territori d'oltremare nell'attuazione della cooperazione europea allo sviluppo nelle rispettive aree geografiche, a tutti i livelli di governance, al fine di sostenere il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e la ripresa dalla pandemia di COVID-19; sottolinea che occorre, se del caso, mobilitare le capacità dei paesi a medio reddito, compresi i paesi recentemente usciti dall'elenco dei beneficiari dell'APS del comitato di aiuti allo sviluppo dell'OCSE;

34. sottolinea che, al fine di rendere gli aiuti allo sviluppo più efficaci, produrre risultati duraturi e rispondere alle esigenze locali, in particolare in situazioni di crisi prolungate e post-crisi, è indispensabile migliorare il coordinamento degli aiuti umanitari e dell'assistenza allo sviluppo e rafforzare il nesso tra azione umanitaria e sviluppo e i suoi legami con le azioni relative alla pace e alla sicurezza nei paesi in via di sviluppo; invita l'UE a sviluppare ulteriormente un approccio di questo tipo;

35. riconosce il valore di finanziamenti prevedibili e flessibili, compresi finanziamenti umanitari pluriennali per crisi prolungate e programmi di aiuto allo sviluppo che abbiano la capacità di adattarsi a crisi umanitarie impreviste;

36. sottolinea l'importanza di rafforzare le organizzazioni della società civile (OSC) nel loro ruolo di attori indipendenti dello sviluppo; sottolinea che un ambiente favorevole e aperto per le OSC è coerente con i diritti riconosciuti a livello internazionale e massimizza il loro contributo allo sviluppo; esprime la sua preoccupazione per quanto concerne la limitazione del campo d'azione delle OSC in molti paesi partner; invita la Commissione a migliorare l'accessibilità dei finanziamenti per le OSC, anche nei paesi partner;

37. sottolinea l'importanza di attuare lo scambio delle migliori pratiche e un coordinamento e una collaborazione a livello politico e di azione tra l'UE e gli altri attori, come ad esempio le Nazioni Unite e le relative agenzie, che forniscono aiuto nei paesi partner; sottolinea che ciò è ancor più fondamentale nei paesi partner fragili, nei paesi colpiti da conflitti o calamità naturali e in quelli che ospitano i rifugiati; ritiene essenziale, in tale contesto, porre al centro la resilienza delle comunità e sostenere azioni volte alla definizione di programmi che tengano conto dei fattori di rischio e di programmi di formazione in caso di emergenze, al coinvolgimento delle comunità e alla promozione dei partenariati;

38. chiede alla Commissione e agli Stati membri di intensificare la cooperazione con le amministrazioni locali dei paesi partner, ma anche all'interno dell'Unione; chiede che il sostegno di bilancio come modalità di aiuto possa essere utilizzato anche a livello subnazionale e che siano attuati meccanismi di ridistribuzione territoriale tra diversi livelli di governo e tra varie regioni con l'obiettivo primario di ridurre le disparità e le disuguaglianze all'interno di ogni paese, affinché nessuno sia lasciato indietro;

39. sottolinea il ruolo delle organizzazioni ecclesiastiche e missionarie negli aiuti umanitari e allo sviluppo e la loro importanza sul campo, considerato che rappresentano alcune tra le maggiori ONG attive nel campo degli aiuti e dello sviluppo; sottolinea che collaborare con i leader religiosi di molte comunità locali nei paesi in via di sviluppo è spesso il modo più efficace per raggiungere le popolazioni locali in difficoltà;

40. riconosce il ruolo essenziale della società civile come partner, sia durante il processo di consultazione sia nella fornitura di servizi; invita, in tale ottica, la Commissione e gli Stati membri a riconoscere e rafforzare i relativi ruoli al fine di realizzare partenariati di sviluppo inclusivi;

41. chiede di rivolgere più attenzione alle PMI locali, ai piccoli agricoltori e all'emancipazione delle donne, in quanto tale approccio si è dimostrato particolarmente efficace nel ridurre la povertà e le disuguaglianze e nel rafforzare la società civile e le comunità;

42. riconosce che l'impegno del settore privato – a livello locale, nazionale, bilaterale e internazionale – è importante per realizzare gli OSS e mobilitare finanziamenti allo sviluppo supplementari, nonché per la transizione verso uno sviluppo economico, una crescita e una prosperità sostenibili;

43. chiede sforzi volti a garantire l'allineamento del settore privato alle priorità di sviluppo dei governi nazionali e della società civile nei paesi in via di sviluppo e alle esigenze delle popolazioni locali, in particolare quelle dei gruppi emarginati e vulnerabili, e ad allineare il coinvolgimento del settore privato nella cooperazione allo sviluppo ai principi di efficacia e ai principi di Kampala, migliorando nel contempo la trasparenza, il monitoraggio, la valutazione e la responsabilità degli IED e delle catene globali del valore, nonché il rispetto dei diritti umani e dei principi di dovuta diligenza;

44. invita le istituzioni e gli organismi europei a stabilire un quadro chiaro, strutturato, trasparente e affidabile che disciplini i partenariati e le alleanze con il settore privato nei paesi in via di sviluppo e sottolinea che, parallelamente a un ruolo rafforzato per il settore privato, è importante sviluppare opportune misure di salvaguardia e capacità istituzionali;

45. sottolinea che tutti questi attori, compreso il settore privato, devono contribuire al programma sull'efficacia degli aiuti attraverso il coinvolgimento, la pianificazione e l'attuazione partecipativi, la responsabilità reciproca e la trasparenza, il monitoraggio e la valutazione; sottolinea che i donatori dovrebbero migliorare la loro prevedibilità e rapidità nel collaborare con tali attori in qualità di partner di attuazione e di erogazione dei servizi di base, al fine di raggiungere veramente le fasce più vulnerabili della popolazione;

46. invita la Commissione e gli Stati membri a garantire che gli attori del settore privato coinvolti nei partenariati di sviluppo rispettino il principio della responsabilità delle imprese in materia di diritti umani e ambiente durante l'intera durata dei progetti, in conformità del patto globale delle Nazioni Unite sui diritti umani, i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, le norme fondamentali dell'OIL in materia di condizioni di lavoro e la convenzione delle Nazioni Unite contro la corruzione; ribadisce la sua richiesta di un quadro giuridico dell'UE a sostegno di una dovuta diligenza obbligatoria delle imprese, per garantire che gli investitori dell'UE agiscano in modo responsabile a livello internazionale e locale e contribuiscano allo sviluppo locale nei paesi in via di sviluppo;

47. ribadisce che l'assistenza privata allo sviluppo deve rispettare i principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani, le norme dell'OIL e le linee guida dell'OCSE sulle imprese multinazionali; sottolinea inoltre che suddetta assistenza deve impegnarsi a garantire la buona governance, la riduzione della povertà e la creazione di ricchezza attraverso investimenti sostenibili, nonché a ridurre le disuguaglianze, promuovere i diritti umani e le norme ambientali e rafforzare le economie locali;

48. sottolinea che, onde abbandonare la dinamica donatore-beneficiario e consentire ai paesi partner di rafforzare la loro titolarità sulle priorità di sviluppo in modo da realizzare uno sviluppo sostenibile, i quadri delle strategie di sviluppo dell'UE devono prevedere azioni concrete volte a sostenere una più ampia mobilitazione delle risorse interne nei paesi partner, come il sostegno alla lotta alla corruzione e alla creazione di regimi di tassazione progressivi, come pure la lotta all'elusione e all'evasione fiscali;

49. accoglie con favore l'impiego da parte dell'UE di vari strumenti di finanziamento dello sviluppo per l'eliminazione della povertà e la realizzazione degli OSS; sottolinea la necessità che i donatori conferiscano priorità ai finanziamenti basati sulle sovvenzioni, in particolare destinati ai paesi meno sviluppati, in un contesto in cui, prima della pandemia di COVID-19, i paesi più poveri spendevano già più denaro per i pagamenti a titolo del servizio del debito che per i servizi sanitari;

50. osserva che la Commissione prevede un ruolo di importanza crescente per i meccanismi di garanzia-finanziamenti misti nella politica di sviluppo dell'UE, a scapito di altre modalità di aiuto; sottolinea che, sebbene i finanziamenti misti siano aumentati rapidamente, vi sono poche prove del loro impatto sullo sviluppo, poiché la maggior parte di essi è destinata attualmente ai paesi a medio reddito, e solo una minima parte arriva ai paesi meno sviluppati; sottolinea il parere critico della Corte dei conti europea sulla gestione e sull'efficacia dell'attuazione del Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (EFSD) da parte della Commissione; invita pertanto l'UE e i suoi Stati membri ad adottare un approccio prudente ai finanziamenti misti e a garantire che tutti i fondi mobilitati attraverso questa modalità siano conformi ai principi di efficacia dello sviluppo;

51. incoraggia l'UE a continuare ad adoperarsi per sostenere i paesi partner nell'attuazione di politiche intelligenti, mirate e adattive, che possono contribuire a conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile nel modo più efficace; ricorda a tale riguardo il ruolo cruciale della ricerca e dello sviluppo (R&D) nel promuovere l'innovazione e l'imprenditorialità con ricadute positive su tutti i settori delle economie locali; invita pertanto la Commissione e gli Stati membri a rafforzare la cooperazione in materia di R&S e a potenziare gli investimenti nelle capacità strategiche delle produzioni locali, soprattutto nel settore sanitario, anche per i più recenti prodotti biofarmaceutici, al fine di aumentare l'autonomia dalle catene di approvvigionamento globali;

52. sottolinea l'importante ruolo delle organizzazioni della società civile nell'individuare le necessità e nel fornire aiuti allo sviluppo diretti alle persone povere, svantaggiate e vulnerabili; chiede tuttavia un maggiore coordinamento dell'assistenza ripartita tra le ONG e gli altri donatori per garantire la prevedibilità degli aiuti ed evitarne la frammentazione, la sovrapposizione delle azioni e i cosiddetti paesi "orfani degli aiuti" (i paesi trascurati dalla comunità dello sviluppo);

53. invita la Commissione a rivalutare se gli obblighi amministrativi relativi all'accesso ai finanziamenti dell'UE siano proporzionati; deplora, in tale contesto, il fatto che le sovvenzioni dell'UE stiano diventando sempre meno adeguate e interessanti per le ONG a causa dei requisiti per limitare i costi di assistenza e dei crescenti oneri amministrativi e di revisione;

54. invita la Commissione a creare una rete di partner non governativi affidabili, ad esempio organizzazioni della società civile locali, chiese, organizzazioni religiose e agenzie specializzate degli Stati membri per la realizzazione di progetti su scala minore, e a impegnarsi al loro fianco;

55. ribadisce che gli investimenti in infrastrutture locali e nazionali di diversa portata per progetti chiave locali e nazionali rappresentano il modo più efficiente per stimolare e migliorare lo sviluppo economico e sociale di tutta la popolazione attraverso gli aiuti;

56. sottolinea la necessità di collegare le misure di alleviamento del debito a un'ulteriore mobilitazione dell'aiuto pubblico allo sviluppo (APS); chiede l'inclusione del debito multilaterale e commerciale nell'iniziativa di sospensione del servizio del debito (DSSI) del G20; sottolinea la necessità di garantire la partecipazione di tutti i creditori, compresa la Banca mondiale e altre banche multilaterali di sviluppo, nonché dei creditori privati, alla DSSI e a qualsiasi altra offerta di alleviamento del debito; chiede la creazione di un meccanismo multilaterale di rinegoziazione del debito per far fronte sia all'impatto della crisi di COVID-19 sia alle necessità di finanziamento dell'Agenda 2030;

57. richiama l'attenzione sul ruolo particolarmente importante dei programmi di formazione per il personale locale e gli operatori sul campo per garantire la continuità dei progetti sostenuti dall'UE nei paesi partner, aumentando così la titolarità e la responsabilità;

58. evidenzia il ruolo chiave dell'APS nel perseguimento dell'agenda per l'efficacia dello sviluppo; sottolinea che l'aiuto pubblico allo sviluppo è più flessibile, prevedibile e affidabile degli altri flussi che contribuiscono potenzialmente allo sviluppo; ammonisce riguardo all'indebolimento dei criteri per gli APS al fine di coprire spese diverse da quelle direttamente legate alla promozione dello sviluppo sostenibile nei paesi in via di sviluppo;

59. ribadisce la richiesta che il Consiglio e gli Stati membri fissino un calendario preciso per il conseguimento dell'obiettivo di incrementare il bilancio dell'APS allo 0,7 % del RNL, e altresì dell'impegno internazionale di destinare dallo 0,15 allo 0,2 % del RNL per l'APS ai paesi meno sviluppati, e che la Commissione presenti un piano d'azione concreto che definisca il modo in cui le risorse supplementari saranno sfruttate per realizzare gli OSS; sottolinea che l'efficienza degli aiuti non può sostituire volumi di aiuti adeguati e che il mantenimento o il superamento dell'obiettivo dello 0,7 % è molto importante; ribadisce che il bilancio dell'UE dovrebbe fornire un contributo considerevole all'aumento complessivo dell'APS dell'UE;

60. ribadisce il suo sostegno all'inclusione nell'NDICI dei seguenti obiettivi: 20 % per l'inclusione sociale e lo sviluppo umano e almeno l'85 % dei progetti finanziati dall'APS aventi come obiettivo principale o significativo la parità di genere e i diritti e l'emancipazione di donne e ragazze, come definito dal DAC dell'OCSE;

61. auspica una maggiore coerenza delle politiche per lo sviluppo, allo scopo di garantire che nessuna politica dell'UE e degli Stati membri abbia effetti negativi sui paesi in via di sviluppo o obiettivi contraddittori;

62. rileva con grave preoccupazione che l'UE e gli Stati membri stanno attualmente applicando condizioni agli aiuti relative alla cooperazione dei paesi in via di sviluppo in materia di migrazione e di controllo delle frontiere, il che rappresenta una preoccupazione per i donatori, in quanto in netta contraddizione con i principi chiave dell'efficacia dello sviluppo concordati a livello internazionale; ricorda che gli aiuti devono mantenere i loro obiettivi di eradicazione della povertà, di riduzione delle disuguaglianze, di rispetto e sostegno dei diritti umani e di risposta alle esigenze umanitarie, e non devono mai essere condizionati al controllo della migrazione;

63. ribadisce che subordinare l'assegnazione degli aiuti alla cooperazione con l'UE su questioni legate alla migrazione o alla sicurezza non è compatibile con i principi di efficacia dello sviluppo concordati;

64. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri dell'OCSE, al Servizio europeo per l'azione esterna, alla Banca europea per gli investimenti, alla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, al Gruppo della Banca mondiale, all'Unione africana, ai copresidenti del partenariato globale per un'efficace cooperazione allo sviluppo, al Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo e al Dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite, all'OCSE e all'Unione interparlamentare.

 


MOTIVAZIONE

 

Com'è stato concordato in sede di consenso europeo in materia di sviluppo, l'UE si impegna a sostenere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile nei paesi partner per lo sviluppo entro il 2030. Con la presente relazione, il relatore desidera sottolineare l'urgenza che tutti gli attori dell'UE nel campo dello sviluppo utilizzino in maniera strategica gli strumenti disponibili in materia di efficacia ed efficienza degli aiuti.

 

La situazione non è quella consueta, il mondo sta diventando più complesso. Le rivalità geopolitiche per estendere la propria influenza e appropriarsi di risorse si stanno intensificando, al pari dei conflitti interni. L'impatto dei cambiamenti climatici si fa sentire sui più vulnerabili. La popolazione mondiale cresce a un ritmo più rapido del reddito nazionale lordo e di conseguenza aumenta il numero di coloro che vivono in condizioni di povertà e disoccupazione. Si prevede che, a partire dal 2030, ogni anno entreranno nel mercato del lavoro 30 milioni di giovani africani. Alla luce di queste sfide, emerge chiaramente il bisogno urgente che la cooperazione allo sviluppo eserciti un impatto concreto e contribuisca allo sviluppo pacifico e sostenibile garantendo sicurezza e opportunità di sostentamento.

 

Nonostante le buone intenzioni, gli Stati membri e le istituzioni dell'UE si fanno ancora guidare per lo più da interessi e obiettivi istituzionali o nazionali. Con il coordinamento complessivo degli sforzi e utilizzando gli strumenti di efficacia ed efficienza degli aiuti di cui l'UE dispone, l'impegno finanziario europeo può esercitare un forte impatto e consentire così ai paesi partner di conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile. 

 

In quanto maggiore donatore a livello mondiale e soggetto internazionale più autorevole nella promozione della democrazia e dei diritti umani, l'Unione europea dovrebbe assumere un ruolo guida. È necessario che attui gli obiettivi politici del nuovo consenso europeo in materia di sviluppo secondo criteri più strategici e mirati in ciascun paese partner, potenziando e integrando gli obiettivi e i valori della politica estera dell'UE. Gli impegni e i principi in materia di efficacia ed efficienza degli aiuti, nonché gli impegni internazionali per le esigenze di finanziamento, sono già stati messi a punto. L'Unione dispone di una validissima gamma di strumenti e modalità di aiuto.

 

L'UE ha molte possibilità per muoversi in maniera più ampia e coordinata.

 

In primo luogo, utilizzando l'attuale esercizio di programmazione collegato a NDICI come opportunità per potenziare il coordinamento. La programmazione comune deve procedere di pari passo con l'attuazione comune: l'UE dovrebbe fissare collettivamente priorità strategiche e individuare esigenze/carenze di investimento nella fase di pre-programmazione, considerando successivamente i criteri per ottimizzare la gamma di modalità a disposizione delle istituzioni dell'UE, tra cui sovvenzioni, sostegno finanziario e prestiti della BEI, nonché finanziamenti da parte degli Stati membri dell'UE.

 

In secondo luogo, continuando a sostenere i settori in cui i progetti hanno avuto esito positivo ed esiste un elevato potenziale di sostenibilità futura. Impiegare un approccio catalitico: scegliere i settori in cui un paese partner ha incentivi a proseguire nel progetto in assenza di finanziamenti.

 

In terzo luogo, al momento di definire i settori da privilegiare in un paese, utilizzando gli insegnamenti tratti da una base di conoscenze UE comune secondo criteri strategici e orientati ai risultati. 

 

In quarto luogo, riesaminando le valutazioni dei progetti che si sono risolti positivamente o negativamente quando le possibilità di sostenibilità sono elevate. Per esempio, scegliere i settori che finora hanno ricevuto un sostegno finanziario e le cui esigenze di investimento si possono soddisfare tramite una combinazione di prestiti BEI/competenze e istituzioni finanziarie degli Stati membri.

 

In quinto luogo, utilizzando le ampie conoscenze accumulate dalle sedi centrali/dalle delegazioni dell'UE e degli Stati membri in merito alle modalità di aiuto che, in taluni settori sul campo, hanno avuto esito positivo o negativo. Continuare ad adattare le modalità di aiuto dell'UE al contesto locale, rispecchiando le esigenze e le capacità che si registrano nel paese.

 

In sesto luogo, impiegando gli strumenti di efficacia ed efficienza degli aiuti per migliorare la trasparenza nei confronti dei paesi partner.

 

Non è necessario creare qualcosa di nuovo. Data l'entità del deficit di finanziamento e i limitati progressi verso la realizzazione degli OSS, è giunto il momento di adottare un approccio strategico e di sfruttare appieno la combinazione tra peso finanziario e conoscenze di tutte le istituzioni e gli Stati membri dell'UE – e di utilizzare gli strumenti di efficacia ed efficienza degli aiuti di cui dispone, unici nel loro genere – per realizzare un impatto concreto e reali progressi.


PARERE DI MINORANZA

 

a norma dell'articolo 55, paragrafo 4, del regolamento

Bernhard Zimniok

 

La situazione globale rimane tanto complessa e incerta quanto in passato, i numerosi casi di appropriazione indebita e inefficacia della maggior parte degli interventi di aiuto nel rispondere alle esigenze dei beneficiari previsti devono essere corretti, come pure l'utilizzo stesso degli aiuti allo sviluppo. L'UE deve garantire la piena trasparenza nei rapporti con le ONG/OSC e le ONG organizzate dal governo (GONGO); l'UE deve garantire che l'ambiente illecito predominante in cui opera la maggior parte di questi consumatori di fondi di aiuto sia esaminato ed esposto e che siano adottate misure in modo da porre fine al problema principale dell'appropriazione indebita di fondi. Tutti gli interventi dell'UE in materia di sviluppo devono iniziare a garantire la piena trasparenza, responsabilità, efficacia e sostenibilità in termini di effetti sul campo, anche prima che tali interventi siano approvati. Naturalmente, tutti gli aiuti dell'UE devono essere accompagnati da condizionalità al fine di arginare la massiccia immigrazione illegale in Europa e altre azioni esterne indesiderate intraprese dai soggetti dei paesi beneficiari, in modo da salvare vite umane. Tuttavia, nel contempo, vi è la necessità che tutti gli interventi di aiuto rispettino la cultura locale dei beneficiari, evitando processi di natura neocoloniale che impongano un cambiamento culturale ai beneficiari, in quanto ciò non è né moralmente difensibile né sostenibile in termini di conseguimento di un vero sviluppo.


 

 

INFORMAZIONI SULL'APPROVAZIONE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

Approvazione

29.10.2020

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

23

1

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Anna-Michelle Asimakopoulou, Hildegard Bentele, Dominique Bilde, Udo Bullmann, Catherine Chabaud, Antoni Comín i Oliveres, Gianna Gancia, Charles Goerens, Mónica Silvana González, Pierrette Herzberger-Fofana, Rasa Juknevičienė, Pierfrancesco Majorino, Erik Marquardt, Norbert Neuser, Janina Ochojska, Jan-Christoph Oetjen, Michèle Rivasi, Marc Tarabella, Tomas Tobé, Miguel Urbán Crespo, Chrysoula Zacharopoulou, Bernhard Zimniok

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Frances Fitzgerald, Ádám Kósa

 


VOTAZIONE FINALE PER APPELLO NOMINALE IN SEDE DI COMMISSIONE COMPETENTE PER IL MERITO

23

+

GUE/NGL

Miguel Urbán Crespo

ID

Dominique Bilde, Gianna Gancia

NI

Antoni Comín i Oliveres

PPE

Anna-Michelle Asimakopoulou, Hildegard Bentele, Frances Fitzgerald, Rasa Juknevičienė, Ádám Kósa, Janina Ochojska, Tomas Tobé

Renew

Catherine Chabaud, Charles Goerens, Jan-Christoph Oetjen, Chrysoula Zacharopoulou

S&D

Udo Bullmann, Mónica Silvana González, Pierfrancesco Majorino, Norbert Neuser, Marc Tarabella

Verts/ALE

Pierrette Herzberger-Fofana, Erik Marquardt, Michèle Rivasi

 

1

-

ID

Bernhard Zimniok

 

0

0

 

 

 

Significato dei simboli utilizzati:

+ : favorevoli

- : contrari

0 : astenuti

 

Ultimo aggiornamento: 20 novembre 2020
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