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Rassegna : 27-01-99(b)

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armamenti


Politica comune degli armamenti
Rel. Gary Titley (PSE RU)
Doc. A4-482/98

L'Aula ha approvato una relazione della sua commissione esteri sulla strategia comunitaria di ristrutturazione dell'industria degli armamenti e sull'applicazione del Trattato di Amsterdam relativo a questi aspetti.

L'organo parlamentare ha approvato la scelta di una ristrutturazione del settore della difesa che ne rafforzi le basi tecnologiche ed industriali e lo renda competitivo. Occorre però che questa riorganizzazione si accompagni alla costruzione di un'identità europea chiara all'interno della NATO e all'istituzione di un'agenzia degli armamenti dell'Unione, come previsto dal trattato di Maastricht.

La politica europea sugli armamenti non appare incompatibile con il disarmo globale a patto che venga rispettato un codice di condotta in materia di esportazione delle armi e che venga evitata la proliferazione delle armi leggere e di piccolo formato. Il relatore, Gary Titley (PSE RU), in quest'ottica, ha anche invitato gli Stati membri a ratificare la convenzione di Ottawa sulle mine anti-uomo.

Il rapporto - ha sostenuto Roberto Speciale (PSE) - ha il merito di stabilire alcuni punti importanti della politica europea e dei principi difesi dal Parlamento. Primo fra tutti il controllo delle esportazioni di armi, passo fondamentale per evitare che le armi determinino la politica. Poi il rafforzamento dell'industria della difesa ed il suo coordinamento. Infine il lancio della PESC, senza cui l'Unione rischia di perdere credibilità.

Il Commissario Martin Bangemann ha perorato la causa di una politica di difesa e di sicurezza comune che implica anche un'industria degli armamenti efficace e concorrenziale a livello europeo. Purtroppo gli Stati membri conducono una politica protezionistica che rende quanto mai debole la produzione comunitaria a tutto vantaggio delle esportazioni americane.

La Commissione presenterà entro l'anno alcune proposte concrete per assicurare un maggior livello di standardizzazione tra le industrie belliche dell'Unione e l'obbligo di appalti pubblici comuni, e questo sia per quanto concerne il commercio di armi all'interno della Comunità come le esportazioni verso paesi terzi.

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risorse militari e ambiente


Risorse militari
e ambiente

Rel. Maj Britt Theorin (PSE S)
Doc. A4-5/99

Partendo dalla constatazione che una delle maggiori minacce alla sicurezza internazionale è attualmente rappresentata dalle catastrofi naturali e dai problemi ambientali causati dalla natura e dalle modalità di sfruttamento delle risorse della terra da parte dell'uomo, la commissione affari esteri ha proposto di rafforzare l'opera di prevenzione utilizzando le risorse militari ancora esistenti per scopi di difesa ambientale.

I disastri naturali e il progressivo deterioramento delle condizioni ambientali mietono oggi più vittime delle stesse guerre. Gli interventi richiesti per scongiurare le catastrofi sono ingenti e le risorse a disposizione assai limitate.

Trattandosi di situazioni di rischio globale (non esistono frontiere per l'inquinamento o il diffondersi di radiazioni nucleari) è indispensabile la cooperazione degli Stati a livello internazionale.

Le risposte che possono dare gli Stati al problema della salvaguardia ambientale rientrano, del resto, nell'ambito delle loro politiche di difesa e sicurezza.

Con l'affermarsi della distensione fra USA e URSS e dei conseguenti tagli ai bilanci della difesa, che hanno portato allo smantellamento di intere unità militari, ed alla sottoscrizione di accordi per la totale eliminazione degli armamenti, si assiste oggi ad un esubero del materiale militare che potrebbe rappresentare un potenziale enorme per far fronte alle gravi problematiche ambientali.

Considerato l'impatto ambientale delle attività militari - basti pensare alle mine antiuomo, alle armi chimiche e nucleari, al programma HAARP (ricerca sulle radiazioni ad alta frequenza) - e la loro responsabilità diretta nei disastri ecologici e naturali, il rapporto invita gli Stati ad un generale ridispiegamento e ridestinazione delle forze armate, che possono essere utilizzate per migliorare l'ambiente.

L'Unione Europea, sotto questo profilo è chiamata a svolgere un ruolo propulsore per un'assunzione di responsabilità comune e globale sul piano ecologico, promuovendo al tempo stesso misure atte a favorire un clima di pace e fiducia.

Al momento del voto l'Aula ha notevolmente attenuato la portata del testo insistendo soprattutto sulla necessità di sensiblizzazione

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Partnership globale con la Cina


Partnership globale con la Cina
Rel. Pierre Bernard-Reymond (PPE F)
Doc. A4-479/98

L'Assemblea ha esaminato la comunicazione dell'Esecutivo concernente lo sviluppo di una partnership globale con la Cina che possa aiutare questo paese a compiere una transizione rapida verso l'economia di mercato e la democratizzazione della società, secondo il programma di riforme annunciato dal Presidente della Repubblica e dal Primo ministro.

Il relatore della commissione affari esteri Pierre Bernard-Reymond (PPE F) ha sottolineato l'importanza di un dialogo costruttivo con le società che stanno intraprendendo un percorso verso la democrazia e riafferma la ferma convinzione che un moderno sistema economico e politico debba fondarsi sul rispetto dei diritti umani, dello stato di diritto, della libertà di espressione, del pluralismo e del libero sindacalismo. In questo senso dovrà operare la partnership, sia attraverso il sistema delle preferenze generalizzate e degli incentivi di carattere ambientale e sociale sia attraverso la pressione sul governo cinese perché migliori le condizioni dei prigionieri politici, rispetti le norme sul lavoro, abbandoni ogni forma di sostegno a regimi totalitari, ratifichi la convenzione sulle mine antiuomo e l'accordo sul tribunale internazionale dei diritti dell'uomo.

Occorre inoltre che questo stato agisca per ridurre le disparità regionali all'interno del paese, tuteli gli investimenti stranieri ed il diritto alla proprietà intellettuale e si impegni a trovare soluzioni pacifiche in Tibet, nei rapporti con Taiwan e nel ritorno di Macao alla sovranità cinese. Infine debbono essere pienamente realizzate le riforme volte ad assicurare una reale economia di mercato.

Ernesto Caccavale (UPE) ha invitato il Parlamento e la Commissione a cambiare radicalmente attitudine nei confronti di regimi sanguinari, quali quello cinese che è notoriamente autore di atti lesivi della libertà d'opinione e d'espressione o di torture ed omicidi nei confronti dei suoi oppositori. L'oratore ha stigmatizzato la posizione accomodante dell'Europa "debole coi forti, e forte coi deboli", che rivela l'asservimento totale dell'Unione a logiche di politica commerciale ed ha auspicato la massima intrasigenza nei confronti di quei Paesi forti che persistono a violare i diritti umani.

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Fornitori di banane ACP


Fornitori di banane ACP
Rel. Peter Liese (PPE D)
Doc. A4-12/99

L'Assemblea ha approvato la creazione di un sistema speciale di assistenza tecnica e finanziaria per i fornitori ACP tradizionali di banane al fine di facilitare l'adattamento alle nuove condizioni di mercato.

L'Esecutivo ha proposto a questo proposito un sistema decennale non rinnovabile. L'Assemblea chiede particolare attenzione per i produttori più piccoli e un miglioramento della qualità, della produttività, della commercializzazione e della distribuzione che rispetti l'ambiente e le norme sociali minime del lavoro.

Inoltre auspica misure speciali, nel contesto del sistema di aiuti, per le produzioni biologiche e per i prodotti del commercio equo e solidale mentre dovrebbero essere escluse dall'aiuto le imprese multinazionali che possiedono piantagioni nei paesi ACP.

Per quanto riguarda il finanziamento viene sottolineata la necessità di fissare un massimale annuo di aiuto per ciascun fornitore tradizionale, sulla base dello scarto competitivo con la produzione di paesi terzi concorrenti, dell'impatto socio-economico del settore nel paese considerato e, infine, della diversificazione delle esportazioni agricole e delle condizioni relative alla politica d'integrazione regionale.



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Agricoltura e ambiente



Agricoltura e ambiente
- Dichiarazione della Commissione

La commissaria responsabile per la politica ambientale Ritt Bjerregaard ha illustrato una comunicazione presentata dall'Esecutivo sul tema della politica ambientale che sempre più dovrà essere integrata nella politica agricola, argomento sul quale la Commissione si era già pronunciata nel marzo dello scorso anno e che figura anche nell'Agenda 2000. Queste due politiche -ambiente e agricoltura- che per anni sono state condotte in modo autonomo, se non spesso antitetico, vanno ora strettamente coordinate, tra l'altro incentivando gli agricoltori a rispettare le norme ambientali comunitarie e ad orientarsi su produzioni ecologiche.

Il tutto nel pieno rispetto del principio di sussidiarietà, delle autonomie locali e assecondando le esigenze del consumatore. L'oratrice ha quindi evocato la riduzione dei prezzi agricoli garantiti che si ripercuoterà positivamente sul mercato e anche sull'ambiente, visto che verranno ridimensionate le produzioni intensive e, di conseguenza, l'uso di fertilizzanti e di energia.

L'on. Giulio Fantuzzi (PSE) è intervenuto chiedendo qual'è la posizione della Commissione in relazione al rapporto diffuso dal Comitato consultivo dei consumatori (via Internet). Si tratta di un parere particolarmente critico nei confronti della Politica Agricola Comune dell'Esecutivo per cui l'interrogante ha chiesto quali sono gli intendimenti della Commissione per conciliare le esigenze dell'agricoltura con la difesa dei consumatori.

Il commissario Franz Fischler, condividendo l'opinione espressa da Giulio Fantuzzi (PSE), ha ritenuto deplorevole che vengano diffuse affermazioni non corrispondenti alle reali proposte della Commissione ed ha auspicato al proposito un miglioramento dell'informazione nel senso della sua obiettività per evitare informazioni unilaterali.

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Riforma della PAC


Il voto sulla riforma della PAC

A seguito del dibattito svoltosi nella scorsa sessione di gennaio a Strasburgo, l'Assemblea ha proceduto oggi al voto di cinque relazioni della commissione agricoltura aventi per oggetto la riforma della politica agricola comune.

Si tratta più specificamente del finanziamento della PAC (relazione Mulder A4-444/98), del regime di sostegno diretto agli agricoltori (relazione Graefe zu Baringdorf A4-480/98), dell'organizzazione comune di mercato (OCM) nel settore della carne bovina (relazione Garot A4-494/98), dell'OCM nel settore dei cereali (relazione Fantuzzi A4-496/98) e dell'OCM nel settore lattiero (relazione Goepel A4-446/98). Sui primi quattro documenti il Parlamento europeo ha approvato numerose modifiche alle proposte dell'Esecutivo ed ha poi rimandato il voto sulle relative risoluzioni legislative. Cio' significa che i documenti sono rinviati alla commissione agricoltura la quale cercherà di trovare un compromesso con l'Esecutivo.

Per la relazione Goepel sul settore del latte, l'Assemblea ha invece proceduto al voto della risoluzione legislativa e l'ha respinta. Cio' vuol dire che su questo argomento si riapre la procedura e l'Esecutivo dovrà formulare una nuova proposta. In conclusione si puo' affermare che il Parlamento non si è ancora pronunciato in via definitiva sulle proposte della Commissione esecutiva - che in tutti i casi dovranno poi passare al vaglio del Consiglio - e che la questione tornerà ad essere esaminata prima dalla commissione agricoltura e poi dall'Assemblea entro un termine massimo di due mesi.

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Protezione della galline


Protezione delle galline
Rel. Heinz Kindermann (PSE D)
Doc. A4-481/98

Oggi il 93% delle uova prodotte nell'Unione provengono da allevamenti in batteria; occorre invece assicurare ai polli fertili un minimo di protezione, nei diversi sistemi di allevamento. Per questo motivo l'Assemblea ha approvato una specifica regolamentazione.

L'obiettivo principale di tale normativa è quello di assicurare il benessere di tutti i polli fertili, attraverso una normativa minima sui nidi, le lettiere, la superfice disponibile per l'animale nel pollaio ed una serie di altre condizioni di allevamento. Essa si applicherà dal 1° gennaio 2001 a tutti i nuovi sistemi d'allevamento, mentre è previsto un periodo transitorio (fino al 2010) per i vecchi.

Per evitare distorsioni della concorrenza sarà importante instaurare un sistema complementare di aiuto ai produttori, indipendentemente dalla produttività dell'allevamento. D'altro canto le esigenze di protezione degli animali dell'Unione devono essere al centro delle negoziazioni in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio.

Infine, considerando che il primo bisogno del consumatore è la sicurezza alimentare, il Parlamento ha auspicato l'instaurazione di un sistema di etichettatura obbligatoria delle uova e dei prodotti a base di uova.


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Aiuti pubblici e concorrenza



Aiuti pubblici e concorrenza
Rel. Claudio Azzolini (PPE)
Doc. A4-412/98

Il relatore ha presentato all'Aula le conclusioni cui è giunta la commissione per la politica regionale in merito alla comunicazione dell'Esecutivo sulla politica regionale e la politica di concorrenza.

Sia il regime degli aiuti comunitari che quello degli aiuti nazionali a finalità regionale si sono sviluppati nel corso degli anni in maniera pragmatica e non sistematizzata, con il risultato di creare una serie di discordanze dovute a pratiche e mezzi differenti, e a diversi criteri adottati per stabilire i beneficiari.

Nasce da questa constatazione la necessità, avvertita dalla Commissione, di una profonda riforma della politica regionale volta ad assicurare coerenza al regime degli aiuti ed a quello della concorrenza. La proposta che è scaturita da questa esigenza si incentra sulla riunione in un solo testo di tutte le disposizioni relative agli aiuti e alle eccezioni ammesse al principio di tutela della libera concorrenza e sull'inquadramento multisettoriale degli aiuti a finalità regionale.

Il relatore ha detto di condividere tali linee direttrici, che corrispondono alla preoccupazione di coerenza e di concentrazione indispensabili alla riforma dei fondi strutturali. Tuttavia osserva che alcune disposizioni, quali quelle relative all'intensità massima degli aiuti nelle regioni dell'obiettivo 1 e 2, appaiono troppo rigorose. Ugualmente - secondo Azzolini - occorre che le disposizioni sulla concorrenza vengano applicate tenendo conto della necessità di rafforzare la coesione per evitare che proliferino misure fiscali di sostituzione necessariamente lesive del mercato interno.

Condivisibile è invece l'iniziativa sperimentale di procedere ad un inquadramento multisettoriale degli aiuti ai grandi progetti di investimento che dovrebbe essere estesa all'insieme degli aiuti soggetti a regimi specifici.
In conclusione Azzolini ha sollecitato l'Esecutivo a rivolgere alla coesione sociale lo stesso grado di attenzione riservato lo scorso anno alla convergenza economica degli Stati membri, cominciando con lo svolgere della normativa comunitaria a beneficio anche di quegli Stati che in passato non hanno avuto un approccio facile con essa.

Luigi Moretti (NI) si è fatto interprete del coro crescente di dissensi fra gli eurodeputati contro la proposta della Commissione per quanto riguarda le regioni del nuovo obiettivo 2, le cui aree svantaggiate - urbane, industriali, rurali o dipendenti dalla pesca - rischiano di far le spese delle restrizioni programmate a tutto vantaggio dei sei paesi candidati all'adesione.

Ben venga la concentrazione geografica, come indicato dalla proposta dell'Esecutivo sulla riforma dei fondi strutturali - ha sostenuto Marco Cellai (NI) - purchè essa serva a creare in un'ottica di maggiore efficacia - discriminazioni positive a favore delle regioni più bisognose. L'oratore si è dichiarato a favore della sinergia fra aiuti statali a finalità regionali e finanziamenti comunitari in funzione della creazione di posti di lavoro legati agli investimenti. Ma si è detto molto perplesso sulle riduzioni d'intensità massima degli aiuti a carico delle regioni del nuovo obiettivo 2 e non ha nascosto altrettante preoccupazioni per l'ulteriore emarginazione delle regioni ultraperiferiche ed insulari.

Ricordando come negli anni '60 fu proprio l'Assemblea europea, antesignana dell'attuale Parlamento, a volere il lancio di un progetto comunitario di politica regionale, Monica Baldi (PPE) ha sottolineato, come 30 anni dopo, sia di nuovo il Parlamento all'avanguardia della battaglia per la realizzazione della coesione economica e sociale. Prima di Maastricht - ha continuato la Baldi - concorrenza e coesione seguivano percorsi paralleli, dopo Maastricht è imperativo rafforzare la complementarietà e l'equilibrio fra le due politiche, superando le sperequazioni poste dalla pratica di moltiplicazione degli obiettivi, dei programmi delle iniziative con le inevitabili frantumazioni dei finanziamenti e sovrapposizione delle zone.

Vincenzo Viola (PPE) si è detto d'accordo sul principio volto a far coincidere le sfere d'azione delle direzioni generali IV e XVI, ma ha sollevato il dubbio che la concorrenza e la politica regionale possano in pratica affrontare i problemi geoeconomici in modo similare. Egli perciò ritiene che gli Stati dovrebbero essere liberi di agire entro "paletti" imposti dall'Esecutivo, laddove l'Unione non è in grado di farlo.

L'oratore ha poi citato la situazione delle regioni insulari che sono state espressamente incluse dal Trattato di Amsterdam tra le aree più bisognose agli effetti degli aiuti comunitari; solo una politica di coesione più attenta a queste realtà territoriali - ha concluso Viola - può servire a compensare lo svantaggio fisiologico di cui soffrono le isole sul piano della concorrenza all'interno dell'Unione.

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Protezione della famiglia



Protezione della famiglia
Rel. Marie-Thérèse Hermange (UPE F)
Doc. A4-4/99

Il Parlamento ha approvato una risoluzione sulla protezione della famiglia e dell'infanzia discussa nella sessione di Strasburgo dell'11-15 gennaio, che chiede la definizione di linee direttrici di una politica integrata basata sui diversi modelli familiari e su un approccio non solo di sostegno economico ma anche educativo e sociale.

Il documento afferma che occorre prestare una particolare attenzione all'infanzia e suggerisce che tutte le proposte di atti comunitari siano accompagnate da una valutazione del loro impatto sulla famiglia e sul benessere del bambino. Sarebbe anche opportuno organizzare un Consiglio europeo straordinario per discutere le conseguenze delle politiche demografiche, familiari e dell'infanzia nazionali e una conferenza sulla situazione dei bambini nell'Unione europea.

La risoluzione propone infine una serie di misure per la tutela della salute del bambino e per la promozione di un ambiente propizio alla sua crescita quali la creazione di una rete europea di epidemiologia perinatale; l'elaborazione di direttive volte a conciliare la vita professionale e familiare; la designazione di un mediatore nazionale dell'infanzia e di un centro europeo per i bambini in pericolo; l'avvicinamento delle legislazioni nazionali per la protezione dell'infanzia e l'armonizzazione delle normative contro la pornografia infantile; l'adozione di un codice di buona condotta volto a combattere il turismo sessuale e lo sfruttamento del lavoro minorile.

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Ionizzazione degli alimenti


Ionizzazione degli alimenti
Rel. Undine-Uta Bloch Von Blottnitz
Doc. A4-8/99

L'Assemblea ha approvato il testo comune elaborato dal comitato di conciliazione Parlamento-Consiglio sulla ionizzazione dei prodotti alimentari.

Mediante l'armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri si mira a rendere equivalenti le condizioni di concorrenza in questo settore del mercato interno fino ad oggi caratterizzato da notevoli disparità (basti pensare che la pratica di ionizzazione dei generi alimentari e delle materie prime, autorizzata in Belgio, Francia e Paesi Bassi, è al contrario vietata in Germania e Svezia).

L'approvazione del documento avviene a circa dieci anni di distanza dalla discussione in prima lettura. Preoccupazione dell'Assemblea è stata quella di assicurare la conservazione del rispetto delle vigenti disposizioni sanitarie in materia di igiene nonché la garanzia dell'utilizzo di efficaci metodi di controllo del trattamento.

Il documento finale si compone di due testi: una direttiva-quadro sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri, relativa alla fissazione delle condizioni in materia di fabbricazione, commercializzazione, importazione ed etichettatura obbligatoria dei generi alimentari e materie prime soggetti a trattamento ionizzante nonché l'autorizzazione delle relative installazioni; una direttiva di applicazione contenente una lista dei prodotti trattati.

Tale lista è per il momento limitata ad una sola categoria di prodotti (erbe aromatiche essiccate, spezie e condimenti). L'eventuale estensione ad altri prodotti, in futuro, potrà avvenire solo a seguito di procedura di codecisione. Nel frattempo gli Stati sono tenuti a mantenere in vigore le restrizioni ad oggi esistenti.

 
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