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Resoconto integrale delle discussioni
Lunedì 4 luglio 2005 - Strasburgo Edizione GU

Interventi di un minuto su questioni politiche importanti
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  Gay Mitchell (PPE-DE).(EN) Signor Presidente, nell’Unione europea sono circa 58 000 le persone che muoiono ogni anno per suicidio o per lesioni autoinflitte. Questo dato è nettamente superiore rispetto al numero di vittime di incidenti stradali. L’anno scorso la Direzione generale per la salute e la protezione dei consumatori della Commissione europea ha pubblicato uno studio sullo stato della salute mentale nell’Unione europea. In uno dei punti salienti della ricerca è emerso che tra gli anziani si evidenziano gli indici più elevati di suicidio, con l’eccezione dell’Irlanda. Gli indici di suicidio aumentano di pari passo con l’età.

Poiché il numero delle persone che raggiungono la tarda età è in aumento, si prevede un incremento anche nel numero dei suicidi. Sappiamo che la maggior parte dei casi di suicidio è ricollegabile alla salute mentale, in particolare alla depressione. Si potrebbe addirittura ipotizzare una correlazione tra il suicidio e i principali fattori economici come la disoccupazione e i livelli di povertà. Lo studio della Commissione riconosce che, nonostante si sia ormai giunti a una standardizzazione dei diversi strumenti di intervento, dare una definizione dei vari stati di salute mentale rimane ancora uno dei compiti più difficili. Pertanto è sempre molto arduo interpretarne le variazioni.

Forse si potrebbe istituire un registro centrale europeo per i casi di suicidio per poter poi approdare a un’analisi dei dati a livello comunitario. In questo modo, potremmo cercare di identificare le cause e le tendenze di questo terribile fenomeno e individuare quali migliori prassi dei singoli Stati membri potrebbero poi essere diffuse negli altri.

 
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