Proposta di risoluzione - B7-0226/2012Proposta di risoluzione
B7-0226/2012

PROPOSTA DI RISOLUZIONE sulla pirateria marittima

2.5.2012 - (2011/2962(RSP))

presentata a seguito di dichiarazioni della Commissione
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento

Georgios Koumoutsakos, Mathieu Grosch, Michael Gahler, Roberta Angelilli, Arnaud Danjean, Carlo Fidanza, Marietta Giannakou, Anna Ibrisagic, Tunne Kelam, Krzysztof Lisek, Mario Mauro, Francisco José Millán Mon, Dominique Vlasto a nome del gruppo PPE

Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0223/2012

Procedura : 2011/2962(RSP)
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B7-0226/2012
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B7-0226/2012
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B7‑0226/2012

Risoluzione del Parlamento europeo sulla pirateria marittima

(2011/2962(RSP))

Il Parlamento europeo,

–   vista la sua risoluzione del 20 maggio 2008 su una politica marittima integrata per l'Unione europea,

–   viste le sue risoluzioni sulla pirateria in mare, in particolare la risoluzione del 23 ottobre 2008 e quella del 26 novembre 2009 (su una soluzione politica al problema della pirateria al largo della Somalia),

–   vista la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) del 10 dicembre 1982,

–   vista la convenzione delle Nazioni Unite del 1988 per la repressione dei reati contro la sicurezza della navigazione marittima,

–   viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nn. 1814(2008) del 15 maggio 2008, 1816(2008) del 2 giugno 2008, 1851(2008) del 16 dicembre 2008, 1897(2009) del 30 novembre 2009, 1950(2010) del 23 novembre 2010, 1976(2011) dell'11 aprile 2011, 2015(2011) del 24 ottobre 2011, 2020(2011) del 22 novembre 2011 e 2036(2012) del 22 febbraio 2012, sulla situazione in Somalia,

–   vista l'azione comune del Consiglio 2008/749/PESC del 19 settembre 2008 relativa all'azione di coordinamento militare dell'Unione europea a sostegno della risoluzione 1816 (2008) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (EU NAVCO),

–   viste l’azione comune 2008/851/PESC del Consiglio, del 10 novembre 2008 e la decisione 2010/766/PESC del Consiglio relativa all’operazione militare dell’Unione europea denominata ATALANTA volta a contribuire alla protezione delle navi del Programma alimentare mondiale (PAM) che trasportano gli aiuti alimentari destinati agli sfollati in Somalia; alla protezione dei trasporti marittimi della missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM); alla dissuasione, prevenzione e repressione degli atti di pirateria e rapina a mano armata al largo delle coste somale e alla tutela, da valutare caso per caso, di navi vulnerabili al largo delle coste somale; vista anche l'operazione UE NAVFOR-Atalanta, che contribuisce alla sorveglianza delle attività di pesca al largo delle coste somale;

–   vista la decisione del Consiglio del 23 marzo 2012 di prorogare il mandato dell'EU-NAVFOR ATALANTA fino al dicembre 2014 e di estendere la zona delle operazioni,

–   viste la decisione 2010/96/PESC del Consiglio, del 15 febbraio 2010, e la decisione 2010/197/PESC del Consiglio, del 31 marzo 2010, sulla missione militare dell'Unione europea volta a contribuire alla formazione delle forze di sicurezza somale (EUTM Somalia),

–   visto il Concetto di gestione delle crisi approvato dal Consiglio "Affari esteri" del 16 dicembre 2011 per la propria missione sullo sviluppo di capacità marittime regionali (RMCB), che è una missione civile PSDC con competenze militari in fase di preparazione,

–   visto il quadro strategico per il Corno d'Africa, adottato dal Consiglio il 14 novembre 2011, quale orientamento per l'impegno dell'Unione europea nella regione,

–   visto l'accordo di condivisione del potere, firmato a Gibuti il 9 giugno 2008, che mira ad avviare un'ampia riconciliazione nazionale e a creare un'alleanza politica solida e inclusiva in grado di garantire la pace e la riconciliazione nel paese e di ripristinare un'autorità statale centrale,

–   viste le conclusioni della Conferenza di Londra sulla Somalia del 23 febbraio 2012,

–   visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che il trasporto marittimo è stato, durante l'intera storia europea, uno dei cardini della crescita economica e della prosperità del continente e che oltre l'80% del commercio mondiale avviene via mare; che, di conseguenza, l'UE ha un reale interesse a contribuire alla sicurezza marittima internazionale;

B.  considerando che la pirateria va considerata un atto di criminalità internazionale; considerando che la pirateria marittima esige una risposta coordinata entro il quadro giuridico comune delineato dall'UNCLOS; che secondo l'articolo 100 della convenzione tutti gli Stati sono tenuti a cooperare per reprimere la pirateria;

C. considerando che la pirateria d'alto mare non soltanto resta un problema irrisolto - anche se il numero degli attacchi andati a buon fine è significativamente diminuito nell'ultimo anno grazie alle attività di Atalanta e al ricorso a Nuclei militari di protezione (anche privati) - ma continua a diffondersi rapidamente nell'Oceano indiano occidentale, in particolare al largo delle coste della Somalia e del Corno d'Africa, ma anche in altre zone, tra cui il sud-est asiatico e l'Africa occidentale, e che sta pertanto diventando un pericolo sempre maggiore per la vita umana e la sicurezza della gente di mare e di altre persone, nonché una minaccia per lo sviluppo e la stabilità regionali, l'ambiente marino, il commercio mondiale e ogni forma di trasporto marittimo e di navigazione, inclusi i pescherecci, come pure per l'erogazione di aiuti umanitari;

D. considerando che ogni anno 10 000 navi europee attraversano zone marittime pericolose e pertanto, al di là delle vite umane e degli aspetti attinenti alla sicurezza, la pirateria rappresenta anche un problema economico che mette a rischio le rotte marittime commerciali internazionali e comporta un notevole impatto negativo sul commercio internazionale;

E.  considerando il moltiplicarsi dei tentati assalti alle navi: nel 2011 sono stati segnalati il dirottamento di 28 imbarcazioni e il sequestro di 470 marinai, di cui 15 assassinati, mentre sono state catturate almeno sette navi con richiesta di riscatto, mentre ca. 191 marinari sono tenuti in ostaggio in Somalia, a volte in condizioni orribili e disumane, per periodi sempre più lunghi;

F.  considerando che i pirati adattano costantemente le loro tattiche e metodologie e che hanno ampliato il loro raggio d'azione utilizzando come cosiddette "navi madre" le imbarcazioni di maggiori dimensioni da essi stessi dirottate;

G. considerando che l'attuale instabilità politica in Somalia è nel contempo una concausa e un fattore che alimenta il problema della pirateria, mentre la pirateria stessa continua a essere ritenuta da settori della popolazione somala una fonte redditizia e praticabile di reddito;

H. considerando che la lotta contro la pirateria non può essere vinta soltanto con strumenti militari, ma dipende soprattutto dal successo nel promuovere la pace, lo sviluppo e la costruzione istituzionale in Somalia;

I.   considerando che l'Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) dispone di strumenti e dati che possono aiutare la missione UE NAVFOR-Atalanta a rafforzare la sicurezza delle navi e della gente di mare nella regione;

J.   considerando che il problema della pirateria si ripercuote negativamente anche sull'intera regione, dove le attività di pesca sono disciplinate da vari accordi bilaterali e multilaterali; che tali attività sono divenute a rischio non solo per i pescherecci dell'Unione europea che operano, ad esempio, nelle acque delle Seicelle in virtù dell'accordo di partenariato nel settore della pesca tra l'UE e la Repubblica delle Seicelle, ma anche per i pescatori locali ai quali l'Unione fornisce sostegno settoriale, assumendosi pertanto una responsabilità sociale;

K. considerando che l'UE è il principale donatore della Somalia in quanto finora ha stanziato 215,4 milioni di euro per l'aiuto allo sviluppo tramite il Fondo europeo per lo sviluppo (FES) nel periodo 2008-2013, e che detto finanziamento ha come priorità centrale quella di riscattare la popolazione dalla povertà e portarla verso una crescita economica in grado di reggersi da sé e di prefigurare una soluzione duratura per la stabilità del paese affrontando le cause reali della pirateria tramite finanziamenti a progetti per migliorare la governance, lo stato di diritto, l'istruzione e la crescita economica nonché per sostenere settori affini (sanità, ambiente, risorse idriche e rete fognaria); considerando che per il periodo 2011-2015 sono stati concessi fondi supplementari FES per 175 milioni di EUR, onde permettere all'UE di rafforzare il proprio impegno e di sostenere nuove attività nei settori summenzionati;

L.  considerando che, sebbene gli sforzi intrapresi dall'Unione europea per contrastare la pirateria abbiano garantito la tutela di tutti i trasporti marittimi del Programma Alimentare Mondiale (PAM) e della Missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM), tali sforzi, che necessitano di un impegno sostenuto per assicurare forze adeguate, rischiano di essere compromessi in futuro dalla mancanza di forze navali;

M. considerando che diversi Stati membri stanno elaborando norme proprie riguardo all'impiego di guardie armate a bordo di navi commerciali;

1.  ribadisce la propria profonda preoccupazione per l'attuale aggravamento della minaccia che la pirateria e le rapine a mano armata contro le navi che trasportano gli aiuti umanitari del PAM e la Missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM) nonché contro la pesca internazionale e UE, i pescherecci, i mercantili e le navi passeggeri che incrociano nell'Oceano Indiano, specie al largo della Somalia e del Corno d'Africa, pongono alla sicurezza dei marittimi e di altre persone oltre che alla stabilità regionale;

2.  invita l'Alto rappresentante e gli Stati membri a valutare d'urgenza le modalità per liberare i 191 marinai attualmente tenuti in ostaggio, ponendo fine alla loro detenzione prolungata e degradante nelle mani dei loro rapitori e consentendo loro di ritornare a casa e, contestualmente, mettendo un termine al sequestro delle 7 navi dirottate;

3.  saluta il contributo che l'operazione UE-NAVFOR Atalanta offre alla sicurezza marittima al largo della Somalia, proteggendo le navi noleggiate dal PAM che trasportano gli aiuti diretti alla Somalia e altre navi vulnerabili e l'azione di dissuasione, prevenzione e repressione degli atti di pirateria e rapina a mano armata portata avanti al largo delle coste somale;

4.  saluta la decisione del Consiglio del 23 marzo 2012 di prorogare il mandato dell'EU-NAVFOR ATALANTA fino al dicembre 2014 e di estendere la zona delle operazioni e chiede il costante coordinamento di tutte le forze internazionali;

5.  plaude alla decisione del Consiglio "Affari esteri" del 12 dicembre 2011 di varare la Missione EUCAP Nestor finalizzata al rafforzamento della capacità marittima regionale e della capacità giudiziaria, all'addestramento delle guardie costiere e alla formazione di giudici in otto paesi del Corno d'Africa e dell'Oceano indiano occidentale;

6.  accoglie con favore la conferenza di Londra sulla Somalia del 23 febbraio 2012 svoltasi alla Lancaster House e il Comunicato della conferenza, che fa tra l'altro riferimento alla determinazione della comunità internazionale di sradicare la pirateria, agli sforzi dei partner industriali contro la pirateria, e afferma che per la pirateria non ci sarà impunità; sollecita inoltre un maggiore sviluppo della capacità degli organi giudiziari di disporre indagini e misure detentive contro i mandanti della pirateria in Somalia e nell'intera regione;

7.  sottolinea che il persistere dell'impunità per la pirateria è contraria all'esigenza di un deterrente; deplora che, nonostante gli accordi di trasferimento dell'UE con paesi terzi (Kenya, Seicelle, Maurizio) e gli accordi bilaterali di rimpatrio dei pirati condannati fra le Seicelle e Puntland e Somaliland, molti pirati e altri criminali non siano stati ancora arrestati o che, al momento dell'arresto, siano stati spesso rilasciati a causa della mancanza di solide prove o della mancata volontà politica di incriminarli, e si rammarica che alcuni Stati membri dell'UE manchino di adeguate garanzie legali di diritto penale contro la pirateria in alto mare;

8.  chiede che a tale fine siano adottate misure immediate ed efficaci per processare e punire le persone sospettate di aver commesso atti di pirateria ed esorta i paesi terzi e gli Stati membri dell'Unione europea che non l'abbiano ancora fatto a recepire nell'ordinamento nazionale tutte le disposizioni previste dalla convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare e dalla convenzione delle Nazioni Unite per la repressione dei reati diretti contro la sicurezza della navigazione marittima, al fine di combattere l'impunità dei pirati, e invita il Consiglio e la Commissione a continuare a valutare le possibilità di tenere i processi nei paesi della regione e ad adoperarsi per l'istituzione di un tribunale internazionale per la pirateria in Somalia e in altri paesi della regione, tribunale che rappresenterebbe una soluzione stabile alla questione dei processi a carico dei pirati in Somalia;

9.  esorta gli Stati membri, in collaborazione con Europol e Interpol, a indagare e rintracciare i flussi di denaro, nonché a confiscare il denaro versato come riscatto ai pirati, giacché vi sarebbero indicazioni secondo cui i fondi in questione potrebbero finire su conti bancari di tutto il mondo, anche su quelli di banche europee, nonché a individuare e smantellare le reti della criminalità organizzata che traggono profitto da tali azioni; invita il Consiglio ad agevolare l'ulteriore cooperazione di EU NAVFOR con Europol e Interpol;

10. deplora che il numero delle navi messe a disposizione dagli Stati membri per l'operazione UE - NAVFOR ATALANTA sia stato ridotto da 8 a 2-3 all'inizio del 2012 ed esorta pertanto gli Stati membri a mettere a disposizione maggiori risorse navali per garantire il successo della missione;

11. incoraggia la missione UE NAVFOR, la NATO e le forze marittime della coalizione ad affrontare efficacemente l'accresciuto impiego dei mercantili sequestrati come "navi madre", uno sviluppo che accresce sensibilmente le capacità operative dei pirati e che consente loro di sferrare attacchi con maggiore forza, determinazione e flessibilità nell'intera regione dell'Oceano indiano;

12. sottolinea contestualmente la necessità di rafforzare il coordinamento strategico tra le missioni UE-NAVFOR Atalanta ed EUTM Somalia e gli altri interventi in ambito PSDC nella regione del Corno d'Africa; plaude, a tale proposito, alla decisione adottata dal Consiglio il 23 marzo 2012 di attivare il Centro operativo dell'UE a sostegno delle missioni in ambito PSDC nel Corno d'Africa; chiede al riguardo una revisione degli attuali accordi di comando delle missioni NAVFOR-Atalanta e EUTM Somalia;

13. chiede un costante e più accentuato coordinamento nel quadro del dispositivo SHADE tra l'UE, la NATO e le tre principali missioni navali anti-pirateria nella regione (UE-NAVFOR, CTF-150/151 e TF-508 nell'ambito dell'operazione "Scudo oceanico" della NATO) nonché le varie forze navali internazionali, al fine di evitare inutili duplicazioni, dal momento che entrambe le organizzazioni (l'UE e la NATO), forti delle rispettive autonomie decisionali, operano nella stessa zona, perseguono i medesimi interessi e comprendono in larga misura le stesse nazioni europee;

14. rileva l'opportunità che l'EMSA continui a collaborare con la missione UE NAVFOR-Atalanta, fornendo eventualmente alla missione, previa approvazione dello Stato di bandiera, i dati LRIT dettagliati e le immagini satellitari delle navi battenti bandiera dell'UE che transitano nella zona; a tal fine, gli Stati membri sono invitati ad autorizzare l'EMSA a fornire tali dati e informazioni alla missione UE NAVFOR;

15. apprezzerà ogni sforzo di cooperazione con l'UE e i suoi Stati membri compiuto dagli Stati costieri nel quadro del diritto internazionale, allo scopo di combattere la pirateria e proteggere le persone, i beni e gli scambi commerciali dagli attacchi dei pirati;

16. ritiene che la diffusione della pirateria debba indurre ad istituire corsi obbligatori di formazione per i marittimi esposti a minacce di questo tipo, onde rafforzarne la protezione; nel frattempo, sottolinea la necessità che le compagnie marittime osservino ed applichino pienamente le Best Management Practices for protection against Somalia Based Piracy (BMP-4, prassi gestionali eccellenti per la protezione dalla pirateria basata in Somalia), che forniscono sufficienti informazioni a tutti i soggetti interessati sulle modalità per aiutare le navi a evitare, scoraggiare o ritardare gli assalti dei pirati al largo delle coste somale; ribadisce il proprio invito a tutte le navi che operano nella zona a registrarsi presso gli organi competenti di coordinamento della sicurezza marittima e a seguire le raccomandazioni di EU-NAVFOR ATALANTA; chiede agli Stati membri di garantire la registrazione di tutte le loro navi;

17. sollecita il Consiglio e la Commissione a collaborare con l'ONU e con l'Unione africana, dando seguito alle ripetute richieste del Governo federale di transizione della Repubblica di Somalia (TFG) di assistenza internazionale per proteggere le navi che trasportano aiuti umanitari e per contrastare la pirateria al largo delle sue coste, a continuare a cooperare e sostenere il TFG nella lotta contro la pirateria e i suoi autori che devono essere assicurati alla giustizia, nonché ad aiutare la Somalia e la regione a rafforzare le loro capacità;

18. riconosce che la formazione non è che un aspetto dello sviluppo delle capacità marittime e invita pertanto gli Stati membri a fornire assistenza materiale alla Missione o alla regione interessata, con specifico riguardo alle navi adibite al pattugliamento (Maritime Patrol Vessels);

19. sostiene fermamente il processo di Gibuti per la pace e la riconciliazione; chiede che sia adottato un approccio globale alla situazione in Somalia, che stabilisca un nesso tra sicurezza e sviluppo, stato di diritto e rispetto dei diritti umani e diritto umanitario internazionale;

20. plaude alla decisione della Commissione di proporre un ulteriore tranche di 100 milioni di euro di aiuti finanziari UE per la Missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM) a titolo dello Strumento per la pace in Africa, e invita gli Stati membri e la comunità internazionale a contribuire alla promozione della pace, dello sviluppo economico e sociale e alla costruzione di un regime democratico stabile in Somalia, in grado di agevolare la sicurezza e la lotta alla pirateria a lungo termine; accoglie con favore la nomina di un rappresentante speciale dell'UE per il Corno d'Africa;

21. esprime preoccupazione per il continuo deterioramento della situazione umanitaria nel Corno d'Africa e invita la comunità internazionale, e in particolare l'Unione europea, a rafforzare l'assistenza umanitaria alle popolazioni bisognose, allo scopo di far fronte al crescente fabbisogno di aiuti umanitari ed evitare l'ulteriore aggravamento della situazione;

22. si compiace del progetto MARSIC dell'Unione europea nell'ambito del programma sulle rotte marittime a rischio dello strumento di stabilità, che persegue l'obiettivo del rafforzamento della sicurezza marittima nell'Oceano indiano occidentale e nel Golfo di Aden grazie alla condivisione di informazioni e alla creazione di capacità, evidenziando la cooperazione regionale tra i paesi della regione, e si attende che sia prorogato oltre il 2013;

23. incoraggia le iniziative antipirateria dei paesi dell'Africa orientale e australe e della regione dell'Oceano indiano, quali ad esempio il progetto antipirateria MASE (programma marittimo e di sicurezza), il quale ha beneficiato di una sovvenzione di avvio di 2 milioni di EUR da parte dell'UE; saluta la prevista complementarità fra i progetti finanziati dalla Commissione e la Missione CSDB per lo Sviluppo delle capacità marittime regionali (RMCB);

24. ribadisce che il fenomeno della pirateria al largo delle coste della Somalia è riconducibile all'assenza di ordine pubblico in tale paese, ragion per cui la comunità internazionale dovrebbe garantire al Governo federale transitorio l'assistenza tecnico-finanziaria necessaria a sviluppare la capacità di esercitare il controllo sulle proprie acque territoriali e, nel rispetto del diritto internazionale, sulla propria zona economica esclusiva;

25. saluta l'opera compiuta dal Gruppo di contatto dell'ONU sulla pirateria al largo delle coste somale, che rappresenta un forum senza precedenti per innalzare il livello e la qualità della cooperazione internazionale fra gli Stati e con le maggiori organizzazioni internazionali interessate, ed esorta l'UE ad assumere in tale forum un ruolo di coordinamento, specie nel campo dello sviluppo della capacità marittima (regionale);

26. saluta lo stretto coordinamento con l'IMO nel campo dello sviluppo della capacità marittima nonché i lavori per la conclusione di una partnership strategica UE-IMO per contrastare la pirateria nella regione del Corno d'Africa;

27. sottolinea che il ricorso ad agenti armati privati a bordo si è intensificato e che non si sono registrati casi di azioni di pirateria andati a buon fine su navi che impiegano I PSACP (Privately Contracted Armed Security Personnel); ritiene tuttavia che si tratti di una misura che non può sostituirsi alla necessaria soluzione generale dello sfaccettato problema della pirateria; è consapevole che alcuni Stati membri hanno introdotto una legislazione in materia; invita a tale proposito gli Stati membri a svolgere, ove possibile, le necessarie operazioni di sicurezza a bordo e chiede alla Commissione e al Consiglio di impegnarsi per la definizione di una strategia dell'Unione riguardo al ricorso a personale armato autorizzato a bordo delle navi al fine di garantire una corretta attuazione delle direttive dell'IMO in proposito; rammenta che secondo le BMP4 (Best Management Practices) dell'IMO: "il ricorso a personale militare armato imbarcato (VPD) per la protezione delle navi vulnerabili, preceduto da analisi dei rischi, pianificazione e accordi, è la soluzione raccomandata nei casi in cui si consideri la vigilanza armata";

28. rammenta che, in base al diritto internazionale, in alto mare si applica sempre per le navi e il personale militare a bordo - dunque anche nel caso di interventi di lotta alla pirateria - la giurisdizione nazionale dello Stato di bandiera; inoltre nessuna autorità che non sia quella dello Stato di bandiera può ordinare nei confronti della nave provvedimenti di arresto o di detenzione, neanche se si tratta di misure investigative;

29. incarica il suo presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, agli Stati membri, ai Segretari generali dell'Unione africana, delle Nazioni Unite e dell'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), al Presidente del Governo federale transitorio della Somalia, al governo dell'Etiopia e al Parlamento panafricano.