PROPOSTA DI RISOLUZIONE sui negoziati in vista di un accordo di cooperazione UE-Afghanistan sul partenariato e lo sviluppo
10.6.2013 - (2013/2665(RSP))
a norma dell'articolo 110, paragrafo 2, del regolamento
Pino Arlacchi, Thijs Berman, Ana Gomes, María Muñiz De Urquiza, Raimon Obiols a nome del gruppo S&D
Vedasi anche la proposta di risoluzione comune RC-B7-0274/2013
B7‑0282/2013
Risoluzione del Parlamento europeo sui negoziati in vista di un accordo di cooperazione UE-Afghanistan sul partenariato e lo sviluppo
Il Parlamento europeo,
– viste le sue precedenti relazioni e risoluzioni sull'Afghanistan, in particolare la sua risoluzione del 16 dicembre 2010 su una nuova strategia per l'Afghanistan[1], la sua risoluzione del 15 dicembre 2011 sul controllo di bilancio dell'assistenza finanziaria dell'UE all'Afghanistan[2] e la sua risoluzione del 15 dicembre 2011 sulla situazione delle donne in Afghanistan e in Pakistan[3],
– vista la dichiarazione del vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, del maggio 2012,
– viste le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sull'Afghanistan, compresa la risoluzione 2096 del marzo 2013,
– viste le conclusioni delle Conferenze internazionali sull'Afghanistan del 2011 e del 2012, fra cui quelle tenutesi a Bonn nel dicembre 2011, a Chicago nel maggio 2012, a Kabul nel giugno 2012 e a Tokio nel luglio 2012,
– vista la dichiarazione della Delegazione dell'UE in Afghanistan, rilasciata d'intesa con i capi missione dell'Unione in Afghanistan il 19 novembre 2012, sull'esecuzione delle persone condannate a morte,
– visto l'articolo 110, paragrafo 2, del suo regolamento,
A. considerando che l'UE appoggia la ricostruzione e lo sviluppo dell'Afghanistan dal 2002 e continua a impegnarsi per una transizione pacifica nel paese, per il suo sviluppo inclusivo e sostenibile nonché per la stabilità e la sicurezza dell'intera regione;
B. considerando che la prestazione di assistenza da parte dell'UE dal 2011 al 2013 è stata destinata a settori chiave della governance (compresa la polizia), all'agricoltura, allo sviluppo rurale e alla protezione sanitaria e sociale;
C. considerando che l'UE è sul punto di concludere i negoziati in vista di un accordo di cooperazione sul partenariato e lo sviluppo che conferirà alla cooperazione UE-Afghanistan una nuova dimensione globale;
D. considerando che il Parlamento europeo ha sollecitato un programma d'azione quinquennale per l'eliminazione della coltivazione dell'oppio mediante il ricorso a uno sviluppo alternativo in Afghanistan in stretta collaborazione con la Federazione russa;
E. considerando che la sua risoluzione sul controllo di bilancio dell'assistenza finanziaria dell'UE all'Afghanistan, del dicembre 2011, ha ribadito il sostegno del Parlamento a favore del programma quinquennale;
F. considerando che, secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), il numero di afghani tossicodipendenti è ancora in aumento, il che comporta un importante impatto sociale sulla popolazione;
G. considerando che i risultati significativi sono molto limitati malgrado il ruolo attivo svolto dall'UE nel sostenere le misure di lotta agli stupefacenti;
H. considerando che l'assenza di coordinamento tra i donatori per l'Afghanistan e il governo afghano sta compromettendo l'efficacia dei contributi dell'UE a favore del paese;
I. considerando che l'UE addestra dal 2007 le forze di polizia afghane nel quadro della missione EUPOL, e sta sviluppando maggiormente le capacità del paese;
J. considerando che, dall'entrata in vigore del trattato di Lisbona, il Parlamento europeo svolge un ruolo chiave nel dare l'approvazione necessaria ai nuovi accordi di cooperazione;
1. ribadisce il proprio continuo sostegno alla costruzione di uno Stato afghano dotato di istituzioni democratiche più forti, capace di garantire il rispetto dello Stato di diritto e dei diritti umani, istituzioni democratiche forti, la sovranità nazionale, l'unità dello Stato, l'integrità territoriale e la prosperità della popolazione afghana; ribadisce altresì che il futuro pacifico dell'Afghanistan risiede nella costruzione di uno Stato stabile, sicuro ed economicamente sostenibile;
2. si compiace degli sforzi e dei progressi compiuti nell'ultimo decennio; ribadisce, tuttavia, la propria preoccupazione quanto alla situazione della sicurezza e al perdurare della violenza in Afghanistan, con conseguenti minacce per la popolazione locale, compresi le donne, i bambini, le forze di sicurezza nazionali e il personale militare e civile internazionale;
3. si attende che il governo afghano sia pronto ad assumersi le sue piene responsabilità dopo il ritiro delle forze internazionali; invita l'UE e gli Stati membri a intensificare gli sforzi a sostegno della costruzione di capacità in Afghanistan da parte del governo e delle sue forze di sicurezza nazionali, allo scopo di creare una situazione di stabilità e di sicurezza quale base essenziale di sviluppo, evitando che venga a crearsi un vuoto una volta che il paese assumerà la piena responsabilità della propria sicurezza dopo il 2014;
4. ribadisce che la sua risoluzione su una nuova strategia per l'Afghanistan ha delineato una strategia non militare, incentrandosi su quattro ambiti principali: aiuti e coordinamento internazionali, processo di pace, addestramento delle forze di polizia ed eliminazione della coltivazione dell'oppio mediante il ricorso a uno sviluppo alternativo; si rammarica fortemente che la risoluzione in questione non abbia comportato un cambiamento sostanziale dell'approccio del SEAE;
5. sostiene i negoziati in vista di un accordo di cooperazione sul partenariato e lo sviluppo e sottolinea che tale accordo dovrebbe portare a un approccio maggiormente strategico e sostenere le autorità afghane durante e dopo il ritiro delle forze internazionali;
6. sottolinea che tale nuovo accordo dovrebbe prevedere un approccio globale alla gestione delle sfide dello sviluppo in Afghanistan, come pure della sicurezza, dello sviluppo economico e della buona governance;
7. deplora il fatto che, malgrado l'obbligo del SEAE di informare il Parlamento circa tutte le fasi dei negoziati, quest'ultimo non sia stato adeguatamente informato; rammenta le nuove prerogative in materia di politica estera ad esso attribuite dal trattato di Lisbona, e chiede una piena cooperazione da parte del SEAE e del Consiglio per una questione così importante;
8. invita il governo afghano ad aderire alla moratoria sull'abolizione della pena di morte;
9. sottolinea la necessità di sostenere lo sviluppo delle infrastrutture in molti settori, tra cui scuole e ospedali; invita l'UE a intensificare gli sforzi, soprattutto per quanto concerne l'accesso all'istruzione e all'assistenza sanitaria, ivi compresi i diritti in materia di riproduzione;
10. osserva che, nonostante negli ultimi dieci anni siano stati compiuti alcuni progressi nel campo della parità di genere e dei diritti fondamentali, in Afghanistan le donne rappresentano tuttora il segmento più vulnerabile della società e continuano a subire minacce, intimidazioni e violenze e ad essere sottoposte a leggi discriminatorie; pone l'accento sulla necessità, da un punto di vista sia giuridico che pratico, di integrare completamente le donne nella società, di assicurare la loro piena partecipazione e di pervenire alla loro reale emancipazione;
11. ricorda che oltre il 90% dell'eroina presente in Europa proviene dall'Afghanistan e che il suo costo per la sanità pubblica nei paesi europei ammonta a miliardi di dollari; rileva, tuttavia, che la produzione di oppio rappresenta un grave problema sociale, economico e di sicurezza; si rammarica del fatto che nel 2011 la produzione di oppio sia aumentata del 61% rispetto al 2010 e che quell'anno abbia rappresentato il 9% del PIL dell'Afghanistan;
12. richiama l'attenzione sui risultati di una recente relazione dell'UNODC, secondo cui i talebani sono responsabili solo del 4% del commercio annuale di stupefacenti e gli agricoltori locali del 21%, mentre il restante 75% è imputabile a funzionari governativi, polizia, mediatori locali e regionali e trafficanti;
13. osserva che tra il 2009 e il 2011 gli Stati Uniti e la comunità internazionale hanno investito 1,1 miliardi di dollari USA in misure di lotta agli stupefacenti senza ottenere risultati significativi sulla produzione o il traffico di droga;
14. deplora che l'iniziativa anti-stupefacenti dell'UE non abbia finora raggiunto risultati soddisfacenti; ricorda che la produzione e il traffico di droga contribuiscono a far emergere "ribelli" e alimentano la corruzione a vari livelli;
15. rammenta che in diverse occasioni il Parlamento ha indicato chiaramente la via da seguire per risolvere il problema, chiedendo l'istituzione di un programma quinquennale per l'eliminazione dell'oppio che preveda scadenze e parametri di riferimento specifici, da attuarsi attraverso un apposito ufficio dotato di bilancio e personale propri sulla base della cooperazione tra l'UE, gli Stati Uniti e la Federazione russa, la quale costituisce la principale vittima dell'eroina proveniente dall'Afghanistan nonché il primo mercato mondiale dell'oppio;
16. ricorda l'obiettivo del programma quinquennale per l'eliminazione dell'oppio, che consiste segnatamente nell'assicurare il graduale abbandono della coltivazione di papavero da oppio in Afghanistan creando mezzi di sussistenza alternativi sostenibili e vietando tutte le pratiche di eradicazione che possano comportare l'uso di mezzi non manuali e non meccanici; chiede che questa misura sia inclusa nell'accordo di partenariato e di cooperazione;
17. ricorda gli impegni assunti dal governo dell'Afghanistan in occasione delle conferenze di Kabul e Tokyo di rafforzare e migliorare il processo elettorale nel paese, inclusa una riforma elettorale a lungo termine, al fine di garantire che le future elezioni siano conformi agli standard internazionali; accoglie con favore l'annuncio delle date in cui si terranno le elezioni presidenziali e dei consigli provinciali del 2014, come pure i preparativi dell'Afghanistan in vista di tali elezioni; sottolinea la necessità di mobilitare la partecipazione degli elettori incoraggiandone l'iscrizione nei registri anagrafici nazionali e garantendo la sicurezza, in particolare nelle province meridionali e orientali;
18. ricorda che tra il 2002 e la fine del 2011 l'UE ha stanziato in totale circa 2,5 miliardi di EUR a favore dell'assistenza all'Afghanistan, di cui 493 milioni di EUR per l'assistenza umanitaria; deplora i ridotti risultati ottenuti nonostante le enormi iniezioni di aiuti stranieri;
19. sottolinea che, contrariamente alla percezione diffusa secondo cui la corruzione del governo afghano è responsabile della mancata fornitura di servizi essenziali ai cittadini, la maggior parte delle risorse per lo sviluppo socio-economico sono state gestite da organizzazioni internazionali, banche regionali di sviluppo, ONG, contraenti internazionali e così via, e non dal governo centrale;
20. è costernato per l'assenza di coordinamento tra i donatori internazionali e di valutazioni dettagliate sull'impatto dell'intervento internazionale civile e militare, nonché per la mancanza di trasparenza e per i limitati meccanismi di responsabilità dei donatori;
21. condanna la perdita, lungo la catena di distribuzione, di una percentuale significativa di fondi europei e di altri fondi internazionali destinati agli aiuti, e richiama l'attenzione sulle quattro cause principali di tale fenomeno: sprechi, costi di intermediazione e sicurezza troppo elevati, sovrafatturazione e corruzione;
22. ribadisce che è fondamentale coordinare l'assistenza dell'UE sulla base di un approccio congiunto che riunisca gli attori internazionali nel quadro di una strategia comune; si compiace del consenso strategico tra il governo afghano e la comunità internazionale su un partenariato rinnovato e duraturo per il prossimo decennio, come indicato nelle conclusioni della Conferenza di Tokyo sull'Afghanistan e nel Quadro di Tokyo sulla reciproca responsabilità;
23. invita la Commissione a garantire la trasparenza e la responsabilità in relazione all'assistenza finanziaria fornita al governo afghano, alle organizzazioni internazionali e alle ONG locali, al fine di assicurare la coerenza degli aiuti e l'esito positivo della ricostruzione e dello sviluppo del paese;
24. sottolinea la necessità di una cooperazione regionale che abbia l'obiettivo di considerare l'Afghanistan nel contesto di una strategia più ampia per una stabilità e una sicurezza maggiori in tutta la regione; sottolinea altresì la necessità di una maggiore cooperazione con la Russia, il Pakistan, i paesi dell'Asia centrale, l'India e l'Iran nell'ambito di un quadro regionale, al fine di affrontare le sfide rappresentate dai problemi di sicurezza, dal traffico transfrontaliero di persone e merci e dalla lotta contro la produzione illegale e il traffico di stupefacenti;
25. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo e al parlamento dell'Afghanistan, al Consiglio d'Europa e all'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
- [1] GU C 169 E del 15.6.2012, pag. 108.
- [2] Testi approvati, P7_TA(2011)0578.
- [3] Testi approvati, P7_TA(2011)0591.