Proposta di risoluzione comune - RC-B7-0541/2011Proposta di risoluzione comune
RC-B7-0541/2011

PROPOSTA DI RISOLUZIONE COMUNE sul Bahrein

26.10.2011

a norma dell'articolo 122, paragrafo 5, del regolamento
in sostituzione delle proposte di risoluzione presentate dai gruppi
Verts/ALE (B7‑0541/2011)
ECR (B7‑0556/2011)
GUE/NGL (B7‑0558/2011)
S&D (B7‑0559/2011)
ALDE (B7‑0560/2011)
PPE (B7‑0562/2011)

José Ignacio Salafranca Sánchez-Neyra, Elmar Brok, Mario Mauro, Filip Kaczmarek, Roberta Angelilli, Bernd Posselt, Tunne Kelam, Monica Luisa Macovei, Elena Băsescu, Sari Essayah, Eija-Riitta Korhola, Zuzana Roithová, Sergio Paolo Francesco Silvestris, Cristian Dan Preda, Thomas Mann, Giovanni La Via, Angelika Niebler, Bogusław Sonik a nome del gruppo PPE
Hannes Swoboda, Véronique De Keyser, Richard Howitt, Ana Gomes a nome del gruppo S&D
Marietje Schaake, Marian Harkin, Marielle De Sarnez, Sonia Alfano, Anneli Jäätteenmäki, Ramon Tremosa i Balcells, Ivo Vajgl, Edward McMillan-Scott, Alexandra Thein, Izaskun Bilbao Barandica, Kristiina Ojuland, Sarah Ludford, Louis Michel a nome del gruppo ALDE
Charles Tannock, Ashley Fox, Ryszard Antoni Legutko, Tomasz Piotr Poręba, Ryszard Czarnecki, Michał Tomasz Kamiński, Adam Bielan a nome del gruppo ECR
Rui Tavares, Frieda Brepoels, Alyn Smith, Raül Romeva i Rueda, Barbara Lochbihler, Michail Tremopoulos a nome del gruppo Verts/ALE
Marisa Matias, Marie-Christine Vergiat, Willy Meyer a nome del gruppo GUE/NGL

Procedura : 2011/2875(RSP)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo del documento :  
RC-B7-0541/2011
Testi presentati :
RC-B7-0541/2011
Testi approvati :

Risoluzione del Parlamento europeo sul Bahrein

Il Parlamento europeo,

–   viste le sue precedenti risoluzioni sulla Siria, lo Yemen e il Bahrein, in particolare la risoluzione del 7 aprile 2011[1] sulla situazione in Siria, Bahrein e Yemen e la risoluzione del 7 luglio 2011[2] sulla situazione in Siria, Yemen e Bahrein nel contesto della situazione nel mondo arabo e in Nord Africa,

–   vista la sua risoluzione del 24 marzo 2011[3] sulle relazioni dell'Unione europea con il Consiglio di cooperazione del Golfo,

–   viste la dichiarazione del suo Presidente del 12 aprile 2011 sulla morte di due attivisti civili bahreiniti e quella del 28 aprile 2011 a condanna delle sentenze capitali pronunciate contro quattro cittadini del Bahrein per aver partecipato a proteste pacifiche,

–   vista l'audizione sul Bahrein tenuta il 3 ottobre 2011 dalla sottocommissione per i diritti dell'uomo del Parlamento europeo,

–   viste le dichiarazioni del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante (VP/AR) sul Bahrein del 10, 12 e 18 marzo 2011, del 3 maggio e 1° luglio 2011, del 31 agosto 2011 e dell'8 e 30 settembre 2011, nonché le dichiarazioni del VP/AR rilasciate il 12 ottobre 2011 al Parlamento europeo sulla situazione in Egitto, Siria, Yemen e Bahrein,

–   viste le conclusioni del Consiglio del 23 maggio, 12 aprile e 21 marzo 2011 sul Bahrein,

–   viste le dichiarazioni del 23 giugno e 30 settembre 2011 del Segretario generale delle Nazioni Unite sulle sentenze pronunciate contro 21 attivisti politici, difensori dei diritti umani e leader dell'opposizione bahreiniti,

–   vista la dichiarazione sul Bahrein rilasciata il 29 settembre 2011 dalla 66a Assemblea Generale delle Nazioni Unite,

–   viste la dichiarazione alla stampa diffusa il 5 ottobre 2011 dal ministero degli Affari esteri del Regno del Bahrein e la dichiarazione effettuata il 30 settembre 2011 dal ministero della Sanità del Bahrein sulla condanna di alcuni medici, infermieri e personale sanitario,

–   vista la dichiarazione rilasciata il 23 ottobre 2011 dal procuratore generale del Bahrein sul nuovo processo a cui saranno sottoposti i medici precedentemente giudicati da tribunali militari,

–   visti il Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966, la Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti e la Carta araba dei diritti dell'uomo, tutti sottoscritti dal Bahrein,

–   visto l'articolo 19, lettera d), della Costituzione del Bahrein,

–   visti gli Orientamenti dell'UE sui difensori dei diritti umani del 2004, aggiornati nel 2008,

–   vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–   vista la Convenzione di Ginevra del 1949,

–   vista la relazione di Human Rights Watch pubblicata nel febbraio 2010,

–   visto il documento informativo pubblico elaborato da medici dal titolo "Health Services paralyzed: Bahrain's military crackdown on Patients on April 2011" (Paralisi dei servizi sanitari: repressione militare contro i pazienti in Bahrein nell'aprile 2011),

–   visto l'articolo 122 del suo regolamento,

A. considerando che, ispirate dai movimenti popolari del Nord Africa e del Medio Oriente, in Bahrein da febbraio si sono svolte regolarmente proteste pacifiche a favore della democrazia volte ottenere riforme istituzionali, politiche, economiche e sociali che consentano di raggiungere un'autentica democrazia, di combattere la corruzione e il nepotismo, di assicurare il rispetto dello Stato di diritto, dei diritti umani e delle libertà fondamentali, di ridurre le disuguaglianze sociali e di creare condizioni economiche e sociali migliori; che le autorità del Bahrein hanno fatto un uso eccessivo della forza per reprimere queste dimostrazioni pacifiche, uccidendo decine di manifestanti, e che la reazione della comunità internazionale è stata troppo lenta e debole;

B.  considerando che, a seguito della richiesta del governo del Bahrein, sono state spiegate nel paese forze straniere di migliaia di uomini, provenienti dall'Arabia Saudita e dagli EAU e operanti sotto l'egida del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG),

C. considerando che il 29 settembre un tribunale militare ha confermato la condanna di almeno 20 medici e paramedici a scontare tra 5 e 15 anni di carcere per aver condotto, nei primi mesi dell'anno, presunte attività antigovernative nell'esercitare il loro dovere professionale e nell'agire in osservanza al loro codice etico, curando i manifestanti feriti in modo equo e senza effettuare discriminazioni; che, a seguito della pressione internazionale, mercoledì 5 ottobre il procuratore generale del Bahrein, Ali Alboainain, ha annunciato che i 20 condannati sarebbero stati sottoposti a un nuovo processo dinanzi ai tribunali civili, processo che ha avuto inizio il 23 ottobre 2011;

D. considerando che alcuni dei medici condannati hanno studiato negli Stati membri dell'UE, fanno parte di organizzazioni mediche professionali con sede nell'UE e godono di buona reputazione tra i colleghi internazionali;

E.  considerando che la repressione mirata contro medici e paramedici ha gravi ripercussioni sul lavoro delle organizzazioni umanitarie internazionali; che l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha condannato l'acquisizione del controllo delle strutture mediche da parte delle forze di sicurezza nonché gli arresti arbitrari e i maltrattamenti del personale medico, azioni che ha definito sconcertanti e illegali;

F.  considerando che il 6 settembre 2011 la Corte d'appello di sicurezza nazionale, un tribunale militare, ha confermato le condanne contro non meno di 21 conosciuti attivisti per i diritti umani e oppositori del regime, tutti civili bahreiniti, tra cui Abduljalil Al-Singace e Abdulhadi Al-Khawaja, blogger e attivisti per i diritti umani, per presunti complotti intesi a rovesciare il governo; che quest'anno circa 60 civili sono stati processati dinanzi alle Corti di sicurezza nazionale;

G. considerando che molti altri attivisti politici, difensori dei diritti umani e giornalisti sono stati posti in stato di fermo durante le recenti manifestazioni a favore delle riforme; che secondo le organizzazioni per la difesa dei diritti umani essi avrebbero subito torture, maltrattamenti e vessazioni da parte delle forze di sicurezza;

H. considerando che Nabeel Rajab, vice segretario generale della Federazione internazionale dei diritti umani (FIDH), presidente del Centro per i diritti umani del Bahrein, non ha potuto lasciare il paese e continua a subire minacce e vessazioni da parte delle forze di sicurezza;

I.   considerando che il 18 ottobre 2011 Jalila al-Salman, ex vicepresidente dell'Associazione degli insegnanti del Bahrein, è stata arrestata per la seconda volta nella propria abitazione; che il 23 settembre sedici donne e quattro ragazze sono state poste in stato di fermo e accusate di "riunione pubblica illegale", rivolta e "incitamento all'odio verso il regime";

J.   considerando che il 22 maggio la Corte d'appello di sicurezza nazionale ha confermato le sentenze capitali pronunciate contro Ali Abdullah Hassan al-Sankis e Abdulaziz Abdulridha Ibrahim Hussain, accusati dell'uccisione di due poliziotti durante le proteste antigovernative in Bahrein; che il caso dei due uomini è stato rinviato in appello alla Corte di cassazione del Bahrein, che si pronuncerà il 28 novembre 2011;

K. considerando che centinaia di persone, tra cui insegnanti e professionisti del settore medico, sono state licenziate, arrestate o accusate di reati falsi nell'ambito di processi di massa condotti dinanzi ai tribunali militari in seguito alle proteste e che molte di esse non sono state reintegrate in seguito al licenziamento per favoreggiamento delle proteste, nonostante il Re si fosse impegnato per la reintegrazione della maggior parte di esse;

L.  considerando che più di 40 persone sono state uccise dall'inizio delle proteste antigovernative, tra cui Ahmed al-Jaber al-Qatan, presumibilmente colpito a morte mentre partecipava ad una protesta antigovernativa il 6 ottobre nei pressi della capitale Manama, e per la cui morte è stata attualmente avviata un'inchiesta;

M. considerando che "lo stato di sicurezza nazionale" in Bahrein è stato revocato il 1° giugno 2011 e che il 2 luglio 2011 il Re Hamad Bin Isa al-Khalifa ha lanciato il dialogo nazionale per rispondere alle preoccupazioni dei cittadini del Bahrein in seguito agli ultimi eventi; che le raccomandazioni rilasciate a seguito del dialogo sono state trasmesse al re;

N. considerando che il 29 giugno 2011 il Re Hamad ha costituito la Commissione indipendente d'inchiesta del Bahrein (BICI), comprendente una componente internazionale indipedente, al fine di indagare sulle gravi violazioni dei diritti umani durante le recenti repressioni governative nei confronti di manifestanti pro-riforma, che consegnerà le sue conclusioni il 23 novembre 2011;

O. considerando che il 24 settembre si sono svolte le elezioni per la Camera bassa del parlamento per coprire 18 seggi, resi vacanti da Al-Wefaq, partito di opposizione, che si è ritirato dall'assemblea legislativa di questo Stato mediorientale per protestare contro il trattamento riservato ai manifestanti durante i tumulti all'inizio di quest'anno;

1.  condanna la repressione dei cittadini in Bahrein che ha provocato un ingente numero di morti e feriti e sollecita il rilascio immediato e incondizionato di tutti i manifestanti pacifici, gli attivisti politici, i difensori dei diritti umani, i medici e i paramedici, i blogger e i giornalisti ed esprime solidarietà alle famiglie di tutte le vittime;

2.  invita le forze di sicurezza e le autorità del Bahrein a porre fine agli atti di violenza, alla repressione e alla detenzione di manifestanti pacifici e a mostrare la massima moderazione quando tentano di controllare le proteste; esorta le autorità ad agire in stretta conformità con la loro legislazione e con gli obblighi internazionali;

3.  ribadisce che i manifestanti hanno espresso le loro legittime aspirazioni democratiche e chiede al governo del Bahrein di avviare un dialogo autentico, significativo e costruttivo con l'opposizione, senza ulteriori ritardi o premesse aggiuntive, al fine di realizzare le necessarie riforme, promuovere la riconciliazione nazionale e ripristinare il consenso sociale nel paese;

4.  esprime viva preoccupazione per la presenza di truppe straniere sotto l'egida del CCG in Bahrein e ne chiede il ritiro immediato; ribadisce il suo invito al CCG di contribuire in modo costruttivo e fungere da mediatore nell'interesse di riforme pacifiche in Bahrein;

5.  condanna il ricorso a tribunali militari speciali per processare i civili in quanto costituisce una violazione delle norme internazionali sul processo equo e sottolinea che i civili devono essere processati in tribunali civili e che ogni detenuto merita un processo equo, con un adeguato accesso ad un avvocato e un tempo sufficiente per preparare la propria difesa; chiede l'immediata cessazione dei processi di massa di civili dinanzi al tribunale militare, ossia la Corte di sicurezza nazionale;

6.  plaude alla decisione di sottoporre a nuovo processo medici ed infermieri dinanzi ai tribunali civili, ma ritiene che tutte le accuse contro di loro dovrebbero essere ritirate ed invita i tribunali civili a rilasciare senza condizioni e senza indugio i medici e il personale medico, dal momento che agivano per dovere professionale e sono stati accusati di prestare cure mediche agli oppositori del regime, come pure di reati gravi che sembrano avere un carattere politico e per i quali non sono state presentate prove credibili, nonché di rilasciare tutti gli altri attivisti politici, giornalisti, insegnanti, blogger e difensori dei diritti umani a causa della natura arbitraria delle accuse e dell'intero procedimento; esprime profonda preoccupazione per la condanna all'ergastolo di almeno otto attivisti dell'opposizione e per la condanna fino a 15 anni di carcere di altri 13;

7.  sottolinea che comprovare che il trattamento dei feriti è improntato ad imparzialità costituisce un obbligo giuridico fondamentale nel quadro del diritto umanitario ed esorta il Bahrein quale parte contraente delle Convenzioni di Ginevra ad adempiere agli obblighi relativi alla prestazione di assistenza sanitaria ai malati e ai feriti;

8.  invita il Regno del Bahrein a consentire a tutti gli operatori sanitari di riprendere il loro lavoro e a consentire agli stessi e agli avvocati della difesa l'accesso ai rapporti medici della Commissione indipendente di inchiesta del Bahrein relativi ai sanitari detenuti;

9.  mette in guardia contro l'abuso delle leggi di sicurezza nazionale;

10. invita le autorità a ripristinare e a rispettare tutti i diritti umani e le libertà fondamentali, tra cui il pluralismo nei media sia in rete che fuori rete, la libertà di espressione e di riunione, la libertà di religione, i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere e le misure contro la discriminazione, e a porre fine alla censura; invita le autorità del Bahrein ad accettare la visita richiesta dall'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani;

11. rileva che migliaia di dipendenti hanno perso il lavoro per aver partecipato alle proteste pacifiche contro il governo; invita le autorità nazionali come pure le imprese interessate europee a ordinare la reintegrazione immediata di queste persone e a garantire che siano indennizzate per la perdita di reddito;

12. prende atto con soddisfazione della decisione del Re Hamad di istituire una commissione indipendente per indagare sulle violazioni dei diritti umani perpetrate dalle forze di sicurezza durante la repressione governativa nei confronti dei manifestanti pacifici pro-riforma; sollecita piena imparzialità e trasparenza da parte della commissione e invita il governo del Bahrein a non interferire nei suoi lavori e a garantire che gli autori di reati e tutte le persone responsabili della violenta repressione siano tradotti dinanzi alla giustizia e processati equamente;

13. accoglie con favore l'istituzione di un ministero per i diritti umani e lo sviluppo sociale in Bahrein e chiede che detto ministero agisca in conformità con le norme e gli obblighi internazionali sui diritti umani;

14. chiede che sia consentito l'accesso ad osservatori internazionali ai processi di prigionieri politici come pure che sia loro consentito di controllare i lavori della commissione indipendente che indaga sulle violazioni dei diritti umani in modo da assicurare l'obiettività conformemente alle norme internazionali;

15. invita le autorità del Bahrein e il Re del Bahrein a commutare le condanne a morte di Ali 'Abdullah Hassan al-Sankis e 'Abdulaziz 'Abdulridha Ibrahim Hussain; ribadisce la sua ferma opposizione all'uso della pena di morte ed esorta le autorità del Bahrein a dichiarare una moratoria immediata;

16. ritiene che l'indagine avviata sulla morte di Ahmed al-Jaber al-Qatan, ragazzo di 16 anni, avvenuta durante una protesta antigovernativa, debba essere indipendente, che le conclusioni debbano essere rese pubbliche e che i responsabili debbano essere assicurati alla giustizia;

17. sottolinea l'importanza della riconciliazione come parte essenziale della riforma e della stabilità nella società composita del Bahrein in cui i diritti di ogni cittadino dovrebbero essere equamente garantiti sia nel disposto che nella pratica della legge;

18. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri nonché al governo e al parlamento della Regno del Bahrein.