RELAZIONE sulle relazioni economiche e commerciali con i Balcani occidentali

9.12.2008 - (2008/2149(INI))

Commissione per il commercio internazionale
Relatore: Bastiaan Belder

Procedura : 2008/2149(INI)
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A6-0489/2008
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sulle relazioni economiche e commerciali con i Balcani occidentali

(2008/2149(INI))

Il Parlamento europeo,

–   visto il regolamento (CE) n. 1946/2005 del Consiglio del 14 novembre 2005 che modifica il regolamento (CE) n. 2007/2000 recante misure commerciali eccezionali applicabili ai paesi e territori che partecipano o sono legati al processo di stabilizzazione e di associazione dell’Unione europea[1],

–   visto il regolamento (CE) n. 1085/2006, del 17 luglio 2006, che istituisce uno strumento di assistenza preadesione (IPA)[2],

–   viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo tenutosi a Salonicco il 19 e 20 giugno 2003, in occasione del quale è stata promessa l'adesione all'Unione europea a tutti i paesi dei Balcani occidentali,

–   viste la decisione del Consiglio europeo del 16 dicembre 2005 di accordare all'ex Repubblica iugoslava di Macedonia lo status di paese candidato all'adesione all'Unione europea e le conclusioni della Presidenza dei Consigli europei del 15-16 giugno 2006, del 14-15 dicembre 2006 e del 19-20 giugno 2008,

–   vista la decisione di avviare i negoziati di adesione con la Croazia, adottata dal Consiglio europeo il 3 ottobre 2005,

–   vista la comunicazione della Commissione del 5 marzo 2008 dal titolo "Rafforzare la prospettiva europea dei Balcani occidentali" (COM(2008)0127),

–   vista la risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 10 giugno 1999,

–   vista la sua risoluzione del 29 marzo 2007 sul futuro del Kosovo e il ruolo dell'UE[3],

–   vista la sua risoluzione legislativa del 12 ottobre 2006 sulla proposta di decisione del Consiglio relativa alla concessione di un'assistenza finanziaria eccezionale al Kosovo[4],

–   vista la sua risoluzione del 23 aprile 2008 relativa alla relazione 2007 sui progressi compiuti dall'ex Repubblica iugoslava di Macedonia[5],

–   vista la sua risoluzione del 10 aprile 2008 sulla relazione concernente i progressi compiuti dalla Croazia nel 2007[6],

–   vista la sua raccomandazione del 15 marzo 2007 destinata al Consiglio sulla Bosnia-Erzegovina[7],

–   vista la sua raccomandazione del 25 ottobre 2007 destinata al Consiglio sulle relazioni tra l'Unione europea e la Serbia[8],

–   vista la sua risoluzione legislativa del 6 settembre 2006 sulla proposta di decisione del Consiglio e della Commissione concernente la conclusione di un accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Albania, dall'altra[9],

–   vista la sua risoluzione legislativa del 13 dicembre 2007 sulla proposta di decisione del Consiglio e della Commissione relativa alla conclusione dell'accordo di stabilizzazione e di associazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica di Montenegro, dall'altra[10],

–   vista la comunicazione della Commissione del 31 gennaio 2007 dal titolo "Estensione dei principali assi di trasporto transeuropei ai paesi confinanti - Orientamenti per i trasporti in Europa e nelle regioni confinanti" (COM(2007)0032),

–   vista la comunicazione della Commissione del 5 marzo 2008 sullo stato di avanzamento dei colloqui relativi alla cooperazione nel settore dei trasporti con i paesi vicini (COM(2008)0125),

–   visto il trattato che istituisce una Comunità dell'energia tra l'UE e l'Europa sud-orientale, firmato ad Atene il 25 ottobre 2005,

–   vista la comunicazione della Commissione del 6 novembre 2007 sulla strategia di allargamento e le sfide principali per il periodo 2007-2008 (COM(2007)0663),

–   viste la sua risoluzione del 16 marzo 2006 sul documento 2005 di strategia per l'allargamento della Commissione e quella del 13 dicembre 2006 sulla comunicazione della Commissione concernente la strategia di allargamento[11] e le sfide principali per il periodo 2006-2007[12],

–   viste tutte le altre precedenti risoluzioni sui paesi dei Balcani occidentali,

–   visto l'articolo 45 del suo regolamento,

–   visti la relazione della commissione per il commercio internazionale e i pareri della commissione per gli affari esteri e della commissione per lo sviluppo regionale (A6-0489/2008),

A. considerando che il Consiglio europeo di Salonicco ha chiaramente definito la "prospettiva europea" degli Stati dei Balcani occidentali indicando il processo di stabilizzazione e associazione come il quadro di riferimento generale per le relazioni europee con tali paesi,

B.  considerando che la Croazia è attualmente impegnata nei negoziati di adesione con l'Unione europea e che l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia ha ottenuto lo status di paese candidato nel 2005,

C. considerando che le concessioni commerciali e l'assistenza finanziaria dell'UE hanno svolto un ruolo centrale nel processo di stabilizzazione e associazione dei Balcani occidentali,

D.  considerando che la Croazia è sulla buona strada verso la piena adesione all'Unione europea, con prospettive di concludere i negoziati nel 2009, ha continuato a soddisfare i criteri politici ed economici di Copenaghen ed è stata riconosciuta come un'economia di mercato funzionante, il che potrebbe servire da esempio positivo per gli altri paesi della regione,

E.  considerando che il 17 febbraio 2008 l'Assemblea del Kosovo ha approvato una risoluzione con cui è stata dichiarata l'indipendenza del Kosovo; che il 18 febbraio il Consiglio ha concordato che gli Stati membri avrebbero deciso in merito alle loro relazioni con il Kosovo conformemente alla prassi nazionale ed al diritto internazionale; che, secondo alcune stime, l'assistenza totale fornita dall'UE per lo sviluppo politico ed economico del Kosovo e il finanziamento del contributo UE alla presenza internazionale nel paese ammontano a più di un miliardo di euro per il periodo 2007-2010,

F.  considerando che la prosperità economica e la piena integrazione nel mercato interno dell'UE e nel sistema commerciale mondiale sono fondamentali per la stabilità di lungo termine e la crescita economica e sociale sostenibile nell'intera regione dei Balcani occidentali,

G.  considerando che un'apertura dei mercati dei paesi dei Balcani occidentali realizzata in modo progressivo e con cautela, applicando altresì un approccio per singolo paese che favorisca soprattutto la creazione di un mercato regionale, dovrebbe apportare un significativo contributo al processo di stabilizzazione politica ed economica della regione,

H. considerando che una maggiore cooperazione economica nella regione dei Balcani occidentali apre anche prospettive positive per la crescita delle economie degli Stati membri sud-orientali dell'UE e rafforzerà una loro maggiore integrazione nel mercato unico,

I.   considerando che l'accordo di libro scambio dell'Europa centrale (CEFTA) ha riunito 32 accordi di libero scambio bilaterali tra paesi dell'Europa meridionale in un unico accordo globale regionale che accresce l'attuale livello di liberalizzazione della regione attraverso un unico quadro di norme eque, trasparenti e prevedibili,

J.   considerando che la crescita economica dei Balcani occidentali varia in modo significativo entro una forchetta che nel 2006 spaziava dal 3% della ex Repubblica iugoslava di Macedonia al 10,3% del Montenegro; che diversi sono i tassi di disoccupazione i quali, nel 2007, oscillavano dagli elevati indici del Kosovo (40%) a quelli più ridotti del Montenegro (11,9%),

K. considerando che le economie dei Balcani occidentali dipendono fortemente dal commercio estero e che il totale delle importazioni e delle esportazioni corrisponde ad una consistente quota del loro PIL; considerando altresì che il 61% dei flussi commerciali della regione è diretto nell'Unione europea, benché essi rappresentino soltanto il 2% del commercio estero dell'Unione europea,

L.  considerando che le infrastrutture per i trasporti e l'agevolazione di questi ultimi sono indispensabili per lo sviluppo economico, la coesione sociale e l'integrazione,

M. considerando che è necessario un maggiore sostegno a favore delle piccole e medie imprese dei Balcani occidentali al fine di garantire una crescita economica sostenibile, la creazione di posti di lavoro e le esportazioni,

N. considerando che il settore dei servizi, in particolare il turismo, sta svolgendo un ruolo importante nelle economie dei paesi dei Balcani occidentali,

O.  considerando che i piccoli mercati come quelli esistenti in taluni paesi dei Balcani occidentali sono particolarmente soggetti a cartelli, prassi restrittive o abusi di potere di mercato, che potrebbero avere un forte impatto sulla crescita economica regionale, il tasso di disoccupazione e lo sviluppo sociale,

P.  considerando che le economie dei Balcani occidentali sono assai eterogenee e hanno caratteristiche diverse, ad esempio Albania, Croazia, Montenegro sono diverse dalle altre economie dei Balcani occidentali, in quanto il settore del turismo è per loro fondamentale,

Q. considerando che tutti i paesi dei Balcani occidentali hanno concluso accordi di associazione e stabilizzazione (AAS) con l'UE,

Considerazioni generali

1.  accoglie con favore i progressi compiuti nel processo di stabilizzazione e associazione e, in particolare, la recente firma dell'AAS con la Bosnia-Erzegovina e con la Serbia; invita gli Stati membri a ultimare il prima possibile il processo di ratifica di tutti gli accordi di stabilizzazione e associazione; si compiace dei progressi compiuti nell'attuazione degli accordi interinali e invita i paesi dei Balcani occidentali a continuare gli sforzi in tale ambito; sottolinea l'importanza di rafforzare ulteriormente la dimensione multilaterale del processo di stabilizzazione e associazione in vista di una piena ripresa della cooperazione regionale in tutti i campi;

2.  ribadisce la "prospettiva europea" dei paesi dei Balcani occidentali, chiaramente definita durante il Consiglio europeo di Salonicco; rileva tuttavia che la futura adesione dei paesi dei Balcani occidentali all'Unione europea è strettamente subordinata al rispetto di tutti i requisiti e le condizioni fissati dall'Unione europea, compresi i criteri di adesione di Copenaghen e alla conclusione positiva del processo di stabilizzazione e associazione, che prevede la cooperazione regionale, buone relazioni di vicinato e la piena cooperazione con il Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia;

3.  sottolinea che una seria prospettiva di adesione all'UE per gli Stati dei Balcani occidentali può fungere da catalizzatore per incoraggiare la transizione della popolazione e dei governi di tali paesi dal nazionalismo regressivo e dalla violenza settaria alla futura integrazione col resto dell'Europa; tale prospettiva migliorerà inoltre l'immagine relativamente debole che l'Unione europea ha dei Balcani occidentali a causa delle recenti guerre e delle controversie politiche degli ultimi decenni, incentivando per parte sua le aziende UE ad incrementare le loro attività nella regione;

4.  esorta l'Unione europea a dimostrare senza soluzioni di continuità il suo impegno nei Balcani occidentali, sopratutto in questo periodo politicamente delicato; invita il Consiglio e la Commissione a rendersi conto che la creazione di un"buco nero" in Kosovo non va a vantaggio né dell'Unione europea né dei Balcani occidentali; chiede pertanto alle istituzioni dell'UE di impegnarsi attivamente al fine di evitare tensioni;

5.  ritiene che, ai fini dell'approccio generale adottato nei confronti dei Balcani occidentali, sia indispensabile tener conto delle differenze tra i paesi della regione per quanto concerne i loro rispettivi livelli di sviluppo economico e di rispetto dell'acquis comunitario e delle norme dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC); sottolinea pertanto l'importanza di un percorso rigorosamente individuale verso l'adesione all'UE per ognuno dei paesi dei Balcani occidentali, basato fra l'altro sul rispetto dei criteri di Copenaghen nonché delle condizioni e dei requisiti stabiliti dall'Unione europea da parte di ciascuno di essi;

6.  accoglie con favore la facilitazione dei visti e gli accordi di riammissione che sono entrati in vigore nel gennaio 2008 nonché il dialogo sulle tabelle di marcia in materia di progressiva liberalizzazione del regime dei visti per i paesi dei Balcani occidentali; ritiene che vi sia la reale esigenza di migliorare i regimi doganali esistenti e di istituirne di nuovi ben funzionanti, allo scopo di facilitare i flussi di scambio e garantire una più stretta cooperazione economica, scientifica, tecnologica e commerciale; accoglie con favore la decisione della Commissione di offrire un numero crescente di borse di studio a studenti provenienti dai Balcani occidentali nel quadro del programma Erasmus Mundus;

OMC e accordo CEFTA

7.  invita la Commissione e il Consiglio ad attuare le misure necessarie ad incoraggiare una maggiore integrazione dei Balcani occidentali nel sistema economico e commerciale mondiale, in particolare attraverso l'adesione all'OMC dei paesi della regione che non ne sono ancora membri; si compiace del fatto che l'Albania, la Croazia e l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia siano già membri dell'OMC; sottolinea che la liberalizzazione degli scambi deve andare di pari passo con la riduzione della povertà e dei tassi di disoccupazione, la promozione dei diritti economici e sociali e il rispetto per l'ambiente;

8.  sottolinea la funzione di stimolo che la cooperazione regionale e le buone relazioni di vicinato possono rappresentare per la crescita economica della regione nonché il ruolo fondamentale che l'accordo CEFTA svolge nell'ambito di tale processo; evidenzia come quest'ultimo possa inoltre influire significativamente sull'ulteriore integrazione della regione nell'UE attraverso un rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali tra l'UE e i Balcani occidentali; ritiene pertanto che l'accordo CEFTA costituisca un importante contributo alla preparazione dell'adesione dei paesi dei Balcani occidentali all'Unione europea;

9.  invita i governi dei Balcani occidentali a valutare in modo più approfondito la possibilità di adottare misure volte ad una maggiore liberalizzazione commerciale nelle regioni che finora ne sono state esenti, e a predisporre meccanismi per combattere sistematicamente le violazioni dei diritti internazionali di proprietà intellettuale e industriale; chiede a questi governi di conformarsi all'acquis comunitario e di attivarsi per porre fine alle pratiche e alle misure che equivalgono a barriere commerciali non tariffarie;

Assistenza europea e appropriazione del processo di riforma da parte dei Balcani occidentali

10. sostiene gli sforzi profusi dai paesi dei Balcani occidentali in materia di riforma e cooperazione regionale attraverso il loro IPA; sottolinea che i paesi dei Balcani occidentali sono gli unici "titolari" del processo di riforma; sollecita tali paesi ad impegnarsi nell'elaborazione di un numero sufficiente di progetti ambiziosi al fine di poter utilizzare i fondi europei disponibili evitando di adottare un approccio eccessivamente passivo e dipendente dalle iniziative europee;

11. sottolinea il ruolo delle regioni nello sviluppo economico e sociale e quindi l’importanza dell'IPA per sostenere i paesi dei Balcani occidentali nel processo di democratizzazione, di trasformazione economica e sociale e di allineamento agli standard europei nonché per ravvicinare tali paesi alle strutture dell’Unione europea;

12. chiede alla Commissione e agli Stati membri di dotare l’IPA di mezzi finanziari aggiuntivi necessari per sviluppare progetti orientati ai bisogni e fornire un’assistenza efficace e mirata a livello locale e regionale; sottolinea l'importanza dei progetti "people-to-people" particolarmente adatti a trasmettere alla popolazione del luogo il valore aggiunto apportato dall'Unione europea;

13. accoglie con favore il fatto che una delle priorità dell’IPA sia quella di contribuire allo sviluppo delle capacità istituzionali e amministrative dei Balcani occidentali, sia a livello nazionale che regionale, incoraggia la Commissione a rafforzare tale ambito di attività al fine di stimolare lo sviluppo della governance e di preparare tali paesi e regioni ad assorbire in futuro i fondi strutturali nonché di favorire il loro adeguamento agli standard UE, nella prospettiva della loro eventuale adesione futura; chiede alla Commissione di garantire un'elevata trasparenza nella creazione di istituzioni e di adottare misure atte a prevenire la corruzione;

14. invita il Consiglio e la Commissione a fornire agli Stati della regione l'assistenza tecnica economica ed amministrativa di persone qualificate, in collaborazione con le organizzazioni internazionali e regionali impegnate nelle questioni economiche concernenti i Balcani occidentali, al fine di rafforzare le strutture pubbliche locali, creare una base economica più efficiente e diversificata e migliorare la penetrazione di prodotti locali nei mercati esteri, e nell'Unione europea in particolare;

15. invita gli Stati membri ad offrire ai paesi dei Balcani occidentali i cosiddetti programmi di cooperazione intergovernativa "government-to-government", che prevedono la fornitura di assistenza, formazione e orientamento all'interno dei loro dipartimenti nazionali in ambiti esplicitamente indicati dalle autorità degli Stati dei Balcani occidentali; sottolinea come tali programmi possano svolgere un ruolo importante nell'attuazione dell'acquis comunitario nella regione, offrendo al tempo stesso a tali paesi la possibilità di specificare esattamente le forme di assistenza richieste;

16. invita la Commissione a presentare puntualmente al Parlamento, con il dovuto anticipo ai fini della loro approvazione, eventuali nuove proposte volte a fornire assistenza di bilancio straordinaria ai paesi dei Balcani occidentali; sottolinea che ulteriori forme di assistenza finanziaria ai Balcani occidentali (e in particolare al Kosovo) devono essere subordinate alla messa a punto, con il sostegno delle istituzioni finanziarie internazionali, di un piano di sviluppo economico di lungo termine globale e realistico;

17. ritiene che le autorità locali e regionali svolgano un ruolo determinante per lo sviluppo economico sostenibile e per il rafforzamento della società civile, concretizzando le priorità nazionali e comunitarie mediante progetti di partenariato con gli attori della sfera pubblica e privata;

18. ribadisce l’importanza della cooperazione transfrontaliera e internazionale per lo sviluppo di progetti comuni e per instaurare legami duraturi sia tra le regioni dei Balcani occidentali che tra questi ultimi e le regioni degli Stati membri; sottolinea altresì che i benefici di tale cooperazione non sono soltanto di natura economica ma hanno anche una connotazione politica e umana, consentono un ravvicinamento tra i popoli e i governi e assicurano nel lungo termine la stabilità e la prosperità nella regione;

19. incoraggia le regioni dell’Unione europea a realizzare progetti transfrontalieri con le regioni dei Balcani occidentali al fine di instaurare una stretta cooperazione a lungo termine a livello regionale e in materia di scambio di esperienze e di buone pratiche, nell’ambito delle reti europee di cooperazione regionale; ritiene che il rafforzamento del Consiglio di cooperazione regionale permetterà di promuovere la cooperazione nella regione;

Politiche economiche, energia, trasporti e ambiente

20. sollecita i paesi della regione, in stretta cooperazione con la Commissione e le altre istituzioni finanziarie internazionali competenti, a conservare e accrescere, attraverso solide politiche fiscali e monetarie, i progressi fatti in materia di stabilità macroeconomica, requisito imprescindibile per una crescita economica durevole; sollecita inoltre tali paesi ad accelerare il ritmo delle riforme strutturali, soprattutto in ambito fiscale e doganale e amministrativo, mediante la promozione dei principi di trasparenza e responsabilità e il sostegno ad una sana gestione nel settore pubblico;

21. sottolinea la necessità di garantire un maggiore sostegno allo sviluppo del settore privato della regione e agli investimenti nelle infrastrutture, anche mediante una più stretta collaborazione con la Banca europea per gli investimenti, nonché con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e altre istituzioni finanziarie internazionali;

22. ritiene essenziale per lo sviluppo economico della regione creare un clima favorevole agli investimenti e invita la Commissione e gli Stati dei Balcani occidentali ad adoperarsi per intensificare le riforme economiche, predisponendo piani di sviluppo strategico per l'attuazione di progetti di investimento di particolare rilevanza per la regione nel suo complesso;

23. si congratula con i governi dei Balcani occidentali per i progressi compiuti finora in ambito economico, pur mantenendo la stabilità macroeconomica; accoglie con favore l'attuazione, da parte dei suddetti governi, della politica tributaria e delle politiche di disciplina fiscale adottate, che hanno comportato un incremento del gettito statale;

24. sottolinea quanto sia importante perseguire lo sviluppo della cooperazione energetica nella regione in particolare attraverso lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabili, attraverso la creazione di mercati aperti, affidabili e competitivi, e il miglioramento delle condizioni generali di ampliamento delle infrastrutture energetiche della regione, compreso il potenziamento delle capacità di interconnessione tra gli Stati membri confinanti e i paesi partner dell'UE; sottolinea il ruolo importante che svolge a tal fine la Comunità dell'energia;

25. è del parere che lo sviluppo del porto di Fiume (Rijeka) in Croazia sia un progetto di assoluta importanza per l'Unione europea; ritiene che sia nell'interesse dell'Unione adoperarsi affinché tale sviluppo proceda più speditamente possibile;

26. sottolinea che la tutela ambientale è un elemento importante dello sviluppo sostenibile nella regione dei Balcani occidentali; considera imperativo che la Commissione e i governi della regione promuovano solide politiche e strategie ambientali, in linea con la legislazione ambientale dell'UE;

27. ritiene importante che i paesi dei Balcani occidentali applichino i principi e gli orientamenti della politica marittima comune europea e sottolinea la necessità di utilizzare il Danubio, in quanto importante corridoio di trasporto e fonte di preziose risorse, in maniera efficiente ed ecocompatibile, nel rispetto della legislazione UE; sostiene al riguardo le iniziative regionali in corso e le organizzazioni (segnatamente la Commissione internazionale per la protezione del Danubio – ICPDR) impegnate a favore della tutela ambientale, di un migliore impiego delle capacità di trasporto fluviale e di un maggiore livello di prevenzione delle catastrofi per il Danubio;

28. rammenta la necessità di incrementare gli scambi commerciali di prodotti agricoli anche con la Croazia, affinché quest'ultima, aderendo all'Unione europea, possa adeguarsi alla politica agricola comune alle migliori condizioni possibile;

29. riconosce la specifica geografia della regione e la sua situazione strategica, che rende tale area il naturale punto di transito per il commercio di beni, in particolare di prodotti energetici primari (greggio e gas naturale), tra Europa ed Asia; accoglie con favore l'avvio di grandi progetti di trasporto sub-regionali come "l'asse sud-orientale", che faciliterà l'inserimento in termini reali dei paesi dei Balcani occidentali nella più ampia rete di trasporto dell'energia che collega l'Unione europea con la Turchia e i paesi del Caucaso; invita la Commissione e i paesi dei Balcani occidentali a rendere disponibili risorse finanziarie sufficienti per la modernizzazione delle infrastrutture, con particolare riferimento al settore logistico, e ad attuare le riforme necessarie per accrescere la dinamicità e competitività del settore;

30. sottolinea la necessità, per quanto riguarda il commercio al dettaglio, di eliminare gli ostacoli amministrativi che impediscono l'emergere di commercianti di generi alimentari più competitivi, in quanto le inefficienze del commercio in questo comparto impediscono ai produttori europei di raggiungere il mercato;

31. sottolinea la necessità di fornire un maggior sostegno allo sviluppo delle PMI sulla base della Carta europea per le piccole imprese, sottoscritta da tutti i paesi dei Balcani occidentali; invita la Commissione e gli Stati membri a garantire l'accesso delle PMI ai fondi strutturali dell'UE e a fornire maggiori finanziamenti per i progetti legati alle PMI; invita la Commissione a definire un quadro istituzionale di riferimento per accrescere la cooperazione tra la Comunità e il settore privato nei paesi dei Balcani occidentali, onde garantire il corretto impiego dei fondi comunitari;

32. sottolinea la necessità di espandere gli ambiti della cooperazione tra l'Unione europea e i paesi dei Balcani occidentali nel settore dell'istruzione e della scienza, in quanto ciò creerà le condizioni necessarie a garantire la stabilità dello sviluppo economico e della crescita nella regione e favorirà l'integrazione dei Balcani occidentali nello spazio economico comune e nello spazio comune della ricerca e dell'istruzione, nonché la loro partecipazione al mercato del lavoro in conformità delle norme e degli obblighi UE;

33. invita la Commissione - dal momento che la crisi finanziaria internazionale ha raggiunto l'Europa e può avere effetti indiretti sul commercio e gli investimenti esteri nei Balcani occidentali - a monitorare gli sviluppi della situazione e, se necessario, ad adottare misure adeguate per garantire il buon proseguimento del processo di stabilizzazione e associazione, che è un fattore importante per la stabilità nella regione ed è nel migliore interesse della stessa UE;

Servizi finanziari, amministrazione doganale, lotta alla criminalità organizzata e alla corruzione

34. ritiene indispensabili, ai fini dello sviluppo economico dei paesi della regione, una riforma radicale dei loro sistemi bancari e assicurativi, l'istituzione di un efficiente sistema di microcredito e il miglioramento della regolamentazione e della supervisione delle attività bancarie, in modo da gettare le basi di una graduale apertura dei loro mercati finanziari;

35. invita gli Stati della regione colpiti dal problema della corruzione tra i funzionari pubblici, ad adottare tutte le misure necessarie per combattere tale fenomeno e a garantire un funzionamento migliore e più trasparente dei loro servizi doganali, in linea con le norme stabilite dall'UE e dall'Organizzazione mondiale delle dogane;

36. sottolinea la necessità di aumentare e inasprire i controlli doganali, allo scopo di combattere le attività di contrabbando, contraffazione e pirateria di beni, dal momento che tali prassi, oltre alle mancate entrate che ne derivano, comportano considerevoli rischi per la salute degli abitanti sia dell'UE sia dei paesi dei Balcani occidentali;

37. accoglie con favore il miglioramento del clima imprenditoriale e le misure tese a ridurre le barriere legali e amministrative all'avvio delle imprese; esprime tuttavia preoccupazione per l'esistenza di cartelli e gli abusi di potere di mercato da parte dei cosiddetti "magnati" in taluni paesi dei Balcani occidentali e da parte di imprese in posizione di mercato dominante; sollecita i governi dei paesi dei Balcani occidentali ad intensificare la lotta alla corruzione e a sviluppare un'adeguata politica della concorrenza cui debbono attenersi anche le imprese statali;

38. invita i paesi dei Balcani occidentali a sviluppare le politiche occupazionali e fiscali in modo da affrontare i problemi della disoccupazione, dei salari relativamente alti e delle grandi dimensioni dell'economia informale;

39. sottolinea che una concorrenza regionale transfrontaliera equa e trasparente in materia di appalti pubblici è uno dei principali assi portanti di un mercato regionale veramente integrato; invita i paesi dei Balcani occidentali a esaminare il potenziale offerto dagli appalti pubblici ai fini della stabilizzazione dello sviluppo economico sostenibile e a moltiplicare gli sforzi finalizzati alla creazione di un sistema regionale di appalti pubblici più integrato ed efficiente, applicando il principio di non discriminazione tra i fornitori nazionali e regionali;

o

o        o

40. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione nonché ai parlamenti e ai governi dei Stati membri e dei paesi interessati.

  • [1]       GU L 312 del 29.11.2005, pag. 1.
  • [2]       GU L 210 del 31.7.2006, pag. 82.
  • [3]       GU C 27 E del 31.1.2008, pag. 207.
  • [4]       GU C 308 E del 16.12.2006, pag. 141.
  • [5]       Testi approvati, P6_TA(2008)0172.
  • [6]       Testi approvati, P6_TA(2008)0120.
  • [7]       GU C 301 E del 13.12.2007, pag. 224.
  • [8]       GU C 263 E del 16.10.2008, pag. 626.
  • [9]       GU C 305 E del 14.12.2006, pag. 141.
  • [10]     Testi approvati, P6_TA(2007)0617.
  • [11]     GU C 291 E del 30.11.2006, pag. 402.
  • [12]     GU C 317 E del 23.12.2006, pag. 480.

MOTIVAZIONE

Introduzione

Prima delle guerre degli anni '90 del secolo scorso, la Jugoslavia era da molti considerata una candidata possibile all'adesione alla Comunità europea. Ora, dieci anni dopo le guerre in Iugoslavia, il quadro di riferimento europeo è cambiato radicalmente. Soltanto la Slovenia, la repubblica più ricca e sviluppata, ha potuto approfittare dell'allargamento, diventando membro dell'UE nel 2004 e accedendo alla zona Euro nel 2007. Per le altre repubbliche ex-iugoslave, la guerra ha significato, oltre a gravi perdite in termini di vite umane, una seria recessione in termini economici e infrastrutturali, legata sia alle attività belliche che alla grave carenza di investimenti infrastrutturali e di manutenzione.

La situazione albanese è dal punto di vista economico simile, in quanto lo stato di arretratezza del paese unitamente alle disastrose scelte economiche del governo comunista, hanno fatto sì che l'Albania fosse, alla fine del regime di Enver Hoxha, un paese da ricostruire integralmente.

L'UE è stata in prima linea nel processo di ripresa politica ed economica dei paesi della ex Iugoslavia. Nel 2003, nella città greca di Salonicco, il Consiglio ha chiaramente definito la prospettiva europea dei paesi dei Balcani occidentali: la Croazia e FYROM sono paesi ufficialmente candidati all'adesione all'UE, mentre agli altri paesi dei Balcani occidentali è stato riconosciuto lo status di potenziali candidati.

L'UE ha assunto responsabilità enormi nei confronti dei Balcani occidentali e il compito che la attende, già di per sé complesso, è ulteriormente complicato dal fatto che la regione non è ancora completamente stabilizzata. Vi sono ancora focolai di tensione e conflitti latenti che, se non opportunamente risolti, possono nuocere al processo di pacificazione dei paesi balcanici nonché danneggiare, ritardare o addirittura compromettere fortemente le attuali possibilità di adesione all'UE di tali paesi.

Scopo della presente relazione è dare una panoramica delle relazioni economiche e commerciali con i paesi dei Balcani occidentali e valutare come promuovere, attraverso l'uso degli strumenti economici e finanziari a disposizione dell'UE, la stabilizzazione della regione, un migliore sviluppo dei paesi che ne fanno parte e un più elevato tenore di vita per i loro abitanti, in vista del loro ingresso nell'UE.

Il ruolo dell'UE

L'UE ha un ruolo essenziale da svolgere nella ripresa dei Balcani occidentali. Il processo di stabilizzazione e associazione rimane la cornice politica in cui si sviluppano le relazioni tra UE e Balcani occidentali. In tale contesto, gli accordi di stabilizzazione e associazione, le preferenze commerciali e l'assistenza tecnica e finanziaria restano i tre pilastri sulla base dei quali la UE auspica di stabilizzare la regione e legare più strettamente i paesi balcanici al proprio sistema giuridico ed economico.

Poiché non tutti i paesi della regione presentano lo stesso livello di sviluppo e recepimento dell'acquis communautaire, sono necessari approcci specifici e mirati, piuttosto che una strategia unica.

Va infine ricordato che i progressi dei negoziati di adesione (o il loro avvio nel caso dei paesi potenzialmente candidati) con i paesi dei Balcani occidentali dipenderanno dal pieno rispetto dei criteri di Copenaghen e dalla adesione incondizionata ai principi di democrazia e di rispetto dei diritti umani.

L'adesione all'OMC

Una condizione necessaria allo sviluppo dei paesi dei Balcani occidentali è la loro adesione all'OMC. La Croazia, l'Albania e FYROM sono già membri dell'OMC, mentre la Bosnia-Erzegovina, la Serbia, il Montenegro hanno ottenuto lo status di osservatori e sono impegnati nei negoziati di adesione.

L'adesione all'OMC è necessaria ai fini dell'integrazione di questi paesi nel sistema commerciale mondiale e per consentire loro di fruire delle opportunità che la globalizzazione offre sia in termini di sviluppo economico che di investimenti diretti esteri.

Il relatore ritiene che la Commissione europea debba continuare a sostenere gli sforzi di questi paesi nei negoziati con l'OMC e a fornire loro adeguata assistenza tecnica e supporto diplomatico.

L'accordo CEFTA (Central European Free Trade Agreement)

L'accordo CEFTA, sottoscritto da tutti i paesi dei Balcani occidentali, ha subito una profonda revisione e costituisce un importante passo avanti verso la creazione di un mercato interno regionale.

Benché l'UE sia diventata il principale partner commerciale di tutti i paesi dei Balcani occidentali, una maggiore cooperazione regionale in materia economica e commerciale resta una priorità economica e commerciale ineludibile, sia dal punto di vista politico che economico.

A questo riguardo, il relatore, che si compiace dell'appoggio esterno fornito dall'UE all'istituzione dell'accordo CEFTA, ritiene auspicabile che la Commissione prema per la creazione di una vera comunità economica regionale ben funzionante e quanto più vicina possibile alla legislazione comunitaria.

Gli accordi di associazione e stabilizzazione

Come già detto, gli accordi di associazione e stabilizzazione sono la pietra miliare delle nostre relazioni con i paesi dei balcani occidentali. Gli ultimi accordi sono stati firmati nel 2007 per il Montenegro e all'inizio del 2008 per la Serbia e la Bosnia-Erzegovina. Non tutti sono entrati in vigore, ma attraverso accordi ad interim la Commissione ha garantito l'applicazione anticipata delle disposizioni commerciali in essi contenute.

Gli accordi di associazione e stabilizzazione rappresentano una tappa fondamentale del percorso dei paesi dei Balcani occidentali verso l'Unione europea. Il relatore sottolinea, tuttavia, il fatto che la conclusione di tali accordi non deve portare ad una corsa sfrenata verso un'adesione che non sia non basata sui criteri di Copenaghen precedentemente citati.

Il nuovo ruolo strategico dei Balcani occidentali

I Balcani sono stati per troppo tempo alla periferia dell'Europa. Ciò si è tradotto in un grave ritardo di sviluppo e nell'introduzione di un sistema logistico, energetico e di trasporto incapace di soddisfare il fabbisogno locale e dannoso per il sviluppo economico dell'intera regione, se non dell'UE nel suo insieme.

A questo riguardo, pur notando gli importanti progressi compiuti in materia di modernizzazione delle infrastrutture della regione, il relatore ritiene che occorra dare un'enfasi ancora maggiore alla completa integrazione dei Balcani occidentali nel sistema economico dell'UE, nel pieno rispetto delle norme europee in materia di concorrenza.

Lo sviluppo del sistema di trasporto regionale nei Balcani occidentali non creerebbe soltanto migliori condizioni per lo sviluppo economico regionale, ma consentirebbe di collegare in modo più efficace e conveniente l'intera Europa sud-orientale e la Turchia ai mercati dell'Europa centro-orientale.

Lo sviluppo della regione balcanica non potrà tuttavia dirsi garantito se, accanto ai grandi assi di collegamento come autostrade, ferrovie, porti e aeroporti, non sarà sviluppato un sistema di collegamenti stradali secondari efficienti e in buone condizioni.

L'energia è un tema importante per i paesi dei Balcani occidentali poiché nessuno di essi, in effetti, dispone di grandi riserve energetiche, e tutti dipendono pertanto da paesi terzi per quanto riguarda l'approvvigionamento energetico. Collocare le questioni energetiche dei Balcani occidentali nel quadro dello sviluppo di una politica energetica europea rappresenta la soluzione migliore. Ciò consentirebbe a tali paesi di non importare petrolio e gas soltanto dalla Russia, e di partecipare anche al raggiungimento dell'obiettivo europeo di una maggiore diversificazione dell'approvvigionamento attraverso l'importazione di energia dal Caucaso e dall'Asia centrale.

Riforme economiche e amministrative nei Paesi dei Balcani occidentali.

Uno dei gravi problemi che continuano ad affliggere i paesi della regione balcanica è la relativa debolezza dei governi. Benché sia i governi nazionali che l'UE abbiano compiuto sforzi importanti, resta molto da fare per istituire sistemi di governo efficienti e moderni. A tale riguardo il relatore suggerisce l'istituzione di programmi di cooperazione intergovernativa "government-to-government" da parte degli Stati membri, in modo da fornire ai paesi dei Balcani occidentali sostegno e assistenza mirati alle loro esigenze a livello dipartimentale.

Si tratta innanzitutto di riformare il sistema fiscale, di rafforzare i dipartimenti doganali dei singoli paesi e di garantire un'efficace repressione della corruzione e del crimine organizzato in genere. Il relatore è convinto che questi handicap potrebbero ritardare sensibilmente la crescita economica dei paesi balcanici e la creazione di più stretti legami con l'UE. È inoltre auspicabile una riforma del sistema bancario e assicurativo che assicuri una migliore gestione dell'economia, un più agevole accesso al credito per le imprese locali e un efficace contrasto del riciclaggio di denaro sporco.

Politica industriale, agricoltura e servizi

La crescita economica dei paesi dei Balcani occidentali rimane al momento relativamente sostenuta e fa ben sperare per il futuro. A livello macroeconomico restano tuttavia molti nodi da sciogliere. Il grave deficit commerciale (ad esempio rispetto all'UE), un settore industriale inadeguato e obsoleto, l'eccessiva frammentazione dell'economia, prevalentemente caratterizzata da PMI e, spesso, micro-imprese, un tasso di disoccupazione che in alcuni casi si avvicina al 50% della forza lavoro, sono tutti elementi che possono minare la crescita economica dei paesi della regione e quindi il loro percorso verso l'adesione all'UE.

Il relatore ritiene tuttavia che questi obbiettivi possano essere raggiunti nel pieno rispetto dell'ambiente e delle norme sociali comunitarie e internazionali che tutelano il lavoro, garantendo nel contempo il pari accesso al mercato del lavoro e all'istruzione superiore a tutte le minoranze etniche.

Alcune considerazioni finali

L'integrazione politica dei Balcani occidentali nell'UE passa attraverso una migliore e più intensa cooperazione economica regionale ed internazionale. L'allargamento ai Balcani occidentali sarà tanto più rapido quanto più i paesi che ne fanno parte sapranno dimostrare di possedere un sistema di governo efficiente e un'economia sana e dinamica. In tale processo l'UE deve dar prova di un vero impegno nei confronti di tale regione, i cui problemi economici sono in parte dovuti alla sua immagine negativa. Quest'ultima potrà migliorare significativamente se l'UE si mostrerà davvero decisa ad onorare l'impegno a favore dell'adesione all'UE di tali paesi nel rispetto del calendario previsto.

L'UE ha stanziato quasi 8 miliardi di euro di aiuti per il periodo 2007-2010, ma senza un'adeguata cooperazione e spirito di collaborazione verso un fine comune, non sarà possibile ottenere i risultati sperati. È pertanto auspicabile che i paesi dei Balcani occidentali si sentano responsabili del loro processo di riforma. Tale responsabilità deve tradursi nella formulazione di progetti di qualità sufficiente elevata da consentire l'utilizzo ottimale dei fondi UE disponibili. L'UE e gli altri attori regionali dovranno a loro volta sforzarsi di trovare una soluzione definitiva alle controversie ancora irrisolte nella regione, garantendo un equo trattamento e pari opportunità di sviluppo a tutte le popolazioni dei Balcani occidentali.

PARERE della commissione per gli affari esteri (6.11.2008)

destinato alla commissione per il commercio internazionale

sul commercio e le relazioni economiche con i Balcani occidentali
(2008/2149(INI))

Relatore: Kristian Vigenin

SUGGERIMENTI

La commissione per gli affari esteri invita la commissione per il commercio internazionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  accoglie con favore i progressi compiuti nel processo di stabilizzazione e associazione e, in particolare, la recente firma dell'accordo di stabilizzazione e di associazione con la Bosnia-Erzegovina e con la Serbia; invita gli Stati membri a ultimare il prima possibile il processo di ratifica di tutti gli accordi di stabilizzazione e associazione; si compiace dei progressi compiuti nell'attuazione degli accordi interinali e invita i paesi dei Balcani occidentali a continuare gli sforzi in tale ambito; sottolinea l'importanza di rafforzare ulteriormente la dimensione multilaterale del processo di stabilizzazione e associazione in vista di una piena ripresa della cooperazione regionale in tutti i campi;

2.  ricorda le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Salonicco del 19-20 giugno 2003, in occasione del quale fu promessa a tutti gli Stati dei Balcani occidentali la futura adesione all'Unione europea, nonché la dichiarazione di Salisburgo UE/Balcani occidentali dell'11 marzo 2006, che riaffermava l'importanza di relazioni di buon vicinato e la necessità di preservare la pace e rafforzare la stabilità e la sicurezza nei Balcani occidentali;

3.  sottolinea l'importanza di un agevole accesso all'UE da parte dei cittadini dei paesi dei Balcani occidentali, accesso che deve essere facilitato da un appropriato regimi dei visti; accoglie a tal proposito con favore le agevolazioni per i visti e gli accordi di riammissione entrati il vigore l'1 gennaio 2008; sottolinea tuttavia i continui problemi incontrati dai cittadini di tali paesi nell'ottenimento dei visti per gli Stati membri dell'UE; invita la Commissione ad adoperarsi pienamente per continuare il dialogo con i paesi della regione e ad attuare le tabelle di marcia volte a instaurare un regime di esenzione dal visto non appena tali paesi rispetteranno i requisiti necessari;

4.  richiama la necessità di una maggiore integrazione regionale e di un rafforzamento della cooperazione interregionale, specialmente nei settori del capitale umano, delle telecomunicazioni e dell'energia; incoraggia gli Stati dei Balcani occidentali ad intensificare le loro relazioni economiche e commerciali nella prospettiva di creare un mercato del lavoro regionale; sottolinea il ruolo fondamentale che le organizzazioni regionali e in particolare il Consiglio per la cooperazione regionale, e le iniziative di cooperazione regionale, in particolare l'Accordo centroeuropeo di libero scambio (CEFTA), possono svolgere nell'agevolare la cooperazione economica e commerciale nella regione; invita la Commissione a continuare a sostenere le loro attività; sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione bilaterale e regionale in questa regione al fine di garantire un progresso autosufficiente; è del parere che lo sviluppo e il rafforzamento dei mercati regionali possano contribuire a preparare meglio i paesi dei Balcani occidentali controbilanciando gli effetti dell'apertura dei loro mercati al mercato europeo;

5.  sottolinea l'insufficienza delle infrastrutture esistenti e le carenze in materia di sicurezza stradale, nonché l'urgente necessità di migliorare le rotte commerciali nella regione;

6.  invita la Commissione a fornire ulteriore sostegno istituzionale ai paesi dei Balcani occidentali, in particolare per quanto riguarda la certificazione di qualità e l'agevolazione delle esportazioni, rivolgendo nel contempo un rinnovato invito agli Stati dei Balcani occidentali a migliorare le loro capacità istituzionali;

7.  esorta tutte le autorità della regione a proseguire gli sforzi necessari volti a instaurare un ambiente favorevole alle imprese, che aumenti la trasparenza nella gestione aziendale e in materia tributaria pur nel rispetto di tutte le norme aventi lo scopo di promuovere lo sviluppo sostenibile e ad attribuire particolare importanza all'esigenza di incoraggiare lo sviluppo del settore privato, rafforzare le piccole e medie imprese e accrescere la capacità d'innovazione creando legami tra imprese e istruzione superiore;; sottolinea a tal proposito l'esigenza di intensificare la lotta alla corruzione a tutti i livelli e di migliorare lo stato di diritto;

8.  esprime preoccupazione in merito alla carenza di competenze e alla scarsa coesione sociale nella regione dei Balcani occidentali; mette in evidenza il fatto che la stabilità e una crescita economica sostenibile devono essere raggiunte effettuando riforme a livello economico e sociale nonché instaurando standard elevati di protezione ambientale;

9.  mette in evidenza l'importanza della dimensione ambientale nella vita economica dei paesi dei Balcani occidentali; sottolinea che le dichiarazioni di intenti ambientali devono essere sostenute da misure concrete e da strutture efficaci; sollecita i governi dei Balcani occidentali a sviluppare le fonti energetiche rinnovabili, a migliorare l'attuazione della politica di gestione dei rifiuti e a sviluppare ulteriormente il turismo ecologicamente sostenibile al fine di preservare il patrimonio naturale e architettonico della regione, di eccezionale bellezza;

10. osserva l'aumento di investimenti da parte di attori internazionali registrato nella regione, in particolare nei settori energetico, del turismo e delle risorse naturali; mette in luce l'influenza benefica degli investimenti esteri, in particolare degli investimenti esteri diretti, sulle economie dei paesi della regione; sottolinea tuttavia che tali investimenti dovrebbero essere assolutamente trasparenti, con le stesse regole per tutti gli investitori, e non dovrebbero essere in alcun modo legati a pressioni politiche da parte dei governi dei soggetti investitori.

11. dal momento che la crisi finanziaria internazionale ha raggiunto l'Europa e può avere effetti indiretti sul commercio e gli investimenti esteri nei Balcani occidentali, invita la Commissione a monitorare gli sviluppi della situazione e, se necessario, ad adottare misure adeguate per garantire il buon proseguimento del processo di stabilizzazione e associazione, che è un fattore importante per la stabilità nella regione ed è nel migliore interesse della stessa UE;

12.valuta positivamente l'inclusione dei paesi dei Balcani occidentali nei programmi Erasmus Mundus e Tempus; invita questi paesi a creare le agenzie nazionali necessarie per partecipare ai programmi di formazione continua (LLL), in particolare Comenius, Erasmus e Leonardo da Vinci; invita la Commissione ad utilizzare i fondi IPA per esonerare interamente gli Stati dei Balcani occidentali dal pagamento dei diritti per la partecipazione ai programmi LLL, come accade già per Erasmus Mundus e Tempus; invita ad intensificare la cooperazione e a migliorare le possibilità di scambi transfrontalieri di studenti, insegnanti e ricercatori degli Stati dei Balcani occidentali e dell'UE, in modo che le persone e le istituzioni degli Stati dei Balcani occidentali possano familiarizzarsi con l'agenda dell'UE ed in modo da rafforzare le competenze nel campo dell'istruzione;richiama l'attenzione sull'enorme tasso di fuga dei cervelli tra i giovani dei paesi dei Balcani occidentali e sottolinea la necessità di incoraggiare la migrazione di ritorno;

13. invita i paesi dei Balcani occidentali a sviluppare le politiche occupazionali e fiscali in modo da affrontare i problemi della disoccupazione, dei salari relativamente alti e delle grandi dimensioni dell'economia informale;

14. richiama l'attenzione sul fatto che vi sono differenze essenziali nelle relazioni economiche e commerciali dell'Unione europea con i singoli paesi dei Balcani occidentali; invita pertanto, in base alle esperienze finora maturate nel processo di allargamento, a trarre le necessarie conclusioni e ad orientare le diverse componenti dell'IPA in maniera più flessibile, più corrispondente ai bisogni e più concentrata sullo sviluppo sostenibile delle regioni.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

6.11.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

50

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Vittorio Agnoletto, Roberta Alma Anastase, André Brie, Philip Claeys, Véronique De Keyser, Giorgos Dimitrakopoulos, Michael Gahler, Georgios Georgiou, Jana Hybášková, Jelko Kacin, Metin Kazak, Maria Eleni Koppa, Joost Lagendijk, Vytautas Landsbergis, Johannes Lebech, Francisco José Millán Mon, Philippe Morillon, Pasqualina Napoletano, Annemie Neyts-Uyttebroeck, Baroness Nicholson of Winterbourne, Janusz Onyszkiewicz, Ria Oomen-Ruijten, Ioan Mircea Paşcu, João de Deus Pinheiro, Hubert Pirker, Samuli Pohjamo, Bernd Posselt, Libor Rouček, Christian Rovsing, Flaviu Călin Rus, Jacek Saryusz-Wolski, Inese Vaidere, Geoffrey Van Orden, Marcello Vernola, Kristian Vigenin, Andrzej Wielowieyski, Jan Marinus Wiersma, Zbigniew Zaleski, Josef Zieleniec

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Árpád Duka-Zólyomi, Kinga Gál, Milan Horáček, Marie Anne Isler Béguin, Tunne Kelam, Miloš Koterec, Nickolay Mladenov, Inger Segelström, Jean Spautz

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Wolfgang Bulfon, Rosa Miguélez Ramos

PARERE della commissione per lo sviluppo regionale (6.11.2008)

destinato alla commissione per il commercio internazionale

sulle relazioni economiche e commerciali con i Balcani occidentali
(2008/2149(INI))

Relatore per parere: Ramona Nicole Mănescu

SUGGERIMENTI

La commissione per lo sviluppo regionale invita la commissione per il commercio internazionale, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:

1.  sottolinea il ruolo delle regioni nello sviluppo economico e sociale e quindi l’importanza dello strumento di assistenza preadesione (IPA) per sostenere i paesi dei Balcani occidentali nel processo di democratizzazione, di trasformazione economica e sociale e di allineamento agli standard europei nonché per ravvicinare tali paesi alle strutture dell’Unione europea;

2.  ricorda che esistono differenze sostanziali nei rapporti economici e commerciali con i singoli paesi dei Balcani occidentali; chiede pertanto, sulla base delle esperienze fatte finora con il processo di allargamento, di trarre le dovute conclusioni e di orientare le varie componenti dell'IPA in modo più flessibile, mirato e concentrato allo sviluppo sostenibile delle regioni;

3.  chiede il sostegno prioritario ai piani di sviluppo nazionali che tengano conto sia dello sviluppo economico dei centri urbani che delle zone rurali; sottolinea a tale riguardo l'importanza particolare della promozione dei corrispondenti programmi di formazione, riqualificazione e perfezionamento;

4.  chiede alla Commissione e agli Stati membri di dotare l’IPA di mezzi finanziari aggiuntivi necessari per sviluppare progetti orientati ai bisogni e fornire un’assistenza efficace e mirata a livello locale e regionale; sottolinea l'importanza dei progetti "people-to-people" particolarmente adatti a trasmettere alla popolazione del luogo il valore aggiunto apportato dall'Unione europea;

5.  ritiene che le autorità locali e regionali svolgano un ruolo determinante per lo sviluppo economico sostenibile e per il rafforzamento della società civile, concretizzando le priorità nazionali e comunitarie mediante progetti di partenariato con gli attori della sfera pubblica e privata;

6.  accoglie con favore il fatto che una delle priorità dell’IPA sia quella di contribuire allo sviluppo delle capacità istituzionali e amministrative dei Balcani occidentali, sia a livello nazionale che regionale, incoraggia la Commissione a rafforzare tale ambito di attività al fine di stimolare lo sviluppo della governance e di preparare tali paesi e regioni ad assorbire in futuro i fondi strutturali nonché di favorire il loro adeguamento agli standard europei, nella prospettiva della loro eventuale adesione futura; chiede alla Commissione di garantire un'elevata trasparenza nella creazione di istituzioni e di adottare misure atte a prevenire la corruzione;

7.  ribadisce l’importanza della cooperazione transfrontaliera e transnazionale per lo sviluppo di progetti comuni e per instaurare legami duraturi sia tra le regioni dei Balcani occidentali che tra questi ultimi e le regioni degli Stati membri dell’Unione europea; sottolinea altresì che i benefici di tale cooperazione non sono soltanto di natura economica ma hanno anche una connotazione politica e umana, consentono un ravvicinamento tra i popoli e i governi e assicurano nel lungo termine la stabilità e la prosperità nella regione;

8.  incoraggia le regioni dell’Unione europea a intraprendere progetti transfrontalieri con le regioni dei Balcani occidentali al fine di instaurare una stretta cooperazione a lungo termine a livello regionale e in materia di scambio di esperienze e di buone pratiche, nell’ambito delle reti europee di cooperazione regionale; ritiene che il rafforzamento del Consiglio di cooperazione regionale (CCR) permetterà di promuovere la cooperazione nella regione;

9.  sottolinea la necessità di prendere in considerazione lo sviluppo della cooperazione economica e commerciale nella specifica zona danubiana onde contribuire alla valorizzazione del potenziale di tale zona cerniera tra l'Unione europea e la regione dei Balcani occidentali.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

5.11.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

38

0

0

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Emmanouil Angelakas, Stavros Arnaoutakis, Rolf Berend, Victor Boştinaru, Wolfgang Bulfon, Antonio De Blasio, Bairbre de Brún, Gerardo Galeote, Iratxe García Pérez, Eugenijus Gentvilas, Monica Giuntini, Ambroise Guellec, Gábor Harangozó, Marian Harkin, Mieczysław Edmund Janowski, Gisela Kallenbach, Miloš Koterec, Constanze Angela Krehl, Florencio Luque Aguilar, Jamila Madeira, Yiannakis Matsis, Miroslav Mikolášik, James Nicholson, Jan Olbrycht, Maria Petre, Pierre Pribetich, Giovanni Robusti, Elisabeth Schroedter, Grażyna Staniszewska, Lambert van Nistelrooij, Oldřich Vlasák

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Domenico Antonio Basile, Emanuel Jardim Fernandes, Francesco Ferrari, Eleonora Lo Curto, Ramona Nicole Mănescu, Flaviu Călin Rus, Iuliu Winkler

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

2.12.2008

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

17

0

2

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

Daniel Caspary, Glyn Ford, Béla Glattfelder, Ignasi Guardans Cambó, Syed Kamall, Caroline Lucas, Helmuth Markov, Cristiana Muscardini, Vural Öger, Georgios Papastamkos, Peter Šťastný, Gianluca Susta, Daniel Varela Suanzes-Carpegna, Iuliu Winkler, Corien Wortmann-Kool

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Bastiaan Belder, Rovana Plumb, Zbigniew Zaleski

Supplenti (art. 178, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Armando França, Glenis Willmott