RELAZIONE sul futuro del settore orticolo in Europa – strategie per la crescita

27.1.2014 - (2013/2100(INI))

Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale
Relatore: Anthea McIntyre

Procedura : 2013/2100(INI)
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Ciclo del documento :  
A7-0048/2014
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A7-0048/2014
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PROPOSTA DI RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

sul futuro del settore orticolo in Europa – strategie per la crescita

(2013/2100(INI))

Il Parlamento europeo,

–   vista la parte terza, titoli III e VII del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE),

–   visto il regolamento (CE) n. 1107/2009, del 21 ottobre 2009, relativo all'immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari,

–   vista la direttiva 2009/128/CE, del 21 ottobre 2009, sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi,

–   visto il regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio del 22 ottobre 2007, recante organizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli (regolamento unico OCM)[1], ripreso dalla proposta legislativa della Commissione del 19 ottobre 2011, presentata secondo la procedura legislativa ordinaria del TFUE (ex procedura di co-decisione), per un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli (regolamento OCM unica) (COM(2011)0626), recentemente approvata dalle tre istituzioni UE interessate,

–   visto il regolamento (CE) n. 1182/2007, del 26 settembre 2007, recante norme specifiche per il settore ortofrutticolo[2] e il regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011 della Commissione, del 7 giugno 2011, recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 1234/2007 nei settori degli ortofrutticoli freschi e degli ortofrutticoli trasformati,[3]

–   visto il regolamento (UE) n. 1169/2011 del 25 ottobre 2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori,[4]

–   visto il regolamento (CE) n. 834/2007, del 28 giugno 2007, relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici[5],

–   vista la direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 marzo 2001, sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati,[6]

–   vista la sua risoluzione del 21 giugno 1996 su un'iniziativa comunitaria a favore dell'orticoltura ornamentale,[7]

–   vista la comunicazione della Commissione del 9 dicembre 2008 sui prezzi dei prodotti alimentari in Europa (COM(2008)0821),

–   vista la comunicazione della Commissione del 16 luglio 2008 sul piano d'azione "Produzione e consumo sostenibili" e "Politica industriale sostenibile" (COM(2008)0397),

–   vista la comunicazione della Commissione del 28 ottobre 2009 sul migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa (COM(2009)0591),

–   vista la comunicazione della Commissione del 28 maggio 2009 sulla politica di qualità dei prodotti agricoli (COM(2009)0234),

–   vista la comunicazione della Commissione del 3 maggio 2011 dal titolo "La nostra assicurazione sulla vita, il nostro capitale naturale: strategia dell'UE sulla biodiversità fino al 2020" (COM(2011)0244),

–   vista la decisione 2008/359/CE della Commissione, del 28 aprile 2008, che istituisce un gruppo ad alto livello sulla competitività del settore agroalimentare, nonché la relazione del gruppo ad alto livello del 17 marzo 2009 sulla competitività dell'industria agroalimentare europea, le sue raccomandazioni e una relativa tabella di marcia delle iniziative fondamentali,[8]

–   visto lo studio del mese di novembre 2012 sul sostegno alle cooperative di agricoltori, che presenta i risultati del progetto omonimo lanciato dalla Commissione,[9]

–   visto lo studio condotto nel 2013 dall'Istituto per gli studi sulle prospettive tecnologiche del Centro comune di Ricerca della Commissione, dal titolo "Short Food Supply Chains and Local Food Systems in the EU. A State of Play of their Socio-Economic Characteristics",[10]

–   visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–   vista la relazione della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale (A7-0048/2014),

A. considerando che il settore ortofrutticolo riceve circa il 3% degli aiuti della politica agricola comune (PAC) e tuttavia copre il 18% del valore complessivo della produzione agricola dell'UE, rappresenta il 3% della superficie agricola utilizzabile dell'Unione e ha un valore di oltre 50 miliardi di euro;

B.  considerando che l'orticoltura comprende frutta, verdura, patate, insalata, erbe e piante ornamentali e che il settore ortofrutticolo comprende il vivaismo, la coltivazione di arbusti, i servizi di piantumazione e di manutenzione tra cui il giardinaggio cimiteriale, il commercio al dettaglio per il giardinaggio, i centri di vendita e i servizi di assetto floreale nonché le attività di sistemazione del paesaggio;

C. considerando che la catena di approvvigionamento del settore ortofrutticolo presenta un fatturato stimato a più di 120 miliardi di euro, impiega approssimativamente 550 000 persone ed è importante per l'economia delle zone dell'UE che tendono ad avere un elevato tasso di disoccupazione;

D. considerando che l'UE è il secondo produttore al mondo e al contempo anche il secondo importatore al mondo nel settore ortofrutticolo; che la domanda nel settore è in crescita e attualmente supera l'offerta; che il commercio di prodotti ortofrutticoli è aumentato da oltre 90 miliardi di dollari statunitensi nel 2000 a circa 218 miliardi di dollari statunitensi nel 2010 e rappresenta quasi il 21% del commercio globale di prodotti alimentari e di origine animale; che l'UE ha aperto in misura considerevole i propri mercati alle importazioni provenienti dai paesi terzi con i quali ha concluso accordi bilaterali e multilaterali;

E.  considerando che il settore orticolo (produzione primaria e industria della trasformazione) ha un effetto moltiplicatore sull'economia a livello europeo, in quanto stimola la domanda e promuove la creazione di valore aggiunto in altri settori dell'economia, quali il commercio, l'edilizia e i servizi finanziari;

F.  considerando che il settore dei prodotti ortofrutticoli biologici è il comparto biologico che presenta la crescita più rapida su qualsiasi mercato dell'UE, con un valore pari a 19,7 miliardi di euro nel 2011 e un tasso di crescita del 9% tra il 2010 e il 2011 e una tendenza decennale di crescita annuale tra il 5 e il 10%; che, in termini di superficie coltivata, tra il 2010 e il 2011 la parte occupata dalla frutticoltura biologica è aumentata del 18,2% e quella della coltivazione di verdura biologica del 3,5%;

G. considerando che nel 2001 il consumo ortofrutticolo pro capite nell'UE-27 è diminuito del 3% rispetto al consumo medio dei cinque anni precedenti, nonostante i sostanziali vantaggi per la salute derivanti dal consumo di tali prodotti;

H. considerando che l'UE è il maggiore produttore mondiale di fiori, bulbi e piante in vaso (44% della produzione mondiale), con la più alta densità per ettaro; che il settore delle piante ornamentali presenta un fatturato stimato di 20 miliardi di euro di produzione, 28 miliardi di euro di commercio all'ingrosso e 38 miliardi di euro di commercio al dettaglio e dà lavoro a circa 650 000 persone;

I.   considerando che il regime applicato ai prodotti ortofrutticoli è parte della PAC e mira tra l'altro a riequilibrare la catena alimentare, a promuovere il settore ortofrutticolo, a stimolare la competitività e a dare sostegno all'innovazione; che è opportuno che aumentino le adesioni alle organizzazioni di produttori (OP), anche nelle regioni in cui per anni non vi è stata disponibilità di fondi operativi e/o i metodi produttivi risultano obsoleti, accrescendo l'attrattiva del sistema, in considerazione del fatto che più della metà dell'insieme dei produttori dell'UE non fa parte di una OP, malgrado la Commissione si sia posta come obiettivo un tasso medio di adesione del 60% entro il 2013; che il basso tasso di organizzazione in alcuni Stati membri è in parte dovuto alla sospensione di organizzazioni di produttori, con conseguente incertezza tra i produttori; che, dato il ruolo fondamentale svolto dalle OP nel rafforzare il potere negoziale delle organizzazioni ortofrutticole, è essenziale evitare che viga incertezza tra i produttori, chiarendo la normativa europea in materia di riconoscimento delle OP;

J.   considerando che, secondo Eurostat, tra il 2000 e il 2010 i costi complessivi dei fattori di produzione per gli agricoltori dell'UE sono cresciuti mediamente quasi del 40%, mentre i prezzi franco azienda di produzione sono aumentati mediamente meno del 25%; che l'aumento dei costi dei fattori di produzione è stato quasi pari all'80% per i fertilizzanti sintetici e gli ammendanti, al 30% per sementi e postime e al 13% per i prodotti fitosanitari;

K. considerando che la perdita di fertilità del suolo derivante dall'erosione, dalla diminuzione dell'apporto di materiale organico che determina una scarsa struttura granulare, bassi livelli di humus e una ridotta ritenzione di acqua e nutrienti, nonché derivante dalla riduzione dei processi ecologici rappresenta un costo notevole sia per gli agricoltori sia per il bilancio pubblico;

L.  considerando che nel settore orticolo il "canale della conoscenza" che consente di mettere in pratica i risultati della ricerca è in difficoltà e che gli investimenti del settore privato nella ricerca nell'insieme sono modesti, con appena lo 0,24% della spesa complessiva nell'industria alimentare destinata alla ricerca e allo sviluppo (R&S) nell'UE-15 nel 2004, ultimo periodo per il quale si dispone dei dati;

M. considerando che un ampio numero di varietà ortofrutticole è a rischio di estinzione a causa dell'insufficiente redditività economica e che gli agricoltori che continuano a coltivare tali varietà svolgono un ruolo prezioso sotto il profilo ecologico, sociale e culturale in quanto preservano importanti componenti alla base dell'agricoltura europea;

N. considerando che le crescenti difficoltà nella prevenzione, nel controllo e nell'eradicazione di organismi nocivi e la limitata disponibilità di prodotti fitosanitari per la protezione delle colture orticole rischiano di compromettere la diversificazione dell'agricoltura e la qualità dell'orticoltura europea;

O. considerando che le aziende del settore orticolo spesso operano contemporaneamente nei settori della produzione, del commercio e dei servizi;

P.  considerando che la cisgenesi può essere definita una tecnica di ingegneria genetica che introduce in una determinata pianta un gene proveniente da esemplari imparentati dello stesso genere o specie;

1.  sottolinea l'importanza di promuovere il settore orticolo dell'UE e di metterlo in condizione di competere meglio sul mercato globale, attraverso l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo, l'efficienza e la sicurezza energetiche, l'adattamento ai cambiamenti climatici e il loro contenimento e misure per migliorare la commercializzazione, nonché l'importanza di continuare a impegnarsi per eliminare lo squilibrio esistente tra operatori e fornitori aumentando il livello di concentrazione nel settore;

2.  pone l'accento sull'esigenza di semplificare l'accesso dei produttori ai mercati di paesi terzi; invita la Commissione a intensificare i propri sforzi per sostenere gli esportatori di frutta, verdura, fiori e piante ornamentali per superare il numero crescente di barriere non tariffarie, quali ad esempio talune norme fitosanitarie in paesi terzi che rendono difficili, se non impossibili, le esportazioni dell'UE;

3.  esorta la Commissione a creare per tutti gli operatori del mercato all'interno dell'UE le medesime condizioni di accesso per quanto concerne, ad esempio, le norme in materia di commercializzazione e denominazione di origine, e a effettuare controlli atti a garantire che tali condizioni siano rispettate, al fine di evitare distorsioni della concorrenza;

4.  incoraggia la promozione del consumo di prodotti ortofrutticoli negli Stati membri mediante attività educative quali il programma dell'UE "Frutta nelle scuole" e, a livello nazionale, i programmi "Grow Your Own Potato" e "Cook Your Own Potato" nel Regno Unito;

5.  constata che i mercati locali e regionali mostrano spesso insufficiente disponibilità di beni orticoli prodotti in loco e che è opportuno quindi promuovere l'imprenditorialità agricola nelle regioni interessate, in particolare mediante incentivi ai giovani imprenditori, il che offrirebbe opportunità di occupazione nel settore agricolo e garanzia di approvvigionamento di prodotti locali freschi;

6.  sottolinea i benefici dell'orticoltura ornamentale per la salute e il benessere delle persone attraverso l'espansione degli spazi verdi e il conseguente miglioramento dell'ambiente urbano in relazione al cambiamento climatico e all'economia rurale; sottolinea la necessità di un sostegno più attivo per il settore in questione in termini di promozione degli investimenti e dello sviluppo professionale;

7.  accoglie con favore le misure del regime UE per i prodotti ortofrutticoli, intese ad accentuare l'orientamento al mercato tra i coltivatori dell'Unione, incoraggiare l'innovazione, promuovere il settore ortofrutticolo, accrescere la competitività degli agricoltori nonché migliorare la commercializzazione, la qualità dei prodotti e gli aspetti ambientali della produzione, mediante il sostegno alle OP e alle associazioni di OP e il riconoscimento delle organizzazioni intersettoriali, promuovendo altresì la formazione di poli di aggregazione che generino nuovi flussi di reddito da far confluire in nuovi investimenti; sottolinea nel contempo che devono essere prese misure per assicurare che quanti commercializzano i propri prodotti in modo autonomo e diretto non subiscano discriminazioni ma abbiano la possibilità di attuare progetti innovativi e migliorare la propria competitività;

8.  segnala che la produzione e la commercializzazione locali e regionali contribuiscono alla creazione e alla salvaguardia di valore aggiunto e di posti di lavoro nelle zone rurali;

9.  segnala che le catene di valore brevi contribuiscono a contenere le emissioni dannose per il clima;

10. rileva che l'agricoltura urbana offre nuovi sbocchi al settore orticolo;

11. plaude alla relazione sulla consultazione pubblica della Commissione relativa alla revisione del regime dell'Unione applicabile ai prodotti ortofrutticoli, in particolare la sezione 3.8, in cui si riconosce la necessità di una semplificazione delle regole vigenti per le OP, nonché concorda con la proposta di rafforzare le OP e rileva che la maggior parte delle risposte è favorevole al mantenimento della filosofia alla base dell'attuale regime di sostegno;

12. sottolinea che lo snellimento della burocrazia riveste particolare importanza per le piccole e medie imprese ma che non deve compromettere la necessaria certezza giuridica;

13. accoglie con favore il fatto che l'accordo sulla riforma della PAC abbia mantenuto il regime di sostegno europeo dei prodotti ortofrutticoli basato sulle OP, pur riconoscendo che gli strumenti esistenti non sono sempre stati efficaci, come ammesso dalla Commissione nel suo documento di consultazione pubblica sulla revisione del regime dell'Unione applicabile ai prodotti ortofrutticoli, e quindi sostiene l'attività del gruppo di Newcastle volta al miglioramento del regime UE per i prodotti ortofrutticoli, che dovrebbe tenere conto delle peculiarità dello statuto delle cooperative nei diversi Stati membri, in modo da non limitare la creazione di nuove OP, rispettando comunque il fatto che i coltivatori possono scegliere di rimanere al di fuori del sistema delle OP; rileva altresì la creazione di uno strumento dell'UE per la gestione di crisi gravi che colpiscono vari Stati membri e sottolinea che tale strumento dovrebbe essere aperto a tutti i produttori, a prescindere dalla loro adesione o meno a una OP;

14. invita la Commissione, al fine di rafforzare le attività vantaggiose condotte dalle OP per i produttori, a indicare nella sua revisione del regime UE applicabile al settore ortofrutticolo regole chiare e pratiche in merito alla configurazione e ai metodi di lavoro delle OP e ad adattare lo schema alle strutture di mercato esistenti nei vari Stati membri, cosicché le OP possano assumere il ruolo sul mercato cui sono destinate e i produttori siano incentivati ad aderirvi, purché ciò non comprometta il conseguimento degli obiettivi fondamentali del regime e ai produttori rimanga la libertà di decidere su tali questioni;

15. osserva con preoccupazione che le regole del sistema di OP lasciano ampia libertà interpretativa ai revisori della Commissione, il che determina un elevato grado di incertezza e può esporre gli Stati membri al rischio di mancata compensazione e controllo giurisdizionale; sottolinea altresì che le procedure di revisione e le rettifiche finanziarie devono essere svolte in maniera più tempestiva ed entro un termine concordato per la revisione;

16. osserva il persistere di pratiche commerciali sleali nell'UE, che ledono le attività orticole e le relative organizzazioni di produttori e riducono la fiducia dei coltivatori negli investimenti futuri; ritiene che codici di condotta concordati da tutti i soggetti della catena di approvvigionamento, sostenuti da un quadro legislativo e soggetti alla supervisione di un arbitro nazionale in ogni Stato membro, apporteranno notevoli miglioramenti al funzionamento della catena alimentare e del mercato interno;

17. ritiene che le norme private relative ai residui di antiparassitari adottate da molte catene di distribuzione di grandi dimensioni siano anticoncorrenziali e penalizzanti per i produttori del settore ortofrutticolo; chiede alla Commissione di porre fine a tali pratiche, in considerazione del fatto che i livelli di residui di antiparassitari ammessi in base alla legislazione dell'Unione forniscono una tutela adeguata della salute dei consumatori e dei produttori;

18. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere una gestione integrata delle specie nocive, a sostenere l'innovazione e l'imprenditorialità tramite un potenziamento della ricerca e dello sviluppo di alternative non chimiche, quali predatori naturali e parassiti di specie infestanti, a utilizzare il programma quadro di ricerca e innovazione "Orizzonte 2020" per finanziare la ricerca applicata che sostiene lo sviluppo di strategie integrate per il controllo di parassiti, malattie e piante infestanti, a fornire ai produttori gli strumenti e le informazioni necessari per l'applicazione della direttiva 2009/128/CE, la quale afferma, all'articolo 14, che gli Stati membri devono adottare "tutte le necessarie misure appropriate per incentivare una difesa fitosanitaria a basso apporto di pesticidi, privilegiando ogniqualvolta possibile i metodi non chimici" e definire o favorire "lo stabilirsi delle condizioni necessarie per l'attuazione della difesa integrata";

19. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere e ad accentuare l'intensificazione di processi ecologici che garantiscano la salute, la fertilità e la formazione del suolo a lungo termine, nonché gestiscano e regolino le popolazioni di specie nocive; ritiene che questa situazione possa determinare una maggiore produttività a lungo termine per gli agricoltori e una riduzione dei costi per i bilanci pubblici;

20. sottolinea che il settore orticolo si affida a una serie di prodotti fitosanitari ed esorta la Commissione ad adottare un approccio basato sul rischio per la regolamentazione di tali prodotti, che sia giustificato da prove scientifiche indipendenti e soggette a revisione inter pares; sottolinea che gli usi minori sono particolarmente vulnerabili a causa della scarsità delle pertinenti sostanze attive; invita la Commissione a rafforzare il coordinamento della generazione di dati nei vari Stati membri, con particolare riferimento ai dati sui residui, che rappresentano un requisito essenziale per le autorizzazioni riguardanti colture speciali commestibili; chiede alle DG Agri, Sanco, Ambiente e Concorrenza di operare insieme in modo strategico per valutare da molteplici prospettive l'impatto dei cambiamenti della regolamentazione dei prodotti fitosanitari;

21. esorta la Commissione a verificare il funzionamento delle disposizioni relative al riconoscimento reciproco delle autorizzazioni dei prodotti fitosanitari tra gli Stati membri dell'Unione, di cui all'articolo 40 del regolamento (CE) n. 1107/2009, al fine di facilitarne l'applicazione e di rimuovere eventuali barriere burocratiche e amministrative, e a prendere in considerazione l'obiettivo a lungo termine dell'armonizzazione globale per la regolamentazione dei prodotti fitosanitari e la riduzione delle barriere commerciali non tariffarie al commercio di esportazione;

22. esorta la Commissione a presentare senza ulteriori ritardi, secondo gli obblighi previsti dall'articolo 51, paragrafo 9, del regolamento (CE) n. 1107/2009, una relazione al Parlamento e al Consiglio concernente l'istituzione di un fondo europeo per gli usi minori e le colture speciali; sottolinea che tale fondo deve poter finanziare un programma europeo permanente di lavoro per il coordinamento e la cooperazione tra gli operatori della filiera agro-alimentare, le autorità competenti e le parti interessate, tra cui gli istituti di ricerca, per lo svolgimento e il finanziamento, ove necessario, di attività di ricerca e di innovazione per la protezione delle colture speciali e degli usi minori;

23. segnala la mancanza di reciprocità tra i requisiti fitosanitari richiesti alle importazioni e quelli dei prodotti europei; sottolinea che tale divario costante non solo lede la competitività delle produzioni europee, ma danneggia anche gli interessi dei consumatori europei;

24. ricorda che sia il regolamento sui prodotti fitosanitari (regolamento (CE) n. 1107/2009 del 21 ottobre 2009[11]) sia il nuovo regolamento sui biocidi (regolamento (UE) n. 528/2012 del 22 maggio 2012[12]) chiedono alla Commissione di definire criteri scientifici per la determinazione delle proprietà di interferenza endocrina entro dicembre 2013; teme che tali criteri eliminino sostanze importanti che potrebbero ancora essere usate con un rischio accettabile; sottolinea quanto sia importante che la procedura sia trasparente, in modo che gli attori del mercato interessati capiscano le basi scientifiche sottostanti alle decisioni e siano consapevoli dei soggetti che hanno partecipato allo sviluppo di nuovi criteri; esorta la Commissione a valutare a fondo l'impatto dei vari approcci nel presentare le proposte per le sostanze con interferenza endocrina;

25. invita la Commissione a rivedere le attuali restrizioni all'uso di alcuni neonicotinoidi e a esaminare costantemente tutte le nuove prove scientifiche in questo campo; esorta la Commissione a valutare adeguatamente l'impatto ambientale di tutte le restrizioni in merito al luogo, alla modalità e al momento di utilizzo prima della loro entrata in vigore e a tenere in debita considerazione gli eventuali impatti economici;

26. sottolinea che il settore orticolo dipende fortemente dall'utilizzo di fertilizzanti di elevata qualità e ben specificati; accoglie con favore l'attuale revisione del regolamento UE sui fertilizzanti, ma prende atto con preoccupazione dell'obiettivo della Commissione di includere gli ammendanti a base di materiale precedentemente non prescritto; sottolinea che tale materiale non richiede precisione nella lavorazione e nell'uso e invita la Commissione a non includerlo nel campo di applicazione del regolamento sui fertilizzanti;

27. evidenzia il fatto che il settore orticolo è all'avanguardia nello sviluppo e nell'adozione di sistemi innovativi dell'agricoltura di precisione e ritiene che tali sistemi ridurranno l'uso di pesticidi e di fertilizzanti, accresceranno i profitti di mercato e ridurranno i rifiuti, oltre a migliorare la continuità della fornitura e il rendimento economico; sottolinea che i metodi di coltivazione, quali la rotazione e le colture miglioratrici di avvicendamento, e il ricorso a varietà tradizionali e l'introduzione di nuove varietà, nonché le attività di ricerca e sviluppo, dovrebbero mirare a ridurre al minimo i danni ambientali;

28. prende atto della proposta della Commissione di un regolamento relativo al materiale riproduttivo vegetale (COM(2013)0262) e teme che possa avere un impatto sproporzionato sul settore orticolo e, in particolare, sulle piante ornamentali e sulla frutta; sottolinea che qualunque norma deve essere proporzionale e deve rispettare il principio di sussidiarietà; sottolinea inoltre che una modifica della legislazione non deve mettere a repentaglio le varietà e i raccolti tradizionali ma dovrebbe contribuire alla diversità genetica all'interno delle popolazioni vegetali e tra di esse, per la sicurezza alimentare a lungo termine e la resilienza dei sistemi alimentari;

29. prende atto dell'impatto delle specie orticole invasive non autoctone sull'ambiente in generale, ma raccomanda che, nella proposta della Commissione di regolamento recante disposizioni volte a prevenire e a gestire l'introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive (COM(2013)0620), sia adottato un approccio regionale o per paese, che riconosca che alcune zone d'Europa sono più vulnerabili di altre e che zone d'Europa diverse presentano climi diversi e favoriscono la crescita di una diversa varietà di piante;

30. esorta vivamente la Commissione a salvaguardare come principio generale la libertà dei produttori di varietà vegetali di utilizzare liberamente i materiali vegetali esistenti per svilupparne e commercializzarne di nuovi, indipendentemente da eventuali rivendicazioni di brevetto che includono materiali vegetali;

31. invita la Commissione e gli Stati membri a promuovere lo sviluppo dei mercati locali di frutta e verdura e delle catene corte di approvvigionamento, che garantiscono un'alimentazione a base di prodotti freschi;

32. esorta la Commissione a dare priorità, ai fini dei finanziamenti e della ricerca, alle colture orticole che utilizzano tecniche di riproduzione vegetale nuove e innovative, a fare chiarezza in merito allo status normativo delle piante prodotte con queste nuove tecniche e a garantire che ogni tecnica per la quale si sia accertato che non generi OGM sia considerata una tecnica di riproduzione convenzionale e pertanto non sia soggetta ad alcuna procedura di autorizzazione previa alla commercializzazione basata sui processi;

33. chiede alla Commissione di distinguere le piante transgeniche da quelle cisgeniche e di creare procedure di approvazione diverse per queste ultime, riconoscendo così che la cisgenesi è una forma accelerata di riproduzione vegetale convenzionale; attende il parere dell'EFSA richiesto dalla DG Sanco, contenente la valutazione dei risultati del gruppo di lavoro sulle nuove biotecnologie di riproduzione;

34. evidenzia l'elevato fabbisogno di manodopera stagionale del settore orticolo e chiede agli Stati membri di garantire la presenza di regimi efficaci affinché i produttori orticoli possano accedere alla manodopera necessaria nei periodi di picco nel corso dell'anno, rispettando pienamente, nel contempo, i requisiti della direttiva sul lavoro stagionale, compreso il principio dell'equità salariale;

35. plaude alla rinnovata enfasi sulla formazione e sui tirocini dei lavoratori, ma osserva con apprensione che in alcuni Stati membri il numero di persone che portano a termine i tirocini nel settore orticolo rimane basso, con conseguente calo di possibilità di sbocco per i giovani che si affacciano al settore; riconosce che non tutti i giovani che seguono tirocini hanno attitudine al mestiere ; sottolinea che gli sforzi per incoraggiare i giovani a prendere in considerazione un lavoro nel settore orticolo e per offrire loro una formazione in materia dovrebbero essere sostenuti da campagne di sensibilizzazione e informazione che migliorino l'immagine del settore;

36. esorta il settore agro-alimentare e il mondo della ricerca a lavorare insieme in modo sistematico per attirare e formare la nuova generazione di ricercatori e accrescere le competenze della forza lavoro esistente;

37. pone l'accento sui benefici del rafforzamento e dell'espansione dei partenariati tra istituzioni, industria e organizzazioni di ricerca, nonché sull'esigenza di garantire che gli schemi a sostegno di tali collaborazioni siano strutturati in modo da massimizzare l'impatto e la coerenza degli investimenti complessivi;

38. sottolinea che è di importanza fondamentale fare uso efficiente delle risorse scientifiche qualificate al fine di accelerare il processo di attuazione dei risultati della ricerca e dell'innovazione trasferendo tecnologie innovative nella produzione agricola al settore orticolo e combinando ricerca, innovazione, formazione ed espansione nel settore agricolo con politiche economiche in grado di soddisfare le domande di sviluppo della produzione orticola accrescendone l'efficienza;

39. ritiene che occorra consentire al settore della floricoltura e delle piante ornamentali di utilizzare meglio i programmi di ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione dell'Unione e invita la Commissione a includere la "coltivazione protetta" nel programma "Orizzonte 2020" al fine di promuovere l'innovazione per quanto riguarda, ad esempio, la protezione delle colture sostenibili, l'uso sostenibile di risorse idriche e di nutrienti, l'efficienza energetica, i sistemi di coltivazione e di produzione avanzati e il trasporto sostenibile;

40. ritiene che, a fronte dei vincoli di bilancio degli Stati membri che limitano i finanziamenti alla ricerca nel comparto agricolo e orticolo, sia opportuno incoraggiare il finanziamento da parte di terzi, compresi, ma non in via esclusiva, i dettaglianti, e che tale finanziamento dovrebbe essere in linea con l'interesse generale del settore per la ricerca;

41. invita la Commissione e gli Stati membri ad agevolare l'accesso alle risorse finanziarie a lungo termine per gli investimenti nelle moderne tecnologie di produzione del settore orticolo, al fine di migliorare la competitività dei prodotti e dei servizi orticoli;

42. sottolinea la cruciale importanza di un piano aziendale di qualità per garantire la raccolta di capitali; raccomanda un maggiore ricorso da parte dei coltivatori al sostegno alle imprese e ai servizi di consulenza ed esorta la Commissione a lavorare a stretto contatto con l'industria per garantire ai coltivatori un facile accesso a tali servizi;

43. esorta la Commissione ad aggiornare ‒ attraverso un processo trasparente e con il coinvolgimento dei soggetti operanti nel settore ‒ i codici descrittivi della nomenclatura combinata per il 2012 riguardante i prodotti di cui al capitolo 6 "piante vive e prodotti della floricoltura";

44. esprime preoccupazione per l'ipotesi di una delocalizzazione della produzione orticola al di fuori dell'UE;

45. esprime profonda preoccupazione per il fatto che tra un terzo e la metà dei prodotti edibili va sprecato a causa dell'aspetto estetico e chiede alla Commissione di creare con urgenza opportunità di commercializzazione, in particolare nei mercati locali e regionali, di questi prodotti, ampliando la gamma delle specifiche di qualità dei prodotti, assicurando nel contempo la trasparenza e il corretto funzionamento del mercato; attira l'attenzione su iniziative in Austria e Svizzera, dove si sta sperimentando la vendita di frutta e verdura con imperfezioni estetiche; invita i supermercati a tenere conto della ricerca di mercato dalla quale emerge che molti consumatori non sono necessariamente preoccupati circa l'aspetto estetico dei prodotti ortofrutticoli e sono lieti di acquistare prodotti di categoria inferiore, in particolare se ciò può risultare più economico;

46. rileva con apprensione la perdita generale e lo spreco di prodotti ortofrutticoli destinati al mercato primario e la notevole perdita economica per le imprese; riconosce che la riduzione dello spreco alimentare sistemico è fondamentale per aumentare la fornitura di prodotti alimentari a una popolazione mondiale in crescita; accoglie con favore, tuttavia, gli sforzi compiuti dagli attori della catena di approvvigionamento alimentare per reindirizzare questi prodotti verso un mercato secondario piuttosto che buttarli;

47. invita la Commissione e gli Stati membri a rendere il contesto legislativo e politico quanto più favorevole all'utilizzo dei rifiuti orticoli; segnala che vi sono numerosi materiali, come il compost di funghi, che potrebbero essere utilizzati nella produzione di substrati di coltivazione a valore aggiunto se non fossero classificati come "rifiuti";

48. segnala che i sistemi di acquaponica sono in grado di produrre alimenti in modo sostenibile e su base locale e, grazie alla coltivazione combinata di pesci di acqua dolce e verdure in un sistema chiuso, contribuiscono a ridurre il consumo di risorse rispetto ai sistemi tradizionali;

49. sottolinea l'importanza di migliorare il monitoraggio dei prezzi e delle quantità prodotte e commercializzate, nonché la necessità di produrre statistiche a livello UE sui consumatori di prodotti orticoli per aiutare i produttori a comprendere meglio le tendenze del mercato, prevedere le crisi e preparare i futuri raccolti; invita la Commissione a includere piante ornamentali nei suoi dati di previsione;

50. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione.

  • [1]  GU L 299 del 16.11.2007, pag. 1.
  • [2]  GU L 273 del 17.10.2007, pag. 1.
  • [3]  GU L 157 del 15.6.2011, pag. 1.
  • [4]  GU L 304 del 22.11.2011, pag. 18.
  • [5]  GU L 189 del 20.7.2007, pag. 1.
  • [6]  GU L 106 del 17.4.2001, pag. 1.
  • [7]  GU C 198 dell'8.7.1996, pag. 266.
  • [8]  Consultabile sul sito http://ec.europa.eu/enterprise/sectors/food/competitiveness/high-level-group/documentation/
  • [9]  Consultabile sul sito http://ec.europa.eu/agriculture/external-studies/2012/support-farmers-coop/fulltext_en.pdf
  • [10]  Consultabile sul sito http://ftp.jrc.es/EURdoc/JRC80420.pdf
  • [11]  GU L 309 del 24.11.2009, pag. 1.
  • [12]  GU L 167 del 27.6.2012, pag. 1.

MOTIVAZIONE

Il settore orticolo rappresenta il 18% del valore complessivo della produzione agricola dell'UE e sfrutta appena il 3% dei terreni coltivati dell'Unione. Frutta e verdura rivestono un ruolo importante nella società odierna e sono alla base di una dieta sana. Il settore è molto eterogeneo ed è forse l'ambito più complesso e al contempo meno compreso dell'agricoltura UE.

Sul futuro del comparto orticolo negli Stati membri vi è grande ottimismo, le opportunità sono varie e numerose e all'UE compete un ruolo importante nel liberare l'enorme potenziale di questo settore.

I coltivatori si dedicano a un'enorme varietà di colture, la maggior parte delle quali necessita di essere raccolta, trasformata e consegnata nei tempi previsti per soddisfare gli esigenti standard di trasformatori, dettaglianti e consumatori. Il settore orticolo europeo deve affrontare numerose sfide; dall'adeguamento agli effetti del cambiamento climatico, alla capacità di soddisfare le esigenze alimentari di una popolazione globale in crescita riducendo l'impatto sull'ambiente.

L'effetto dell'aumento delle temperature e della CO2 in Europa determinerà uno spostamento delle colture attuali verso nord. Rispetto ai seminativi le colture orticole sono più sensibili al mutamento delle condizioni, e la carenza idrica esercita un'influenza diretta sulla produzione.

Tuttavia nell'UE questo settore non deve essere inteso solo come una serie di sfide, e in qualche misura si stanno già affrontando le sfide universali che si presentano al settore orticolo dell'Unione. I piccoli produttori meno specializzati sono in diminuzione, dal momento che la concorrenza delle importazioni e degli altri coltivatori impone un adeguamento dell'industria e l'impiego di attrezzature e metodi di produzione all'avanguardia. Nell'insieme, non si può dire che le catene di fornitura siano inefficienti. Negli ultimi anni l'Europa ha manifestato una tendenza a una maggiore integrazione dei rapporti lungo la catena di fornitura nel settore dei prodotti freschi e vi sono buoni esempi di casi di successo. Per accelerare questa tendenza il settore deve assumere un approccio più strategico nel modo di condurre l'attività.

Oggi i coltivatori operano in un ambiente caratterizzato dal calo della redditività e dall'aumento dei costi agricoli alla produzione. Le sfide attuali derivano essenzialmente dai cambiamenti strutturali di lungo periodo. I consumatori avanzano richieste sempre più esigenti in termini di praticità nell'acquisto e nella preparazione dei cibi, gusto e varietà, e sono sempre più attenti alla sicurezza e alla qualità degli alimenti. Nel settore dei prodotti freschi le catene di fornitura presentano rapporti sempre più complessi, e le vendite sono controllate da un numero di dettaglianti sempre più esiguo. Allo stesso tempo la base di fornitura dei prodotti freschi in molti Stati membri si sta riducendo, oppure sta subendo una notevole contrazione della quota di mercato per effetto delle importazioni da paesi concorrenti europei e del panorama globale.

Il problema è stato ulteriormente accentuato dalla crisi economica globale, che ha provocato una riduzione dei livelli di consumo. In più della metà dei paesi europei l'assunzione di frutta e verdura fresche è ancora inferiore al livello minimo raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità.

Uno dei principali limiti strutturali del settore ortofrutticolo UE risiede nelle dimensioni contenute delle attività agricole. Nel 2007 oltre il 70% delle società ortofrutticole non superava i cinque ettari, il che determina costi di produzione più elevati per gli agricoltori, una limitata efficienza produttiva e una minore competitività globale. Nei paesi del Mare del Nord le società ortofrutticole presentano dimensioni medie molto più elevate rispetto ai paesi del Mediterraneo.

La mancanza di fiducia nelle catene di fornitura è forse l'elemento più significativo che influenza il settore dei prodotti freschi. Spesso dai colloqui con i coltivatori emerge chiaramente che la mancanza di fiducia, associata a margini scarsi, produce bassi livelli di investimento nella base agricola, che a loro volta si traducono in minore efficienza e competitività. Tuttavia, la presenza di codici di condotta concordati da tutti i soggetti della catena di fornitura, sostenuti da un quadro legislativo e garantiti dalla supervisione di un arbitro nazionale in ogni Stato membro può suscitare nei produttori la fiducia necessaria a investire.

I coltivatori necessitano inoltre di un ambiente politico e normativo che offra il massimo sostegno possibile. Il regime UE applicabile ai prodotti ortofrutticoli ha aiutato i coltivatori ad assumere un maggiore orientamento al mercato, ha incoraggiato l'innovazione e aumentato la competitività dei coltivatori mediante il sostegno alle organizzazioni di produttori (OP). Tuttavia a distanza di 15 anni più della metà dei coltivatori UE non appartiene a una OP, nonostante l'obiettivo della Commissione europea di raggiungere un tasso medio di associati del 60% entro il 2013. Il basso tasso di aggregazione è stato in parte causato dalla sospensione delle organizzazioni di produttori all'interno degli Stati membri, che suscita grande apprensione in quanto fonte di incertezza tra i produttori, e genera uno svantaggio competitivo tra chi rientra nello schema e i soggetti esterni.

Nella revisione del regime UE applicabile agli ortofrutticoli, la Commissione deve indicare regole pratiche più chiare in merito alla configurazione e alla gestione delle OP, e garantire che lo schema possa adattarsi alle strutture di mercato esistenti nei vari Stati membri. Il rafforzamento della posizione degli agricoltori attraverso una maggiore collaborazione, una migliore organizzazione interna e un approccio gestionale più professionale contribuiranno a garantire ai coltivatori ritorni sufficienti all'atto della negoziazione degli accordi contrattuali con i principali acquirenti e dettaglianti. In proposito è estremamente rilevante il lavoro del Newcastle Group, formato da un gruppo di Stati membri riunitisi a Newcastle nel 2012 con l'intento di migliorare il regime UE applicabile agli ortofrutticoli, in particolare la formulazione della semplificazione e dei criteri di riconoscimento nel regolamento di esecuzione (UE) n. 543/2011.

Il settore orticolo si affida a una serie di prodotti fitosanitari. La Commissione dovrebbe intraprendere un approccio basato sul rischio per la regolamentazione di tali prodotti. Gli impieghi secondari sono particolarmente vulnerabili. Sarebbe increscioso arrivare a una situazione in cui i produttori non sviluppano nuovi prodotti per il mercato UE e scelgono di concentrarsi piuttosto su altri mercati con costi normativi più contenuti.

Inoltre, alla luce dei nuovi dati scientifici, la Commissione dovrebbe riconsiderare l'attuale divieto all'uso di alcuni neonicotinoidi e valutare adeguatamente l'impatto economico e ambientale di tali vincoli prima della loro introduzione. A ciò si aggiunge il potenziale dell'agricoltura di precisione nel settore orticolo. In quest'ambito infatti tali tecniche potrebbero consentire una notevole riduzione dell'uso di sostanze chimiche.

La normativa di per sé non è sufficiente. A fronte dei vincoli di bilancio degli Stati membri che limitano i finanziamenti pubblici alla ricerca nel settore orticolo, mai come adesso è importante incoraggiare maggiori attività di ricerca che partano dal settore stesso e fare sì che i dettaglianti, in quanto beneficiari diretti delle attività di ricerca e sviluppo di nuovi prodotti (R&S), reinvestano nel settore una percentuale dei profitti derivanti dai prodotti freschi.

Investimenti congiunti nella ricerca di nuove varietà, tecniche di produzione e prodotti che incontrino le richieste dei consumatori consentiranno ai coltivatori UE di preservare una base di produzione profittevole e di competere con successo nei mercati mondiali. Il passaggio dalla ricerca alla pratica riveste particolare importanza ed è fondamentale perché il settore orticolo UE conservi un vantaggio sui concorrenti.

Per quanto riguarda i programmi di R&S finanziati dall'UE, occorre prestare rinnovata attenzione alla floricoltura e alle piante ornamentali. Allo stesso modo, l'assenza di "coltivazioni protette" nell'ambito del programma Orizzonte 2020 risulta in una perdita di opportunità per innovazioni sul controllo climatico nel settore orticolo. Occorre incoraggiare inoltre gli investimenti per il miglioramento della gestione idrica e dell'efficienza energetica.

I consumatori si aspettano a buon diritto che gli alimenti siano sicuri, sani, nutrienti e convenienti, ma senza ulteriori progressi tecnologici sarà sempre più difficile soddisfare tali aspettative. Pertanto la Commissione dovrebbe dare priorità alle colture orticole di rilevanza economica ai fini dei finanziamenti e della ricerca utilizzando tecniche di riproduzione vegetale nuove e innovative, e fare chiarezza in merito allo status normativo delle piante prodotte con queste nuove tecniche.

Le attuali tecnologie genomiche possono essere impiegate efficacemente nei programmi per il miglioramento delle colture orticole e consentono di estrapolare un elevato volume di informazioni ai fini di utili marker genetici e molecolari. I progressi dell'ultimo decennio nelle biotecnologie hanno prodotto anche tecniche di riproduzione vegetale che possono sfruttare tali informazioni.

Il ricorso alle modifiche genetiche per il trasferimento dei geni di interesse tra organismi diversi si è dimostrato una potente tecnica per l'introduzione nei vegetali di nuovi tratti quali la resistenza alle malattie e agli agenti di stress o maggiori proprietà nutrizionali. Questa tecnologia può dimostrarsi preziosa nello sviluppo di varietà vegetali orticole la cui coltura con i metodi riproduttivi tradizionali risulta difficile o richiede molto tempo. La stessa tecnologia è stata impiegata anche per un efficiente trasferimento dei geni tra piante della medesima specie (ossia per la produzione di piante cisgeniche).

Il settore orticolo incontra ancora delle difficoltà nel reperire la forza lavoro. Le parti interessate indicano una carenza di dipendenti qualificati e competenti in questo settore, che non sembra essere percepito come una scelta professionale attraente. Il settore agro-alimentare e il mondo della ricerca devono lavorare insieme in modo sistematico per attirare e formare la nuova generazione di ricercatori e accrescere le competenze della forza lavoro esistente.

Occorre tenere conto anche delle esigenze di manodopera specifiche del settore orticolo, e in particolare del bisogno di lavoratori stagionali. Gli Stati membri devono disporre di schemi efficaci che garantiscano ai produttori orticoli la possibilità di accedere alla manodopera necessaria nei periodi di picco nel corso dell'anno.

I tirocini per la formazione della forza lavoro rivestono anch'essi un'importanza fondamentale. Tuttavia in alcuni Stati membri il basso numero di individui che completano i tirocini nel settore orticolo rimane preoccupante. A ciò si aggiunge una riduzione dei corsi inerenti il settore orticolo presso gli istituti di istruzione superiore, dovuta all'assenza di domanda. Al contempo il settore orticolo presenta una carenza di capacità, in particolare in ambiti quali la botanica, la patologia vegetale e l'ingegneria agraria.

Le statistiche UE del settore orticolo devono includere tutte le categorie, essere orientate all'utente e aggiornate con cadenza trimestrale perché possano produrre informazioni settoriali più valide. Informazioni statistiche di qualità aiuteranno i coltivatori a comprendere meglio le tendenze del mercato e predisporre i raccolti futuri.

I coltivatori devono essere incoraggiati inoltre a un migliore sfruttamento del sostegno alle imprese e dei servizi di consulenza. A tale proposito, la Commissione deve lavorare a stretto contatto con il settore per garantire un facile accesso ai servizi. Come per tutte le imprese dell'UE, in particolare per le PMI, vi è un forte bisogno di ridurre gli oneri normativi che gravano sulle attività del settore orticolo.

ESITO DELLA VOTAZIONE FINALE IN COMMISSIONE

Approvazione

21.1.2014

 

 

 

Esito della votazione finale

+:

–:

0:

22

10

1

Membri titolari presenti al momento della votazione finale

John Stuart Agnew, Eric Andrieu, Liam Aylward, José Bové, Luis Manuel Capoulas Santos, Michel Dantin, Albert Deß, Diane Dodds, Herbert Dorfmann, Hynek Fajmon, Iratxe García Pérez, Julie Girling, Martin Häusling, Esther Herranz García, Peter Jahr, Elisabeth Jeggle, Elisabeth Köstinger, George Lyon, Gabriel Mato Adrover, Mairead McGuinness, James Nicholson, Rareş-Lucian Niculescu, Marit Paulsen, Britta Reimers, Giancarlo Scottà, Czesław Adam Siekierski, Alyn Smith, Ewald Stadler, Marc Tarabella, Janusz Wojciechowski

Supplenti presenti al momento della votazione finale

Luís Paulo Alves, Pilar Ayuso, Esther de Lange, Christa Klaß, Anthea McIntyre, Petri Sarvamaa

Supplenti (art. 187, par. 2) presenti al momento della votazione finale

Adam Gierek