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Procedura : 2011/2151(INI)
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A7-0351/2011

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Giovedì 17 novembre 2011 - Strasburgo
Integrazione della prospettiva di genere nei lavori del Parlamento europeo
P7_TA(2011)0515A7-0351/2011

Risoluzione del Parlamento europeo del 17 novembre 2011 sull'integrazione della dimensione di genere nei lavori del Parlamento europeo (2011/2151(INI))

Il Parlamento europeo,

–  viste la quarta Conferenza mondiale sulle donne, svoltasi a Pechino nel settembre 1995 nonché la dichiarazione e la piattaforma d'azione adottate in tale occasione come pure i successivi documenti finali,

–  visto l'articolo 3 del trattato sull'Unione europea, che sottolinea i valori comuni agli Stati membri quali pluralismo, non discriminazione, tolleranza, giustizia, solidarietà e parità tra donne e uomini,

–  vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, in particolare gli articoli 1, 2, 3, 4, 5, 21 e 23,

–  vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo del 1948,

–  vista la Convenzione delle Nazioni Unite del 1979 sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW),

–  visto il patto europeo per la parità di genere (2011-2020) adottato dal Consiglio europeo nel marzo 2011(1),

–  vista la comunicazione della Commissione intitolata «Strategia per la parità tra donne e uomini 2010-2015» (COM(2010)0491),

–  vista la relazione generale elaborata dalla presidenza svedese dell'Unione europea del 2009, intitolata «Pechino 15 anni dopo: la piattaforma d'azione e l'Unione europea», che richiama l'attenzione sugli ostacoli che attualmente si frappongono alla piena realizzazione della parità di genere,

–  viste le conclusioni del Consiglio del 2 e 3 giugno 2005, in cui gli Stati membri e la Commissione sono invitati a rafforzare i meccanismi istituzionali di promozione dell'uguaglianza di genere e a istituire un quadro per valutare l'attuazione della piattaforma d'azione di Pechino, ai fini di un monitoraggio più coerente e sistematico dei progressi compiuti,

–  viste le sue risoluzioni del 15 giugno 1995 sulla quarta Conferenza mondiale sulle donne svoltasi a Pechino: Lotta per la parità, lo sviluppo e la pace(2), del 10 marzo 2005 sul seguito del programma d'azione della IV conferenza mondiale sulle donne (Pechino + 10)(3) e del 25 febbraio 2010 su Pechino + 15 – Programma d'azione delle Nazioni Unite a favore della parità tra gli uomini e le donne(4),

–  vista la sua risoluzione del 13 marzo 2003 sull'integrazione della dimensione di genere al Parlamento europeo(5),

–  vista la sua risoluzione del 18 gennaio 2007 sull'integrazione della dimensione di genere nell'ambito dei lavori delle commissioni(6),

–  vista la sua risoluzione del 22 aprile 2009 sull'integrazione della dimensione di genere nell'ambito dei lavori delle commissioni e delle delegazioni(7),

–  vista la sua risoluzione del 7 maggio 2009 sull'integrazione della dimensione di genere nelle relazioni esterne dell'Unione europea(8),

–  visto il lavoro anticipatore del Consiglio d'Europa sull'integrazione della dimensione di genere e nello specifico la «Declaration on Making Gender Equality a Reality» (dichiarazione per realizzare la parità di genere) della 119ª seduta del comitato dei ministri(9),

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A7-0351/2011),

A.  considerando che l'integrazione della dimensione di genere è molto più della semplice promozione della parità mediante l'attuazione di misure specifiche a favore delle donne, o in alcuni casi del sesso sottorappresentato, ma che implica piuttosto la mobilitazione di tutte le politiche e le misure generali al fine specifico di conseguire la parità di genere;

B.  considerando che le Nazioni Unite hanno istituito UN Women, organismo che dal 1° gennaio 2011 ha rafforzato gli accordi istituzionali del sistema delle Nazioni Unite a sostegno della parità di genere e dell'emancipazione femminile, nel quadro della dichiarazione e del piano d'azione di Pechino(10);

C.  considerando che l'articolo 8 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea definisce il principio di integrazione della dimensione di genere, affermando che nelle sue azioni l'Unione mira a eliminare le ineguaglianze, nonché a promuovere la parità, tra uomini e donne;

D.  considerando che l'articolo 2 del trattato sull'Unione europea sancisce il principio dell'uguaglianza di genere, affermando che l'Unione si fonda, sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze, e che questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini;

E.  considerando che, in alcuni casi, l'inserimento di una prospettiva di genere nei lavori politici e legislativi del Parlamento può essere conseguita al meglio mediante emendamenti mirati ai progetti di relazione, presentati nella commissione competente sotto forma di emendamenti sull'integrazione della dimensione di genere, una strategia perseguita attivamente dalla commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere fin dal 2009;

F.  considerando che questa procedura è stata applicata con successo alle recenti risoluzioni del 18 maggio 2010 sull'integrazione della dimensione di genere in materia di «competenze fondamentali per un mondo in trasformazione: attuazione del programma di lavoro »Istruzione e formazione 2010«(11) e dell'8 giugno 2011 sulla revisione di medio periodo del Settimo programma quadro dell'Unione europea per azioni di ricerca, sviluppo tecnologico e attività di dimostrazione(12);

G.  considerando che gli Stati membri aderiscono a tutti i principali quadri internazionali sull'uguaglianza di genere e i diritti della donna e che a livello dell'UE esistono diversi documenti programmatici; che, tuttavia, l'impegno pratico volto a promuovere l'integrazione della dimensione di genere e dell'emancipazione femminile deve essere rafforzato, poiché i progressi nell'attuazione dei documenti programmatici esistenti sono modesti e le risorse finanziarie destinate alle questioni relative al genere insufficienti;

H.  considerando che, oltre alla strategia per la parità tra donne e uomini (2010-2015), la Commissione ha individuato azioni chiave da attuarsi nelle singole direzioni generali, fatto che indica come l'UE si stia muovendo verso un approccio più olistico e coerente all'integrazione della dimensione di genere(13);

I.  considerando che, nell'ambito della Carta per le donne(14), la Commissione si è impegnata a rafforzare la prospettiva di genere in tutte le sue politiche per l'intera durata del proprio mandato;

J.  considerando che l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere ha il compito di sviluppare, analizzare, valutare e divulgare strumenti metodologici a sostegno dell'integrazione dell'uguaglianza di genere in tutte le politiche della Comunità e nelle politiche nazionali che ne derivano e a sostegno dell'integrazione della dimensione di genere in tutte le istituzioni e gli organi comunitari(15);

K.  considerando che è necessaria una stretta collaborazione con l'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere nella sua opera di divulgazione di strumenti metodologici accurati e nell'ottica di valutare più efficacemente l'integrazione della dimensione di genere nelle attività del Parlamento;

L.  considerando che la Commissione intende attuare l'integrazione della dimensione di genere quale parte costitutiva del suo processo decisionale, anche mediante valutazioni d'impatto di genere e procedure di valutazione, e a tale scopo ha sviluppato una «Guida alla valutazione d'impatto di genere»(16);

M.  considerando che la politica d'integrazione della dimensione di genere completa, ma non sostituisce, le specifiche politiche di parità e le azioni positive nell'ambito di un duplice approccio alla realizzazione dell'obiettivo della parità di genere;

N.  considerando che la discriminazione basata sul sesso o sul genere ha ripercussioni negative sulle persone transessuali e che le politiche e le attività del Parlamento europeo, della Commissione e di alcuni Stati membri nel settore dell'uguaglianza di genere includono sempre più l'identità sessuale;

O.  considerando che, in generale, la maggior parte delle commissioni parlamentari attribuisce una certa importanza all'integrazione della dimensione di genere (ad esempio nel quadro dei lavori legislativi, delle relazioni istituzionali con la commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, dell'elaborazione di programmi d'azione in materia di parità, ecc.), mentre sono una minoranza le commissioni che non se ne interessano affatto o solo raramente;

1.  si impegna ad adottare e attuare regolarmente un piano d'azione per l'integrazione della dimensione di genere al Parlamento, con l'obiettivo generale di promuovere la parità tra donne e uomini mediante l'inserimento reale ed effettivo della prospettiva di genere in tutte le politiche e le attività, al fine di valutare il diverso impatto delle misure destinate a donne e uomini, di coordinare le iniziative esistenti e di specificare obiettivi e priorità nonché i mezzi per conseguirli;

2.  afferma che lo scopo principale dell'integrazione della dimensione di genere per il prossimo triennio dovrebbe mirare a un'attuazione più coerente ed efficace dell'integrazione della dimensione di genere in tutti i lavori del Parlamento, sulla base delle seguenti priorità:

   a) l'impegno continuo a livello dell'Ufficio di presidenza del Parlamento, mediante il lavoro del Gruppo di alto livello sull'uguaglianza di genere e la diversità;
   b) un duplice approccio, ovvero l'integrazione della dimensione di genere nelle attività del Parlamento mediante, da un lato, l'efficace lavoro della commissione competente e, dall'altro, l'integrazione della prospettiva di genere nei lavori delle altre commissioni e delegazioni;
   c) la consapevolezza della necessità di un equilibrio di genere nei processi decisionali, da conseguire attraverso l'aumento della rappresentanza delle donne negli organi direttivi del Parlamento, negli uffici di presidenza dei gruppi politici, negli uffici di presidenza delle commissioni e delle delegazioni, nella composizione delle delegazioni e di altre missioni, come quelle di osservazione elettorale, nonché garantendo la rappresentanza degli uomini nei settori in cui essi sono sottorappresentati;
   d) l'inserimento dell'analisi di genere in tutte le fasi della procedura di bilancio per garantire che le necessità e le priorità di donne e uomini siano considerate in modo equo e che sia valutato l'impatto della fornitura di risorse dell'UE sulle donne e sugli uomini;
   e) un'efficace politica per l'informazione e la stampa che tenga sistematicamente conto della parità di genere ed eviti gli stereotipi di genere;
   f) la presentazione continua alla plenaria di relazioni periodiche in merito ai progressi conseguiti in materia di integrazione della dimensione di genere nel lavoro delle commissioni e delle delegazioni del Parlamento;
   g) l'attenzione alla necessità di risorse umane e finanziarie adeguate, affinché gli organi del Parlamento dispongano degli strumenti necessari, compresi gli strumenti di valutazione e analisi di genere, delle competenze adeguate in materia di genere (ricerca e documentazione, personale qualificato, esperti) nonché delle statistiche e dei dati specifici di genere; invita il Segretariato a organizzare scambi periodici di migliori prassi e di reti nonché una formazione in materia di integrazione della dimensione di genere e di bilancio di genere per i funzionari del Parlamento;
   h) lo sviluppo continuo della rete parlamentare per l'integrazione della dimensione di genere, per cui ogni commissione ha nominato un membro responsabile dell'attuazione dell'integrazione della dimensione di genere nei propri lavori;
   i) l'attenzione all'importanza di ricorrere a una terminologia e a definizioni specifiche, conformi alle norme internazionali, nell'uso dei termini relativi all'integrazione della dimensione di genere;
   j) il sostegno metodologico e analitico da parte dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere;

3.  chiede alla sua commissione competente di esaminare come la procedura con cui la commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere approva gli emendamenti a una specifica relazione, che evidenziano le implicazioni di genere in un settore politico nel rispetto delle scadenze e delle procedure stabilite dalla commissione interessata, possa essere meglio inserita nel regolamento;

4.  invita le commissioni del Parlamento competenti per il quadro finanziario pluriennale e i Fondi strutturali a valutare l'impatto di genere delle priorità proposte in materia di spese, fonti di reddito e strumenti di governance prima dell'adozione del quadro finanziario pluriennale per garantire che il quadro finanziario pluriennale post-2013 sia sensibile alle tematiche di genere e che tutti i programmi di finanziamento dell'UE stabiliscano obiettivi di uguaglianza di genere nei rispettivi regolamenti di base e stanzino finanziamenti specifici per misure utili a conseguire tali obiettivi;

5.  si congratula con la rete parlamentare per l'integrazione della dimensione di genere e con le commissioni parlamentari che hanno reso operativa l'integrazione della dimensione di genere nei propri lavori, e invita le altre commissioni a garantire l'impegno a favore della strategia di integrazione della dimensione di genere e a metterla in pratica nello svolgimento delle proprie attività;

6.  sottolinea la necessità di dotare le commissioni parlamentari di idonei strumenti che consentano una buona conoscenza dell'integrazione della dimensione di genere, quali indicatori, dati e statistiche disaggregate per sesso, nonché della distribuzione delle risorse di bilancio sotto il profilo della parità di trattamento tra uomini e donne, spronando le commissioni a far tesoro delle competenze interne (segreteria della commissione competente, dipartimento tematico, biblioteca ecc.) e delle competenze esterne contestuali ad altre istituzioni locali, regionali, nazionali e sovranazionali, siano esse pubbliche e private, alle piccole, medie e grandi imprese e alle università attive nel settore dell'uguaglianza di genere;

7.  si compiace delle iniziative specifiche adottate da parte di diverse commissioni parlamentari in tale settore, in particolare l'elaborazione della relazione di iniziativa sul ruolo delle donne nell'agricoltura e nelle zone rurali da parte della commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, nonché l'organizzazione di un'audizione pubblica sul ruolo delle donne nello sviluppo sostenibile delle zone di pesca da parte della commissione per la pesca;

8.  conclude, sulla base del questionario presentato ai presidenti e ai vicepresidenti responsabili dell'integrazione della dimensione di genere nelle commissioni parlamentari, che l'opera d'integrazione della dimensione di genere nelle commissioni parlamentari è molto variabile e volontaria, con settori che prestano particolare attenzione alle tematiche di genere e altri in cui si registra un'attività limitata o addirittura inesistente;

9.  plaude al lavoro e agli sforzi messi in atto dalle delegazioni interparlamentari e dalle missioni di osservazione elettorale nelle proprie relazioni con i parlamenti dei paesi terzi, al fine di affrontare le questioni relative alla parità di genere e all'emancipazione femminile attraverso un controllo più sistematico e il follow-up di questioni quali la mutilazione genitale femminile e la mortalità materna, nonché lavorando a più stretto contatto con la commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere per organizzare riunioni congiunte e scambiare informazioni in questi settori;

10.  chiede alla Commissione di affrontare e dare priorità alle disuguaglianze di genere, in modo più coerente e sistematico, nella programmazione e nell'attuazione di tutte le politiche, e insiste sul fatto che l'integrazione delle problematiche di genere in tutte le politiche deve essere migliorata per conseguire gli obiettivi della parità di genere;

11.  ribadisce la necessità di focalizzare l'attenzione sulle relazioni di genere fra uomini e donne che creano e perpetuano le disuguaglianze di genere;

12.  ritiene che le attività del Parlamento in materia di integrazione della dimensione di genere debbano comprendere anche l'identità di genere e debbano valutare l'impatto delle politiche e delle attività sulle persone transessuali; invita la Commissione a tenere conto dell'identità di genere in tutte le attività e le politiche nell'ambito dell'uguaglianza di genere;

13.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al Consiglio d'Europa.

(1) Allegato alle conclusioni del Consiglio del 7 marzo 2011.
(2) GU C 166 del 3.7.1995, pag. 92.
(3) GU C 320 E del 15.12.2005, pag. 247.
(4) GU C 348 E del 21.12.2010, pag. 11.
(5) GU C 61 E del 10.3.2004, pag. 384.
(6) GU C 244 E del 18.10.2007, pag. 225.
(7) GU C 184 E del 8.7.2010, pag. 18.
(8) GU C 212 E del 5.8.2010, pag. 32.
(9) 119ª seduta del comitato dei ministri, Madrid, 12 maggio 2009.
(10) Risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite n. 64/289, del 21 luglio 2010, sulla coerenza del sistema.
(11) GU C 161 E del 31.5.2011, pag. 8.
(12) Testi approvati, P7_TA(2011)0256.
(13) Documento di lavoro dei servizi della Commissione «Actions to implement the Strategy for Equality between Women and Men 2010-2015» (Azioni per applicare la strategia per l'uguaglianza tra uomini e donne 2010-2015) (SEC(2010)1079/2).
(14) Comunicazione della Commissione intitolata «Maggiore impegno verso la parità tra donne e uomini: Carta per le donne» (COM(2010)0078).
(15) Regolamento (CE) n. 1922/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 dicembre 2006, che istituisce un Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (GU L 403 del 30.12.2006, pag. 9).
(16) http://ec.europa.eu/social/BlobServlet?docId=4376&langId=en.

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