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Procedura : 2012/2673(RSP)
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RC-B7-0280/2012

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P7_TA(2012)0252

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Mercoledì 13 giugno 2012 - Strasburgo
Seguito delle elezioni nella Repubblica democratica del Congo
P7_TA(2012)0252RC-B7-0280/2012

Risoluzione del Parlamento europeo del 13 giugno 2012 sul monitoraggio delle elezioni nella Repubblica democratica del Congo (2012/2673(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  vista la Dichiarazione sui principi per le missioni internazionali di osservazione elettorale adottata dalle Nazioni Unite nell'ottobre 2005,

–  vista la Carta dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite,

–  vista la Carta africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, ratificata dalla Repubblica democratica del Congo (RDC) nel 1982,

–  vista la comunicazione della Commissione in materia di assistenza e osservazione delle elezioni da parte dell'Unione europea,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sulla Repubblica democratica del Congo,

–  visto l'Accordo di partenariato di Cotonou firmato nel giugno 2000,

–  vista la risoluzione dell'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE del 22 novembre 2007 sulla situazione nella Repubblica democratica del Congo, in particolare nella parte orientale del Paese, e il suo impatto sulla regione,

–  vista l'azione comune 2009/769/PESC del Consiglio, del 19 ottobre 2009, che modifica l'azione comune 2007/405/PESC relativa alla missione di polizia dell'Unione europea nell'ambito della riforma del settore della sicurezza (RSS) e della sua interfaccia con la giustizia nella Repubblica democratica del Congo (EUPOL RD Congo),

–  vista la missione finalizzata alla riforma del settore della sicurezza EUSEC RD Congo, creata nel giugno 2005 (azione comune 2005/355/PESC del Consiglio, del 2 maggio 2005, relativa alla missione di consulenza e di assistenza dell'Unione europea per la riforma del settore della sicurezza nella Repubblica democratica del Congo),

–  visto il mandato della missione di osservazione elettorale (MOE-UE) inviata dall'Unione europea in occasione delle elezioni presidenziali e legislative del 28 novembre 2011, incaricata di presentare una valutazione dettagliata, imparziale e indipendente del processo elettorale, conformemente al quadro giuridico nazionale e regionale, ma anche alle norme e ai trattati internazionali firmati dalla Repubblica democratica del Congo,

–  visto il mandato della propria delegazione, che si è affiancata alla MOE-UE e ne ha sottoscritto le conclusioni,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 9 dicembre 2011 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, sul processo elettorale nella Repubblica democratica del Congo,

–  viste la dichiarazione comune dell'alto rappresentante dell'Unione europea, Catherine Ashton, e del Commissario Andris Piebalgs, del 2 dicembre  2011, sulle elezioni e la dichiarazione del 7 giugno 2012,

–  vista la dichiarazione rilasciata il 20 dicembre 2011 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, sul processo elettorale nella Repubblica democratica del Congo,

–  viste la relazione finale della missione di osservazione elettorale dell'Unione europea nella Repubblica democratica del Congo e le raccomandazioni in essa formulate,

–  viste le raccomandazioni della Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI), pubblicate nell'aprile 2012,

–  visto l'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

–  visto l'articolo 122, paragrafo 2, del suo regolamento,

A. considerando che la missione di osservazione elettorale dell'Unione europea nella Repubblica democratica del Congo ha constatato, nella sua relazione finale, che il processo elettorale è stato viziato dalla mancanza di trasparenza e di credibilità imputabile alle numerose irregolarità e frodi rilevate;

B.  considerando che la MOE-UE nella RDC ha stilato 22 raccomandazioni destinate alle autorità congolesi, intese ad apportare miglioramenti fondamentali in termini di trasparenza e credibilità delle elezioni e alle quali è tecnicamente possibile dare attuazione prima dello svolgimento delle prossime elezioni provinciali e locali;

C.  considerando che, parlando a nome dell'Unione europea, il VP/AR, Catherine Ashton, ha ribadito la preoccupazione per le gravi carenze e la mancanza di trasparenza nella compilazione e nella pubblicazione dei risultati elettorali, segnalate tra l'altro anche dalla missione di osservazione elettorale dell'Unione europea;

D.  considerando che, nonostante le carenze individuate dalle stesse autorità congolesi e dalla CENI, la Suprema corte di giustizia della RDC ha confermato i risultati definitivi di entrambe le elezioni e proclamato, il 16 dicembre 2011, il Presidente in carica, Joseph Kabila, quale Presidente rieletto;

E.  considerando che non è stato rispettato il termine del 25 marzo 2012 per lo svolgimento delle elezioni provinciali e locali e che, il 6 giugno 2012, il presidente della CENI ha annunciato un calendario riveduto delle elezioni provinciali, cittadine, comunali e locali, che prolunga il processo elettorale fino al 2014;

F.  considerando che il Consiglio superiore del settore audiovisivo e della comunicazione (CSAC) non ha potuto garantire il principio di parità quanto alla copertura mediatica di tutti i candidati;

G.  considerando che l'impunità per le gravi violazioni dei diritti umani sta creando un clima di insicurezza e che la situazione del processo di democratizzazione nella RDC resta preoccupante, tenuto conto dell'incremento delle violazioni dei diritti umani di matrice politica in vista delle elezioni presidenziali;

H.  considerando la recrudescenza della repressione nei confronti di attivisti dei diritti umani e di giornalisti in Congo, che sono vittime di arresti arbitrari e intimidazioni;

I.  considerando che l'assassinio di Floribert Chebeya Bahizire, un esponente congolese dell'attivismo per i diritti umani, e il modo in cui è stata trattata la questione costituiscono non soltanto di per sé gravi reati ma anche il peggior messaggio in assoluto per tutti i difensori dei diritti umani del Paese;

J.  considerando che durante la fase preelettorale sono emersi numerosi problemi, tra cui il passaggio a un sistema elettorale a turno unico per le elezioni presidenziali, la presenza di una lista elettorale non convalidata, la mancanza di legittimità da parte della CENI, un quadro giuridico inadeguato e mal applicato, nonché la nomina dei giudici della Corte suprema;

K.  considerando che, nel quadro della dotazione A del decimo FES, l'Unione europea sostiene i progetti in materia di buon governo quali lo svolgimento di elezioni democratiche e trasparenti;

L.  rilevando che il contributo finanziario dell'Unione europea alle elezioni in oggetto ammonta a 47,5 milioni di euro, con ulteriori 2 milioni di euro destinati alla sicurezza; apprezzando l'impegno personale di 147 osservatori nel processo di sorveglianza elettorale nel quadro della MOE-UE nella RDC nel 2011;

M.  considerando, che nella sua risoluzione 1991 adottata il 28 giugno 2011, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha prorogato fino al 30 giugno 2012 il mandato della missione di stabilizzazione dell'ONU nella RDC (Monusco);

N.   considerando che l'aumento della disoccupazione, il deterioramento delle condizioni sociali e l'impoverimento della popolazione sono anch'essi fattori determinanti dell'instabilità politica nella Repubblica democratica del Congo;

O.  considerando la presenza in Congo di 1,7 milioni di sfollati interni e di 426 000 profughi congolesi nei paesi limitrofi;

1.  ritiene che la costruzione di una società democratica richieda innanzitutto una forte volontà politica e una visione ambiziosa da parte dei leader politici, dei governi e dell'opposizione, e debba mirare alla costituzione di istituzioni politiche a garanzia dei diritti umani, civili, politici, sociali, economici e ambientali della popolazione;

2.  è del parere che i leader politici, le organizzazioni della società civile, le autorità religiose e le associazioni femminili della RDC debbano raggiungere un consenso nazionale in merito a istituzioni adeguate e appropriate e a procedure consolidate e concordate, grazie alle quali sia possibile attuare prassi democratiche;

3.  ritiene che l'indipendenza del sistema giudiziario e dei mezzi d'informazione sia indispensabile ai fini della formazione e regolamentazione del processo democratico, allo scopo di consolidare lo Stato di diritto, dare vita a istituzioni democratiche, tra cui un parlamento funzionante fondato sul pluralismo politico, e rafforzare il ruolo della società civile;

4.  è del parere che le elezioni siano necessarie, ma non di per sé sufficienti, a creare i presupposti per un processo di democratizzazione che vada al di là della mera organizzazione di elezioni; ritiene che, per una buona riuscita del processo di democratizzazione, sia fondamentale impegnarsi, oltre che per lo sviluppo sociale ed economico del paese, anche per il rispetto dei diritti fondamentali della popolazione, tra cui il diritto al lavoro, alla salute e all'istruzione;

5.  si rallegra della massiccia mobilitazione del popolo congolese per le elezioni presidenziali e legislative del novembre 2011, che ha dato prova di un profondo attaccamento alla causa della costruzione di un'autentica democrazia nella RDC;

6.  incoraggia il governo ad avviare un dialogo politico con tutte le parti interessate, comprese le forze dell'opposizione e la società civile, gettando le basi per una vera democrazia e per l'attuazione di riforme politiche nel paese;

7.  sottolinea l'importanza della creazione di una Corte costituzionale che assicuri una maggiore trasparenza del processo elettorale, soprattutto per quanto concerne la risoluzione delle controversie elettorali;

8.  constata ancora una volta l'inadeguatezza della Commissione elettorale nazionale indipendente (CENI) e raccomanda che siano intraprese riforme sostanziali su più fronti, una volta che la sua composizione sarà stata rivista, al fine di renderla realmente paritaria e più rappresentativa della società civile congolese;

9.  apprezza la volontà della CENI di ristabilire la fiducia tra le diverse parti in causa e di attuare le raccomandazioni della missione di osservazione elettorale dell'UE (MOE UE) e invita la CENI, a tale riguardo, a proporre una specifica e idonea linea d'azione;

10.  sottolinea il ruolo decisivo della società civile congolese nel processo elettorale, in termini di promozione dell'educazione civica e dell'osservazione nazionale; chiede pertanto all'Unione europea e alla comunità internazionale di sostenere la RDC nei suoi sforzi per consolidare la democrazia e la pace, di assistere le organizzazioni non governative congolesi nella sensibilizzazione degli elettori e nell'osservazione interna delle elezioni e di sostenere il popolo congolese nel suo anelito di democrazia e di giustizia sociale;

11.  chiede che al Consiglio superiore del settore audiovisivo e della comunicazione (CSAC) sia consentito di operare in modo efficace ed efficiente, in modo da assicurare il rispetto del principio di parità quanto alla copertura mediatica di tutti i candidati alle elezioni;

12.  condanna fermamente le deplorevoli violenze e le violazioni dei diritti fondamentali avvenute contestualmente alle elezioni del 28 novembre 2011 e invita le autorità congolesi a compiere ogni sforzo possibile per condurre le indagini necessarie al fine di individuare i responsabili; plaude al lavoro svolto dalle forze dell'ordine e di sicurezza per contrastare in maniera efficace tutte le violazioni dei diritti umani e le incoraggia a proseguire nel loro impegno;

13.  sottolinea che non si è registrato alcun progresso di rilievo nelle indagini penali avviate in relazione alle violazioni dei diritti umani, segnatamente agli stupri di massa; rileva che l'apparato giudiziario è stato per lo più incapace di garantire giustizia e riparazione alle vittime;

14.  è preoccupato per il fatto che gli assassini dell'attivista dei diritti umani Floribert Chebeya siano tuttora in libertà, nonostante una sentenza del tribunale; esorta la giustizia congolese a prendere in considerazione il ricorso in appello della vedova Chebeya e a fissare una data per la sua messa in atto;

15.  sollecita le autorità congolesi, in nome della libertà di espressione, a non ostacolare direttamente o indirettamente la diffusione nella RDC del film realizzato dal regista Thierry Michel, che tratta di tale caso;

16.  chiede al governo congolese di impegnarsi con determinazione a favore di una prassi politica che rispetti veramente tutti i diritti dell'uomo, comprese le libertà di espressione e di opinione, di manifestazione e di religione, e di porre fine alla discriminazione fondata sul sesso o l'orientamento sessuale; sottolinea l'importanza di rafforzare lo Stato di diritto, il buon governo, la lotta alla corruzione e il controllo sui servizi di sicurezza;

17.  invita l'attuale governo della RDC a intensificare i suoi sforzi sul piano interno per far rispettare lo Stato di diritto e garantire la sicurezza del popolo congolese in tutto il paese; invita il Primo ministro, in qualità di rappresentante del governo responsabile delle finanze pubbliche, ad assicurare che le più rigorose norme in materia di gestione finanziaria e solide procedure di bilancio diventino la regola nell'elaborazione delle politiche del governo della RDC;

18.  constata che le donne continuano a essere discriminate, il che ostacola la loro piena partecipazione alla vita politica, sebbene la costituzione sancisca il principio dell'uguaglianza tra uomini e donne e della parità di genere in seno ai vari organi decisionali; suggerisce di adottare tutte le misure necessarie ad assicurare l'integrazione delle donne nella vita politica e di modificare la legge elettorale in modo da garantire il principio della parità di genere;

19.  si compiace dell'annuncio rilasciato a mezzo comunicato stampa dall'ufficio di presidenza della CENI il 6 giugno 2012, relativo alla decisione n. 019/CEN/BUR/12 che istituisce un calendario riveduto delle elezioni provinciali, cittadine, comunali e locali e che estende il processo elettorale fino al 2014;

20.  invita la CENI a presentare un programma organizzativo e un programma di bilancio che illustrino chiaramente le modalità di organizzazione delle prossime elezioni; chiede che i programmi in questione siano sottoposti all'approvazione di tutti i partiti politici e della società civile;

21.  invita tutti i membri della maggioranza presidenziale, dell'opposizione e della pubblica amministrazione, nonché la società civile e il popolo congolese in generale, a far sì che le prossime elezioni previste dal calendario elettorale riveduto per il periodo 2012-2014 siano trasparenti, credibili e affidabili e che siano rispettati i diritti umani e le libertà fondamentali;

22.  incoraggia la Commissione e gli Stati membri a vincolare il contributo finanziario dell'Unione al processo elettorale nella RDC all'effettiva applicazione delle raccomandazioni della MOE-UE;

23.  sottolinea che la situazione della sicurezza e umanitaria nel paese continua a rappresentare una minaccia per la stabilità della regione e insiste sul fatto che la pace, la sicurezza, la democrazia e il buon governo sono condizioni preliminari per lo sviluppo a lungo termine della RDC;

24.  chiede che il parlamento congolese venga coinvolto nell'attività di monitoraggio del settore estrattivo e che sia esaminata la possibilità di condurre un'indagine indipendente, onde garantire che tale settore possa svolgere le proprie attività all'insegna della trasparenza;

25.  appoggia la creazione, presso il Consiglio per i diritti dell'uomo, del posto di relatore speciale per la Repubblica democratica del Congo nonché il rinnovo del mandato della Monusco, allo scopo di proteggere la popolazione civile;

26.  invita le autorità congolesi a ratificare quanto prima la Carta africana sulla democrazia, le elezioni e il buon governo;

27.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza nonché all'Unione africana, ai governi dei paesi della regione dei Grandi Laghi, al Consiglio per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite e alle autorità della Repubblica democratica del Congo.

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