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Procedura : 2013/2638(RSP)
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RC-B7-0223/2013

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PV 23/05/2013 - 13.14
CRE 23/05/2013 - 13.14

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P7_TA(2013)0230

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Giovedì 23 maggio 2013 - Strasburgo
Condizioni di lavoro e norme sanitarie e di sicurezza in seguito ai recenti incendi di fabbriche e al crollo di un edificio in Bangladesh
P7_TA(2013)0230RC-B7-0223/2013

Risoluzione del Parlamento europeo del 23 maggio 2013 sulle condizioni di lavoro e le norme sanitarie e di sicurezza in seguito ai recenti incendi di fabbriche e al crollo di un edificio in Bangladesh (2013/2638(RSP))

Il Parlamento europeo,

–  viste le sue precedenti risoluzioni sul Bangladesh, segnatamente quella del 17 gennaio 2013 sulle vittime di recenti incendi in fabbriche tessili, in particolare in Bangladesh(1), quella del 14 marzo 2013 sulla situazione in Bangladesh(2) e quella sulla sostenibilità nella catena del valore mondiale del cotone(3), 

–  vista la dichiarazione congiunta rilasciata in data 30 aprile 2013 dal vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Catherine Ashton, e dal commissario per il commercio, Karel De Gucht, a seguito del recente crollo di un edificio in Bangladesh,

–  visto l'accordo sulla sicurezza antincendio e degli edifici in Bangladesh,

–  visti la dichiarazione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) sui principi e i diritti fondamentali sul luogo di lavoro, il patto mondiale delle imprese (Global Compact) delle Nazioni Unite e le linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali,

–  viste le sue risoluzioni del 25 novembre 2010 sui diritti umani e le norme sociali e ambientali negli accordi commerciali internazionali(4) e sulla responsabilità sociale delle imprese negli accordi commerciali internazionali(5),

–  visto l'accordo di cooperazione tra la Comunità europea e la Repubblica popolare del Bangladesh sul partenariato e sullo sviluppo(6),

–  viste le convenzioni dell'OIL sul quadro promozionale per la sicurezza e la salute sul lavoro (C-187 del 2006) e in materia di sicurezza e salute sul lavoro (C-155 del 1981), che non sono state ratificate dal Bangladesh, così come le rispettive raccomandazioni (R-197), viste inoltre la convenzione sull'ispezione del lavoro (C-81 del 1947), della quale il Bangladesh è firmatario, e le relative raccomandazioni (R-164),

–  vista la comunicazione della Commissione dal titolo «Strategia rinnovata dell'UE per il periodo 2011-14 in materia di responsabilità sociale delle imprese» (COM(2011)0681),

–  viste le sue risoluzioni del 6 febbraio 2013 sulla responsabilità sociale delle imprese: comportamento commerciale trasparente e responsabile e crescita sostenibile(7) , e sulla responsabilità sociale delle imprese: promuovere gli interessi della società e un cammino verso una ripresa sostenibile e inclusiva(8),

–  visti i principi guida delle Nazioni Unite in materia di imprese e diritti umani, che definiscono un quadro per i governi e le aziende finalizzato alla tutela e al rispetto dei diritti umani, quali approvati dal Consiglio dei diritti umani nel giugno 2011,

–  vista la Campagna abiti puliti,

–  viste le conclusioni della missione di alto livello dell'OIL in Bangladesh dal 1° al 4 maggio 2013,

–  visti l'articolo 110, paragrafi 2 e 4, del suo regolamento,

A.  considerando che il 24 aprile 2013 oltre 1 100 persone sono morte e circa 2 500 sono rimaste ferite a seguito del crollo di una fabbrica di abbigliamento nell'edificio del Rana Plaza, a Dacca, in Bangladesh, il che rappresenta la più triste tragedia nella storia dell'industria dell'abbigliamento mondiale;

B.  considerando che il 24 novembre 2012 almeno 112 persone hanno trovato la morte nell'incendio della fabbrica tessile Tazreen, situata nel distretto di Ashulia (Dacca); che l'8 maggio 2013 otto persone hanno perso la vita nell'incendio di una fabbrica a Dacca; e che si stima che, dal 2005, 600 lavoratori del settore tessile abbiano perso la vita in incendi di fabbriche nel solo Bangladesh, prima che si verificasse la tragedia del Rana Plaza;

C.  considerando che il proprietario del Rana Plaza e altre otto persone sono stati arrestati e sono state mosse loro accuse penali per aver costruito illegalmente l'edificio, il quale avrebbe sviluppato gravissimi problemi strutturali, e per aver comunque costretto i lavoratori a continuare a lavorare nonostante le loro preoccupazioni in merito alla sicurezza;

D.  considerando che le condizioni di tali fabbriche tessili sono spesso carenti, con scarsa considerazione per i diritti dei lavoratori come quelli riconosciuti dalle principali convenzioni dell'OIL e spesso con scarsa o nessuna considerazione per la sicurezza; che in molti casi i proprietari di tali fabbriche sono rimasti impuniti e che pertanto hanno fatto poco per migliorare le condizioni di lavoro;

E.  considerando che, nel caso della fabbrica Tazreen, il proprietario non è stato arrestato, sebbene una commissione d'inchiesta governativa composta dal ministero degli Affari interni e dalla commissione parlamentare permanente sul lavoro avesse concluso che avrebbe dovuto essere incriminato penalmente per negligenza imperdonabile;

F.  considerando che il mercato europeo rappresenta la principale destinazione delle esportazioni di prodotti tessili e di abbigliamento del Bangladesh e che società occidentali di primo piano riconoscono di avere concluso contratti con le fabbriche del Rana Plaza per la fornitura di capi di abbigliamento;

G.  considerando che il Bangladesh è diventato il secondo più grande esportatore mondiale di abiti confezionati, superato solo dalla Cina, che vi sono oltre 5 000 fabbriche tessili in cui sono impiegati circa 4 milioni di persone, e che il settore dell'abbigliamento rappresenta attualmente il 75% delle sue esportazioni;

H.  considerando che l'industria tessile è ritenuta uno dei settori industriali più inquinanti; che la filatura, la tessitura e la produzione di fibre industriali possono danneggiare la qualità dell'aria e rilasciare nell'atmosfera numerosi agenti volatili particolarmente nocivi per i lavoratori, i consumatori e l'ambiente;

I.  considerando che, secondo le informazioni disponibili, i lavoratori del Rana Plaza erano pagati soltanto 29 euro al mese; che, secondo la Campagna abiti puliti, i costi della manodopera in questo settore rappresentano solamente dall'1 al 3% del prezzo finale del prodotto, e che stanno aumentando le pressioni sui prezzi;

J.  considerando che diverse importanti società occidentali hanno ora firmato un accordo giuridicamente vincolante elaborato da organizzazioni locali del lavoro, con lo scopo di garantire il rispetto delle norme di base in materia di sicurezza sul luogo di lavoro all'interno delle fabbriche di abbigliamento in Bangladesh, in seguito alle critiche diffuse delle società internazionali che collaborano con i produttori di abbigliamento locali;

1.  esprime il proprio dolore dinanzi alla tragica perdita prevenibile di oltre 1 100 vite e ai migliaia di feriti, in seguito al crollo dell'edificio del Rana Plaza a Dacca; esprime le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime e ai feriti e condanna i responsabili di non aver prevenuto, ancora una volta, una così grave perdita di vite umane;

2.  sottolinea che incidenti di questo tipo mettono tragicamente in evidenza la mancanza di norme di sicurezza nei luoghi di lavoro e dimostrano che occorre agire urgentemente per migliorare l'attuazione delle norme di lavoro fondamentali dell'OIL e rafforzare il rispetto dei principi di responsabilità sociale delle imprese da parte delle imprese multinazionali di distribuzione nel settore tessile;

3.  difende il diritto dei lavoratori in Bangladesh a organizzarsi, iscriversi e aderire a sindacati indipendenti senza tema di repressioni; ritiene che l'esistenza di strutture sindacali democratiche rappresenti uno strumento essenziale nella lotta a favore di norme sanitarie e di sicurezza più rigorose e condizioni di lavoro migliori, compresi salari più elevati; invita il governo del Bangladesh a garantire questi diritti fondamentali;

4.  si compiace dell'accordo sulla sicurezza antincendio e degli edifici in Bangladesh, concluso il 15 maggio 2013 da sindacati, ONG e circa 40 multinazionali della vendita al dettaglio di prodotti tessili, finalizzato a migliorare le norme di sicurezza negli impianti produttivi (e contenente accordi in merito al finanziamento di tali misure), in particolare attraverso l'istituzione di un sistema di ispezioni indipendenti, comprensivo di relazioni pubbliche e dell'obbligo di provvedere alle riparazioni e all'ammodernamento, e attraverso il sostegno attivo alla creazione di «comitati per la salute e la sicurezza», con la partecipazione degli organi di rappresentanza dei lavoratori in ciascuna fabbrica; invita tutti gli altri marchi di abbigliamento interessati a sostenere questo sforzo, compresi i rivenditori al dettaglio di prodotti tessili Walmart, Gap, Metro, NKD e Ernstings, i quali continuano a respingere ogni accordo vincolante;

5.  accoglie positivamente il piano d'azione adottato il 4 maggio 2013 dal governo, dai datori di lavoro, dai lavoratori e dall'OIL che impegna soprattutto le parti a riformare le norme in materia di lavoro, consentendo ai lavoratori di formare associazioni sindacali senza il preventivo consenso dei proprietari delle fabbriche e di avviare la contrattazione collettiva, a valutare entro la fine del 2013 la sicurezza di tutte le fabbriche di prodotti di abbigliamento destinati all'esportazione presenti in Bangladesh, a trasferire le fabbriche non sicure e ad assumere centinaia di ispettori supplementari;

6.  auspica che l'accordo e il piano d'azione siano attuati in modo completo e tempestivo; plaude, a tale proposito, all'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del governo del Bangladesh, in data 13 maggio 2013, della legge (emendamento) sul lavoro 2013 del Bangladesh, che prevede disposizioni relative a un'assicurazione di gruppo e servizi sanitari nelle fabbriche; esorta il parlamento del Bangladesh ad approvare l'emendamento senza indugio in occasione della sua prossima seduta; plaude inoltre alla decisione del governo del Bangladesh di aumentare nelle prossime settimane il salario minimo e lo esorta a perseguire in termini di legge le imprese che corrispondono illegalmente salari inferiori;

7.  rammenta che il Bangladesh beneficia di un accesso al mercato dell'Unione in esenzione da dazi e contingenti nel quadro dell'iniziativa «Tutto tranne le armi» del sistema di preferenze generalizzate (SPG), e che tali preferenze possono essere revocate a norma dell'articolo 15, paragrafo 1, del regolamento SPG in caso di violazioni gravi e sistematiche dei principi contenuti nelle convenzioni elencate nell'allegato III, parte A, sulla base delle conclusioni dei pertinenti organismi di controllo;

8.  invita la Commissione a verificare il rispetto delle convenzioni da parte del Bangladesh e si attende che venga valutata la possibilità di avviare un'inchiesta a norma dell'articolo 18 del regolamento SPG qualora sia constatata una grave e sistematica violazione dei principi in esse contenute da parte del paese;

9.  deplora profondamente che il governo del Bangladesh non abbia potuto far rispettare la regolamentazione nazionale in materia edilizia; invita il governo e le autorità giudiziarie competenti a indagare sulle accuse secondo le quali la mancata attuazione di tali disposizioni sarebbe dovuta alla collusione tra funzionari corrotti e proprietari immobiliari intenzionati a ridurre i propri costi;

10.  si attende che i responsabili di reati colposi o altri reati penali connessi al crollo del Rana Plaza, all'incendio della fabbrica della Tazreen e ad altri incendi siano assicurati alla giustizia; auspica che le autorità locali e i dirigenti delle fabbriche cooperino al fine di garantire a tutte le vittime pieno accesso al sistema giudiziario, consentendo loro di richiedere un indennizzo; si aspetta che le multinazionali della vendita al dettaglio di prodotti tessili realizzati in dette fabbriche partecipino all'istituzione di un piano di compensazione finanziaria; valuta positivamente le iniziative già intraprese dal governo del Bangladesh per sostenere le vittime e le loro famiglie;

11.  chiede a tutte le imprese, in particolare ai marchi di abbigliamento che appaltano o subappaltano a fabbriche in Bangladesh o in altri paesi, di aderire integralmente alle pratiche in materia di responsabilità sociale delle imprese riconosciute a livello internazionale, in particolare alle linee guida dell'OCSE destinate alle imprese multinazionali recentemente aggiornate, ai dieci principi del Global Compact delle Nazioni Unite, alla norma di orientamento sulla responsabilità sociale ISO 26000, alla dichiarazione tripartita dei principi relativi alle imprese multinazionali e alla politica sociale dell'OIL e ai principi guida delle Nazioni Unite in materia di imprese e diritti umani, nonché di controllare minuziosamente le proprie catene di approvvigionamento onde garantire che le loro merci siano prodotte esclusivamente in fabbriche che rispettano appieno le norme di sicurezza e i diritti dei lavoratori;

12.  invita la Commissione a promuovere attivamente un comportamento responsabile fra le imprese dell'Unione europea che operano all'estero, in particolare garantendo la rigorosa osservanza di tutti i loro impegni giuridici, segnatamente degli standard e delle norme internazionali vigenti nell'ambito dei diritti dell'uomo, del lavoro e dell'ambiente;

13.  invita i rivenditori, le ONG e tutti gli altri soggetti interessati, compresa eventualmente la Commissione, a collaborare per mettere a punto uno standard di etichettatura sociale volontaria atta a certificare che un prodotto è stato fabbricato rispettando le norme fondamentali dell'OIL in materia di lavoro lungo tutta la catena di approvvigionamento; chiede alle imprese che ricorrono alla responsabilità sociale quale strumento commerciale di adottare provvedimenti volti ad assicurare che ogni dichiarazione in proposito sia accurata;

14.  accoglie con favore il sostegno offerto dalla Commissione al ministero del Lavoro e dell'Occupazione del Bangladesh e all'Associazione dei produttori e degli esportatori del tessile del Bangladesh; chiede che tale cooperazione sia rafforzata ed estesa ad altri paesi della regione, a seconda dei casi;

15.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio e alla Commissione, al Servizio europeo per l'azione esterna, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti dell'uomo, al governo e al parlamento del Bangladesh nonché al direttore generale dell'OIL.

(1) Testi approvati, P7_TA(2013)0027.
(2) Testi approvati, P7_TA(2013)0100.
(3) Testi approvati, P7_TA(2013)0099.
(4) GU C 99 E del 3.4.2012, pag. 31.
(5) GU C 99 E del 3.4.2012, pag. 101.
(6) GU L 118 del 27.4.2001, pag. 48.
(7) Testi approvati, P7_TA(2013)0049.
(8) Testi approvati, P7_TA(2013)0050.

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