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Procedura : 2013/2125(INI)
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Ciclo del documento : A7-0358/2013

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A7-0358/2013

Discussioni :

PV 20/11/2013 - 14
CRE 20/11/2013 - 14

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PV 21/11/2013 - 8.15
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P7_TA(2013)0514

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Giovedì 21 novembre 2013 - Strasburgo
Base tecnologica e industriale della difesa europea
P7_TA(2013)0514A7-0358/2013

Risoluzione del Parlamento europeo del 21 novembre 2013 sulla base tecnologica e industriale della difesa europea (2013/2125(INI))

Il Parlamento europeo

–  visto il titolo V del trattato sull'Unione europea (trattato UE) e, segnatamente, i suoi articoli 21, 42, 45 e 46, nonché gli articoli 173, 179-190 e 352 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea (trattato FUE) e il suo protocollo (n. 10),

–  visti le conclusioni del Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre 2012 e il processo di preparazione della riunione del Consiglio europeo sulla difesa previsto per il 19 e 20 dicembre 2013,

–  vista la comunicazione della Commissione del 24 luglio 2013 dal titolo "Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente" (COM(2013)0542),

–  vista la comunicazione della Commissione del 5 dicembre 2007 dal titolo "Una strategia per un'industria europea della difesa più forte e competitiva" (COM(2007)0764),

–  viste la strategia europea in materia di sicurezza, adottata dal Consiglio europeo del 12 dicembre 2003, e la relazione sull'attuazione della stessa, approvata dal Consiglio europeo dell'11 e 12 dicembre 2008,

–  vista la dichiarazione sul rafforzamento della politica europea di sicurezza e di difesa, adottata dal Consiglio europeo del 12 dicembre 2008, e la dichiarazione sul rafforzamento delle capacità, adottata dal Consiglio l'11 dicembre 2008,

–  vista la strategia per la base tecnologica e industriale della difesa europea, adottata dal comitato direttivo dell'Agenzia europea per la difesa (AED) il 14 maggio 2007,

–  vista la decisione 2011/411/PESC del Consiglio, del 12 luglio 2011, che fissa lo statuto, la sede e le modalità di funzionamento dell'Agenzia europea per la difesa e che abroga l'azione comune 2004/551/PESC(1),

–  vista la direttiva 2009/81/CE relativa al coordinamento delle procedure per l'aggiudicazione di taluni appalti di lavori, di forniture e di servizi nei settori della difesa e della sicurezza da parte delle amministrazioni aggiudicatrici/degli enti aggiudicatori(2),

–  viste le sue risoluzioni del 22 novembre 2012 sull'attuazione della politica di sicurezza e di difesa comune(3) e del 14 dicembre 2011 sull'impatto della crisi finanziaria sul settore della difesa negli Stati membri dell'UE(4),

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri e i pareri della commissione per l'industria, la ricerca e l'energia e della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (A7-0358/2013),

Per una politica di sicurezza e di difesa comune operativa occorre una solida base industriale e tecnologica della difesa europea

1.  rammenta che per una politica di sicurezza e di difesa comune operativa occorre una solida base industriale e tecnologica della difesa europea (EDTIB), che costituisce un elemento essenziale per la capacità dell'Europa di garantire la sicurezza dei cittadini, proteggere i propri valori fondamentali e promuovere i propri interessi; ricorda che il settore europeo della difesa è una fonte importante di crescita e innovazione, elementi chiave per la stabilità e la sicurezza; ritiene che l'istituzione e lo sviluppo di una base industriale competitiva della difesa europea debbano essere parte delle priorità strategiche dell'UE;

2.  rammenta il livello delle ambizioni operative indicato nella dichiarazione del Consiglio sul rafforzamento delle capacità dell'11 dicembre 2008 e i compiti civili e militari di cui all'articolo 43, paragrafo 1 del TUE; rammenta l'impegno degli Stati membri per il miglioramento delle capacità militari; invita il Consiglio europeo a iniziare a sviluppare una politica europea delle capacità e degli armamenti (ECAP) a tale scopo, come indicato nell'articolo 42, paragrafo 3 del TUE;

3.  sottolinea che, mentre taluni paesi terzi come Cina, India, Brasile e Russia aumentano le proprie spese destinate alla difesa, i bilanci dell'UE in materia stanno subendo tagli; attira l'attenzione sul mutamento dell'ambiente strategico globale, sulla riduzione dei bilanci per la difesa, dovuta in particolare alla crisi economica e finanziaria, sulla forte accelerazione degli sviluppi tecnologici e sul fatto che le società che operano nel settore della difesa si stanno adeguando alla situazione concentrando gli sforzi sulle esportazioni verso paesi terzi, a costo di trasferire tecnologie sensibili e diritti di proprietà intellettuale e di spostare la produzione al di fuori dell'UE;

4.  esprime preoccupazione per la riduzione degli investimenti per la difesa e invita gli Stati membri, l'AED e la Commissione ad adottare contromisure volte a rispondere al futuro aumento dell'esposizione dell'EDTIB al rischio di essere controllata e limitata nelle sue attività da potenze terze, con diversi interessi strategici; esorta gli Stati membri a rafforzare la cooperazione industriale europea nell'ottica di garantire, per quanto possibile, un'autonomia strategica, mediante lo sviluppo e la creazione di capacità militari e di sicurezza efficienti e il ricorso alle tecnologie più avanzate;

5.  sottolinea che con l'entrata in vigore del trattato di Lisbona, le politiche industriale, spaziale e di ricerca dell'UE si estendono al mandato per la difesa; osserva che i programmi dell'Unione in altri ambiti come la sicurezza interna e delle frontiere, la gestione delle catastrofi e lo sviluppo offrono prospettive significative per lo sviluppo congiunto di capacità pertinenti ai fini di tali politiche e alla conduzione di missioni PSDC;

6.  rammenta la necessità di compiere progressi nel consolidamento dell'EDTIB e rileva che, dinanzi all'aumento della complessità e dei costi delle tecnologie, alla crescente concorrenza internazionale e alla riduzione dei bilanci per la difesa e dei volumi di produzione, esiste un campo di applicazione costante per i progetti multinazionali di difesa e non è più possibile avere un'industria della difesa sostenibile su base strettamente nazionale in nessuno degli Stati membri; si rammarica del fatto che, nonostante la realizzazione di un certo livello di concentrazione nelle industrie aerospaziali europee, i settori degli equipaggiamenti terrestri e navali sono ancora in prevalenza frammentati a livello nazionale;

7.  sottolinea che la creazione di un'industria europea della difesa dovrebbe essere sostenibile, aver luogo in tutti gli Stati membri e basarsi sulle attuali infrastrutture industriali e sulle norme consolidate delle politiche industriali europee di cui all'articolo 173 del TFUE e non solo sui principi della libera concorrenza;

8.  ricorda agli Stati membri dell'Unione Europea, al Vicepresidente/Alto rappresentante, alla Commissione europea e all'Agenzia europea per la difesa che a più di due decenni dalla fine della guerra fredda e dopo aver potuto godere di bilanci nazionali relativamente elevati per la difesa, gli Stati membri dell'UE non sono stati in grado di realizzare gli obiettivi primari di Helsinki e altri obiettivi congiunti di sviluppo delle capacità militari;

9.  ricorda che, se l'Europa intende mantenere un settore di sicurezza e difesa solido, gli Stati membri devono coordinare i bilanci di difesa al fine di evitare le duplicazioni e rafforzare i programmi di ricerca congiunti;

10.  osserva che, nonostante la crisi e i tagli di bilancio, i cittadini europei continuano a volere una difesa europea nonché una cooperazione e un coordinamento a livello industriale, percepiti come fattori in grado di promuovere la sicurezza, l'efficienza e i risparmi;

11.  prende atto della comunicazione della Commissione del 24 luglio 2013 e della relazione del Vicepresidente/Alto rappresentante del 15 ottobre 2013 sulla politica di sicurezza e di difesa comune; deplora il fatto che la Commissione e il SEAE non abbiano elaborato una dichiarazione comune in preparazione del vertice della difesa del Consiglio europeo di dicembre di quest'anno; attende con interesse le specifiche proposte legislative della Commissione su come utilizzare i Fondi strutturali d’investimento europei, la rete "Enterprise Europe Network" (EEN), il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, al fine di garantire l'equo sviluppo dell'industria della difesa in tutte le parti dell'Unione europea;

12.  rammenta che la Commissione e i ministri della difesa dell'UE avevano già sottolineato, nel 2007, che occorreva agire con urgenza in questo settore, con una comunicazione dedicata della Commissione e con la strategia EDTIB dell'AED; si rammarica per le opportunità perdute di presentare regolarmente relazioni sull'attuazione e di aggiornare le strategie dopo l'entrata in vigore del trattato di Lisbona; ritiene deplorevole che la nuova comunicazione non tenga conto delle strategie precedenti; invita la Commissione e l'AED a sviluppare, in futuro, una strategia EDTIB congiunta, basata sulle esperienze precedenti;

13.  ritiene in base a una propria ampia valutazione che entrambe le strategie siano state attuate in modo inadeguato a causa dell'assenza di un'intesa comune dell'EDTIB, derivante da interessi nazionali e industriali diversi e dalla permanenza di consuetudini nazionali radicate nei settori degli armamenti; prende nota del fatto che alcuni Stati membri non hanno un settore della difesa nazionale e/o proprie industrie di nicchia che lottano per ottenere il migliore rapporto qualità-prezzo a livello globale, con industrie della difesa meno competitive che favoriscono le catene dell’approvvigionamento nazionali e con industrie nazionali della difesa più potenti che accettano solidi concorrenti globali;

14.  accoglie con favore la decisione del Consiglio europeo di inserire all'ordine del giorno del suo vertice di dicembre la questione del rafforzamento della difesa dell'Europa; invita il Consiglio europeo a fornire il nuovo e ambizioso slancio necessario e a definire gli orientamenti, le priorità politiche generali e la tempistica per sostenere una base industriale e tecnologica della difesa che sia realmente europea, sostenuta dall'integrità e dalla fiducia adeguate a promuovere misure, orientata alle capacità e capace di promuovere sinergie, favorire un utilizzo più efficiente delle risorse, evitare i doppioni ed essere integrata e competitiva nel mercato globale;

Armonizzazione dei requisiti e consolidamento della domanda

15.  ritiene deplorevole che gli sforzi compiuti in passato per consolidare la domanda non abbiano ridotto la frammentazione della domanda nell'UE, con 28 clienti nazionali nell'ambito della difesa e un numero ancora più elevato di clienti di prodotti per uso civile e miliare; si rammarica dei risultati limitati del piano di sviluppo delle capacità dell'AED; invita, pertanto, il Consiglio europeo ad avviare un processo di revisione della difesa europea e a trasformare in realtà il coordinamento dei processi nazionali di pianificazione della difesa a livello dell'UE; sulla base di tale valutazione, invita il vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ad avviare un processo di ampia portata per elaborare un Libro bianco sulla sicurezza e la difesa europea, al fine di razionalizzare le ambizioni strategiche e i processi di sviluppo delle capacità dell'UE;

16.  invita gli Stati membri a esaminare ulteriormente la possibilità di sincronizzare e pianificare congiuntamente la gestione del ciclo di vita delle loro capacità di difesa in collaborazione con l'AED; ritiene che un più elevato livello di sinergie che dia origine a una politica comune europea in materia di capacità e armamenti, di cui all'articolo 42 del TUE, costituisca una condizione preliminare per trasformare l'armonizzazione dei requisiti militari nell'acquisizione armonizzata di equipaggiamenti tra Stati membri, creando in tal modo le condizioni per una ristrutturazione transnazionale di successo, orientata alla domanda, dell'industria della difesa nell'UE;

17.  osserva il lavoro del processo di pianificazione della difesa della NATO, mediante il quale i membri dell'Alleanza, inclusi 26 alleati europei, si concertano - secondo necessità - per garantire che le giuste capacità di difesa siano sviluppate e mantenute al fine di rispondere a sfide future; osserva che la NATO ha riconosciuto da tempo l'esigenza di una stretta collaborazione con il settore, tra le altre cose, per contribuire allo sviluppo dei requisiti relativi alle capacità militari, in particolare riguardo alla normalizzazione e all'interoperabilità, promuovendo nel contempo la cooperazione tecnologica e industriale della difesa transatlantica;

Politica industriale

18.  ritiene che una politica industriale europea in materia di difesa debba avere l'obiettivo di ottimizzare le capacità degli Stati membri coordinando lo sviluppo, la mobilitazione e il mantenimento di una serie di capacità, impianti, attrezzature e servizi al fine di svolgere tutte le tipologie di missioni, anche le più impegnative, promuovendo la cooperazione nei settori della ricerca e della tecnologia e sviluppando programmi di cooperazione in materia di attrezzature;

19.  riconosce l'importanza delle industrie della difesa europee per l'innovazione e la crescita, che creano, direttamente e indirettamente, circa 400 000 posti di lavoro nell'Unione; sottolinea che, se da un lato l'economia della difesa europea deve far fronte a diverse sfide, dall'altro emerge la necessità di un nuovo approccio che eviti duplicazioni, garantisca più ampie economie in scala e una maggiore concorrenza industriale;

20.  ritiene che sia giunto il momento, da un lato, di promuovere un approccio volontario al fine di intervenire sulla frammentazione del mercato e dell'industria della difesa europea, agevolandone il consolidamento (e avviandone l'armonizzazione) per quanto riguarda domanda, offerta, regolamentazione e norme e, dall'altro lato, di investire in una politica industriale sostenibile e integrata basata sulla ricerca, sull'innovazione, sul miglioramento dell'efficienza delle risorse, su una strategia per le materie prime, sul potenziamento delle PMI e sullo sviluppo di reti regionali; appoggia pienamente gli sforzi della Commissione finalizzati all'approfondimento del mercato interno della difesa e della sicurezza mediante un adeguato sostegno alle PMI che svolgono un ruolo importante in termini di innovazione, sviluppo di competenze specializzate e tecnologie d'avanguardia nonché di creazione di posti di lavoro nell'ambito della strategia "Europa 2020";

21.  ritiene importante che gli Stati membri rafforzino la cooperazione per rispondere alle sfide industriali e osserva che i vincoli di bilancio e la crescente concorrenza mondiale indicano che l'UE necessita di partenariati interni e altri raggruppamenti nonché di una ripartizione dei compiti; sostiene l'AED nella sua attività di incentivazione ai raggruppamenti regionali;

22.  è del parere che i mercati della difesa debbano essere riconosciuti come specifici in ragione della domanda quasi esclusivamente statale, dell'offerta limitata, degli obblighi legati al controllo delle esportazioni e alla lotta alla proliferazione nonché della forte riservatezza cui sono soggetti;

23.  ritiene che l'industria della difesa abbia una natura molto specifica, dati i lunghi tempi di sviluppo dei prodotti e la necessità di mantenere in funzione determinati sistemi per diversi decenni, i costi considerevoli e crescenti dei programmi e il fatto che la commercializzazione dei prodotti sia fortemente dipendente dai governi degli Stati membri;

24.  sostiene le potenzialità e incoraggia il duplice utilizzo delle capacità industriali di sicurezza e di difesa, in particolare nel settore dello spazio, della marina, dell'aviazione e delle telecomunicazioni; sottolinea che l'industria della difesa è un importante fattore di impulso all'impiego delle tecnologie avanzate in una fase successiva a fini commerciali;

25.  invita il Consiglio europeo a sostenere l'EDTIB con tutti i mezzi e innanzitutto a meglio circoscriverne a tal fine l'ambito di azione, segnatamente per quanto riguarda gli attori coinvolti, accordando loro lo status particolare di operatore economico della difesa in Europa;

26.  chiede che lo status di operatore economico della difesa in Europa sia attribuito in funzione del valore aggiunto che tali soggetti apportano realmente in Europa dal punto di vista sia tecnologico che socio-economico; ritiene, pertanto, che soltanto questi operatori economici della difesa in Europa debbano beneficiare dei programmi europei;

27.  è del parere che il concetto di operatori economici della difesa in Europa vada riconosciuto e che si debbano rispettare criteri ragionevoli legati all'occupazione, all'esperienza scientifica e tecnologica, ai processi decisionali e alla produzione nell'Unione europea, in modo da consentire così la loro protezione;

28.  invita gli Stati membri a sviluppare le proprie basi industriali e tecnologiche di difesa e i loro centri di eccellenza intorno alle tecnologie chiave, dotandoli di meccanismi efficaci di governance societaria sul territorio dell'Unione europea, sviluppando così una maggiore interdipendenza fra loro;

29.  esorta gli Stati membri a incoraggiare la cooperazione tra le principali imprese che operano nel settore della difesa e le università; sottolinea che la base di conoscenze delle università può essere ampliata grazie a tale cooperazione;

30.  invita gli Stati membri e la Commissione europea a contenere il più possibile gli ostacoli normativi superflui, a migliorare il dialogo tra le imprese della difesa e ad agevolarne la razionalizzazione al fine di consentire l'acquisizione degli equipaggiamenti più idonei alle loro esigenze in termini di prestazioni e di costi; chiede una ristrutturazione urgente delle società europee, superando le barriere nazionali e adottando una visione globale;

31.  ritiene che le piccole e medie imprese, che progettano e fabbricano molti prodotti innovativi, svolgano un ruolo vitale nel mantenimento e nel consolidamento dell'EDTIB; osserva che la frammentazione del mercato europeo della difesa rappresenta un ostacolo per la capacità delle piccole e medie imprese di commercializzare i loro prodotti; invita gli Stati membri, l'AED e la Commissione a collaborare al fine di sviluppare modalità e mezzi per consolidare le piccole e medie imprese in modo sostenibile e agevolare il loro accesso agli appalti pubblici per la difesa; sottolinea che le società europee, incluse le PMI, trarrebbero vantaggio da un sistema comune di normalizzazione e certificazione in quanto migliorerebbe il loro accesso ai mercati europei e globali, si creerebbero posti di lavoro e aumenterebbe il loro accesso ai finanziamenti dell'UE;

Necessità di un approccio comune alla normalizzazione e certificazione

32.  ribadisce l'importanza fondamentale della normalizzazione degli equipaggiamenti per la difesa, per creare un mercato unico della difesa europeo che sia competitivo, oltre a garantire l'interoperabilità e agevolare la cooperazione in materia di programmi per gli armamenti, a consentire la messa in comune e la condivisione dei progetti e promuovere la costante interoperabilità tra le forze degli Stati membri, riducendo così i livelli dei costi di manutenzione e funzionamento e garantendo che le capacità di difesa degli Stati membri possano essere utilizzate in modo ottimale nelle azioni comuni;

33.  rammenta che si assiste alla proliferazione di norme industriali concorrenti per i prodotti civili e militari; si rammarica del successo limitato dell'attuazione degli accordi (STANAG) e delle raccomandazioni (STANREC) di standardizzazione della NATO; invita la Commissione e l'AED a promuovere un pacchetto ceorente di norme comuni nell'ambito della difesa e a sviluppare "norme ibride" negli ambiti a duplice uso; invita gli Stati membri a garantire che le azioni future per la definizione di norme per il settore della difesa si basino sui suggerimenti civili avanzati dalla Commissione e dalle organizzazioni europee di normalizzazione;

34.  invita gli Stati membri a esaminare le possibilità offerte dall'Agenzia europea per la difesa (AED) atte a elaborare norme europee per prodotti e applicazioni militari, ad esempio per la costruzione di navi-ospedale o in materia di sistemi aerei pilotati a distanza;

35.  plaude alle proposte della Commissione in materia di standardizzazione e invita il Consiglio europeo a prenderne atto e ad avanzare proposte concrete in tale ambito;

36.  invita gli Stati membri a razionalizzare le procedure europee di certificazione attraverso il riconoscimento reciproco dei certificati e lo sviluppo di procedure europee di certificazione civili e militari comuni;

Garantire la sicurezza dell'approvvigionamento

37.  sottolinea l'importanza di garantire, nel contesto della ristrutturazione industriale, che la sicurezza dell'approvvigionamento non sia messa a rischio; invita gli Stati membri, l'AED e la Commissione a sviluppare rapidamente un regime europeo globale e ambizioso di sicurezza dell'approvvigionamento a livello unionale, segnatamente per i materiali strategici e le tecnologie critiche, basato su un sistema di garanzie reciproche e un'analisi dei rischi e delle esigenze, e eventualmente utilizzando la base giuridica della cooperazione strutturata permanente;

38.  esorta gli Stati membri, quale primo passo verso tale obiettivo, a sfruttare a fondo il potenziale delle licenze generali e globali di cui alla direttiva 2009/43/CE sui trasferimenti all'interno dell'UE di prodotti per la difesa e ad accelerare i lavori per rendere operativo l'accordo quadro del 2006 per la sicurezza dell'approvvigionamento in caso di urgenza operativa;

39.  invita l'AED e la Commissione a presentare una strategia congiunta per favorire l'autonomia nell'ambito delle tecnologie essenziali, in particolare riguardo all'accesso limitato e alla disponibilità di tecnologie civili e militari (a duplice uso) emergenti e di tecnologie diffusive fondamentali, come la micro/nano elettronica, l'intelligenza artificiale e la fotonica di avanguardia, che devono essere considerate fondamentali per le missioni PSDC; invita gli Stati membri ad utilizzare l'EDTIB per potenziare l'autosufficienza dell'UE in tali settori chiave;

Nuovo impulso alla cooperazione per gli armamenti

40.  incoraggia gli Stati membri ad affrontare le sovracapacità derivanti dalla flessione della domanda attraverso il lancio di nuovi progetti congiunti, basandosi maggiormente sull'Agenzia europea per la difesa, sottoccupata e dotata di risorse insufficienti, e traendo insegnamento dalle recenti operazioni congiunte che hanno rivelato alcune carenze, ad esempio in materia di trasporto aereo strategico e tattico o di ricognizione aerea e spaziale; raccomanda, in particolare, di sviluppare elementi trainanti essenziali con applicazioni civili- militari, fortemente carenti nella maggior parte degli Stati membri, come i sistemi aerei pilotati a distanza (RPAS), che favoriscano lo sviluppo di tecnologie sofisticate e contribuiscano a sostenere competenze fondamentali all'interno dell'Europa; incoraggia la partecipazione dell'UE a progetti congiunti tramite la locazione e/o l'acquisizione di capacità a duplice uso ed eventuali appalti per prototipi;

41.  ritiene, alla luce dell'esperienza passata, che la condivisione delle attività di sviluppo e di produzione nel contesto dei programmi di armamenti realizzati in cooperazione debba essere organizzata secondo un rigido principio di efficacia industriale e di prestazioni economiche, al fine di evitare la duplicazione degli sforzi e l'aumento vertiginoso dei costi;

42.  invita gli Stati membri a favorire, nei processi di valutazione di acquisizioni tecnologiche per la difesa su larga scala, progetti o programmi congiunti all'interno dell'UE, o nuove tecnologie europee, che possono promuovere allo stesso tempo gli scambi europei, una cooperazione potenziata e la concorrenza in termini di qualità e prezzo sul mercato globale della difesa;

43.  esorta il Consiglio europeo, nel contesto dell'accordo amministrativo esistente tra l'AED e l'Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (OCCAR), a garantire la riuscita della realizzazione di progetti e comuni e a prevedere legami più solidi tra le due organizzazioni;

44.  invita il Consiglio europeo a consentire all'AED di assumersi pienamente il proprio ruolo istituzionale, come stabilito negli articoli 42, paragrafo 3 e 45 del TUE, fornendo le risorse necessarie; ribadisce che occorre che gli Stati membri provvedano urgentemente a dotare l'AED di finanziamenti adeguati per tutte le sue missioni e i suoi compiti; è del parere che la soluzione migliore, in tal caso, consisterebbe nel finanziare i costi del personale e i costi operativi dell'Agenzia con il bilancio dell'UE, a partire dal prossimo quadro finanziario pluriennale;

Sostenere le missioni PSDC attraverso la ricerca e lo sviluppo europei

45.  constata che la crisi economica e finanziaria, nonché i tagli ai bilanci per la difesa della maggior parte degli Stati membri, rischiano di provocare riduzioni, regressi o ritardi notevoli nei programmi di ricerca e innovazione tecnologica della quasi totalità degli Stati membri, il che continuerà probabilmente a influenzare l'industria europea della difesa e i progressi scientifici dell'Unione nel settore; sottolinea che questa situazione rischia di tradursi in perdite di posti di lavoro a medio e lungo termine nonché in perdite di capacità industriale e know-how;

46.  ricorda l'importanza della ricerca e dell'innovazione nel settore della difesa e della sicurezza e sottolinea l'importanza del programma di ricerca Orizzonte 2020, in particolare della settima sfida sociale sul tema "Società sicure: proteggere la libertà e la sicurezza dell'Europa e dei suoi cittadini"; evidenzia che occorre rafforzare la cooperazione multinazionale tra gli Stati membri e le loro rispettive agenzie in tale ambito; ritiene che, dato il carattere estremamente confidenziale della ricerca in materia di innovazione per l'industria della difesa, appare indispensabile finanziare tale ricerca in modo proporzionato alle esigenze; ritiene quindi necessario considerare l'opportunità di creare, nel quadro del JRC, un istituto per la difesa e la sicurezza europea;

47.  accoglie con favore l'intenzione della Commissione di avviare un'azione preparatoria per la ricerca finanziata dall'UE a sostegno delle missioni PSDC e invita la Commissione ad avanzare proposte specifiche che fungano da precursori per tali programmi, in una fase precoce del prossimo quadro finanziario pluriennale;

48.  ritiene che la ricerca e l'innovazione per la difesa correlate all'EDTIB continuino a costituire una base etica valida; osserva che un intero capo del trattato di Lisbona è dedicato alla politica di sicurezza e di difesa comune, che comprende la ricerca per la tecnologia di difesa e l'inquadramento di una difesa comune dell'Unione; invita gli Stati membri e l'AED ad aumentare notevolmente la quantità e la qualità dei progetti congiunti di ricerca e sviluppo;

49.  ricorda che l'articolo 179 del TFUE impone all'Unione di promuovere tutte le azioni di ricerca ritenute necessarie in virtù dei trattati;

50.  rammenta che nel novembre 2007 i ministri europei della Difesa hanno stabilito parametri collettivi per aumentare al 2% la spesa della difesa destinata alla R&S e portare al 20% la spesa per la R&S nel quadro della collaborazione europea nel settore della difesa;

51.  sostiene la task force sulla difesa, che comprende la Commissione europea, il Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE) e l'Agenzia europea per la difesa (AED), nel suo impegno teso a garantire che i risultati della ricerca nel quadro del programma Orizzonte 2020 possano giovare anche alle ricerche legate all'innovazione nel settore della difesa e all'ottimizzazione delle sinergie civili-militari; sollecita anche ad esplorare le modalità di utilizzo del finanziamento pubblico-privato attraverso la creazione di imprese comuni in conformità dell'articolo 187 del TFUE;

52.  incoraggia l'AED ad attingere al proprio bilancio positivo di programmi di investimento congiunti riusciti e a lavorare in collaborazione con la Commissione per lanciare programmi di ricerca e sviluppo sulla base dell'articolo 185 del TFUE;

53.  ricorda l'importanza delle sinergie tra la ricerca civile e militare nei settori a elevato valore aggiunto; sottolinea che, pur rispettando la vocazione prettamente civile di alcuni progetti o il loro aspetto sovrano, si potrebbe sfruttare meglio il dualismo in una logica di condivisione dei costi, in quanto questi settori promuovono la crescita e l'occupazione; sottolinea che tale sinergia potrebbe altresì tradursi in un consolidamento dell'offerta europea privata su sbocchi commerciali;

54.  invita gli Stati membri a creare una piattaforma adeguata intesa a orientare la ricerca nel settore della difesa verso la sfera civile privilegiando le applicazioni per le tecnologie avanzate; invita gli Stati membri a orientare altresì la ricerca nel settore della difesa verso la gestione delle catastrofi naturali (negli ultimi quarant'anni, il numero delle catastrofi naturali in Europa è quadruplicato);

55.  ritiene che l'industria della difesa nell'UE debba mantenere un grado elevato di innovazione sia nei suoi aspetti militari che in quelli civili, al fine di rispondere all'insieme delle minacce e delle sfide che gli Stati membri e l'UE dovranno affrontare nei prossimi anni, basandosi a tal fine sui più promettenti progressi tecnologici, siano essi specificatamente sviluppati per la difesa o per le applicazioni civili;

56.  sottolinea la necessità di garantire che i risultati della ricerca siano adeguatamente protetti nel quadro di una politica comune sulla proprietà intellettuale e ritiene necessario potenziare ulteriormente il ruolo dell'AED in questo settore per agevolare, in una fase precoce, la futura cooperazione tecnologica e industriale tra i partner dell'UE;

Spazio

57.  è convinto che il settore dello spazio contribuisca all'autonomia strategica dell'UE e che la possibilità per gli Stati membri di accedervi autonomamente e svolga un ruolo fondamentale nel settore della difesa e delle sicurezza; sottolinea l'importanza di mantenere l'eccellenza di questa industria innovatrice ed efficiente dal punto di vista tecnologico al fine di garantire l'indipendenza tecnologica dell'Unione europea;

58.  si compiace della creazione e dello sviluppo di un sistema satellitare europeo (Galileo, Copernicus e EGNOS); evidenzia che lo sviluppo di tale sistema darà forte impulso non solo all'industria spaziale ma anche all'autonomia dell'Europa e rappresenta un'opportunità per sviluppare una componente decisiva della base industriale e tecnologia della difesa europea;

59.  sottolinea la necessità di proteggere l'infrastruttura spaziale europea creando capacità di sorveglianza dello spazio e di localizzazione (SST, Space surveillance and tracking) a livello europeo;

TIC e sicurezza informatica

60.  ricorda che l'era digitale comporta sfide crescenti per la sicurezza e la protezione delle infrastrutture e delle tecnologie e sottolinea pertanto la necessità di rafforzare la cooperazione e lo scambio di conoscenze tra gli Stati membri, da un lato, e tra l'Unione europea e i suoi partner principali, dall'altro;

61.  richiama l'attenzione sull'importanza di sviluppare norme europee nel settore delle TIC e della cibersicurezza e di integrarle nel quadro delle norme internazionali;

62.  invita la Commissione e gli Stati membri a cooperare per garantire che la cibersicurezza sia considerata un elemento essenziale che andrebbe pertanto promosso in modo particolare attraverso la ricerca e l'innovazione del settore della sicurezza e della difesa e integrato nella strategia di breve, medio e lungo termine;

63.  chiede alla Commissione e agli Stati membri di prendere sistematicamente in considerazione le sfide legate alla cibersicurezza nei programmi europei civili o militari, esistenti e futuri (Galileo, COPERNICUS, Cielo unico/SESAR, ...);

Rafforzare il mercato interno degli equipaggiamenti per la difesa

64.  rammenta che gli Stati membri dovrebbero aumentare con urgenza la trasparenza e l'apertura dei relativi mercati della difesa, pur sottolineando la specificità degli appalti nel settore della difesa ed evidenziando che, in quanto inerenti agli interessi essenziali della sicurezza degli Stati, non possono essere considerati appalti come tutti gli altri; invita gli Stati membri e la Commissione ad assicurarsi che le direttive del 2009 sugli appalti nel settore della difesa e i trasferimenti siano applicate in modo corretto e coerente, in particolare riguardo alle eventuali deroghe alle norme dell'UE di cui all'articolo 346 TFUE, onde rafforzare il mercato unico, riducendo la complessità delle norme sugli appalti nel settore della difesa laddove opportuno;

65.  esorta la Commissione a intensificare gli sforzi per creare parità di condizioni nel mercato della difesa, limitando il ricorso a pratiche distorsive del mercato solo a quanto strettamente previsto da deroghe rigorosamente giustificate; sottolinea, in particolare, la necessità di rafforzare il controllo sugli aiuti di Stato ed esorta gli Stati membri ad aumentare il livello di trasparenza per quanto concerne gli aiuti di Stato e le procedure di appalti pubblici nel settore della difesa, sia nei confronti delle autorità e delle agenzie europee che del pubblico in generale;

66.  si preoccupa del fatto che numerosi Stati membri sono pronti ad acquistare caccia F-16 usati senza dare alle società europee l'opportunità di competere; ritiene che tale pratica sia contraria all'obiettivo del Consiglio europeo di rafforzare la base industriale di difesa europea; ricorda agli Stati membri l'esigenza anche di applicare i principi di non discriminazione e trasparenza esposti nel trattato di Lisbona in relazione alle vendite tra governi;

67.  invita gli Stati membri, l'AED e la Commissione a collaborare per la graduale abolizione dei requisiti di compensazione, promuovendo nel contempo l'integrazione delle imprese degli Stati membri più piccoli nella base industriale e tecnologica di difesa europea ricorrendo a mezzi diversi dalle compensazioni; esorta gli Stati membri in particolare a utilizzare pienamente le disposizioni relative al subappalto delle direttive e le licenze generali per raggiungere tale obiettivo;

68.  sottolinea che occorre incentivare un maggiore impiego delle tecniche d'appalto innovative nell'ambito degli appalti pubblici della difesa (in particolare appalti elettronici e appalti pre-commerciali, nonché un quadro di incentivi per la ricerca e lo sviluppo), dal momento che possono essere particolarmente adatte per questo settore e possono svolgere un ruolo di primo piano nel ridurre l'onere amministrativo e i costi legati alle procedure di appalto; ritiene nel contempo che occorra garantire la tutela dei diritti di proprietà intellettuale e del know-how; esorta gli Stati membri a ricorrere in modo strategico agli appalti pubblici della difesa e ad attuare principi relativi all'aggiudicazione che siano innovativi e fondati sul concetto dell'offerta economicamente più vantaggiosa;

69.  ritiene che le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori nei settori della difesa e della sicurezza debbano godere dell'accesso a una procedura specifica di appalti per quanto riguarda i contratti in cui è necessario mettere a punto un prodotto o un servizio innovativo o attività innovative e successivamente acquistare le forniture, i servizi o le opere risultanti, che non possono derivare da soluzioni già disponibili sul mercato;

70.  ritiene inoltre che una procedura di questo tipo migliorerebbe il funzionamento del mercato interno, contribuirebbe allo sviluppo di un mercato europeo per gli equipaggiamenti per la difesa e di una base tecnologica e industriale della difesa europea e favorirebbe la crescita delle PMI innovative; sottolinea che una procedura analoga è già stata decisa nelle direttive riviste sugli appalti classici e sugli appalti di servizi di utilità pubblica, procedura che permette alle amministrazioni aggiudicatrici di creare un partenariato d'innovazione di lungo termine per lo sviluppo e il successivo acquisto di prodotti, servizi o lavori nuovi e innovativi, il che crea la necessaria domanda di mercato e incentiva lo sviluppo di una soluzione innovativa senza precludere l'accesso al mercato stesso;

71.  invita pertanto la Commissione a tener conto di questi sviluppi nella relazione sull'attuazione della direttiva sugli appalti nel settore della difesa (direttiva 2009/81/CE), destinata al Parlamento europeo e al Consiglio e attesa entro il 21 agosto 2016, nonché a corredare tale relazione di una proposta legislativa recante modifica della direttiva 2009/81/CE, che introduca la procedura relativa ai partenariati per l'innovazione per gli appalti interessati;

72.  esorta inoltre gli Stati membri ad adottare provvedimenti volti ad eliminare i doppioni e l'eccesso di capacità nel settore accrescendo la cooperazione nel mercato interno; sottolinea i potenziali vantaggi degli appalti congiunti in termini di economie di scala e interoperabilità: rileva che i progetti condivisi ridurranno i costi e consentiranno investimenti di lungo termine;

73.  ricorda che gli appalti aggiudicati nel campo della difesa e della sicurezza sono spesso complessi sul piano tecnico; sottolinea che, onde agevolare le gare d'appalto transfrontaliere, occorre, laddove opportuno, procedere a un riesame dei requisiti tecnici superflui, incompatibili o sproporzionati in modo da ridurre al minimo e, ove possibile, eliminare gli ostacoli al mercato interno;

L'EDTIB in un contesto globale

74.  rileva che lo sviluppo di un'EDTIB sostenibile può essere inteso solo nel quadro nel mercato globale e incoraggia la Commissione e il Consiglio europeo ad affrontare tale problematica in un'ottica globale; ritiene che l'adozione di misure protezionistiche sia contraria all'obiettivo del rafforzamento della competitività del settore della difesa europeo;

75.  deplora le disuguaglianze esistenti in termini di reciprocità di accesso al mercato tra gli Stati Uniti e l'Europa e il conseguente squilibrio negli scambi commerciali nell'ambito della difesa; chiede di compiere ulteriori sforzi per consentire una reale reciprocità di accesso agli appalti pubblici nel settore della difesa su entrambe le sponde dell'Atlantico;

76.  esorta gli Stati membri a rispettare rigorosamente gli obblighi di cui alla posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio che definisce norme comuni per il controllo delle esportazioni di tecnologia e attrezzature militari, e ad assicurare di valutare rigorosamente tutte le domande di licenza in funzione degli otto criteri stabiliti; invita gli Stati membri e l'UE ad adoperarsi nei forum internazionali a favore di una maggiore trasparenza nei mercati internazionali degli appalti pubblici nel settore della difesa, al fine di permettere un migliore controllo dei flussi commerciali mondiali di armamenti, in particolare promuovendo il Trattato sul commercio delle armi; invita gli Stati membri a ratificare rapidamente il trattato, così che possa entrare in vigore dopo l'approvazione del Parlamento europeo;

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77.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al presidente del Consiglio europeo, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti degli Stati membri, all'Assemblea parlamentare della NATO e al Segretario generale delle Nazioni Unite.

(1) GU L 183 del 13.7.2011, pag. 16.
(2) GU L 216 del 20.8.2009, pag. 76.
(3) Testi approvati, P7_TA(2012)0455.
(4) GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 9.

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