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Procedura : 2013/2168(INI)
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A7-0117/2014

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Mercoledì 12 marzo 2014 - Strasburgo
Ruolo regionale e relazioni politiche del Pakistan con l'UE
P7_TA(2014)0208A7-0117/2014

Risoluzione del Parlamento europeo del 12 marzo 2014 sul ruolo regionale e le relazioni politiche del Pakistan con l'UE (2013/2168(INI))

Il Parlamento europeo,

–  visti l'articolo 2 del trattato sull'Unione europea e l'articolo 21 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea,

–  visto il piano d'impegno quinquennale UE-Pakistan del febbraio 2012(1),

–  visti il quadro strategico e il piano d'azione dell'UE sui diritti umani e la democrazia (11855/2012) adottati dal Consiglio "Affari esteri" il 25 giugno 2012(2),

–  viste la strategia europea in materia di sicurezza "Un'Europa sicura in un mondo migliore", adottata dal Consiglio europeo il 12 dicembre 2003, e la relazione sulla sua attuazione "Garantire sicurezza in un mondo in piena evoluzione", approvata dal Consiglio europeo l'11 e 12 dicembre 2008,

–  visto il regolamento (UE) n. 978/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 ottobre 2012, relativo all'applicazione di un sistema di preferenze tariffarie generalizzate(3) e che prevede, segnatamente, il regime speciale di incentivazione per lo sviluppo sostenibile e il buon governo ("SPG+"),

–  visto l'allegato VIII del succitato regolamento, che elenca le convenzioni essenziali ONU/OIL sui diritti umani e sul diritto del lavoro e le convenzioni relative ai principi ambientali e di buon governo, che il Pakistan ha ratificato e a cui ha deciso di dare effettiva attuazione,

–  viste le conclusioni del Consiglio "Affari esteri" dell'11 marzo 2013 sul Pakistan,

–  viste la sua risoluzione del 7 febbraio 2013 sulle recenti aggressioni ai danni di operatori sanitari in Pakistan(4), la sua posizione del 13 settembre 2012 sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante preferenze commerciali autonome d'urgenza per il Pakistan(5), e la sua risoluzione del 15 dicembre 2011 sulla situazione delle donne in Afghanistan e in Pakistan(6), nonché la visita di una delegazione in Pakistan, del mese di agosto 2013, della sottocommissione per i diritti dell'uomo,

–  vista la relazione, del 18 settembre 2013, del relatore speciale delle Nazioni Unite sulla promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nell'ambito della lotta contro il terrorismo, Ben Emmerson, e vista la relazione, del 13 settembre 2013, del relatore speciale delle Nazioni Unite sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, Christof Heyns,

–  vista la risoluzione 68/178 dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 18 dicembre 2013 sulla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali nell'ambito della lotta contro il terrorismo,

–  visto l'articolo 48 del suo regolamento,

–  visti la relazione della commissione per gli affari esteri e il parere della commissione per lo sviluppo (A7-0117/2014),

A.  considerando che il ruolo strategico del Pakistan nella regione, le sue relazioni con i suoi vicini e le relazioni UE-Pakistan hanno un'importanza fondamentale e sempre più rilevante per l'UE, alla luce della posizione centrale del paese, che si colloca al cuore di un vicinato instabile, della sua centralità per la sicurezza e lo sviluppo in Asia centrale e meridionale e del suo ruolo cruciale nella lotta al terrorismo, nella promozione della non-proliferazione, nel contrasto del traffico di stupefacenti e di altre minacce transazionali, tutte con conseguenze sulla sicurezza e il benessere dei cittadini europei;

B.  considerando che le elezioni parlamentari del maggio 2013 hanno segnato il primo trasferimento di poteri da un governo civile eletto a un altro nella storia moderna del Pakistan; considerando che il processo democratico del Pakistan è sostenuto da ampi cambiamenti sociali, che includono una classe media urbana in crescita nonché una società civile sempre più vivace e mezzi di comunicazione indipendenti;

C.  considerando che il progresso politico ed economico del paese è ostacolato da pervasivi problemi di sicurezza interni e regionali, quali l'estremismo, le lotte settarie, i suicidi e le uccisioni mirate, e dall'assenza di legalità nelle aree tribali, amplificati dalla debolezza delle forze dell'ordine e del sistema della giustizia penale;

D.  considerando che il Pakistan ha uno dei più alti tassi di popolazione descolarizzata al mondo, con circa 12 milioni di bambini che non frequentano la scuola e circa i due terzi delle donne pakistane e la metà degli uomini pakistani analfabeti; che il paese occupa tuttora il 134o posto su 135 paesi nella relazione del Forum economico mondiale sul divario di genere;

E.  considerando che, secondo l'indice di rischio globale sul clima, il Pakistan è tra i dodici paesi maggiormente colpiti dal cambiamento climatico negli ultimi vent'anni, ha subito violente inondazioni e crisi idriche ed è direttamente colpito dal ritiro dei ghiacciai sulle catene dell'Himalaya e del Karakorum;

F.  considerando che il Pakistan è un paese semi-industrializzato, a reddito medio-basso, e che un terzo della sua popolazione vive al di sotto della soglia di povertà; che nel 2012 si collocava al 146esimo posto sui 187 paesi elencati nell'indice di sviluppo umano (ISU), in discesa rispetto alla 145esima posizione occupata nel 2011; che la situazione economica del paese è stata compromessa dal susseguirsi di calamità naturali e che il livello elevato d'insicurezza e instabilità, nonché la diffusa corruzione, indeboliscono la sua crescita economica e limitano la capacità del governo di sviluppare lo Stato;

G.  considerando che il Pakistan è esposto a una molteplicità di rischi, prevalentemente inondazioni e terremoti; che l'instabilità della situazione sul fronte della sicurezza, insieme alle sfide sociali del paese, agiscono da catalizzatori, accrescendone la vulnerabilità; che le catastrofi susseguitesi per molti anni hanno esaurito le strategie di reazione messe in campo da comunità già impoverite e hanno ridotto drasticamente la capacità di resilienza di queste ultime dinanzi a nuove catastrofi;

H.  considerando che il contributo costruttivo del Pakistan è vitale per la riconciliazione, la pace e la stabilità politica nei paesi limitrofi e, soprattutto, in Afghanistan, specialmente nel contesto del ritiro delle truppe da combattimento della NATO, previsto per il 2014;

I.  considerando che il Pakistan è uno dei principali destinatari dell'assistenza umanitaria e allo sviluppo dell'UE e che l'UE è il principale mercato di esportazione del Pakistan;

J.  considerando che il Pakistan è un partner sempre più importante dell'UE nella lotta al terrorismo, alla proliferazione nucleare, al traffico di droga e alla tratta di esseri umani, nonché alla criminalità organizzata e nella ricerca della stabilità regionale;

K.  considerando che l'UE e il Pakistan hanno recentemente deciso di ampliare e di approfondire i loro legami bilaterali, come esemplificato dal piano d'impegno quinquennale, lanciato nel mese di febbraio 2012, e dal primo dialogo strategico UE-Pakistan, tenutosi nel mese di giugno 2012;

L.  considerando che l'obiettivo del piano d'impegno quinquennale UE-Pakistan adottato nel 2012 è di instaurare una relazione strategica e di creare un partenariato per la pace e lo sviluppo fondato su valori e principi condivisi;

M.  considerando che, dal 1° gennaio 2014, il Pakistan è integrato nel sistema speciale di preferenze tariffarie generalizzate (SPG+);

N.  considerando che, nel settembre 2012, lo stabilimento della Ali Enterprises di Karachi, che produce jeans per il mercato europeo, è stato devastato da un incendio che ha provocato la morte di 286 lavoratori, rimasti intrappolati; che l'integrazione del Pakistan nel sistema SPG Plus potrebbe incrementare la produzione nel settore tessile e rendere il miglioramento dei diritti dei lavoratori e delle condizioni di produzione sempre più importante;

1.  sottolinea l'importanza delle elezioni del maggio 2013 per il consolidamento della democrazia e del governo civile in Pakistan; incoraggia le élite politiche pakistane a dare seguito a tale slancio per consolidare ulteriormente le istituzioni democratiche, lo Stato di diritto e il controllo civile in tutti i settori della pubblica amministrazione, segnatamente le forze di sicurezza e la magistratura, promuovere la sicurezza interna e regionale, attuare riforme della governance per rianimare la crescita economica, potenziare la trasparenza e la lotta alla criminalità organizzata e alleviare le ingiustizie sociali, e per arrestare e porre rimedio a tutte le violazioni dei diritti umani;

2.  ritiene, tuttavia, che la costruzione di una democrazia sostenibile e di una società pluralista – nonché la realizzazione di una maggiore giustizia sociale, lo sradicamento della povertà profonda e della malnutrizione in parti del paese, l'innalzamento del livello di istruzione di base la preparazione del paese agli effetti del cambiamento climatico - comporterà riforme profonde e difficili del sistema politico e socioeconomico pakistano, che resta caratterizzato da strutture feudali di proprietà terriera e alleanze politiche e da squilibri nelle priorità tra la spesa militare da un lato e le prestazioni previdenziali, lo sviluppo educativo ed economico dall’altro, e da un sistema disfunzionale di riscossione delle entrate fiscali che mina sistematicamente la capacità dello Stato di fornire beni pubblici;

3.  sostiene e incoraggia gli sforzi del governo pakistano volti a sviluppare mezzi efficaci per prevenire e monitorare la possibilità di futuri disastri naturali e per un coordinamento e una cooperazione più efficaci degli aiuti umanitari con gli attori locali, le ONG internazionali e i finanziatori;

4.  ribadisce che il buon governo, l'esistenza di istituzioni responsabili e inclusive, la separazione dei poteri e il rispetto dei diritti fondamentali sono elementi importanti per risolvere il nesso tra sviluppo e sicurezza in Pakistan; ritiene inoltre che i governi civili eletti, dotati di legittimità democratica, il decentramento del potere alle province e un governo locale efficace siano gli strumenti migliori per contenere l'ondata di violenza ed estremismo, ripristinare l'autorità statale nelle aree tribali ad amministrazione federale e garantire la sovranità e l'integrità territoriale del Pakistan;

5.  sostiene, in tal senso, l'intenzione del governo pakistano di intraprendere un dialogo di pace con il movimento Tehreek-e-Taliban Pakistan (TTP), purché ciò spiani la strada a una soluzione politica e durevole alle rivolte e a un ordine democratico stabile, nel rispetto dei diritti umani; Fa appello ai negoziatori, tuttavia, affinché tengano conto del fatto che il livello di istruzione - in particolare delle donne - è un fattore assolutamente decisivo per il progresso delle società e affinché trasformino la scolarizzazione delle ragazze in un elemento essenziale nell'ambito dei negoziati;

6.  apprezza il costante impegno del Pakistan nella lotta al terrorismo su entrambi i lati della sua frontiera e incoraggia le autorità a intraprendere azioni più decise per limitare ulteriormente le possibilità di reclutamento e addestramento di terroristi sul territorio pakistano, un fenomeno che sta trasformando alcune zone del Pakistan in un rifugio sicuro per le organizzazioni terroristiche il cui obiettivo è quello di destabilizzare il paese e la regione, innanzitutto l'Afghanistan;

7.  prende atto che il leader talebano pachistano Hakimullah Mehsud è stato ucciso da un drone operato dagli Stati Uniti il 1° novembre 2013 e che il parlamento pachistano e il nuovo governo si sono formalmente opposti a questi interventi e che è necessario disciplinarne i limiti d'uso in modo più chiaro nel contesto del diritto internazionale;

8.  chiede al governo pachistano di adempiere ai propri obblighi e di assumersi le proprie responsabilità in materia di sicurezza, impegnandosi ulteriormente nella lotta all'estremismo, al terrorismo e alla radicalizzazione attraverso l'applicazione della legge e di misure di sicurezza rigorose e intransigenti, nonché affrontando i problemi socio-economici e dell'ineguaglianza che rischiano di alimentare la radicalizzazione dei giovani pachistani;

9.  prende atto del fatto che il governo pakistano ha manifestato chiaramente la propria opposizione alle incursioni dei droni americani sul proprio territorio; plaude alla risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che invita a un ulteriore chiarimento in merito al quadro giuridico che disciplina l'utilizzo dei droni armati;

10.  plaude al contributo del Pakistan ai processi di costruzione dello Stato e riconciliazione in Afghanistan, inclusa l'assistenza fornita per facilitare il riavvio dei negoziati di pace; auspica che tale atteggiamento positivo del Pakistan proseguirà nel periodo precedente alle elezioni presidenziali afghane e oltre; manifesta preoccupazione nei confronti della competizione geopolitica tra i poteri vicini per l'influenza in Afghanistan, dopo il ritiro delle truppe di combattimento della NATO;

11.  ripone la propria speranza nel fatto che il Pakistan svolga un ruolo costruttivo nel promuovere la stabilità regionale, anche con riferimento alla presenza della NATO e degli Stati membri dell'UE in Afghanistan dopo il 2014, promuovendo ulteriormente la modalità di impegno del dialogo a tre in Afghanistan con India, Turchia, Cina, Russia e Regno Unito, e stimolando la cooperazione regionale nella lotta al traffico di esseri umani, stupefacenti e beni;

12.  è incoraggiato dai recenti, tangibili progressi nel dialogo tra Pakistan e India, specialmente per quanto riguarda gli scambi commerciali e i contatti interpersonali, resi possibili dall'atteggiamento costruttivo di entrambe le parti; lamenta che i successi del dialogo siano ancora vulnerabili agli eventi contingenti, come i continui incidenti sulla linea di controllo che separa la parte del Kashmir occupata dal Pakistan da quella occupata dall'India; invita entrambi i governi ad assicurare la presenza di catene di comando adeguate, la responsabilità del personale militare e il dialogo tra forze le militari, così da evitare incidenti simili in futuro;

13.  riconosce l'interesse legittimo del Pakistan a costruire legami strategici, economici ed energetici con la Cina; ritiene importante che le più strette relazioni tra Pakistan e Cina rafforzino la stabilità geopolitica in Asia meridionale;

14.  prende atto dell'intenzione del Pakistan di ottenere una piena adesione alla Shanghai Cooperation Organization (SCO) quale gradito segnale dell'ambizione del paese di essere maggiormente coinvolto nelle iniziative multilaterali; rileva, tuttavia, l'assenza di un qualsivoglia meccanismo di cooperazione formale tra la SCO e l'UE e mette in luce le differenze per quanto riguarda i rispettivi quadri normativi e punti di vista sulle questioni globali;

15.  esprime preoccupazione per le informazioni secondo cui il Pakistan starebbe valutando la possibilità di esportare armi nucleari in paesi terzi; auspica che l'UE e i suoi Stati membri, nonostante le smentite ufficiali di tali informazioni, chiariscano al Pakistan che l'esportazione di armi nucleari è inaccettabile; invita il Pakistan, in qualità di Stato dotato di armi nucleari, a vietare legalmente le esportazioni di tutti i materiali o di tutte le conoscenze legati alle armi nucleari e a contribuire attivamente agli sforzi internazionali di non proliferazione; ritiene che la firma e la ratifica del Trattato di non proliferazione (TNP) da parte del Pakistan - così come dell'India - dimostrerebbe un forte impegno a favore di una pacifica coesistenza regionale e contribuirebbe enormemente alla sicurezza dell'intera regione;

16.  ritiene che la lotta contro l'estremismo e il radicalismo sia direttamente connessa ad un processo democratico più forte e ribadisce il forte interesse e il continuo sostegno dell'UE per un Pakistan democratico, sicuro e ben governato, caratterizzato dall'indipendenza del sistema giudiziario e dalla buona governance, che rispetti lo Stato di diritto e i diritti umani, che abbia relazioni amichevoli con i vicini e che dia stabilità alla regione;

17.  ricorda che le relazioni UE-Pakistan si sono storicamente sviluppate in un quadro incentrato sullo sviluppo e sugli scambi commerciali; apprezza il significativo e continuo contributo della cooperazione allo sviluppo e umanitaria dell'UE, e plaude alla decisione di permettere al Pakistan di beneficiare del sistema di preferenze SPG+ dell'UE a partire dal 2014; esorta il Pakistan a rispettarne pienamente le relative condizioni ed invita la Commissione a garantire l'applicazione rigorosa di una vigilanza rafforzata come previsto dal nuovo regolamento SPG e sottolinea il fatto che si dovrebbe continuare a privilegiare la cooperazione, in particolare nei settori dell'istruzione, della costruzione della democrazia e dell’adattamento al cambiamento climatico;

18.  è convinto che le relazioni UE-Pakistan debbano essere approfondite e rese più globali sviluppando il dialogo politico e mantenendo al contempo un rapporto di interesse reciproco tra partner con pari diritti; si compiace, in tal senso, dell'adozione del piano d'impegno quinquennale e dell'avvio del dialogo strategico UE-Pakistan, che riflettono il maggior peso della cooperazione politica e di sicurezza, anche nella politica antiterrorismo, nel disarmo e nella non proliferazione, nonché nella migrazione, nell'istruzione e nella cultura; auspica tuttavia maggiori progressi in tutti gli ambiti del piano d'impegno;

19.  incoraggia tanto l'Unione europea quanto il Pakistan a cooperare nel processo di attuazione e a monitorare con regolarità i progressi, potenziando il dialogo tra le parti nel lungo termine;

20.  ritiene che la transizione democratica del Pakistan abbia rappresentato per l'UE un'opportunità per seguire un approccio politico più esplicito nelle relazioni bilaterali e nella fornitura di assistenza; ritiene che il sostegno dell'UE nei confronti del Pakistan debba dare la priorità al consolidamento delle istituzioni democratiche a tutti i livelli, al potenziamento delle capacità e della buona governance dello Stato, alla costruzione di efficaci strutture di applicazione della legge e contrasto al terrorismo, compresa una magistratura indipendente, e all'acquisizione di potere da parte della società civile e mezzi di comunicazione liberi;

21.  plaude, al riguardo, ai programmi globali a favore della democrazia già esistenti nell'ambito dell'attuazione delle raccomandazioni del 2008 e del 2013 delle missioni europee di osservazione elettorale;

22.  invita il SEAE e la Commissione a perseguire una politica modulata e multidimensionale nei confronti del Pakistan, che crei una sinergia tra tutti gli strumenti pertinenti a disposizione dell'UE come il dialogo politico, la cooperazione in materia di sicurezza, il commercio e l'assistenza, conformemente all'approccio globale dell'UE all'azione esterna e in vista dei preparativi per il prossimo vertice UE-Pakistan;

23.  chiede al SEAE, alla Commissione e al Consiglio, inoltre, di garantire che la politica dell'UE nei confronti del Pakistan sia contestualizzata e inserita in una più ampia strategia per la regione, rafforzando così gli interessi dell'UE in Asia meridionale e centrale; reputa importante che le relazioni bilaterali dell'UE con il Pakistan e i paesi limitrofi, in particolare l'India, la Cina e l'Iran, possano anche contribuire a discutere e coordinare politiche in relazione alla situazione in Afghanistan, al fine di garantire un approccio mirato; sottolinea, in tal senso, la necessità di potenziare il coordinamento e il dialogo politico UE-USA più intensi sui temi regionali;

24.  ritiene che le future relazioni UE-Pakistan debbano anche essere considerate nel contesto dell'evolversi degli strumenti istituzionali dell'UE per quanto riguarda l'impegno con i paesi terzi, specialmente attraverso la modalità dei partenariati strategici; ribadisce il suo invito a raffinare tale modalità da un punto di vista concettuale e a dotarsi di parametri di riferimento più chiari e coerenti per valutare, tra le altre cose, se e a quali condizioni il Pakistan potrebbe essere considerato un partner strategico dell'UE in futuro;

25.  ribadisce fermamente che i progressi nelle relazioni bilaterali dipendono dal miglioramento della situazione dei diritti umani in Pakistan, in particolare per quanto riguarda l'eliminazione del lavoro forzato, del lavoro minorile e del traffico di esseri umani, la riduzione della violenza di genere, la promozione dei diritti delle donne e delle ragazze, incluso l’accesso all'istruzione, la garanzia della libertà di espressione e dell'indipendenza dei media, la promozione della tolleranza e la protezione delle minoranze vulnerabili lottando efficacemente contro ogni forma di discriminazione; riconosce che ciò esige la fine della cultura dell’impunità e lo sviluppo di un sistema giuridico e giudiziario affidabile a tutti i livelli, che sia accessibile a tutti;

26.  continua a nutrire profonda preoccupazione per la qualità dell'istruzione e per l'allarmante situazione delle donne in numerose regioni del Pakistan, che sono due aspetti correlati; chiede misure concrete e visibili per garantire il rispetto dei diritti fondamentali delle donne nella società, tra cui la promulgazione di leggi contro la violenza domestica, l'adozione di provvedimenti per migliorare le indagini e i procedimenti penali in relazione ai delitti d'onore e alle aggressioni con l'acido, nonché una revisione della legislazione che favorisce l'impunità; sottolinea la necessità di migliorare l'accesso all'istruzione, così come l'integrazione delle donne nel mercato del lavoro e l'assistenza sanitaria per le madri;

27.  ribadisce la sua profonda preoccupazione per il fatto che le leggi pachistane sulla blasfemia – che possono condurre alla pena di morte e sono spesso utilizzate per giustificare la censura, la criminalizzazione, la persecuzione e, in alcuni casi, l'uccisione di membri di minoranze politiche o religiose – diano adito ad abusi che colpiscono le persone di qualsiasi confessione in Pakistan; sottolinea che il rifiuto di riformare o abrogare tali leggi sulla blasfemia crea un ambiente di persistente vulnerabilità per le comunità minoritarie; invita il governo pachistano ad applicare una moratoria sull'uso di tali leggi, come primo passo verso la loro revisione o revoca, nonché a svolgere indagini e procedimenti penali, in forma adeguata, in merito alle campagne intimidatorie, alle minacce e alle violenze nei confronti di cristiani, ahmadi e altri gruppi vulnerabili.

28.  invita, in particolare, le autorità pakistane: ad arrestare e a perseguire coloro i quali incitano alla violenza o sono responsabili di attacchi violenti nei confronti delle scuole o dei gruppi minoritari quali gli sciiti, inclusa la comunità hazara, gli ahmadi e i cristiani, e a incaricare le forze di sicurezza di proteggere attivamente le persone che subiscono attacchi da parte dei gruppi estremisti; ad adottare leggi contro la violenza domestica; a porre fine alle sparizioni forzate, alle esecuzioni extragiudiziali e alle detenzioni arbitrarie, segnatamente nel Baluchistan;

29.   Condanna tutti gli attacchi nei confronti di cristiani e di altre minoranze religiose che vivono in Pakistan ed auspica che il Pakistan intensifichi i propri sforzi per salvaguardare la libertà di religione e credo, anche rendendo meno rigida la legislazione anti-blasfemia, e il progresso verso l'eliminazione della pena di morte;

30.  plaude all'adozione nel 2012 del progetto di legge inteso a creare una commissione nazionale per i diritti umani ed esorta il governo a istituire la commissione in modo che possa iniziare ad essere operativa;

31.  rileva che l'UE è il principale destinatario delle esportazioni di merci pachistane (22,6 % nel 2012); ritiene che il sostegno dell'UE al Pakistan nel settore del commercio debba contribuire a promuovere la diversificazione e lo sviluppo dei modi di produzione, anche in materia di trasformazione, nonché fornire sostegno all'integrazione regionale e ai trasferimenti di tecnologia, oltre ad agevolare la creazione o lo sviluppo di capacità produttive interne e ridurre le disuguaglianze di reddito;

32.  ricorda che il sistema di preferenze SPG + dell'UE, di cui il Pakistan beneficia dal 2014, è concesso soltanto ai paesi che hanno acconsentito in modo vincolante ad attuare le convenzioni internazionali in materia di diritti umani, diritti dei lavoratori, ambiente e buona governance; sottolinea, in particolare, gli obblighi del Pakistan nel quadro delle convenzioni di cui all'allegato VIII e rammenta alla Commissione l'obbligo di monitorarne l'effettiva attuazione; ricorda inoltre che, qualora un paese non rispetti i suoi impegni vincolanti, il sistema SPG + è temporaneamente revocato;

33.  invita le autorità pachistane ad adottare misure efficaci in vista dell'attuazione delle 36 convenzioni dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) ratificate dal paese, in particolare al fine di consentire l'attività dei sindacati, migliorare le condizioni di lavoro e le norme di sicurezza, eliminare il lavoro minorile e combattere le forme più gravi di sfruttamento che interessano tre milioni di lavoratrici domestiche;

34.  invita il governo del Pakistan ad aderire, come promesso, al programma "Better Work" dell'OIL/IFC, al fine di dare ulteriore impulso ai miglioramenti delle norme relative alla salute e alla sicurezza dei lavoratori; invita coloro i quali sono direttamente o indirettamente responsabili dell'incendio sviluppatosi presso la fabbrica tessile Ali Enterprises, inclusa la società di audit della responsabilità sociale e i dettaglianti europei coinvolti, a versare infine ai superstiti dell'incendio un pieno ed equo risarcimento a lungo termine;

35.  incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al governo e all'assemblea nazionale del Pakistan, al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al rappresentante speciale dell'UE per i diritti umani e ai governi degli Stati membri.

(1) http://eeas.europa.eu/pakistan/docs/2012_feb_eu_pakistan_5_year_engagement_plan_en.pdf
(2) http://www.consilium.europa.eu/uedocs/cms_data/docs/pressdata/EN/foraff/131181.pdf
(3) GU L 303 del 31.10.2012, pag. 1.
(4) Testi approvati, P7_TA(2013)0060.
(5) GU C 353 E del 3.12.2013, pag. 323.
(6) GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 119.

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