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Procedura : 2008/2207(INI)
Ciclo di vita in Aula
Ciclo dei documenti :

Testi presentati :

A6-0148/2009

Discussioni :

PV 21/04/2009 - 19
CRE 21/04/2009 - 19

Votazioni :

PV 23/04/2009 - 6.15
Dichiarazioni di voto

Testi approvati :

P6_TA(2009)0274

Resoconto integrale delle discussioni
Martedì 21 aprile 2009 - Strasburgo Edizione GU

19. Discarichi del bilancio 2007 (Discussione)
Processo verbale
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  Presidente. – L’ordine del giorno reca la discussione congiunta:

- la relazione (A6-0168/2009), presentata dall’onorevole Audy, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2007 [SEC(2008)2359 – C6-0415/2008 – 2008/2186(DEC)];

- la relazione (A6-0159/2009), presentata dall’onorevole Liberadzki, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio del 7°, 8° e 9° Fondo europeo di sviluppo per l’esercizio 2007 [COM(2008)0490 – C6-0296/2008 – 2008/2109(DEC)];

- la relazione (A6-0184/2009), presentata dall’onorevole Casaca, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2007, Sezione I - Parlamento europeo [C6-0416/2008 – 2008/2276(DEC)];

- la relazione (A6-0151/2009), presentata dall’onorevole Søndergaard, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2007, Sezione IV - Corte di giustizia [C6-0418/2008 – 2008/2278(DEC)];

- la relazione (A6-0152/2009), presentata dall’onorevole Søndergaard, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2007, Sezione V - Corte dei conti [C6-0419/2008 – 2008/2279(DEC)];

- la relazione (A6-0155/2009), presentata dall’onorevole Søndergaard, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2007, Sezione VI - Comitato economico e sociale europeo [C6-0420/2008 – 2008/2280(DEC)];

- la relazione (A6-0153/2009), presentata dall’onorevole Søndergaard, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2007, Sezione VII - Comitato delle regioni [C6-0421/2008 – 2008/2281(DEC)];

- la relazione (A6-0156/2009, presentata dall’onorevole Søndergaard, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2007, Sezione VIII - Mediatore europeo [C6-0423/2008 – 2008/2282(DEC)];

- la relazione (A6-0154/2009), presentata dall’onorevole Søndergaard, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale dell’Unione europea per l’esercizio 2007, Sezione IX - Garante europeo per la protezione dei dati [C6-0424/2008 – 2008/2283(DEC)]

- la relazione (A6-0157/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio generale della Fondazione europea per la formazione professionale per l’esercizio 2007 [C6-0437/2008 – 2008/2264(DEC)];

- la relazione (A6-0158/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell’informazione per l’esercizio 2007 [C6-0442/2008 – 2008/2269(DEC)];

- la relazione (A6-0160/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Accademia europea di polizia per l’esercizio 2007 [C6-0444/2008 – 2008/2271(DEC)];

- la relazione (A6-0161/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio di Eurojust per l’esercizio 2007 [C6-0436/2008 – 2008/2263(DEC)];

- la relazione (A6-0162/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per i medicinali per l’esercizio 2007 [C6-0435/2008 – 2008/2262(DEC)];

- la relazione (A6-0163/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea per l’esercizio 2007 [C6-0439/2008 – 2008/2266(DEC)];

- la relazione (A6-0164/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Autorità di vigilanza del GNSS europeo per l’esercizio 2007 [C6-0446/2008 – 2008/2273(DEC)];

- la relazione (A6-0165/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Agenzia ferroviaria europea per l’esercizio 2007 [C6-0443/2008 – 2008/2270(DEC)];

- la relazione (A6-0166/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea per l’esercizio finanziario 2007 [C6-0445/2008 – 2008/2272(DEC)];

- la relazione (A6-0167/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza marittima per l’esercizio 2007 [C6-0438/2008 – 2008/2265(DEC)];

- la relazione (A6-0169/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la ricostruzione per l’esercizio 2007 [C6-0429/2008 – 2008/2256(DEC)];

- la relazione (A6-0170/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie per l’esercizio 2007 [C6-0441/2008 – 2008/2268(DEC)];

- la relazione (A6-0171/2009) presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea dell’ambiente per l’esercizio 2007 [C6-0432/2008 – 2008/2259(DEC)];

- la relazione (A6-0172/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare per l’esercizio 2007 [C6-0440/2008 – 2008/2267(DEC)];

- la relazione (A6-0173/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio della Fondazione europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per l’esercizio 2007 [C6-0428/2008 – 2008/2255(DEC)];

- la relazione (A6-0174/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro per l’esercizio finanziario 2007 [C6-0433/2008 – 2008/2260(DEC)];

- la relazione (A6-0175/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio dell’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze per l’esercizio finanziario 2007 [C6-0431/2008 – 2008/2258(DEC)];

- la relazione (A6-0176/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali per l’esercizio 2007 [C6-0430/2008 – 2008/2257(DEC)];

- la relazione (A6-0177/2009) presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale per l’esercizio finanziario 2007 [C6-0427/2008 – 2008/2254(DEC)];

- la relazione (A6-0178/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico per l’esecuzione del bilancio del Centro di traduzione degli organismi dell’Unione europea per l’esercizio 2007 [C6-0434/2008 – 2008/2261(DEC)];

- la relazione (A6-0179/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sul discarico relativo all’esecuzione del bilancio dell’Agenzia comunitaria di controllo della pesca per l’esercizio 2007 [C6-0447/2008 – 2008/2274(DEC)];

- la relazione (A6-0148/2009), presentata dall’onorevole Fjellner, a nome della commissione per il controllo dei bilanci, sulla gestione finanziaria e il controllo delle agenzie dell’UE [2008/2207(INI)].

 
  
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  Jean-Pierre Audy, relatore. (FR) Signor Presidente, Commissario Kallas, onorevoli colleghi, le mie prime parole vogliono essere un ringraziamento al commissario Kallas e ai suoi colleghi della Commissione per l’attenzione prestata al lavoro del Parlamento relativamente alla procedura di discarico per l’esecuzione del bilancio della Commissione e delle agenzie esecutive per l’esercizio 2007. I miei ringraziamenti sono rivolti anche ai servizi amministrativi.

Desidero inoltre esprimere il mio apprezzamento per l’enorme sforzo compiuto dalla Corte dei conti sotto la guida del suo presidente Vítor Caldeira. La Corte disponeva di risorse limitate rispetto alla mole del lavoro da svolgere.

Consentitemi alcune considerazioni a proposito del contesto in cui è avvenuto questo discarico per il 2007. Il 2007 è stato il primo anno del nuovo periodo finanziario 2007-2013 e ha visto l’attuazione di numerose nuove norme. Al contempo è stato anche l’anno dell’ultima procedura di discarico dell’attuale Commissione che, agli inizi del suo mandato, aveva promesso – tramite il suo presidente, come ricorderà commissario Kallas – di ottenere una dichiarazione di affidabilità positiva dalla Corte dei conti.

Da 14 anni, tuttavia, la Corte dei conti non produce una dichiarazione positiva di legittimità e regolarità delle operazioni sottostanti per la maggior parte dei settori si spesa che, a suo giudizio, sono caratterizzati in modo significativo da errori, seppure in misura diversa, mentre – e dovremmo rallegrarcene – le spese amministrative e i conti consolidati hanno ricevuto una dichiarazione di affidabilità positiva.

Infine, il 2007 è stato l’anno dell’ultimo voto di discarico prima delle elezioni del Parlamento europeo. In questo contesto, e a prescindere dalle numerose riserve contenute nella proposta di risoluzione sulla gestione dei fondi comunitari, l’obiettivo che mi sono posto con la mia relazione è stato di cercare di analizzare la procedura di discarico e di contribuire a quel processo difficile che deve condurci a una dichiarazione positiva di affidabilità, pur essendo pienamente consapevole dei limiti di questo esercizio. Per questo motivo sono ansioso di conoscere la posizione della Commissione, dei gruppi politici, e degli onorevoli colleghi che interverranno nella discussione.

Dopo aver terminato questo lavoro, mi sento un poco confuso: da un lato, credo fermamente che la situazione stia migliorando, anche se non abbastanza e troppo lentamente, e, dall’altro, è intollerabile il permanere di una situazione in cui la Corte dei conti non produce una dichiarazione di affidabilità positiva da 14 anni e il Parlamento vota comunque sul discarico di bilancio.

I cittadini europei finiranno per credere che il Parlamento non stia svolgendo correttamente il proprio ruolo di controllore. Per questa ragione propongo, data la gravità della situazione, di organizzare al più presto una conferenza interistituzionale alla quale partecipino tutti coloro che sono coinvolti nella gestione e nel monitoraggio dei fondi comunitari. Tale conferenza darebbe il via a una discussione generale che ci consentirà di elaborare quelle riforme necessarie a ottenere una dichiarazione di affidabilità positiva al più presto. Sono curioso di sentire le ragioni che spingono taluni gruppi politici a opporsi a una simile discussione.

Particolare attenzione deve inoltre essere prestata al ruolo degli Stati membri che gestiscono circa l’80 per cento del bilancio dell’Unione. E’ proprio in questo contesto di gestione concorrente che sorge la maggior parte dei problemi. A questo proposito, mi spiace che i posti riservati al Consiglio siano vuoti; le attuali difficoltà della Repubblica ceca non sono sufficienti per spiegare la discontinua presenza politica del Consiglio, a meno che non si debbano interpretare questa assenza e questo silenzio come indifferenza o, peggio, come disinteresse.

Rispetto alla relazione sulla gestione concorrente da parte degli Stati membri, vorrei sottolineare il ruolo, non solo delle dichiarazioni nazionali, ma anche delle sintesi annuali, tutti elementi che ci permettono di compiere passi avanti verso una DAS positiva.

Inoltre, in conformità con l’articolo 248 del trattato, propongo che, nel settore dei controlli sulla gestione concorrente, sia intensificata la cooperazione fra gli organi di audit nazionale e la Corte dei conti europea.

Suggerisco di valutare la possibilità di permettere che gli organi di audit nazionali, quali revisori esterni indipendenti, rilascino dei certificati di audit nazionali per la gestione dei fondi comunitari nel rispetto degli standard internazionali previsti per la revisione contabile. Tali certificati sarebbero trasmessi ai governi degli Stati membri che dovranno produrli in occasione del processo di discarico in linea con la procedura interistituzionale appropriata che sarà introdotta.

Infine, signor Presidente, desidero esprimere la mia sorpresa rispetto al fatto che i conti annuali consolidati siano stati presentati con capitali propri negativi di circa 58 miliardi di euro e propongo di considerare la possibilità di istituire un fondo pensione per esternalizzare i 33,5 miliardi di euro di impegni nei confronti del personale.

Per concludere, ritengo sia giunto il momento di riformare il nostro sistema e credo sinceramente che questa riforma dovrebbe essere il risultato di un dialogo approfondito e sincero fra tutti coloro che si occupano di bilancio.

 
  
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  Bogusław Liberadzki, relatore. – (PL) Signor Presidente, signor Commissario, il tema del mio intervento è il Fondo europeo di sviluppo, che riguarda i paesi dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Dal nostro punto di vista questi paesi non rappresentano regioni standard, non sono Stati convenzionali e non presentano problemi usuali. Per quanto riguarda l’esecuzione del Fondo, nel 2007 abbiamo visto un incremento dei pagamenti e degli impegni, il che significa anche un aumento dell’efficienza. Questo è senza dubbio uno sviluppo positivo e vorrei iniziare proprio da qui.

Il Fondo consta di due parti: una parte gestita dalla Commissione ed una sottoposta al controllo della Banca europea per gli investimenti. La parte gestita dalla Commissione è quella del cui discarico discutiamo oggi, mentre la parte gestita dalla BEI, per il momento, è esclusa dal discarico, un aspetto sul quale vorrei tornare più tardi.

La discussione prende spunto dalla posizione della Corte dei conti. La Corte ha affermato in modo chiaro che le operazioni sottostanti le entrate e gli impegni per l’esercizio 2007 sono, complessivamente, legittime e regolari, ma richiama al contempo l’attenzione sul rischio fiduciario elevato relativo al sostegno al bilancio derivante dall’“interpretazione dinamica” dei criteri di ammissibilità data dalla Commissione. L’audit della Corte ha evidenziato, tuttavia, un livello rilevante di errori e ha rilevato – su questo punto siamo in accordo – che è indispensabile procedere a un rapido miglioramento in materia di controllo e supervisione. Queste possibilità sono concrete e noi condividiamo questa posizione.

Il campione preso in considerazione per l’audit comprendeva sei paesi e 250 operazioni. E’ emerso un dato importante: la Commissione non è ancora in grado di fornire informazioni contabili concrete. Prendiamo nota con soddisfazione del fatto che, a partire dal febbraio 2009, sarà introdotto un nuovo sistema. Spero che il commissario possa confermarlo.

Un ulteriore elemento particolarmente importante riguarda la differenza fra parole e fatti nel momento in cui si prepara un accordo. La stesura e la firma di un accordo sono fonte di grande ambiguità. La Commissione deve introdurre un chiarimento a questo proposito, soprattutto perché i paesi ACP hanno un approccio completamente diverso. Una questione molto importante per noi Parlamento europeo, è che la valutazione di regolarità non dovrebbe essere effettuata solo a posteriori, ma dovrebbe tramutarsi in supervisione e controllo per prevenire le irregolarità. La prevenzione delle irregolarità aiuta inoltre a valutare i benefici derivanti dall’assegnazione dei fondi. Non si tratta solamente di dimostrare la regolarità dei conti, quanto di capire fino a che punto l’obiettivo è stato raggiunto. A questo proposito vorremmo richiamare l’attenzione sulla necessità di ottenere la cooperazione dei parlamenti nazionali che, in larga misura, dovrebbero comprendere il problema. Questa è una questione di cooperazione con le autorità e i governi, ma anche con la società civile.

Un aspetto che sembrerebbe particolarmente rilevante è la supervisione dei fondi gestiti dalla Banca europea per gli investimenti. La BEI, nella nostra ottica, continua a essere un’istituzione che non è possibile sottoporre a supervisione. Nella relazione confermiamo che la BEI aveva a disposizione 2,2 miliardi di euro. Si trattava di denaro pubblico – non di fondi provenienti dai mercati finanziari. Sembrerebbe, pertanto che la BEI sia un’istituzione profondamente antidemocratica che, nonostante tutto, può disporre di denaro pubblico.

Infine, vorrei ringraziare il commissario per la collaborazione prestata durante il suo mandato. Vorrei inoltre che il signor Uczkiewicz accettasse i nostri ringraziamenti da estendere alla Corte dei conti. Ringrazio altresì i miei onorevoli colleghi della commissione per lo sviluppo e di quella per il controllo dei bilanci guidata in modo efficiente dall’onorevole Bösch.

 
  
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  Paulo Casaca, relatore.(PT) Signor Presidente, Commissario Kallas, onorevole Bösch, onorevoli colleghi, stiamo per ultimare la riforma più radicale del Parlamento europeo mai adottata. Tale riforma comprende la creazione di uno statuto sia per i membri del Parlamento sia per gli assistenti, la fine delle inaccettabili differenze retributive fra i membri dell’Assemblea, la fine del sistema poco trasparente di rimborso delle indennità di viaggio e la fine del sistema discriminatorio in materia di pensioni.

Quale relatore per il discarico del bilancio del Parlamento, quale membro della commissione per il controllo dei bilanci da dieci anni e quale portavoce del gruppo socialista al Parlamento europeo, son particolarmente orgoglioso di ciò che abbiamo ottenuto e non riterrei eccessivo che l’opinione pubblica riconoscesse questi cambiamenti da lei stessa insistentemente invocati.

Dopo questa premessa, anche oggi, come sempre, mi esprimo a favore della trasparenza nell’uso del denaro pubblico. Concordo pienamente con l’opinione del Mediatore europeo a questo proposito. Oggi, come sempre, mi oppongo all’uso dei fondi pubblici per ovviare ai risultati delle operazioni rischiose del settore privato. Oggi, come sempre, sono contrario ai fondi pensione volontari che non tengono in considerazione le differenze retributive e producono un trattamento iniquo.

Reputo inaccettabili talune generalizzazioni che sono completamente errate, come quella secondo la quale tutti i membri del Parlamento hanno diritto a due pensioni.

Come autore di questa relazione, vorrei rilevare che, dopo dieci anni da membro del Parlamento europeo e avendo partecipato per periodi più brevi ai lavori del parlamento portoghese e di quello regionale delle Azzorre, lascio il mio incarico parlamentare senza avere diritto, per legge, ad alcuna pensione, nazionale, regionale o europea.

A questo proposito, mi rivolgo a coloro che credono che negare ai propri rappresentanti dei diritti che sono uguali in tutte le nostre società contribuisca a migliorare l’Europa: siete profondamente in errore.

Sono invece convinto che l’unico modo per superare la mancanza di fiducia nei propri rappresentanti sia di minimizzare l’adozione di norme specifiche relative ai parlamentari europei, dal momento che sono questi ultimi i responsabili del processo legislativo. Credo altresì che l’unico tema di cui avrebbe dovuto occuparsi il Parlamento fosse la posizione dei suoi membri in relazione al quadro amministrativo europeo.

Pur lamentando la mancanza di chiarezza del passato a proposito del rapporto fra dovere pubblico e interesse privato all’interno del sistema pensionistico, mi piacerebbe vedere riconosciuto il lavoro di coloro che, soprattutto in seno alla commissione per il controllo dei bilanci, hanno combattuto strenuamente a favore del rigore e della trasparenza dei conti europei.

In quest’Aula desidero rendere omaggio a tutti gli onorevoli colleghi. Il mio auspicio è che il lavoro svolto dalla nostra commissione fino a oggi possa essere portato avanti nella prossima legislatura con lo stesso vigore e impegno che abbiamo dimostrato, al fine di creare un’Europa più rigorosa, più giusta e più solidale.

Il Parlamento che sarà eletto in giugno opererà sulla base di norme molto più trasparenti e giuste, una realtà che tutti oggi qui abbiamo motivo di celebrare.

 
  
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  Presidente. – Ha facoltà di parola l’onorevole Fjellner. Il relatore, l’onorevole Søndergaard, ci raggiungerà più tardi a causa di un ritardo del volo. Prenderà quindi la parola più tardi.

 
  
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  Christofer Fjellner, relatore.(SV) Signor Presidente, sono colpito dal fatto che lei abbia quanto meno tentato di elencare tutte le agenzie decentrate. Ce ne sono naturalmente moltissime. Direi che il discarico è divenuto ancora più importante per le agenzie proprio perché il loro numero è aumentato. Allo stesso modo è aumentato il loro personale e il loro bilancio.

Il numero di agenzie è passato da 11 nel 1995 a 27 oggi. Nel 2007 il bilancio per tutte le agenzie è stato di 1 243 500 000 euro. Nel 1995, il bilancio medio di un’agenzia era di 7 milioni di euro, mentre oggi supera i 22 milioni. Il personale è aumentato in modo altrettanto significativo: nel 1995 ogni agenzia aveva in media 38 dipendenti, oggi sono 155. A mio parere già questo incremento è considerevole e merita una riflessione. In particolare dobbiamo riflettere sull’appropriatezza di questo strumento e sulla ragionevolezza di un simile aumento. Questa situazione appesantisce inoltre il nostro carico di lavoro nel momento di discutere del discarico, cui dobbiamo dedicare più tempo e più energie.

Abbiamo quindi scelto di redigere relazioni separate per 21 agenzie per le quali siamo responsabili e di preparare una relazione orizzontale che affronta i problemi comuni alla maggior parte di esse.

Sono lieto di poter dire che la maggioranza delle agenzie ha ricevuto una dichiarazione di affidabilità positiva dalla Corte dei conti. La loro gestione, quindi, è stata corretta. Al contempo molte agenzie – quasi tutte, in realtà – anno dopo anno, hanno problemi di forti attivi e difficoltà a rispettare il regolamento finanziario e lo Statuto del personale. E’ un elemento sul quale occorre riflettere perché ogni anno si ripetono le stesse critiche sugli stessi punti e, tuttavia, niente cambia. Ciò significa che dobbiamo valutare meglio come responsabilizzare di più queste agenzie e come controllarle in modo effettivo. Nella relazione orizzontale propongo, pertanto, fra le altre cose, di applicare delle riduzioni fisse quando le agenzie non utilizzano in modo sufficiente il bilancio loro assegnato o quando non riescono a coprire tutte le posizioni vacanti. Il testo propone altresì di istituire un servizio comune di supporto che aiuti le piccole agenzie a far fronte ai pesanti compiti amministrativi. Credo che questo sia uno strumento estremamente importante.

Quest’anno abbiamo scelto di considerare in modo specifico quattro agenzie per le quali la Corte dei conti ha rilasciato una dichiarazione di affidabilità incompleta e che presentano problemi significativi. Queste agenzie sono: l’Accademia europea di polizia, l’Autorità di vigilanza del GNSS europeo – laddove il GNSS è comunemente noto come Galileo – l’Agenzia ferroviaria europea e Frontex. Mi rallegra poter affermare che il discarico è stato concesso a tre agenzie – Galileo, L’Agenzia ferroviaria europea e Frontex – dopo aver esaminato tutte le informazioni che ci erano state fornite.

Purtroppo il Cepol, l’Accademia di polizia europea, ha presentato moltissime informazioni, ma certamente non tutte. Non possiamo quindi concedere il discarico in questo caso. Il problema che rimane è quello dell’uso privato del denaro dei contribuenti europei, ad esempio per il pagamento di elementi di arredamento, chiamate private di telefonia mobile e viaggi privati. Abbiamo chiesto informazioni a questo proposito, ma non ci sono state fornite in modo completo. La commissione, quindi, e il suo relatore propongono di rinviare la concessione del discarico fino a quando il Cepol non avrà fornito tutta la documentazione richiesta. L’OLAF, come saprete, ha in corso un’indagine per frode che riguarda questa agenzia. La situazione è grave e dobbiamo dimostrare di affrontarla con serietà e in modo approfondito. Ecco perché proponiamo un rinvio del discarico. Non lo faccio a cuor leggero, ritengo sia l’unica mossa responsabile ora. Dobbiamo disporre di tutte le informazioni del caso prima di concedere il discarico.

 
  
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  Siim Kallas, vicepresidente della Commissione. (EN) Signor Presidente, per la quinta volta mi presento davanti al Parlamento mentre l’Assemblea si accinge a votare sulla risoluzione di discarico della Commissione. E, per la quinta volta, devo ammettere che, nonostante gli indiscutibili progressi realizzati sotto il profilo dell’esecuzione di bilancio, non abbiamo ancora una dichiarazione di affidabilità positiva.

Nella proposta di risoluzione che vi è stata sottoposta – paragrafo 58 – il relatore …

(FR) “chiede che la Commissione presenti senza indugio le sue proposte intese a raggiungere l’obiettivo di una DAS positiva”.

(EN) E’ quello che farò, quindi, senza indugio.

Vi illustrerò le tre ragioni per le quali, a mio avviso, non abbiamo ottenuto una DAS positiva, sebbene questo fosse l’obiettivo che la Commissione si era prefissa all’inizio del suo mandato.

Probabilmente agli inizi abbiamo fatto troppo affidamento sul fatto che gli Stati membri condividessero la nostra preoccupazione a proposito dell’impatto negativo, pubblico e politico, del mancato ottenimento di una DAS positiva. In realtà, il nostro richiamo a intervenire è divenuto efficace solo quando accompagnato dalla politica di avvertimento, risoluzione o sospensione dei pagamenti. Inizialmente, pertanto, c’è stata troppa carota e troppo poco bastone.

Abbiamo inoltre seguito un percorso di evoluzione piuttosto che di rivoluzione. Abbiamo messo da parte le soluzioni più radicali, ad esempio sulla semplificazione, nel nostro tentativo pionieristico di risolvere il problema della DAS.

Ovviamente i cinque anni del nostro piano d’azione non sono stati sufficienti. Alcuni risultati di tale piano cominciano a intravedersi solo ora. La nuova Commissione ne coglierà i frutti, che non sarebbero maturati senza il piano d’azione.

Il vostro quesito, però, è come e quando potremo garantire una DAS positiva. Innanzi tutto vorrei ricordare agli onorevoli deputati che cosa è una cosiddetta DAS negativa.

L’articolo 248 del trattato incarica la Corte dei conti di presentare una dichiarazione “in cui attesta l’affidabilità dei conti e la legittimità e regolarità delle relative operazioni”. Il testo è stato inserito all’ultimo momento nel trattato di Maastricht senza che si sia discusso sostanzialmente delle sue implicazioni. Da allora la situazione si è rivelata pesantemente problematica.

La cosiddetta DAS negativa fa parte del parere della Corte dei conti. In essa la Corte rileva che alcuni settori di spesa sono ancora affetti da un livello significativo si errori, sebbene in diversa misura. La Corte rileva altresì l’affidabilità dei nostri conti annuali e fornisce molti commenti positivi e appropriati sulla nostra gestione finanziaria. In quanto tale la DAS non sembra affatto speciale rispetto a come sono generalmente formulati i pareri di audit.

Siamo tuttavia di fronte a una cattiva interpretazione, fortemente politicizzata e spesso deliberata, di questa sentenza. Devo confessare di essere sorpreso da quanto sia difficile convincere i politici eletti e l’opinione pubblica del fatto che la gestione del bilancio nell’Unione europea è di gran lunga migliore di quanto non traspaia da questa sentenza. Dobbiamo pertanto adoperarci perché cessi questa dannosa valutazione politica dell’uso dei fondi europei.

Per conseguire risultati più rapidi e certi si potrebbe pensare a tre opzioni:

La prima opzione è cambiare il trattato. L’attuale redazione del trattato di Maastricht ha fatto sì che, ogni anno dalla sua entrata in vigore, la ragionevole aspettativa dell’opinione pubblica di una sana gestione finanziaria sia stata – automaticamente e pressoché inevitabilmente – pregiudicata.

In occasione della Conferenza intergovernativa sul trattato di Lisbona, ho verificato se fosse possibile modificare l’articolo 248 del trattato. Insieme alla Corte dei conti abbiamo cercato di definire un compito più realistico per i revisori. Forse la Corte dovrebbe considerare il bilancio su un ciclo triennale anziché annuale e tenere in considerazione il fatto che la maggior parte dei sistemi di controllo della Commissione è pluriennale, garantendo in tal modo la correzione degli errori nel tempo. Abbiamo contattato diverse delegazioni nazionali: tutte si sono dichiarate d’accordo, nessuno è passato all’azione.

Seconda opzione: la seconda opzione è la scorciatoia più radicale per ottenere una DAS positiva. Stando al trattato attuale dovremmo forse smettere di assegnare fondi a piani di gestione tanto complessi da impedirci di rispettare le basse soglie di errore oggi in vigore.

Se non possiamo collettivamente gestire l’attuale complessità, dobbiamo semplificare. Semplificazione è una bella parola, amata da tutti. Ci sono milioni di transazioni da controllare. Come è possibile che 480 revisori, a Lussemburgo, per quanto competenti, alle prese con un sistema legislativo molto complesso, con 27 Stati membri e 23 lingue officiali, dispongano degli strumenti per emettere ogni anno una dichiarazione sulla legittimità e regolarità di tutte le operazioni sottostanti in tutti i settori di spesa?

Se vogliamo che la semplificazione produca un impatto veloce ed efficace sul tasso di errore, a mio giudizio è necessario abbandonare in alcuni ambiti la gestione concorrente e ridurre il numero di operazioni da diversi milioni a poche migliaia.

Se prendiamo l’esempio dei fondi strutturali, è necessario definire con chiarezza le responsabilità che ora sono condivise. A questo scopo, i fondi strutturali potrebbero essere trasformati in uno strumento di sostegno al bilancio per le regioni più povere. Una regione o uno Stato membro ammesso a beneficiarne riceverebbe sul proprio bilancio i fondi europei, che verrebbero spesi tramite i sistemi nazionali, sotto l’esclusiva responsabilità del ministro delle finanze, e sarebbero sottoposti a audit da parte delle più alte istituzioni degli Stati membri preposte a questo compito.

Uno Stato membro riceverebbe un importo annuale dal bilancio dell’Unione europea e dovrebbe renderne conto ai propri cittadini e agli altri Stati membri sulla scorta dei risultati ottenuti. Le norme di ammissibilità, le procedure per gli appalti e i tassi di assorbimento non costituirebbero più un problema europeo.

In questo scenario radicale, verrebbero a cadere i milioni di progetti che sono troppo piccoli e sofisticati per essere sottoposti agevolmente al controllo di Bruxelles. Non ci saranno più i progetti piccoli e creativi che finivano per essere ridicolizzati dalla stampa euroscettica!

Terza opzione: se non si può cambiare il trattato o modificarne la sua interpretazione, potremmo forse discutere di cosa significhi affermare che un’operazione è “a posto”. Potremmo stabilire delle soglie di “legittimità e regolarità” realistiche ed efficaci sotto il profilo dei costi.

Questa è la discussione sul rischio accettabile. Per il momento la Corte applica una soglia di rilevanza uniforme del 2 per cento a tutto il bilancio. La stessa Corte ha chiesto che ci siano una migliore analisi del rischio e un accordo politico sulla definizione di rischio accettabile in vari settori del bilancio.

Perché la discussione possa compiere passi avanti vi è stata presentata la comunicazione della Commissione. Il vostro relatore ha suggerito di accogliere tale comunicazione come una “solida base metodologica” e raccomanda che intervengano ulteriori analisi, raccolte di dati e proposte concrete. Sarei grato di ricevere questo sostegno e suggerirei di procedere quanto più rapidamente possibile. Anche il Consiglio sembra ora pronto a partecipare.

Alla luce del vostro sostegno politico generale, la Commissione vorrebbe avanzare delle proposte di specifici livelli di rischio accettabile, definiti capitolo per capitolo. Per ciascuna proposta di spesa, in futuro, vi verrà chiesto di accettare un livello di rischio attentamente calcolato in modo che la Corte – ci auguriamo – possa adeguare di conseguenza la propria soglia di rilevanza.

Dobbiamo iniziare subito. Se aspettiamo un nuovo regolamento finanziario o le prossime Prospettive finanziarie successive al 2013, non avremo alcun impatto sulla procedura di discarico dei prossimi cinque anni.

Onorevoli deputati, oggi vi state preparando a votare sulla concessione del discarico per il 2007, un esercizio rispetto al quale i revisori hanno rilevato che in tutti i settori di bilancio, ad eccezione dei fondi strutturali, ben il 95 per cento dei pagamenti è esente da gravi errori finanziari.

Questa è la DAS migliore che abbiamo mai ricevuto, un miglioramento rispetto all’anno precedente, e per un esercizio caratterizzato da più elevati livelli di spesa in un’Europa con più Stati membri, l’Unione europea dei 27. La nostra gestione finanziaria migliora costantemente ed è certamente abbastanza solida da meritare il discarico. Non può dirsi, tuttavia, perfetta.

L’Unione europea è stata creata per portare la pace e la prosperità. Fino a oggi ha tenuto fede a questo impegno. Ovviamente, se guardiamo al suo assetto istituzionale, è possibile che nessun revisore fosse presente al momento della sua definizione e quindi non è perfetto. Ma la perfezione negli audit è un fenomeno raro nel mondo in generale.

Vi ringrazio per l’attenzione e vi invito a votare a favore del discarico. Non vedrete alcun atteggiamento di autocompiacimento da parte della Commissione.

 
  
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  Luca Romagnoli, relatore per parere della commissione per i trasporti e il turismo. − Signor Presidente, onorevoli colleghi, la commissione dei trasporti e il turismo si compiace del fatto che nell’ambito dei progetti TEN i tassi di utilizzazione di stanziamenti di impegno e di pagamento continuano ad essere elevati, raggiungendo quasi il 100%, e chiede agli Stati membri di assicurare che i bilanci nazionali mettano a disposizione fondi adeguati per far fronte a questo impegno dell’Unione.

Esprime preoccupazione, per il basso tasso di utilizzazione degli stanziamenti di impegno, destinati alla sicurezza dei trasporti e all’autorità di vigilanza Galileo, e di pagamento destinati al mercato interno e all'ottimizzazione dei sistemi di trasporto nonché ai diritti dei passeggeri.

Rileva con soddisfazione che il tasso massimo dell'aiuto finanziario per i progetti transfrontalieri è aumentato al 30% e la soglia minima di finanziamento è salita a euro 1 milione, un miliardo e mezzo. Ricordo inoltre che sono migliorati la procedura di valutazione per la selezione dei progetti e il relativo monitoraggio, ma nel contempo, deplora che la struttura per la descrizione dei lavori non sia stata armonizzata e i controlli tecnici e finanziari non siano stati uniformati.

 
  
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  Jan Andersson, relatore per parere della commissione per gli affari sociali e l’occupazione.(SV) Signor Presidente, la politica per l’occupazione fa parte della politica di coesione, in merito alla quale esistono ancora una serie di lacune e carenze e diversi punti su cui nutriamo qualche riserva. Il 27 per cento circa della politica di coesione rientra tra le competenze della commissione per gli affari sociali e l’occupazione. Per quanto riguarda i pagamenti, la maggior parte risale al periodo compreso tra il 2000 e il 2006. E’ gratificante vedere che il 100 per cento degli stanziamenti di pagamento sono stati utilizzati in quel periodo.

Risultano a volte problematiche la sovrastima e la mancanza di prove relative ai costi indiretti e del personale. Siamo quindi favorevoli a un metodo più standardizzato per indicarle, assieme a migliori controlli a livello di Stato membro che saranno attuati nel corso del prossimo periodo e che in futuro potrebbero apportare positive modifiche.

 
  
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  Péter Olajos, relatore per parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.(HU) Dopo il 2006 ho avuto l’onore di redigere il parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare in merito all’attuazione del bilancio delle cinque agenzie europee sotto la nostra giurisdizione per l’esercizio 2007.

Ritengo che il livello generale dell’attuazione delle linee di bilancio in quest’area, pari al 94,6 per cento sia nel complesso soddisfacente. Il tasso di attuazione degli stanziamenti d’impegno per il programma LIFE+ è stato eccellente – 98,87 per cento –così come hanno raggiunto un ottimo risultato l’Agenzia europea dell’ambiente, che ha ottenuto il 100 per cento in termini sia di impegni sia di pagamenti, e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. E’ però ancora possibile migliorare la gestione del bilancio dell’Agenzia europea per i medicinali, dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare e dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche, che ha in realtà iniziato la propria attività proprio nel 2007. In qualità di relatore per parere della commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare, propongo che alle agenzie della Commissione venga concesso il discarico relativo all’esecuzione del bilancio per l’esercizio 2007 negli ambiti della politica ambientale, della sanità pubblica e della sicurezza alimentare.

 
  
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  Jan Olbrycht, relatore per parere della commissione per lo sviluppo regionale. – (PL) Signor Presidente, signor Commissario, la commissione per lo sviluppo regionale ha analizzato attentamente i risultati del lavoro della Corte dei conti, ed ha anche partecipato attivamente al puntuale lavoro svolto dalla commissione per il controllo dei bilanci. Il raffronto di questi risultati con quelli oggetto del precedente discarico rivela notevoli progressi nel lavoro della Commissione per quanto riguarda il livello di supervisione. Siamo tuttavia ben consapevoli che i primi effetti dell’introduzione del piano d’azione inizieranno a farsi vedere soltanto nei prossimi anni.

Per la nostra commissione è fondamentale che i risultati riportati nella relazione della Corte dei conti non interferiscano con la comprensione dell’importanza della politica di coesione per le politiche comunitarie e che non ne compromettano gli obiettivi. Desideriamo inoltre far presente che gli errori evidenziati nella relazione non devono essere interpretati come irregolarità o addirittura abusi. In generale si sono registrati progressi evidenti e per questo sosterremo la concessione del discarico alla Commissione.

 
  
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  Marusya Ivanova Lyubcheva, relatore per parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere.(BG) La relazione sul discarico della Commissione europea per il 2007 dimostra che sono stati fatti dei progressi, benché le azioni e i meccanismi di controllo siano ancora da armonizzare per usare in modo più efficiente le risorse, ridurre la quantità e la gravità delle violazioni e garantire una maggiore trasparenza e determinazione, soprattutto per quanto riguarda il bilancio di genere.

Dobbiamo inoltre ricordare che la Commissione è tenuta a cooperare con gli Stati membri e le istituzioni. La cooperazione e le comunicazioni rappresentano strumenti importanti, come spesso dimostrano le conseguenze di omissioni. Senza sottovalutare alcune violazioni commesse negli Stati di più recente adesione, quali Bulgaria e Romania, penso occorra garantire il pari trattamento a tutti gli Stati membri.

Ad entrambi i paesi si applica uno speciale meccanismo di cooperazione che non deve essere reso complicato. Alcuni dei testi contenuti nella relazione sono inaccettabili, soprattutto i suggerimenti per un meccanismo di elaborazione di relazioni trimestrali per la Bulgaria e la Romania, nonché speciali relazioni sull’impiego dei Fondi strutturali. Chiedo che tali testi siano ritirati per offrire a questi paesi la possibilità di concentrarsi sul superamento dei problemi che sono sorti.

 
  
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  Presidente. – Vorrei precisare che la commissione per lo sviluppo, la commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori, la commissione per i trasporti e il turismo e la commissione per la cultura e l’istruzione non hanno esposto la loro opinione poiché i relatori non sono arrivati in tempo per la discussione; per questo la sequenza degli oratori è stata modificata. Proseguiremo comunque con la discussione. L’onorevole Ferber interverrà ora a nome del gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei; ha un minuto e mezzo a disposizione.

 
  
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  Markus Ferber, a nome del gruppo PPE-DE.(DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, penso che, nel corso di questa legislatura, abbiamo compiuto insieme dei progressi in materia di procedura di discarico per le istituzioni europee. Mi dispiace comunque che ci sia voluto tanto tempo perché, in linea di principio, solo ora abbiamo portato a termine i progetti delineati al momento delle dimissioni della Commissione nel 1999, ovvero 10 anni fa. Questo dimostra che dobbiamo evidentemente migliorare le nostre procedure e i nostri metodi di lavoro e garantire la tempestività della necessaria trasparenza quando i cittadini scoprono come vengono impiegate le loro tasse.

Vorrei ringraziare in particolare l’onorevole Casaca, con cui ho avuto l’onore di lavorare al discarico del Parlamento per il gruppo del Partito popolare europeo (Democratici-cristiani) e dei Democratici europei. Sono molto dispiaciuto che un collega deputato, il quale ha rilasciato numerosissime dichiarazioni alla stampa su diverse materie relative al Parlamento europeo, non stia partecipando né alle discussioni, né alle votazioni in commissione, né alla discussione in plenaria. Desidero sottolinearlo espressamente, in modo che venga registrato e valga anche per il futuro!

Conosciamo tutti i numerosi problemi, passati e presenti, che caratterizzano questo ambito e gli eurodeputati oggi qui riuniti si sono assicurati che, negli ultimi cinque anni, venissero adottate le necessarie riforme, nel loro proprio interesse. Porgo quindi i miei più sinceri ringraziamenti a tutti. Noi abbiamo fatto quanto era necessario e non abbiamo divulgato tutte le informazioni ai media, senza però collaborare in seguito. Grazie per la vostra positiva cooperazione.

 
  
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  Costas Botopoulos, a nome del gruppo PSE.(EL) Signor Presidente, onorevoli colleghi, inizierò come al solito quando intervengo in merito a questioni di bilancio e di controllo del bilancio in particolare: abbiamo a che fare con una procedura non tanto tecnica, quanto profondamente politica.

L’immagine trasmessa ai cittadini dal nostro Parlamento e dall’intera Unione europea è di cruciale importanza: quanto denaro dei contribuenti europei stiamo utilizzando e in che modo, e che immagine stiamo dando ai cittadini europei della trasparenza nella gestione del loro denaro. Si tratta di un procedimento politico ed è fondamentale esaminarne i contorni, l’impressione che diamo come Unione europea, e non soltanto alcuni dettagli relativi a determinati paesi; questo non vuol dire però che non serve discutere dei singoli paesi.

Questa osservazione mi porta a dire che anche le nostre relazioni sono importantissime. Un esempio già citato è quello dei miglioramenti che, dopo molti anni di impegno, sono stati finalmente apportati in merito allo status dei deputati e degli assistenti parlamentari, in merito ai quali vorrei quindi complimentarmi con il collega, l’onorevole Casaca. Oggi abbiamo raggiunto un ottimo risultato che dimostra che le nostre relazioni sono importanti e produttive e dobbiamo quindi averne cura.

Desidero aggiungere qualche parola in merito ai risultati dei nostri sforzi di quest’anno. Concordo con il relatore, l’onorevole Audy, nel rilevare che sono stati compiuti dei passi in avanti, ma non sono ancora sufficienti. La questione principale è il campo di applicazione della coesione, per la quale noi socialisti chiediamo un netto miglioramento, credibilità, efficacia e semplificazione, come richiesto anche del commissario. Penso che in questo caso, signor Commissario, dobbiamo passare dall’evoluzione alla rivoluzione nel campo della semplificazione; questo non significa che la coesione, una delle politiche alla base dell’Unione europea, vada abolita, ma che la si può certamente migliorare e rendere più efficace.

Infine, un’importante questione, sollevata anche nella relazione, è la capacità dell’Unione europea di gestire le crisi, che vanno affrontate direttamente e non delegate ad altri organismi.

 
  
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  Jan Mulder, a nome del gruppo ALDE. (NL) Vorrei innanzi tutto ringraziare i relatori, e l’onorevole Audy, che, a mio parere, ha concluso un eccellente intervento. Anch’io sono in debito con il commissario e con i servizi della Commissione poiché si sono sempre resi molto disponibili verso il Parlamento, cosa che apprezzo molto. A volte vi sono state delle divergenze, ma dove non è così?

La Commissione, a mio parere, andrebbe valutata sulla base delle sue dichiarazioni all’inizio del periodo e dell’esito attuale. Come già anticipato dal commissario, la Commissione non ha – assolutamente –raggiunto gli obiettivi che si era prefissata, ovvero una dichiarazione di affidabilità (DAS) positiva. Non si è nemmeno avvicinata al risultato sperato, e questo costituisce un problema, benché il commissario abbia fornito una serie di suggerimenti molto interessanti. E’ un peccato che giungano però al termine del periodo. Sarebbe stato forse diverso se avessimo potuto discutere di questi tre anni entro il termine del suo mandato, perché sono state avanzate numerose proposte interessanti.

Da quanto posso vedere, e anche il commissario vi ha fatto riferimento, il punto essenziale è ancora la gestione congiunta. Possiamo affidare questo compito agli Stati membri oppure no, e in che modo è possibile monitorare meglio gli Stati membri? Nell’accordo interistituzionale che richiediamo dichiarazioni a un determinato livello politico, il che si è tradotto nelle norme e nei regolamenti finanziari. Mi sono comunque sempre chiesto se questo sia sufficiente oppure no, ma al momento non dispongo di informazioni abbastanza approfondite in merito per poter rispondere. Ringrazio il commissario per l’esauriente relazione anche se, in alcuni punti, manca di chiarezza. Dove sono le carote per gli Stati membri che si comportano bene e i bastoni per gli Stati membri che non lo fanno? Non mi è del tutto chiaro, e credo che andrebbe spiegato nella politica.

Penso che la discussione in merito a una dichiarazione di affidabilità positiva vada proseguita senza ritardi. E’ pericoloso per l’opinione pubblica che una dichiarazione di affidabilità negativa si riconfermi anno dopo anno.

 
  
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  Mogens Camre, a nome del gruppo UEN.(DA) Signor Presidente, il nostro esame dei conti del 2007 mostra che quest’anno, ancora una volta, semplicemente non siamo in grado di gestire in modo adeguato le notevoli risorse destinate dagli Stati membri all’Unione europea. Le eccellenti relazioni della commissione evidenziano chiaramente le gravi carenze esistenti. Permettetemi di citare da una di queste relazioni. Per quanto riguarda la coesione, la commissione dichiara di prendere atto con grande preoccupazione della stima della Corte dei conti, secondo cui almeno l’11 per cento del totale rimborsato per i progetti di politica strutturale non avrebbe dovuto essere rimborsato.

Riconosco che l’enorme rete di organi normativi e amministrativi dell’Unione europea, assieme a un’amministrazione scarsamente efficace e alla palese corruzione che regna in alcuni Stati membri, rende difficile una gestione finanziaria responsabile, ma questo è, e resterà, inaccettabile. Esiste un’unica soluzione: smettere di versare grandi somme di denaro all’UE, ponendo fine al circo della redistribuzione dell’Unione europea.

Il mio piccolo paese, la Danimarca, quest’anno verserà quasi 20 miliardi di corone danesi all’UE, somma che non potremmo mai pensare di destinare agli scopi previsti dall’UE. Persino raccogliere il denaro degli Stati membri affinché venga poi ridistribuito tramite Bruxelles comporta una riduzione del suo valore netto e contribuisce ad aumentare l’utilizzo illecito del denaro dei cittadini europei. Gli Stati membri devono finanziare se stessi, non tassare i propri vicini.

Vorrei infine ringraziare il presidente della commissione per il controllo dei bilanci, l’onorevole Bösch, per la sua straordinaria gestione del lavoro, nonché il relatore, i miei colleghi deputati, la segreteria della commissione e tutti coloro che sono stati coinvolti per il loro eccezionale impegno e la costruttiva cooperazione.

 
  
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  Bart Staes, a nome del gruppo Verts/ALE. (NL) Questa volta mi limiterò a parlare del bilancio del Parlamento. Vorrei congratularmi con l’onorevole Casaca per l'ottima relazione, soprattutto il capitolo relativo al fondo pensionistico volontario, di cui abbiamo approvato più o meno 10 paragrafi. Alcuni di questi in origine erano emendamenti che avevo presentato io e che ritenevo fossero necessari.

Gli euroscettici hanno rifiutato quanto sta ora accadendo a questo fondo pensionistico volontario, e hanno ragione, perché è vergognoso! E’ una situazione immorale e dobbiamo prendere provvedimenti. Non possiamo accettare che, in tempi come questi, gli eurodeputati mettano al primo posto il proprio reddito e non quello dei cittadini. Assieme all’onorevole Ferber, vorrei dire agli euroscettici che occupano questi posti, che non hanno tentato in alcun modo di contribuire in modo costruttivo per correggere le carenze nel corso di questa tornata.

Vorrei chiedere nello specifico ai miei colleghi eurodeputati di approvare il paragrafo 105, che si riferisce al fondo pensionistico volontario. In questo modo si impedirà all’Ufficio del Parlamento di usare il denaro dei contribuenti per tappare le enormi falle, una soluzione assolutamente ingiustificabile. Chiedo pertanto ai miei colleghi deputati di offrire ampio sostegno e di approvare la relazione Casaca. Ho chiesto una votazione per appello nominale perché ognuno deve prendere una posizione chiara su questo tema!

 
  
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  Véronique Mathieu (PPE-DE).(FR) Signor Presidente, in questo periodo di recessione economica, è importante che l’Unione europea continui a dimostrare la propria solidarietà nei confronti dei paesi in via di sviluppo. Ricordiamoci che, nel 2007, la Comunità europea e gli Stati membri assieme hanno contribuito per il 60 per cento del totale degli aiuti allo sviluppo, rendendo l’Unione europea il maggiore donatore a livello mondiale.

Il Fondo europeo di sviluppo ci consente di lottare contro la povertà, promuovendo al contempo lo sviluppo economico e la democrazia. Sono perciò lieta che si siano stanziati 23 miliardi di euro per i paesi ACP per il periodo 2008-2013 nell’ambito del decimo FES, una somma pari quasi al doppio dello stanziamento nell’ambito del nono FES.

Nella sua relazione, la Corte dei conti conclude che i conti del settimo, ottavo e nono FES sono, in genere, affidabili, legittimi e regolari. Non possiamo che essere soddisfatti dei livelli record di attuazione dei contratti e dei pagamenti in ambito FES.

Rilevo comunque la necessità di ulteriori passi avanti per quanto riguarda il rafforzamento del sistema di monitoraggio e di controllo, poiché alcune transazioni sono ancora viziate da un alto tasso di errore.

Parimenti, troppo spesso esiste un rischio elevato nell’ambito del sostegno di bilancio, e ritengo che questo rischio vada valutato meglio. A questo proposito, condivido l’opinione secondo cui il sostegno di bilancio debba essere garantito soltanto se il paese beneficiario è in grado di gestire i fondi in modo trasparente, responsabile ed efficace.

Tra le priorità a cui dovremo lavorare in futuro, vorrei menzionare l’integrazione del FES nel bilancio generale comunitario, poiché in tal modo si migliorerebbe l’efficacia e la trasparenza degli aiuti allo sviluppo.

Per concludere, signor Presidente, vorrei ringraziare il relatore per la sua eccellente relazione, i rappresentanti della Corte, e tutto il personale della Commissione per il loro straordinario lavoro sul campo. Inutile dire che mi rammarico dell’assenza del Consiglio e soprattutto della presidenza ceca.

 
  
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  Edit Herczog (PSE).(HU) Durante questo ciclo il Parlamento europeo ha avuto il compito di esercitare il suo controllo sull’amministrazione di un numero sempre crescente di agenzie, come ricordato anche dal mio collega, l’onorevole Fjellner. Il dialogo costruttivo che si è sviluppato durante il processo di monitoraggio tra Parlamento, agenzie e Corte dei conti europea ha prodotto una maggiore trasparenza e una più rigida disciplina gestionale. Nell’attuale difficile clima economico e finanziario, il monitoraggio è diventato più che mai rilevante.

Ripensando all’ultimo periodo, è gratificante sapere che durante il monitoraggio del bilancio non abbiamo soltanto accertato le eventuali conformità o difformità, ma abbiamo anche potuto formulare raccomandazioni lungimiranti alle istituzioni oggetto di indagini contabili, le quali hanno cercato di attuarle con successo. Ritengo sia importante, e appoggio questo punto, che le agenzie non siano soggette soltanto a un esame obiettivo, ma anche a un’analisi dello sviluppo individuale. Sono a favore, in particolare, della creazione di agenzie nei nuovi Stati membri in modo da avvicinare l’operato dell’Unione europea alle persone che vi risiedono. Concordo infine con l’onorevole Fjellner su quasi tutti gli aspetti, ma il verdetto finale lo avremo solamente domani.

 
  
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  Ingeborg Gräßle (PPE-DE).(DE) Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, la relazione Audy – i miei più sinceri ringraziamenti al relatore – ci fa compiere davvero un passo avanti con i suoi elementi innovativi, come le liste nere, una tappa fondamentale nel controllo di bilancio poiché permettono di muovere critiche mirate e non denunce generiche. Il fatto che il gruppo socialista ora si tiri indietro preferendo nascondere la verità sotto il tappeto è scandaloso e rende un cattivo servizio alle nostre attività di controllo. Ne va della credibilità del Parlamento, e pertanto invito i miei colleghi deputati a non permettere che ciò accada.

Vorrei dire qualcosa in merito ai nostri problemi più gravi: Romania e Bulgaria. Il fallimento della Commissione nei preparativi per l’adesione di questi paesi è quanto mai evidente in questo caso. Abbiamo perso una grande quantità di denaro. La Commissione è rimasta a guardare per troppo tempo, congelando i fondi soltanto nel 2008. Nel frattempo, tuttavia, sono stati sprecati oltre 1 miliardo di euro per la Bulgaria e circa 142 milioni di euro per la Romania. Il congelamento dei fondi, tuttavia, non è la soluzione. La cooperazione e il meccanismo di verifica, di cui si occupa lo stesso presidente della Commissione, sono solo bei propositi e le relazioni sullo stato di avanzamento non sono degne del nome che portano. La relazione Audy offre spunti per eventuali miglioramenti in questi ambiti. La Commissione europea ha ingannato il Parlamento sul livello di preparazione di questi paesi per l’adesione e il commissario per l’allargamento deve imparare la lezione. Siamo comunque interessati alla gestione delle adesioni future e l’argomento rimane quindi all’ordine del giorno.

Il nostro gruppo concederà il discarico alla Commissione, ma, personalmente, mi rifiuterò di concederlo. Purtroppo lo zelo della Commissione per le riforme, che avevamo vagamente scorto lo scorso anno, si è nuovamente esaurito. Siamo in una situazione di stallo nella lotta alle frodi e nella prevenzione e non si nota desiderio alcuno di comportamenti più etici, tra le altre cose. Una cosa su cui la Commissione e soprattutto il commissario Kallas dovrebbero essere chiari è che chiunque desideri far parte della nuova Commissione dovrà dipendere dal sostegno del Parlamento.

 
  
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  Siim Kallas, vicepresidente della Commissione. (EN) Signor Presidente, ringrazio gli onorevoli deputati per le loro osservazioni. Posso soltanto dire che nel corso di queste cinque procedure di discarico mi sono avvalso, con soddisfazione, della vostra cooperazione. Il processo è stato molto complicato, ma sempre costruttivo e molto professionale, perciò ringrazio voi tutti per questo contributo al complesso meccanismo del discarico.

Solo due osservazioni. All’onorevole Liberadzki vorrei dire che i conti del FES sono stati trasferiti con successo alle contabilità di competenza nel febbraio del 2009. Noi abbiamo sollevato la questione, ma sono stati ora accorpati.

La domanda dell’onorevole Mulder relativa al grave ritardo di queste radicali proposte era pertinente. Quattro anni per veder maturare queste proposte non sono troppi; in Europa c’è bisogno di tempo, e in questo caso stiamo cercando di sfruttare tutte le possibilità nel quadro del nostro piano d’azione dal momento che sappiamo che occorre fare qualcosa di veramente serio per risolvere il problema.

Non credo sia troppo tardi, ma mi dispiace naturalmente che si sia dovuto attendere così a lungo.

 
  
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  Dragoş Florin David (PPE-DE).(RO) Signor Presidente, signor Commissario, sarò breve. Tra le principali conclusioni del discarico della Commissione europea, al paragrafo 4 della relazione dell’onorevole Audy si legge che l’adesione di Romania e Bulgaria non è stata trattata dalla Commissione con la dovuta serietà, che al momento dell’adesione dei due paesi candidati le loro relazioni risultavano fuorvianti. Si considera deplorevole il fatto che tale disinformazione abbia prodotto l’attuale situazione in cui sono stati stanziati Fondi di coesione per Stati membri dotati di apparati amministrativi e giuridici mal funzionanti, e che tale azione ha ingannato l’opinione pubblica e il Parlamento, a discapito della reputazione dell’Unione europea.

Desidererei sinceramente che i miei colleghi deputati, gli onorevoli Jørgensen e Casaca, che hanno presentato questo emendamento, e gli altri colleghi che lo hanno approvato in sede di commissione per i bilanci spiegassero il loro punto di vista perché ritengo che Romania e Bulgaria siano invece dotati di apparati amministrativi e giuridici ben funzionanti, forse non fondati sui migliori parametri teorici, ma comunque ben funzionanti. Non credo neppure che qualcuno si sia preso la libertà di ingannare l’opinione pubblica e, men che mai, il Parlamento e la Commissione.

 
  
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  Jean-Pierre Audy, relatore. (FR) Signor Presidente, penso sia necessario discutere del caso della Romania e della Bulgaria, ma qui ci troviamo davvero in una situazione gravissima.

Per quanto riguarda le conclusioni, vorrei ringraziare i relatori dei gruppi politici, tutti gli oratori e soprattutto la commissione per il controllo dei bilanci. Vorrei esaminare ora diverse questioni.

In primo luogo, non vi è alcuna frode per quanto riguarda il bilancio. In secondo luogo, molti sono gli errori che commettiamo e questo per due motivi: il primo è che le nostre normative sono troppo complesse e comportano per i beneficiari finali difficoltà nell’applicazione e commettono errori non gravissimi; il secondo motivo è che la Corte dei conti europea applica una soglia di rilevanza troppo bassa (il 2 per cento per tutti i settori). I metodi di revisione contabile vanno quindi rivisti.

Si dice che le cose stanno andando male, ma ne siamo tutti responsabili. La Commissione è responsabile per non aver mantenuto la sua promessa, e la ringrazio, signor Commissario, per aver vagliato le proposte per il prossimo mandato. Il Consiglio è responsabile perché sta perdendo interesse – infatti non è presente oggi. Gli Stati membri sono responsabili perché non stanno applicando le normative con sufficiente rigore. La Corte dei conti europea è responsabile perché deve riflettere sui suoi metodi di revisione contabile, in particolare sui livelli di rilevanza; è compito della Corte, non della Commissione né del Parlamento, fissare le soglie di rilevanza. Il Parlamento è responsabile perché deve essere chiaro circa le attuali imperfezioni e deve accettare le riforme.

In breve, credo che vi siano numerose responsabilità comuni. La sintesi verrà preparata al termine di questo mandato. Bene, speriamo e preghiamo che questa riforma si realizzi, così avremo almeno una dichiarazione di affidabilità positiva nelle prossime prospettive finanziarie. Speriamo anche che, se avremo una dichiarazione di affidabilità negativa, avremo anche un voto negativo del Parlamento, in modo tale che vi sia coerenza politica tra gli organismi che devono prendere decisioni in materia di controllo di bilancio.

 
  
  

PRESIDENZA DELL’ON. ONESTA
Vicepresidente

 
  
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  Herbert Bösch, relatore per parere della commissione per il controllo dei bilanci.(DE) Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono onorato di porgere i miei ringraziamenti, in primo luogo ai relatori che hanno svolto un ottimo lavoro e hanno presentato relazioni costruttive, l’ultima delle quali sarà discussa domani. In secondo luogo, vorrei ringraziare l’eccellente segreteria, che ci ha aiutato negli ultimi anni. Posso solo sperare che chi ci sostituirà abbia alle sue dipendenze un personale altrettanto straordinario.

Alcuni punti mi rimangono comunque oscuri, signor Presidente. Nella recensione per la stampa – la recensione della seduta plenaria dal 21 al 24 aprile –ho visto che si parla delle importanti relazioni sull’immunità concessa agli eurodeputati, ma non si fa alcuna menzione ai discarichi per l’esercizio 2007. Se non riconosciamo i diritti del Parlamento, allora quale cittadino ci riconoscerà? Chi ci prenderà sul serio e voterà il 7 giugno, se non prendiamo in considerazione il diritto più importante che il Parlamento ha a disposizione, verificare come sono stati spesi oltre 100 miliardi di euro nel corso del 2007?

Se non discutiamo dei fatti, allora dovremo discutere delle indiscrezioni, come ha già ricordato anche l’onorevole Ferber. Dobbiamo costruire questa Europa sui fatti; abbiamo bisogno della cooperazione e delle idee costruttive che abbiamo elaborato negli ultimi anni. Non sorprende scoprire che proprio durante questo periodo, ormai giunto al termine, abbiamo creato la maggior capacità produttiva e il maggior grado di chiarezza. Questo in parte è dovuto alle persone coinvolte, con cui vorrei congratularmi, ma anche al fatto che noi stessi abbiamo messo in evidenza diverse punti, uno dei quali è l’estrema importanza che il controllo riveste per i contribuenti europei.

Sappiamo bene che anche la nostra analisi non si limita al solo 2007. Sappiamo che avevamo intrapreso strade sbagliate, ma in qualche misura abbiamo corretto la rotta. Sono molto grato all’onorevole Costas per le sue dichiarazioni. Nel corso di questo periodo, abbiamo creato uno Statuto degli assistenti, che ci è valso qualche critica in passato. Abbiamo creato uno Statuto degli assistenti e siamo stati pure criticati per questo. Qualcuno può non essere pienamente concorde, ma non dimentichiamoci, in quanto membri della commissione per il controllo dei bilanci, che le cose non possono sempre andare secondo il modello tedesco, portoghese, austriaco o spagnolo. Ci serve un modello europeo. A volte, soprattutto in periodo di elezioni, non è facile essere rappresentanti. Sono molto grato a tutti coloro che hanno resistito alle tentazioni della prossima campagna elettorale e hanno detto: ci atterremo ai fatti e siamo pronti a dare spiegazioni ai nostri colleghi deputati e agli elettori.

Onorevole Kallas, vorrei aggiungere un altro punto, perché ne parleremo anche in relazione al lavoro dell’onorevole Audy, che io appoggio con convinzione. Vorrei parlare della presunta commissione bancaria. Da diversi anni la Commissione è in ritardo nel calcolo del prodotto interno lordo dell’Unione europea per dare basi solide all’RNL, come invece è previsto. Questo ritardo costa milioni di euro agli Stati membri ed abbiamo già toccato questo argomento. Spero che lei o il suo successore chiarisca questo aspetto.

Signor Presidente, sono molto grato per l’eccellente lavoro della mia commissione e, come sa, domani consiglieremo di non concedere il discarico. Sono molto onorato di essere il presidente di questa commissione. Grazie mille.

 
  
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  Christofer Fjellner, relatore.(SV) Signor Presidente, sono stati fatti già molti ringraziamenti oggi, ma vorrei comunque cogliere l’occasione per ringraziare il nostro eminente presidente, l’onorevole Bösch. Penso che egli abbia presieduto in modo eccellente la commissione negli ultimi due anni e mezzo.

Benché la discussione riguardo alle mie relazioni sul discarico da concedere alle agenzie non è stata molto animata, spero che tutti i miei colleghi deputati decideranno di darmi il loro appoggio, a prescindere dal loro voto in sede di commissione o dalle loro precedenti indicazioni. E’ importante che, su questi argomenti, il Parlamento si dimostri unito.

Poiché questo è un dibattito congiunto per tutte le relazioni, vorrei fare un’osservazione riguardo a una relazione non mia. Mi preme in particolare la relazione presentata dall’onorevole Casaca, che ritengo comunque ottima, soprattutto il paragrafo 105, secondo il quale il Parlamento non erogherà fondi supplementari tratti dal bilancio per coprire il disavanzo del fondo pensionistico volontario per noi eurodeputati. So bene che per molti di voi questi punti sono discutibili, ma a mio modesto parere si tratta di dati di fatto. Molti criticano da anni questo fondo; io stesso ritengo l’esistenza stessa del fondo scandalosa. Attualmente la crisi finanziaria mondiale ha toccato tutti noi. In un momento in cui le persone comuni si vedono ridurre la pensione, i politici non devono salvarsi la pelle destinando più denaro dei contribuenti alle proprie pensioni.

Spero che questo messaggio sia davvero condiviso da chi è a capo in questo Parlamento e che questi si astengano dal rimpinguare il fondo usando altri soldi dei contribuenti. Occorre porre fine a ciò questa situazione il prima possibile.

 
  
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  Presidente. – Il dibattito congiunto è chiuso.

La votazione si svolgerà giovedì 23 aprile 2009.

Dichiarazioni scritte (articolo 142 del regolamento)

 
  
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  Bárbara Dührkop Dührkop (PSE), per iscritto.(ES) La commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni ha chiesto di concedere il discarico alla Commissione e alle altre cinque agenzie comunitarie che rientrano tra le sue competenze.

Ciononostante, la nostra commissione è preoccupata per il basso tasso di esecuzione degli stanziamenti di pagamento negli ambiti della libertà, della sicurezza e della giustizia rispetto al 2006 (il 60,41 per cento nel 2007 a fronte dell’86,26 per cento nel 2006).

Siamo consapevoli del fatto che la responsabilità non è tanto della Commissione, quanto degli Stati membri, e che il basso tasso di esecuzione è dovuto soprattutto all’approvazione, a maggio e giugno 2007, dei fondi compresi nel quadro sulla solidarietà, alla gestione dei flussi migratori, e ai ritardi nell’attuazione di altri programmi specifici (come quelli relativi alla giustizia civile, all’informazione e alla prevenzione delle tossicodipendenze).

Come stavo dicendo, la commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni ha raccomandato di concedere il discarico a:

- l’Agenzia per i diritti fondamentali,

- l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze di Lisbona,

- Frontex,

- Eurojust, e

- CEPOL.

Per quanto riguarda queste ultime due agenzie, vorrei precisare che:

- speriamo che Eurojust riduca l’eccessivo numero di riporti e che renda uniforme il metodo di aggiudicazione dei contratti, come dichiarato dall’Agenzia;

- considerate le critiche rivolte al CEPOL dalla nostra commissione, riteniamo non si debba rinviare il discarico per l’Agenzia. Per quanto ne sappiamo, il direttore del CEPOL ha lavorato a stretto contatto con la commissione per il controllo dei bilanci e sta facendo quanto necessario per correggere gli errori di gestione riscontrati.

 
  
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  Silvana Koch-Mehrin (ALDE), per iscritto. – (DE) L’80 per cento circa dei fondi europei vengono ancora gestiti e spesi dagli Stati membri e vi sono ancora questioni aperte e irregolarità in relazione alla loro gestione. La Corte dei conti europea non ha potuto confermare, per 14 volte consecutive, la legittimità e la regolarità delle transazioni finanziarie dell’Unione europea nelle sue relazioni annuali di revisione. E’ fondamentale ottenere una completa divulgazione e ispezione delle spese dell’Unione europea ed è altrettanto necessario che i ministri delle Finanze degli Stati membri presentino una dichiarazione nazionale di affidabilità per tutti i fondi UE impiegati.

 
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