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RC-B6-0209/2008

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PV 07/05/2008 - 13
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Giovedì 8 maggio 2008 - Bruxelles
Consiglio economico transatlantico
P6_TA(2008)0192RC-B6-0209/2008

Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 maggio 2008 sul Consiglio economico transatlantico

Il Parlamento europeo,

–   viste in particolare la sua risoluzione del 25 aprile 2007 sulle relazioni transatlantiche(1) e le sue due risoluzioni del 1° giugno 2006 sull'Accordo di partenariato transatlantico(2) e sulle relazioni economiche UE-USA(3),

–   vista la sua risoluzione del 26 settembre 2007 sulla sicurezza dei prodotti e in particolare dei giocattoli(4),

–   viste le sue risoluzioni sui mutamenti climatici, in particolare quelle del 16 novembre 2005(5), 26 ottobre 2006(6) e 14 febbraio 2007(7),

–   visto l'esito del Vertice UE-USA tenutosi il 30 aprile 2007 a Washington, DC e, in particolare, l'accordo-quadro per promuovere l'integrazione economica transatlantica tra l'Unione europea e gli USA,

–   vista la dichiarazione congiunta e la relazione sullo stato di avanzamento adottate in occasione della prima riunione del Consiglio economico transatlantico (CET) il 9 novembre 2007,

–   visto l'articolo 103, paragrafo 4, del suo regolamento,

A.   considerando che il Parlamento e il Congresso degli Stati Uniti hanno costantemente caldeggiato il completamento del mercato transatlantico entro il 2015,

B.   considerando che la pace, la democrazia, i diritti dell'uomo e la legalità, il diritto internazionale, nonché la sostenibilità delle economie e dello sviluppo costituiscono valori comuni alla base del partenariato transatlantico, che rappresenta uno dei pilastri della politica esterna dell'Unione europea e della sua politica economica internazionale,

C.   considerando che, per il loro ruolo economico dominante sul piano internazionale, i partner transatlantici hanno una responsabilità comune per lo stato della governance economica mondiale e per le soluzioni alle sfide economiche globali,

D.   considerando che un partenariato forte e ben funzionante tra l'Unione europea e gli Stati Uniti è essenziale per dare allo sviluppo globale un assetto fondato sui valori comuni e su un efficace multilateralismo e sul diritto internazionale; considerando ulteriormente che occorre una leadership politica forte e coerente per consentire ai partner di raggiungere questo traguardo,

1.   sottolinea che uno stretto partenariato transatlantico è uno strumento cruciale per forgiare la globalizzazione nell'interesse di valori comuni e di un equo assetto politico ed economico mondiale; ribadisce la propria convinzione che un mercato transatlantico funzionante e competitivo costituisce una solida base di ancoraggio per il partenariato transatlantico, che permetterà all'Unione europea e agli Stati Uniti di affrontare insieme le sfide politiche ed economiche globali;

2.   appoggia fermamente il processo di rafforzamento dell'integrazione economica transatlantica avviato nel vertice del 2007 con l'adozione del "Quadro per l'avanzamento dell'integrazione economica transatlantica tra l'UE e gli USA" e l'istituzione del CET che deve verificare e promuovere gli sforzi delineati nel quadro;

3.   si compiace del fatto che la Commissione, su raccomandazione del Parlamento stesso, abbia deciso di far realizzare uno studio i cui risultati saranno disponibili nel 2008, sugli ostacoli da eliminare per completare il mercato transatlantico; ritiene che tale studio debba avere un'ampia diffusione su entrambe le sponde dell'Atlantico; invita altresì la Commissione a provvedere affinché i risultati degli studi sulla realizzazione del mercato transatlantico siano discussi con la competente commissione parlamentare prima di trarre conclusioni specifiche per future raccomandazioni al CET;

4.   ritiene che per il vertice UE-USA del 2009 entrambe le amministrazioni dovrebbero elaborare una tabella di marcia dettagliata su come onorare l'impegno verso il Mercato transatlantico in un quadro temporale settoriale specifico;

5.   si compiace dei progressi ottenuti finora dal CET nell'assumersi la responsabilità politica per individuare le priorità e spianare la strada al raggiungimento di accordi sulla rimozione degli ostacoli agli scambi commerciali e agli investimenti e sulla promozione della competitività sul mercato transatlantico;

6.   esprime la convinzione che i risultati ottenuti dal CET fin dalla sua istituzione dimostrano che il mercato transatlantico non può basarsi soltanto sul lavoro amministrativo bensì che il conseguimento di un tale obiettivo presuppone un orientamento politico tenace e duraturo; incoraggia il CET a proseguire con determinazione gli sforzi intrapresi;

7.   sottolinea l'urgente necessità di sostenere la dinamica di questo processo per l'intero periodo elettorale 2008-2009, verificando che entrambe le parti continuino a progredire senza indugio verso il conseguimento degli obiettivi comuni e che i dirigenti delle due parti restino impegnati al raggiungimento del traguardo finale;

8.   sottolinea che la realizzazione di progressi concreti, in particolare nei settori delle norme di rendicontazione, del commercio di valori mobiliari, della riassicurazione, della sicurezza delle importazioni, della dichiarazione di conformità da parte dei fornitori e dell'importazione di pollame sottoposto a trattamenti di riduzione degli agenti patogeni costituiscono le priorità per la riunione del CET prevista per il 14 maggio 2008; reputa tuttavia importante evidenziare diverse altre questioni sostanziali che il CET sarà chiamato ad affrontare in futuro;

9.   invita la Commissione a informare il Parlamento in merito ai risultati dello studio summenzionato;

Servizi finanziari

10.   appoggia l'impostazione delineata nel regolamento (CE) n. 1569/2007(8) e nella lettera della Commissione del 26 settembre 2007, alla US Securities and Exchange Commission (SEC, la commissione della borsa valori statunitense) sulla proposta di norme relative all'accettazione da parte di emittenti privati esteri dei rendiconti finanziari preparati conformemente ai principi internazionali di informativa finanziaria (IFRS, International Financial Reporting Standards) senza necessità di riadattarli agli US GAAP" (i "principi di contabilità generalmente ammessi" statunitensi), nonché nella sua risoluzione del 14 novembre 2007 sulle norme contabili internazionali(9) in cui si sottolinea in particolare che "la decisione della Commissione comporterà comunque il diritto per gli emittenti dell'Unione europea di utilizzare in qualsiasi paese terzo gli IFRS, o International Financial Reporting Standards, riconosciuti dall'Unione europea";

11.   esprime la convinzione che il riconoscimento reciproco dei mercati dei titoli tra gli Stati Uniti e l'Unione europea rappresenterebbe un importante passo avanti per il miglioramento dell'efficienza del mercato transatlantico, e agevolerebbe l'accesso dell'Unione europea e degli USA a un mercato transatlantico più ampio e ramificato; sottolinea tuttavia che un tale progetto dev'essere il prodotto di un accordo bilaterale, che gli USA e l'Unione europea devono concludere un Accordo quadro che tenga pienamente conto della legislazione comunitaria sulla sorveglianza dei mercati finanziari e che la Commissione dovrebbe scoraggiare la conclusione di accordi bilaterali tra gli Stati membri e gli Stati Uniti, in quanto ciò potrebbe pregiudicare le condizioni di parità adottate nell'Unione europea;

12.   sottolinea l'assoluta importanza di preservare la stabilità finanziaria; ricorda il ruolo del Fondo monetario internazionale (FMI) al riguardo; rileva le carenze messe in luce dalle attuali turbolenze finanziarie, con particolare riferimento alle continue crisi dei più importanti mercati finanziari, ai crescenti squilibri nella parità fra le valute e nelle relazioni commerciali, alle persistenti o riemergenti crisi debitorie di alcuni fra i paesi più poveri del pianeta e ai crescenti divari di prosperità fra e all'interno degli Stati; ritiene che sia essenziale rafforzare la cooperazione tra autorità di vigilanza statunitensi e dell'Unione europea;

13.   si compiace della strategia del Forum per la stabilità finanziaria (FSF) e del FMI volta a definire una diagnosi comune per le turbolenze finanziarie e attende con interesse l'attuazione da parte di entrambi delle conclusioni e delle raccomandazioni politiche del gruppo di lavoro del FSF sul mercato e la resilienza istituzionale; ritiene tuttavia che tali conclusioni dovrebbero essere solo complementari e non dovrebbero sostituire le riflessioni e le decisioni in merito ad adeguate risposte politiche dell'Unione europea e degli USA;

14.   invita gli Stati Uniti a tenere informata l'Unione europea sullo stato di avanzamento dell'attuazione del quadro di Basilea II negli USA; ribadisce l'importanza di una strategia coordinata in sede di elaborazione o di modifica delle norme globali per gli operatori finanziari attivi su scala internazionale; ritiene a tale proposito che l'attuazione di Basilea II negli Stati Uniti sia di vitale importanza per mantenere parità di condizioni a livello mondiale;

15.   accoglie con soddisfazione il lavoro del Congresso USA al varo di una normativa per la creazione di un Ufficio federale di informazione sulle assicurazioni presso il ministero del tesoro statunitense; ritiene che si tratti, unitamente al programma "Blue Print" del ministero del tesoro statunitense, di un importante passo avanti sulla via del riconoscimento reciproco degli indirizzi normativi in materia di servizi finanziari; riconosce che restano ancora molti aspetti da concordare e che la garanzia di riassicurazione (reinsurance collateral) è tutto oggi un problema chiave da risolvere; ritiene che il conseguimento degli obiettivi del pacchetto "Solvibilità II" sarà notevolmente rafforzato da una più stretta cooperazione parlamentare;

Scambi commerciali UE-USA e cooperazione normativa

16.   sottolinea che, nel perseguire l'obiettivo di creare standard uniformi per il commercio e gli investimenti, discusso nella riunione del TEC del novembre 2007 in relazione a una tabella di marcia finalizzata al mutuo riconoscimento nel 2009 degli accordi di partnership commerciale UE-USA, si debbano garantire standard sociali, ambientali e sanitari di elevato livello;

17.   ribadisce che vari "ostacoli non tariffari agli scambi e agli investimenti" hanno origine in atti degli organi legislativi, finalizzati a conseguire obiettivi sociali, sanitari, culturali o ambientali, ragione per cui essi non devono essere smantellati senza un corrispondente atto legislativo; a tal riguardo, sottolinea il ruolo cruciale dei parlamenti nazionali, del Parlamento europeo e del Congresso americano nel controllo del processo di allineamento degli standard e della rimozione degli ostacoli agli scambi e agli investimenti;

18.   sottolinea la necessità di inserire tra le priorità del CET anche la sicurezza dei prodotti importati; è del parere che i cittadini potranno nutrire una fiducia generale in un sistema di scambi aperto soltanto se la loro salute e la loro sicurezza sono rispettate; invita la Consumer Product Safety Commission (CPSC, la commissione USA per la sicurezza dei prodotti di consumo) ad avvalersi della sua maggiore libertà per mettere in comune informazioni su casi specifici, ma propone che il CET lavori ad uno strumento di cooperazione vincolante che permetta di strutturare ed agevolare la messa in comune delle informazioni sulla sicurezza dei prodotti e la messa a punto di un programma comune di azioni di cooperazione; invita la Commissione e il Consiglio a rafforzare la cooperazione tra autorità doganali e di sorveglianza del mercato dell'Unione europea e degli Stati Uniti per garantire che i controlli alle frontiere esterne siano idonei ad impedire che prodotti pericolosi, in particolare giocattoli, raggiungano i consumatori ma senza che ciò si traduca in inutili oneri burocratici; chiede agli Stati membri dell'Unione europea e agli USA di assicurare una rigorosa applicazione della normativa sulla sicurezza dei prodotti, in particolare dei giocattoli, e lo svolgimento di ispezioni nazionali più severe; sottolinea la necessità di una stretta cooperazione UE-USA volta a garantire che la Cina e altri paesi terzi migliorino i loro standard di produzione adeguandoli ai requisiti di sicurezza UE-USA, in particolare per i giocattoli, e a persuadere tali paesi della necessità di integrare la sicurezza dei prodotti nel processo di produzione e distribuzione;

19.   chiede maggiori informazioni sulla versione aggiornata della legge statunitense sulla sicurezza dei prodotti di consumo ed è preoccupato del fatto che questo nuovo provvedimento imponga inutili oneri regolamentari per le imprese europee con l'introduzione di requisiti di sicurezza obbligatori che prevedono test da parte di terzi; insiste sulla necessità di proseguire i colloqui in materia di reciproco riconoscimento, in modo da evitare duplicazioni;

20.   rileva la particolare importanza che riveste la sicurezza degli scambi commerciali in un'economia globale sempre più integrata, ma considera inutile e irrealistica la proposta di ispezionare il 100% dei container provenienti da oltreoceano; invita conseguentemente il Congresso a ritirare la sua proposta, essendo persuaso che la "Container Security Initiative", che comporta l'ispezione di container marittimi "ad alto rischio", sia un provvedimento sufficiente a garantire la sicurezza del trasporto marittimo internazionale;

21.   invita la Commissione a negoziare nell'ambito del CET, ove ciò sia possibile, norme globali comuni; ritiene che l'applicazione di norme comuni sulla sicurezza delle automobili (regolamento tecnico globale della Commissione economica ONU per l'Europa (UN-ECE)) ridurrebbe sensibilmente i costi per l'industria automobilistica, che è un importante datore di lavoro sia nell'Unione europea che negli Stati Uniti;

22.   chiede alla Commissione di proseguire l'approvazione formale delle procedure per il riconoscimento reciproco delle dichiarazioni di conformità quanto ai prodotti soggetti a test obbligatori da parte di terzi, in particolare per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (TIC) e le apparecchiature elettriche;

23.   continua a sostenere gli sforzi della Commissione tesi a raggiungere un accordo comune per l'etichettatura dei prodotti importati ricorrendo sia al sistema di misurazione imperiale (sistema anglosassone) sia a quello metrico decimale e insiste sulla necessità di accettare le unità di misura concordate sulla base di norme internazionali, in particolare l'accettazione da parte degli Stati Uniti dei prodotti etichettati solo in base al sistema metrico decimale; è del parere che un tale sforzo possa rafforzare le economie di scala delle imprese comunitarie, statunitensi e di paesi terzi, giovando in particolare alle piccole e medie imprese (PMI);

24.   invita la Commissione e il Consiglio a rafforzare la cooperazione tra l'Unione europea e gli Stati Uniti riguardo al sistema generale armonizzato (Globally Harmonised System, GHS) di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche in relazione all'applicazione dei criteri internazionali concordati dal Consiglio sociale ed economico delle Nazioni Unite; ritiene che un obiettivo importante del sistema sia quello di agevolare il commercio e rafforzare la protezione dei consumatori, e di conseguenza insiste affinché il GHS sia applicato contemporaneamente e in modo compatibile nell'Unione europea e negli Stati Uniti;

25.   mette in rilievo che i dati personali sono diventati una componente essenziale di molte attività economiche, in particolare delle telecomunicazioni elettroniche; osserva che è in rapida crescita il valore economico dei dati personali e delle operazioni a valore aggiunto basate su di essi; invita la Commissione a prendere l'iniziativa, in stretta cooperazione con il Parlamento, di elaborare principi transatlantici sulla protezione dei dati insieme alla sua controparte, la US Federal Trade Commission (Commissione Federale per il commercio degli USA); chiede inoltre che nel contesto del CET vengano urgentemente elaborate norme per la protezione dei dati a livello mondiale, in modo da garantire un livello elevato di protezione dei dati personali e certezza giuridica per le imprese;

Questioni agricole

26.   chiede una soluzione urgente nell'ambito delle discussioni in corso sul divieto di importazione nell'Unione europea di carni avicole provenienti dagli Stati Uniti e soggette a trattamento per la riduzione degli agenti patogeni; riconosce la necessità di un adeguato parere scientifico che sia attento alla protezione e informazione dei consumatori; riconosce inoltre i notevoli investimenti effettuati dall'industria europea del pollame, conformemente alla normativa comunitaria, per ridurre la contaminazione da salmonella con un approccio che interessa l'intera catena; ritiene che ogni eventuale soluzione non debba portare a distorsioni di concorrenza;

27.   ritiene che la decisione comunitaria di vietare l'importazione di carne bovina trattata con ormoni sia stata pienamente corroborata da evidenze scientifiche e invita gli Stati Uniti ad abolire senza indugio le sanzioni applicate alle merci europee;

28.   rileva l'importanza di una procedura unica di autorizzazione per tutti gli alimenti e i mangimi contenenti organismi geneticamente modificati (OGM), conformemente al principio di precauzione, nonché la rilevanza dell'etichettatura e della tracciabilità degli OGM onde consentire ai consumatori di effettuare una scelta informata;

29.   chiede di avviare un dialogo sui recenti mutamenti che si sono avuti nei mercati agricoli, con particolare riferimento alla fluttuazione dei prezzi dei prodotti di base, alla revisione intermedia della Politica agricola comune (Health Check), al Farm Bill statunitense, ai pagamenti anticiclici, alla crescente importanza dello sviluppo rurale e allo strumento dell'ecocondizionalità;

Cooperazione in materia di politica energetica, industriale e scientifica

30.   chiede di intensificare la cooperazione strategica transatlantica in materia di politica energetica, industriale e scientifica; sottolinea l'importanza dell'energia nel cui ambito va appoggiata la diversificazione delle fonti energetiche e delle vie di approvvigionamento, va garantita la sicurezza energetica e delle infrastrutture e vanno promosse le politiche di sicurezza energetica basate sul mercato; constata l'intensificarsi del dibattito sui sistemi di scambio delle emissioni di carbonio su entrambe le sponde dell'Atlantico;

31.   sottolinea la necessità di rafforzare la cooperazione regolamentare e scientifica tra l'Unione europea e gli Stati Uniti sui biocarburanti e la biomassa, promuovendo congiuntamente le fonti di combustibile alternative e sostenibili per il settore dei trasporti; incoraggia il CET perché continui il suo lavoro volto a individuare standard comuni con il Brasile in materia di biocarburanti, al fine di assicurare la massima sostenibilità ambientale e di venire incontro alle preoccupazioni in materia di sicurezza alimentare globale;

L'Organizzazione mondiale per il commercio (OMC), e l'Agenda di sviluppo di Doha

32.   invita la Commissione a garantire che il CET contribuisca al conseguimento di una conclusione positiva dell'Agenda di Doha per lo sviluppo; ritiene che la predominanza dell'Unione europea e degli USA nel commercio mondiale (attualmente il 60% del totale) rappresenti un fattore potenzialmente positivo per il sistema commerciale internazionale e il suo quadro comune;

33.   chiede alla Commissione di valutare se una procedura bilaterale di composizione delle controversie possa essere un tema d'interesse per il CET; rileva in proposito che se è vero che le controversie commerciali hanno interessato finora appena il 2% degli scambi commerciali tra l'Unione europea e gli Stati Uniti, alcune di esse sono risultate estremamente costose e deleterie;

34.   chiede alla Commissione di discutere, nel quadro del CET, le modalità con cui trovare una maggiore coerenza tra gli accordi commerciali bilaterali e le norme multilaterali dell'OMC, al fine di garantire un sistema commerciale internazionale più semplice e armonioso per tutti; esorta la Commissione a discutere delle modalità per assicurare una maggiore convergenza tra l'Unione europea e gli Stati Uniti riguardo alla conclusione di accordi bilaterali con paesi terzi relativamente alle misure che condizionano gli scambi commerciali, come quelle in materia di ambiente, in materia sociale e di diritto del lavoro;

35.   invita la Commissione a elaborare urgentemente un indirizzo generale per le considerazioni di tipo non commerciale nell'ambito dei negoziati commerciali internazionali, in particolare per quanto riguarda le clausole sociali ed ambientali, il riconoscimento e la tutela delle indicazioni geografiche, il benessere degli animali e le condizioni sanitarie degli animali e dei prodotti vegetali importati, onde prevenire una concorrenza iniqua nei confronti dei produttori europei;

36.   invita la Commissione a chiedere al CET di elaborare una relazione intermedia sulle attività di cooperazione di materia di applicazione del diritto d'autore, compreso l'annuncio di ulteriori azioni da adottare in futuro per intensificare la cooperazione nella lotta alla contraffazione e alla pirateria; chiede una chiara tabella di marcia per individuare gli sforzi volti ad agevolare il riconoscimento reciproco del diritto brevettuale a livello internazionale;

37.   invita il CET a sostenere attivamente la dichiarazione di Doha sull'accordo TRIPs che agevola l'accesso ai medicinali salva-vita in quei paesi che non hanno una capacità produttiva nel settore farmaceutico; invita la Commissione a sollevare la questione della politica USA tendente a inserire in tutti gli accordi bilaterali negoziati con i paesi in via di sviluppo, delle clausole che prevedono la rinuncia da parte di tali paesi al diritto di far ricorso alla disposizione della dichiarazione di Doha sui TRIPs che consente loro di produrre e di importare i medicinali generici necessari ad affrontare gravi problemi di sanità pubblica (AIDS, tubercolosi, ecc.);

38.  ritiene che, qualunque sia l'esito dell'Agenda di sviluppo di Doha, l'idea del Mercato transatlantico per affrontare la questione della cooperazione regolamentare finalizzata all'eliminazione graduale degli ostacoli non tariffari potrebbe risultare di importanza cruciale per mantenere la spinta verso l'integrazione globale del commercio;

39.   ritiene che uno dei compiti più importanti per la parte europea in seno al CET sia di convincere i partner transatlantici della necessità di pervenire entro il 2012 a un regime post Kyoto ambizioso, di vasta portata e legalmente vincolante sulle emissioni di gas serra, e di delineare un grande progetto transatlantico per gli investimenti e gli scambi di tecnologia nel campo della produzione energetica sicura e non inquinante;

Sviluppo regionale

40.   sottolinea l'impatto positivo che potrebbe avere l'ulteriore avanzamento dell'integrazione economica transatlantica sullo sviluppo regionale sostenibile e ritiene che tale avanzamento contribuisca agli sforzi della UE volti all'attuazione della strategia di Lisbona e ai progressi verso una coesione sociale, economica e territoriale; chiede in tale contesto ai competenti organi dell'UE di garantire che tale progresso contribuisca ad uno sviluppo armonioso ed equilibrato di tutte le regioni dell'Unione e di tener conto del principio europeo dell'accesso universale ai servizi d'interesse generale;

41.   invita le due parti a studiare la possibilità di instaurare un dialogo politico regionale strutturato, che offrirebbe una valida opportunità per esplorare nuove vie nella politica regionale, per procedere allo scambio di buone pratiche nei settori – fra gli altri – della ricerca e dello sviluppo e per cercare modi di affrontare le sfide comuni, quali il cambiamento climatico e i prezzi dell'energia;

Agenda futura del Dialogo legislativo transatlantico (DLT) e miglioramento strutturale

42.   invita il DLT a iscrivere all'ordine del giorno delle sue prossime riunioni la discussione sul tema della normativa degli Stati Uniti sull'obbligo di scansione dei container diretti verso il loro territorio, per garantire una maggiore comprensione reciproca tra il Parlamento e il Congresso USA sul tema; sottolinea altresì la necessità di riflettere nell'ambito del DLT su un agenda post-Doha dell'OMC, inclusa la riforma della stessa OMC, e di discutere di diritti umani e clausole di diritti ambientali e sociali negli accordi commerciali bilaterali, traendo insegnamento anche dall'ultimo accordo bilaterale tra Stati Uniti e Perù, che contiene disposizioni dettagliate e applicabili in materia di norme lavorative;

43.   richiama l'attenzione sul proprio ruolo cruciale e in quello del Congresso statunitense nel sostenere tale dinamica e sul fatto che gli ostacoli non tariffari possono essere rimossi soltanto dal legislatore; propone di tenere un dibattito annuale accuratamente preparato sui progressi compiuti in merito ai temi discussi in sede CET e sulla struttura di tale organismo;

44.   invita pertanto la leadership dell'Unione europea e degli Stati Uniti nonché i copresidenti del CET a tener conto di questo ruolo cruciale del legislatore per il successo duraturo del processo e li esorta a coinvolgere pienamente e direttamente nei lavori del CET i rappresentanti del DLT; riconosce nel contempo l'importanza dei rappresentanti delle imprese e dei consumatori nel fornire argomenti di riflessione e il contributo di esperti all'attività del CET; ritiene tuttavia necessario differenziare il loro ruolo consultivo da ruolo legislativo del Congresso statunitense e del Parlamento;

45.   prende atto dell'istituzione di un gruppo di esperti composto da rappresentanti del DLT, del Dialogo transatlantico tra le imprese e del Dialogo transatlantico dei consumatori; plaude al contributo dei legislatori e delle parti interessate al successo della prima riunione del CET svoltasi nel novembre 2007; auspica che nel prossimo futuro il Dialogo transatlantico sul lavoro (DTL) e il Dialogo transatlantico sull'ambiente (DTA) assumano un ruolo di maggior rilievo; chiede che i presidenti del DTL e del DTA siano inclusi nel gruppo di esperti;

46.   ribadisce la propria volontà di intensificare il dialogo tra entrambi i parlamenti e ne chiede il tempestivo coinvolgimento, segnatamente per quanto riguarda eventuali norme elaborate da organismi globali di autoregolamentazione allo scopo di affrontare, a uno stadio precoce, le questioni legate alla responsabilità politica;

47.   ritiene che quelli qui trattati siano temi di una certa rilevanza sui cui sviluppi i parlamentari nazionali vanno informati su base regolare; invita il suo Presidente a curare a che sia istituito un meccanismo a tal fine;

o
o   o

48.   incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al segretariato del Consiglio economico transatlantico, e al Congresso degli Stati Uniti d'America.

(1) GU C 74 E del 20.3.2008, pag. 670.
(2) GU C 298 E dell"8.12.2006, pag. 226.
(3) GU C 298 E dell"8.12.2006, pag. 235.
(4) Testi approvati, P6_TA(2007)0412.
(5) GU C 280 E del 18.11.2006, pag. 120.
(6) GU C 313 E del 20.12.2006, pag. 439.
(7) GU C 287 E del 29.11.2007, pag. 344.
(8) Regolamento (CE) n. 1569/2007 della Commissione, del 21 dicembre 2007, che stabilisce un meccanismo per determinare l'equivalenza dei principi contabili applicati dagli emittenti di titoli di paesi terzi conformemente alle direttive 2003/71/CE e 2004/109/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (GU L 340 del 22.12.2007, pag. 66).
(9) Testi approvati, P6_TA(2007)0527.

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