Regolamento sull’intelligenza artificiale: cosa vuole il Parlamento europeo
Scopri come il Parlamento vuole plasmare la legislazione europea sull’intelligenza artificiale per promuovere l’innovazione e per assicurare sicurezza e rispetto dei diritti individuali
L’intelligenza artificiale (IA) ha un ruolo fondamentale nella trasformazione digitale della società. È difficile immaginare un mondo senza l'utilizzo dell'IA in svariati beni e servizi e molti cambiamenti stanno già avvenendo nel mondo del lavoro, della finanza, della sanità, della sicurezza e dell’agricoltura. L’intelligenza artificiale è un punto centrale nel Green deal europeo e nel rilancio dell’economia post COVID-19.
L'UE sta mettendo a punto il primo insieme di norme al mondo sull'intelligenza artificiale, in modo tale da poter gestire le opportunità e i rischi collegati all'IA, e rendere l'UE un punto di riferimento globale.
Scoprite di più su come l'UE sta contribuendo a dare forma a una trasformazione digitale in Europa
AI Act: il primo insieme di norme UE per regolamentare l'intelligenza artificiale
Il 14 giugno 2023, il Parlamento europeo ha fissato la propria posizione negoziale sull'AI Act (Normativa sull'IA)
La priorità del Parlamento è quella di assicurare che i sistemi di intelligenza artificiale in uso nell'UE siano sicuri, trasparenti, tracciabili e non discriminatori.
Il Parlamento intende creare una definizione neutra e uniforme dal punto di vista tecnologico per l'intelligenza artificiale, che si renda applicabile a tutti i futuri sistemi di AI.
L'AI Act introduce regole diverse a seconda dei diversi livelli di rischio associati all'IA.
Scoprite di più sulla Normativa sull'IA dell'UE.
Le proposte del Parlamento europeo sulla legislazione IA
La tabella di marcia dell'IA
In anticipo rispetto alla proposta della Commissione sull’intelligenza artificiale, il Parlamento costituisce la commissione speciale sull'intelligenza artificiale in un’era digitale (AIDA) per analizzare l’impatto dell’IA sull’economia dell’Unione europea. La relazione finale della commissione AIDA, adottata dalla plenaria nel maggio 2022, include una proposta per la tabella di marcia dell'UE verso l'IA, un approccio olistico per una posizione comune a lungo termine che mette in evidenza i valori chiave, gli obiettivi e i valori dell'UE relativi all'IA. "Con questo rapporto, dimostriamo chiaramente che l'IA sarà un volano per la digitalizzazione e un punto di svolta nella competizione digitale globale", ha affermato l'eurodeputato Axel Voss (EPP, DE).
Non discriminazione, responsabilità e proprietà intellettuale
Il 20 ottobre 2020 il Parlamento ha inoltre adottato tre proposte che precisano come l’UE possa regolamentare l’IA più efficacemente per dare una spinta positiva all’innovazione, agli standard etici e alla fiducia nella tecnologia.
Secondo il Parlamento le norme devono essere incentrate sulla persona. La relazione propone in che modo si possano assicurare sicurezza, trasparenza e presa di responsabilità, come evitare la creazione di pregiudizi e di discriminazioni, stimolare la responsabilità sociale e ambientale e come assicurare il rispetto dei diritti fondamentali. “Il cittadino è al centro di questa proposta”, ha riferito il relatore Ibán García del Blanco (S&D, Spagna) durante una conferenza stampa.
Axel Voss (EPP, Germania) ha spiegato che lo scopo del regime relativo alla responsabilità civile legata all’intelligenza artificiale è quello di costruire fiducia proteggendo i cittadini e incoraggiando l’innovazione dando alle imprese una certezza giuridica. “Non stiamo spingendo per una rivoluzione: dovrebbero esserci norme uniformi per le imprese, la normativa vigente dovrebbe essere tenuta in considerazione”, ha detto.
L'impiego dell'IA nei vari settori
Per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale, il Parlamento ha ribadito l’importanza di avere un sistema efficace per un ulteriore sviluppo dell’intelligenza artificiale, tra cui il rilascio di licenze e nuovi processi creativi. Tra i problemi da risolvere c’è anche quello di stabilire a chi appartenga la proprietà intellettuale di qualcosa sviluppato completamente dall’IA, ha detto il relatore Stéphane Séjourné (Renew, Francia).
Il 20 gennaio 2021 il Parlamento ha proposto delle linee guida per l’uso dell’intelligenza artificiale in campo militare e civile. Specialmente in settori come quello militare, della giustizia o della salute, "l'intelligenza artificiale non deve mai sostituire o sollevare gli esseri umani dalla loro responsabilità", ha spiegato il relatore Gilles Lebreton (gruppo Identità e Democrazia, Francia). I deputati hanno sottolineato la necessità di un controllo umano sui sistemi di intelligenza artificiale e hanno reiterato la richiesta del Parlamento di vietare le armi letali autonome abilitate da intelligenza artificiale.
Il 19 maggio 2021, il Parlamento ha approvato la relazione sull'uso dell'IA nell'istruzione, nella cultura e nel settore audiovisivo, sottolineando che le tecnologie dell'IA devono essere progettate in maniera tale da evitare qualsiasi pregiudizio di genere, sociale o culturale e proteggendo al tempo stesso la diversità. "L'intelligenza artificiale deve essere programmata in modo da non replicare la discriminazione" ha detto l'eurodeputata Sabine Verheyen (PPE, Germania).
Il giorno dopo, il Parlamento ha invitato la Commissione ad affrontare ulteriormente le sfide della trasformazione digitale, concentrandosi sull'IA come una tecnologia che abiliti il settore pubblico e privato, nella transizione digitale. "Per sfruttare appieno le potenzialitá dell'intelligenza artificiale, dobbiamo dare spazio all;innovazione per le nostre aziende e start-up spazio e sostenendole negli investimenti", ha dichiarato l'On. Deirdre Clune (PPE, Irlanda).
Il 6 ottobre 2021, i deputati hanno chiesto forti salvaguardie per i casi in cui vengano utilizzati strumenti di intelligenza artificiale dalle forze dell'ordine. I deputati hanno chiesto anche un divieto permanente di riconoscimento automatizzato delle persone negli spazi pubblici e, per combattere la discriminazione, la trasparenza degli algoritmi. "La questione non è quella di capire se i sistemi di intelligenza artificiale siano in grado di portare a esiti discriminatori e razzisti. Poichè in realtà sappiamo già per certo che è così", ha affermato il relatore Petar Vitanov (S&D, BG) .
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