Strategia europea per i dati: la linea del Parlamento
Scoprite la linea del Parlamento in materia di condivisione dei dati non personali per promuovere l'innovazione e l'economia e proteggere al contempo la privacy.
I dati sono alla base della trasformazione digitale europea e quest’ultima coinvolge tutti gli aspetti della società e dell'economia. I dati sono, inoltre, necessari per lo sviluppo dell'intelligenza artificiale, una delle priorità dell'UE, e presentano significative opportunità per l'innovazione e lo sviluppo, per esempio nel settore della salute e delle tecnologie verdi.
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Facendo seguito alla strategia europea in materia di dati della Commissione europea, il Parlamento europeo ha chiesto, in una relazione adottata nella plenaria del 25 marzo 2021, una legislazione incentrata sull’essere umano e basata sui valori europei per la privacy e la trasparenza che permetterà alle aziende e ai cittadini europei di beneficiare del potenziale dei dati industriali e pubblici nell'UE.
Il Parlamento auspica che le proprie raccomandazioni vengano prese in considerazione nella nuova legge sui dati che la Commissione dovrebbe presentare nel 2022.
I benefici di un'economia dei dati UE
Gli eurodeputati hanno sottolineato la necessità di una legislazione efficiente sui dati per favorire la ricerca e l'innovazione. All’interno dell’UE sono già presenti ingenti moli di dati di qualità, in particolare non personali - come quelli industriali, pubblici e commerciali, ma il loro pieno potenziale deve ancora essere esplorato.
Nei prossimi anni, è prevedibile una crescita esponenziale della quantità di dati. Le misure volte a regolamentare tale settore, dovrebbero aiutare a sfruttare questo potenziale e renere i dati disponibili ai ricercatori e alle aziende europee, comprese le piccole e medie imprese.
Rendere disponibile un flusso di dati tra i settori e i paesi aiuterà, da un lato, le imprese europee di tutte le dimensioni a innovare e crescere nell'Unione europea e non solo e, dall’altro, a imporre l'UE come leader nell'economia dei dati.
I concorrenti dell'Europa a livello globale, come gli Stati Uniti e la Cina, stanno lavorando incessantemente per innovare in modo rapido e applicare le proprie modalità di accesso e utilizzo dei dati. Per diventare leader nel settore dell'economia dei dati, l'UE dovrebbe perciò trovare una soluzione europea per liberarne il potenziale e fissarne degli standard.
Regole per tutelare la privacy, la trasparenza e i diritti fondamentali
Il Parlamento insiste sul fatto che le regole dovrebbero essere basate sui valori europei per ciò che riguarda la privacy, la trasparenza e il rispetto dei diritti fondamentali. La libera condivisione dei dati deve essere limitata ai dati non personali o ai dati anonimizzati in modo irreversibile. Gli individui devono avere il pieno controllo dei propri dati ed essere protetti dal regolamento generale dell’UE sulla protezione dei dati, in particolare il Regolamento Generale per la Protezione dei Dati personali (GDPR).
Il rapporto del Parlamento ha invitato la Commissione e gli Stati membri a collaborare con gli altri paesi per delineare degli standard globali in linea con i valori e i principi dell'UE, garantendo al contempo che il mercato dell'Unione europea rimanga competitivo.
Spazi comuni europei di dati e infrastrutture dei big data
Assecondando il principio guida del libero flusso di dati, gli eurodeputati hanno raccomandato alla Commissione e agli Stati membri di costruire spazi comuni europei settoriali di dati tali da permettere la condivisione dei dati in ottemperanza alle linee guida, ai requisiti legali e ai protocolli comuni. Alla luce della pandemia, è stato aggiunto che un'attenzione speciale dovrebbe essere dedicata allo spazio comune europeo dei dati sanitari.
Poiché il successo della strategia dei dati dipende in gran parte dalle infrastrutture delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, gli eurodeputati hanno sottolineato la necessità di accelerare gli sviluppi tecnologici nell'UE, come quelli riguardanti le tecnologie della sicurezza informatica, la fibra ottica, il 5G e il 6G, e si sono espressi con favore rispetto alle proposte che promuovono il ruolo dell'Europa nel supercomputing e nel calcolo quantistico. Non da ultimo, è stata evidenziata la necessità di affrontare il divario digitale tra le regioni così da garantire pari opportunità.
Impronta ambientale dei big data
Se da un lato il settore dei big data permette di sostenere le tecnologie verdi e di favorire l'obiettivo dell'UE di diventare climaticamente neutrale entro il 2050, dall’altro questo settore da solo è responsabile di oltre il 2% delle emissioni di gas serra a livello globale. Gli eurodeputati hanno perciò aggiunto che lo sviluppo dei big data deve concentrarsi sull'abbassamento dell’impronta del carbonio e sulla riduzione dei rifiuti elettronici prodotti dal settore.
Legislazione UE sulla condivisione dei dati
La Commissione ha presentato una strategia europea in materia di dati nel febbraio 2020, nel quadro della strategia digitale. La strategia europea e il Libro bianco che delinea le proposte sull'intelligenza artificiale, costituiscono le basi pionieristiche della strategia digitale della Commissione.
Il 30 novembre 2021, Parlamento e Consiglio hanno raggiunto un accordo informale a proposito dell'Atto sulla governance dei dati presentato dalla Commissione nel dicembre 2020 come parte della strategia per i dati. L'obiettivo dell’Atto è quello di aumentare la disponibilità di dati per le aziende e le start-up al fine di stimolare l'innovazione.
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Per incentivare la condivisione dei dati nell'UE, ad aprile 2022 il Parlamento e il Consiglio hanno adottato il Data Governance Act nell'aprile 2022 nell'ambito della strategia europea sui dati. Tale normativa punta ad aumentare la disponibilità dei dati e rafforzare la fiducia nella condivisione dei dati e negli intermediari e verrà applicata dal settembre 2023.
Su questa base, il Parlamento e gli Stati membri hanno lavorato alla legge relativa all'uso dei dati. Il Data act è entrato in vigore a gennaio 2024 e diventerà applicabile il 12 settembre 2025, per dare tempo all'industria di adeguarsi.
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