Misure fiscali post-Covid: gli eurodeputati chiedono maggior autonomia per i paesi dell'UE
Il patto di stabilità e crescita è stato aggiornato per consentire ai paesi dell'UE maggior flessibilità nella gestione dei deficit di bilancio e dei livelli di debito.
Il ritorno in vigore delle regole fiscali legate al patto di stabilità e crescita UE , a inizio 2024, ha reso necessario un aggiornamento di tali misure. Le modifiche introdotte consentono di mitigare l'impatto che requisiti di bilancio più severi potrebbero avere sui paesi dell'UE.
Misure fiscali ed Euro
L'adozione dell'euro come valuta unica all'inizio del secolo ha reso necessario che i paesi dell'UE coordinassero meglio la gestione dei loro debiti e deficit. Questo è importante perché debiti e deficit troppo alti potrebbero causare problemi all'euro.
Tenere sotto controllo debiti e deficit è fondamentale perché, qualora diventassero eccessivi, potrebbero mettere seriamente a rischio la stabilità dell'euro.
In linea con questo approccio, è stato istituito il patto di stabilità e crescita dell'UE, affidando alla Commissione europea il compito di sovrintendere al coordinamento delle politiche fiscali e di assicurare la solidità delle finanze pubbliche in tutti i paesi dell'UE.
Quali cambiamenti ha causato la pandemia di Covid-19
All'inizio del 2020, l'Europa è stata colpita dalla pandemia Covid-19. Ben presto fu chiaro che, per salvare le economie europee dalla rovina, sarebbero stati necessari grandi investimenti. In tempi normali questo sarebbe stato impossibile a causa dei severi limiti imposti dal patto di stabilità.
Pertanto, l'UE ha attivato una clausola all'interno del patto denominata "clausola di salvaguardia". Questa clausola può essere attivata qualora l'area dell'euro, o l'UE nel suo insieme, si trovi ad affrontare una grave recessione economica. Tale misura consente di allentare i requisiti di bilancio per gli Stati membri, in modo da consentire loro di far registrare deficit più elevati e di sostenere le loro economie per superare la crisi.
Ripristino del patto di stabilità
Con la cessazione della pandemia, al termine del 2023 la clausola di salvaguardia è stata disattivata e il patto è tornate a funzionare normalmente. Tuttavia, questa situazione ha creato difficoltà per molti paesi dell'UE, costretti a gestire un elevato livello di debito. Inoltre, concentrarsi esclusivamente al rimborso del debito avrebbe potuto produrre conseguenze gravi, come la fine degli investimenti. Questo avrebbe potuto innescare un rischio significativo di recessione economica e compromettere la crescita e la stabilità finanziaria.
La posizione del Parlamento europeo
Nell'aprile 2024, il Parlamento ha dato il via libera alle modifiche del patto, concordate con il Consiglio. Le modifiche mirano a semplificare le regole e renderle più flessibili, concedendo maggior controllo ai paesi dell'UE. Gli eurodeputati hanno insistito affinché i paesi mantengano una gestione fiscale prudente pur essendo capaci di investire.
Il funzionamento del Patto in futuro
Le nuove regole possono essere riassunte brevemente come segue:
- I Paesi dell'UE devono redigere piani di investimento e di spesa a medio termine.
- I Paesi con debito elevato o una spesa eccessiva riceveranno orientamenti dell'UE prima di attuare i propri piani.
- Gli orientamenti dell'UE saranno personalizzati per ciascun paese: non ci sarà un approccio a "taglia unica".
- Restrizioni particolari sono previste per Paesi con debito eccessivo: qualora il loro debito superi il 90% del PIL, dovranno ridurre il proprio debito dell'1% all'anno e dello 0,5% annuo se il debito si colloca tra il 60% e il 90% del PIL.
- Anche i parametri di deficit dovranno essere ridotti, se superano il 3% del PIL: durante i periodi di crescita, il deficit deve scendere all'1,5% del PIL per garantire un margine di spesa in condizioni economiche difficili.
- I paesi con debiti o deficit elevati avranno comunque una certa flessibilità nelle spese per progetti pubblici e questioni sociali.
Il Consiglio ha approvato le nuove regole. I Paesi dell'UE dovranno presentare i primi piani nazionali entro il 20 settembre 2024.