Il Regno Unito
Il Regno Unito ha aderito all'Unione europea nel 1973, dopo aver mantenuto un rapporto duraturo con tale blocco fin dalla sua fondazione. Nel 2016, a seguito di un referendum, è diventato il primo Stato membro a recedere dall'UE. L'uscita del Regno Unito dall'UE è stata disciplinata da un accordo di recesso firmato il 17 ottobre 2019. L'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione, firmato il 30 dicembre 2020, definisce il quadro per le relazioni future.
Il 23 giugno 2016 il Regno Unito ha organizzato un referendum in cui il 51,9 % degli elettori ha scelto di lasciare l'UE. Nel marzo 2017 il governo britannico ha informato il Presidente del Consiglio europeo della sua intenzione di recedere dall'UE, innescando così la procedura di recesso prevista dall'articolo 50 del trattato sull'Unione europea.
Il Regno Unito ha ufficialmente lasciato l'Unione europea il 1° febbraio 2020, pur rimanendo nel mercato unico e nell'unione doganale dell'UE fino al 31 dicembre 2020. L'accordo di recesso, firmato il 17 ottobre 2019, definisce le regole per un'uscita ordinata del Regno Unito dall'UE e, in particolare, contempla:
- i diritti dei cittadini;
- la liquidazione finanziaria;
- la struttura di governance dell'accordo di recesso;
- un protocollo su Irlanda e Irlanda del Nord per evitare il ripristino di una frontiera fisica sull'isola d'Irlanda, tutelando l'economia dell'intera isola e l'accordo del Venerdì santo e salvaguardando al contempo l'integrità del mercato unico dell'UE;
- disposizioni specifiche per Gibilterra.
L'accordo di recesso è entrato in vigore il 1° febbraio 2020.
Il 1° gennaio 2021 il Regno Unito ha lasciato il mercato unico e l'unione doganale dell'UE. Lo stesso giorno è entrato in vigore un accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione per disciplinare le nuove relazioni tra l'UE e il Regno Unito, con validità provvisoria fino al 1° maggio 2021, data in cui, dopo essere stato approvato dal Parlamento europeo, tale accordo è entrato ufficialmente in vigore.
L'accordo di recesso e l'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione sono due accordi distinti, negoziati separatamente e che disciplinano ambiti differenti, sebbene tra di essi vi sia un certo grado di interdipendenza.
L'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione fornisce un quadro globale per le relazioni future tra l'UE e il Regno Unito e si basa su quattro pilastri principali:
- un accordo di libero scambio (senza dazi né contingenti per tutta la merce conforme alle pertinenti norme di origine);
- la cooperazione su altre questioni economiche, quali ad esempio gli investimenti, la concorrenza, gli aiuti di Stato, la trasparenza fiscale, il trasporto aereo e su strada, l'energia e la sostenibilità, il coordinamento della sicurezza sociale e la pesca;
- un nuovo partenariato per la sicurezza dei cittadini tramite la cooperazione di polizia e giudiziaria, inclusi la protezione e lo scambio di dati;
- un sistema di governance globale.
Un elemento centrale della governance dell'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione è il "consiglio di partenariato" copresieduto da un rappresentante della Commissione europea e da uno del governo britannico. Il consiglio di partenariato vigila sull'attuazione dell'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione ed è coadiuvato da 19 comitati specializzati.
L'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione offre inoltre alla società civile la possibilità di esprimersi sull'attuazione dell'accordo attraverso gruppi consultivi nazionali, che svolgono un ruolo centrale nell'offrire un riscontro diretto dei cittadini e delle parti interessate.
L'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione fornisce altresì un quadro istituzionale per accordi futuri, giacché questi due accordi lasciano scoperti alcuni ambiti relativi al commercio (come ad esempio norme in materia di servizi finanziari o livelli adeguati di protezione dei dati). Essendo divenuto un paese terzo, il Regno Unito è ora soggetto all'approvazione dell'equivalenza dei paesi terzi in determinati ambiti specifici.
Gli accordi forniscono un quadro solido per la cooperazione e offrono certezza giuridica in una situazione senza precedenti. Tuttavia, sono emerse sfide nell'attuazione degli accordi, in particolare per quanto riguarda il protocollo su Irlanda e Irlanda del Nord.
Protocollo su Irlanda e Irlanda del Nord
Sebbene, in virtù del protocollo, l'Irlanda del Nord faccia parte del territorio doganale del Regno Unito, le merci che circolano liberamente in Irlanda del Nord possono essere immesse nel mercato unico dell'UE senza restrizioni o controlli. L'obiettivo del protocollo è sostanzialmente quello di evitare i controlli di frontiera sull'isola d'Irlanda e di salvaguardare l'accordo del Venerdì santo (accordo di Belfast) del 1998. Per preservare il mercato unico dell'UE, le merci provenienti dalla Gran Bretagna e dirette in Irlanda del Nord sono soggette ai controlli alle frontiere dell'UE quando attraversano il Mare d'Irlanda, dal momento che il Codice doganale dell'Unione continua ad applicarsi all'Irlanda del Nord. Il protocollo sull'Irlanda del Nord elimina quindi la necessità di controlli doganali sull'isola d'Irlanda, ma stabilisce norme per le merci che entrano in Irlanda del Nord in provenienza dalla Gran Bretagna. In altri termini, conformemente al diritto dell'UE, tutte le merci che entrano in Irlanda del Nord da paesi terzi, ivi incluso dalla Gran Bretagna, sono soggette a dichiarazioni doganali.
Il Regno Unito ha più volte adottato misure unilaterali per evitare l'applicazione di parti del protocollo, culminate nel disegno di legge sul protocollo relativo all'Irlanda del Nord presentato il 14 giugno 2022.
Disegno di legge sul protocollo relativo all'Irlanda del Nord
Il disegno di legge mira a conferire al governo britannico il potere di decidere se talune disposizioni del protocollo sull'Irlanda del Nord non "saranno più in vigore nel Regno Unito". Al momento della stesura del presente documento, il disegno di legge si trova presso la Camera dei Lord a livello di commissione.
Il Regno Unito ha dichiarato di preferire una soluzione negoziata con l'UE, ma sostiene che finora le trattative non hanno portato a un accordo sostenibile e, pertanto, il governo ha dovuto avviare la procedura legislativa relativa al disegno di legge. Da parte sua, l'UE ha denunciato la mancanza di impegno politico e di rispetto del diritto internazionale da parte del Regno Unito e ha avviato procedure di infrazione.
La Commissione europea ha dichiarato che la rinegoziazione del protocollo non è un'opzione percorribile e che le istituzioni dell'Unione europea e gli Stati membri sono tutti allineati su questo tema. Il Parlamento europeo ha ribadito in più occasioni il suo irremovibile sostegno al protocollo.
La Commissione europea ha presentato proposte per contribuire a trovare soluzioni creative e durature alle sfide emerse dall'attuazione del protocollo. Il 13 ottobre 2021 la Commissione ha presentato un pacchetto che offre flessibilità in materia di prodotti alimentari, salute vegetale e animale, dogane, medicinali e dialogo con le parti interessate dell'Irlanda del Nord. Il 15 giugno 2022 la Commissione ha presentato le seguenti proposte che, se attuate, permetterebbero di:
- ridurre di oltre l'80 % le verifiche e i controlli sanitari e fitosanitari;
- dimezzare la quantità di pratiche doganali;
- creare una corsia di passaggio rapido per le merci in transito dalla Gran Bretagna all'Irlanda del Nord;
- semplificare i sistemi di certificazione, in modo da consentire che un unico documento di tre pagine sia sufficiente per un intero camion carico di merci diverse;
- consentire la circolazione di talune merci che sarebbero altrimenti soggette a restrizioni, come le carni refrigerate.
Il 15 marzo 2021 la Commissione ha avviato una procedura di infrazione contro il Regno Unito per la mancata attuazione del protocollo, in quanto il Regno Unito non aveva soddisfatto i requisiti di certificazione per la circolazione dei prodotti agroalimentari. Tuttavia, in uno spirito di cooperazione costruttiva, la procedura è stata rinviata per consentire di trovare soluzioni comuni. Questo spirito è stato però minato dalla riluttanza del Regno Unito a impegnarsi in discussioni significative, insieme al suo costante impegno politico rispetto al disegno di legge sul protocollo relativo all'Irlanda del Nord in seno al parlamento britannico. Pertanto, il 15 giugno e il 22 luglio 2022 la Commissione ha deciso di portare avanti la procedura, avviando al contempo altre procedure di infrazione.
Assemblea parlamentare di partenariato
In linea con l'articolo 11 dell'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione, che prevede la possibilità di istituire un'Assemblea parlamentare di partenariato, i due parlamenti hanno convenuto di istituire un siffatto organismo.
L'Assemblea, che si riunisce due volte l'anno, alternandosi tra il Parlamento europeo, in uno dei suoi luoghi di lavoro abituali, e il parlamento del Regno Unito, rappresenta una sede di scambio di opinioni su questioni emananti dall'accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione, ivi incluso dagli accordi integrativi, e su qualsiasi altra questione di interesse reciproco. La prima riunione dell'Assemblea parlamentare di partenariato si è svolta il 12 e 13 maggio 2022 a Bruxelles.
María Álvarez López