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Con la recente normativa europea, in Europa, il traffico aereo diventerà più sicuro. Per i cieli congestionati d'Europa si sta infatti elaborando un sistema unico di controllo del traffico aereo. Questo sistema permetterà agli aeromobili civili, grazie ai deputati europei, di beneficiare della cooperazione civile/militare relativa alla gestione del traffico aereo. In base ad un'altra normativa, gli Stati membri saranno tenuti ad ispezionare gli aeromobili provenienti da paesi terzi se sospettano che essi rappresentano un rischio per la sicurezza. A seguito di pressioni del Parlamento europeo, dovranno essere rese pubbliche, in maniera chiara e facilmente comprensibile, le informazioni sulla documentazione relativa alla sicurezza delle compagnie aeree straniere che operano in territorio europeo.
Il sistema di controllo del traffico aereo europeo, che risale agli anni '60, risulta alquanto disgregato. Gli aeromobili devono superare vari "blocchi" di controllo del traffico aereo, che utilizzano spesso tecnologie diverse e seguono procedure nazionali. Un aeromobile in volo da Roma a Bruxelles attraversa nove diversi blocchi aerei, passando da un centro di controllo all'altro. Oltre ai numerosi ingorghi - in media un volo su cinque porta oggi ritardo -, ciò provoca un aumento nel consumo di carburante. Inoltre, a causa dell'incremento costante del traffico aereo, tale sistema ha raggiunto il limite per quanto riguarda la sicurezza. I riflettori sono stati puntati sulla procedura di controllo del traffico aereo in Europa in seguito alla collisione in volo di due aeromobili, avvenuta nei pressi del lago di Costanza, in Germania, nel luglio del 2002, che causò la morte di 71 persone.
L'attuale sistema dello spazio aereo europeo comprende numerose zone militari, in cui le compagnie aeree civili non hanno il diritto di operare. Un aeromobile che viaggi da Berlino a Madrid non può volare seguendo una rotta diretta, ma deve necessariamente deviare il suo percorso per evitare le ampie zone di spazio aereo militare della Germania e della Francia. Tali deviazioni causano ogni anno la perdita di 350.000 ore di volo.
Il cielo unico europeo
La nuova legislazione, che entrerà in vigore alla fine del 2004, mira a razionalizzare uno spazio aereo disintegrato trasformandolo in un "cielo unico europeo" retto da principi e norme generali. Lo spazio aereo superiore, di responsabilità degli Stati membri, verrà diviso in un numero limitato di blocchi "funzionali", basati su requisiti operativi che prescindono dai confini esistenti. Tale riconfigurazione ottimizzerà i flussi di traffico aereo al fine di mantenere un alto livello di sicurezza e di efficienza. Si spera che le misure adottate a tale riguardo conducano a nuove soluzioni tecniche e operative, tra le quali una maggiore compatibilità delle apparecchiature. I paesi confinanti che non fanno parte dell'UE potranno in futuro partecipare all'iniziativa del cielo unico europeo, poiché l'estensione dello spazio aereo integrato non potrà che migliorare il livello di sicurezza nei cieli d'Europa.
Venire incontro ai bisogni degli utenti civili e militari
Per conseguire un uso più flessibile ed efficiente dello spazio aereo europeo, la Commissione ha proposto che le rotte militari siano parzialmente accessibili agli aeromobili civili. I deputati europei si sono espressi a favore di una stretta cooperazione tra i settori aerei civile e militare affinché l'iniziativa del cielo unico europeo possa divenire una realtà. Tuttavia, gli Stati membri si sono opposti all'idea di inserire nella legislazione la cooperazione civile/militare, sostenendo che le questioni relative alla difesa non siano di competenza dell'UE, e che inoltre agli Stati membri debbono essere riservati i diritti esclusivi sugli spazi aerei militari. Durante i negoziati legislativi tra il Parlamento e il Consiglio, tale questione è risultata essere la più controversa. Ma grazie all'insistenza dei deputati europei, gli Stati membri hanno infine raggiunto un accordo volto ad ottimizzare la cooperazione civile/militare e ad incoraggiare quella tra le forze armate circa la gestione del traffico aereo.
Sicurezza degli aeromobili dei paesi terzi
Una nuova normativa, che entrerà in vigore nel 2006, mira a tutelare i cittadini che viaggiano in aereo o vivono nelle vicinanze degli aeroporti da quegli aeromobili che non soddisfino i requisiti minimi delle norme internazionali di sicurezza. Gli Stati membri dovranno eseguire controlli di sicurezza, in maniera uniforme, sugli aeromobili di paesi terzi che atterrano nel territorio della Comunità e scambiarsi inoltre informazioni chiave. Gli aeromobili di paesi terzi che facciano utilizzo di aeroporti situati negli Stati membri verranno ispezionati qualora sospettati di non soddisfare le norme generali di sicurezza. Qualsiasi aeromobile ritenuto pericoloso verrà bloccato a terra, e ogni Stato membro avrà facoltà di decidere se proibire in futuro a tale operatore l'accesso ai suoi aeroporti. Gli Stati membri devono informare la Commissione e i restanti Stati membri nel caso in cui da un'ispezione risulti che le condizioni di sicurezza di tale aeromobile siano carenti o che esso possa costituire una potenziale minaccia per la sicurezza. Il Parlamento ha approvato emendamenti che permetteranno agli Stati membri di eseguire in modo non discriminatorio procedure di controllo sul posto, anche quando non sussistano particolari sospetti.
I deputati europei si sono inoltre opposti con forza ai tentativi del Consiglio di ridurre i poteri della Commissione riguardo ad un'azione a livello comunitario contro gli operatori stranieri che non garantiscano il rispetto delle norme di sicurezza. Grazie ai loro sforzi, se uno Stato membro informa la Commissione di aver escluso una particolare compagnia dai suoi aeroporti, la Commissione avrà facoltà di estendere tale divieto all'intera Unione europea.
Individuare e mettere all'indice
I passeggeri che il 3 gennaio di quest'anno ritornavano in Francia dalle vacanze di Natale trascorse in Egitto, sarebbero saliti a bordo del disgraziato velivolo dell' 'Air Flash' se solo avessero saputo che tale compagnia era stata messa al bando dalla Svizzera nel 2002? L'aeromobile è precipitato nel Mar Rosso poco dopo il decollo dalla stazione balneare di Sharm el-Sheikh, provocando la morte di 148 persone. Fino ad oggi, i governi europei hanno pubblicato pochissime informazioni circa i divieti imposti alle compagnie che trasportano passeggeri, ma l'adozione delle nuove norme comporterà un cambiamento.
La Commissione si impegna a tenere un registro di tutte le informazioni raccolte nel corso delle ispezioni eseguite negli Stati membri, che verranno successivamente esaminate in una relazione annuale. I deputati europei hanno insistito sul fatto che tali informazioni, talvolta di natura altamente tecnica, debbano essere presentate in modo da risultare utili per quei passeggeri che vogliano essere tenuti al corrente della documentazione concernente la sicurezza delle compagnie aeree. Grazie al loro impegno, le informazioni contenute nella relazione annuale della Commissione verranno presentate in maniera semplice e facilmente comprensibile e indicheranno se esiste o meno un rischio accresciuto per la sicurezza dei passeggeri. Si auspica che ciò permetta di individuare i nomi delle compagnie poco sicure, mettendole all'indice.
Paura di volare?
Le statistiche mostrano che il trasporto aereo è destinato a crescere ancora di più nei prossimi dieci anni. La nuova legislazione europea ha posto le basi per minimizzare i ritardi, rendere più sicuri i cieli d'Europa e garantire ai passeggeri la possibilità di una scelta più ragionata riguardo alle compagnie aeree con cui essi viaggiano, all'interno di un settore dei trasporti sempre più liberalizzato.
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