Di recente l’UE ha adottato due importanti direttive sul tabacco: una sugli ingredienti e l’etichettatura, l’altra sulla pubblicità e la sponsorizzazione. Il Parlamento europeo ha apportato una serie di modifiche alla direttiva sull’etichettatura, in particolare riguardo alle dimensioni e alla natura delle avvertenze sanitarie stampate sui pacchetti di sigarette. Viceversa, ha sostenuto appieno il progetto di direttiva sulla pubblicità del tabacco. Entrambe le direttive sono state oggetto di forti azioni di lobby e nel caso della direttiva sulla pubblicità, la battaglia non è ancora terminata: la Corte di giustizia delle Comunità europee avrà l’ultima parola.
Secondo le stime, mezzo milione di decessi all’anno nell'Unione europea sarebbero dovuti al tabagismo e l’80% dei nuovi fumatori avrebbero meno di 18 anni. Da qui è nata l'idea di una legislazione comunitaria per combattere il consumo di tabacco. Tuttavia, l’Unione ha poteri limitati in materia di salute pubblica, che rimane per lo più competenza degli Stati membri. Un modo in cui l’UE può adottare misure contro il fumo è tramite una normativa sul mercato unico, in quanto le disposizioni comunitarie volte ad abbattere le barriere al commercio devono anche tener conto delle questioni concernenti la salute.
Per esempio, fin quando le norme nazionali sugli ingredienti delle sigarette o sulla pubblicità del tabacco saranno diverse nell’UE, uno Stato membro può vietare le importazioni di sigarette provenienti da un altro Stato, o la vendita di riviste che pubblichino pubblicità sul tabacco. Il divieto, benché legale, può configurarsi come una barriera al commercio. Per fare in modo che questi prodotti possano essere liberamente commercializzati in tutta Europa, è necessario varare delle norme comuni a tutta l'Unione europea. Queste norme, peraltro, devono anche avere lo scopo di migliorare la salute pubblica.
La direttiva sugli ingredienti e l’etichettatura
Nel 1999, la Commissione europea ha presentato un progetto di direttiva per l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati membri sul tenore massimo di catrame, nicotina e monossido di carbonio nelle sigarette, sulle avvertenze sanitarie da esporre sui pacchetti, sull’uso di ingredienti diversi dal tabacco e sulla descrizione dei prodotti del tabacco. Le molte discrepanze fra le legislazioni nazionali sono state percepite come un modo per ostacolare il funzionamento del mercato interno dell’UE, per cui l’esigenza principale è stata semplicemente quella di definire norme minime comunitarie. Tuttavia, poiché la nuova legislazione doveva anche cercare di proteggere la salute dei cittadini, i limiti proposti a livello europeo per gli ingredienti nocivi erano rigorosi. Sono state anche proposte avvertenze e informazioni sui prodotti per consentire ai consumatori di essere adeguatamente informati sui rischi che comporta l’uso di prodotti del tabacco.
Tenori massimi di catrame e nicotina
Secondo la direttiva, la norma relativa al tenore massimo di catrame (10 mg), nicotina (1mg) e monossido di carbonio (10 mg) doveva applicarsi entro il 1° gennaio 2004 per le sigarette prodotte e commercializzate in seno all’UE. La Grecia ha potuto godere di una proroga fino al 1° gennaio 2007. Le sigarette prodotte in Europa e destinate all’esportazione verso paesi extracomunitari dovranno inoltre essere soggette alle stesse limitazioni, dopo un periodo transitorio (fino al 1° gennaio 2007) che consenta ai produttori dell’Unione di modificare le specifiche di produzione.
Termini quali “a basso tenore di catrame”, “light”, “ultra-light” e “mild”, così come nuovi marchi e disegni che suggeriscono che un particolare prodotto del tabacco sia meno dannoso degli altri sono vietati dal 30 settembre 2003.
Avvertenze sanitarie – più sono grandi, meglio è
Dal 30 settembre 2003, i pacchetti di sigarette devono anche riportare vistose avvertenze sui rischi per la salute. Grazie alla perseveranza dei deputati europei, tali avvertenze sono molto più grandi e incisive di quelle proposte originariamente dalla Commissione.
Il trenta per cento del lato anteriore di ciascun pacchetto posto in vendita nell’UE è infatti occupato da un’avvertenza generale obbligatoria, quale “Il fumo uccide/Il fumo può uccidere” o ancora “Il fumo danneggia gravemente te e chi ti sta intorno”. Quest'ultima menzione è stata inserita a seguito dell’insistenza del Parlamento europeo, che voleva attirare l’attenzione sui pericoli insiti nel fumo passivo.
Il quaranta per cento del lato posteriore di ciascun pacchetto deve essere occupato da un’altra avvertenza obbligatoria, che gli Stati membri possono scegliere fra un elenco di 14 messaggi definiti dalla direttiva, come ad esempio: “Fumare in gravidanza fa male al bambino”, “Il fumo crea un’elevata dipendenza, non iniziare” e “Il fumo può provocare una morte lenta e dolorosa”.
Gli Stati membri con due o tre lingue ufficiali avranno una superficie totale occupata dalle avvertenze generiche e aggiuntive maggiore di quella prevista per gli altri.
A seguito delle pressioni esercitate dal Parlamento, gli Stati membri potranno, inoltre, dal 1° ottobre 2004, introdurre fotografie a colori o altre illustrazioni che mostrano le conseguenze prodotte dal fumo sulla salute, a compendio delle avvertenze stampate sui pacchetti di sigarette. Il forte impatto di tali illustrazioni ha dato prova della sua estrema efficacia in paesi quali Canada e Brasile. Queste avvertenze possono includere anche numeri di telefono e siti web o e-mail da cui i fumatori possono ottenere informazioni su come liberarsi dal vizio. Benché gli Stati membri non siano obbligati a introdurre le illustrazioni predette, essi non potranno nemmeno bloccare le importazioni delle sigarette dagli Stati membri dell’UE che ne fanno uso.
Più informazioni sui prodotti per i consumatori
Centinaia degli ingredienti diversi dal tabacco sono aggiunti al processo di produzione di molti prodotti e possono indurre dipendenza. A partire dal 31 dicembre 2002, i produttori di tabacco dovranno presentare ogni anno ai loro governi l’elenco di tutti gli ingredienti presenti nei loro prodotti, insieme con le quantità e le ragioni dell’uso di tali sostanze. I deputati europei hanno insistito sul fatto che i governi dovessero rendere pubbliche tali informazioni. La Commissione dovrà inoltre stilare, entro il 31 dicembre 2004, un elenco standard di ingredienti autorizzati per i prodotti del tabacco in tutta l’Unione europea.
La direttiva sulla pubblicità e la sponsorizzazione
La pubblicità del tabacco in televisione è già vietata dal 1991 in virtù della legislazione comunitaria. L'Unione ha adottato nel 1998 una direttiva sulla pubblicità del tabacco negli altri mezzi d’informazione e sulla sponsorizzazione da parte dell'industria del tabacco, ma è stata contestata dal governo tedesco, il quale ha adito la Corte di giustizia delle Comunità europee, sostenendo che l’UE aveva esulato dall’ambito di sua competenza. La Corte ha accolto questa tesi e ha annullato la direttiva, affermando che alcuni dei divieti previsti dalla stessa – pubblicità su poster, ombrelloni, posacenere e nei cinema – non avrebbero prodotto effetti sul mercato unico europeo, in quanto il loro impatto sarebbe stato esclusivamente locale. Tuttavia, il giudice aggiungeva che non vi erano ragioni per cui la legislazione sul mercato unico in quanto tale non potesse essere utilizzata per vietare la pubblicità del tabacco.
La Commissione ha quindi presentato un nuovo progetto di direttiva nel 2001, attentamente studiato per evitare di imbattersi nei problemi incontrati dalla precedente, rivolgendosi unicamente alla pubblicità e alla sponsorizzazione con “effetti transfrontalieri”.
La nuova direttiva vieta la pubblicità del tabacco sulla carta stampata, alla radio e su internet, per quanto vi siano delle deroghe relative alle pubblicazioni destinate ai professionisti del commercio di tabacco. La direttiva pone inoltre fuori legge la sponsorizzazione di prodotti del tabacco in programmi radio e per eventi che hanno un impatto transfrontaliero, come le gare di Formula uno, o la distribuzione gratuita di prodotti del tabacco durante tali eventi. La pubblicità indiretta, per esempio su capi di abbigliamento, non viene proibita dalla direttiva. Tuttavia, gli Stati membri hanno la facoltà di introdurre disposizioni antifumo ancor più rigide, se lo ritengono opportuno.
Il Parlamento ha approvato la direttiva a larga maggioranza e la sua entrata in vigore è prevista per il luglio 2005. Tuttavia, il governo tedesco ha annunciato, nel settembre 2003, che intendeva rivolgersi nuovamente alla Corte di giustizia.
Altre misure antitabacco in vista
Diverse altre misure sono all’esame della Commissione europea. Le sovvenzioni per i coltivatori di tabacco, che attualmente incidono sul bilancio comunitario per un totale di 1 miliardo di euro, potrebbero essere revocate e i fondi indirizzati verso misure di sostegno al reddito degli agricoltori e verso gli aiuti regionali. Il divieto di fumare nei luoghi pubblici, inclusi i bar, ha lo scopo di proteggere i dipendenti dai rischi del fumo passivo e quindi anche i datori di lavoro dalle eventuali cause per risarcimento danni. Infine, anche il personale della Commissione è stato informato del fatto che, a partire dal mese di maggio 2004, non sarà più consentito fumare nei locali della Commissione.
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